Si è svolta a Roma, presso la sede di Unioncamere, la conferenza stampa della 32^ edizione del Premio Nazionale Ercole Olivario, che quest’anno presenta diverse novità come il progetto sullo “Shelf Life”, la “Carta degli Oli”, un percorso formativo per assaggiatori e un tour nelle regioni oltre a una serie di iniziative promozionali in Italia e all’estero. Comunque, confermate e sempre molto apprezzate le Sezioni Speciali di Extracuoca e il Concorso Nazionale per le Olive da Tavola nonché la selezione per de “La Goccia d’Ercole – Premio per le Piccole Produzioni” sezione a latere del concorso Ercole Olivario.
Il concorso, indetto dall’Unione Italiana delle Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura in collaborazione con la Camera di Commercio dell’Umbria, il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Sviluppo e Territorio – Azienda Speciale Camera di Commercio di Roma per lo sviluppo e la crescita di Roma e della regione Lazio, ICE - Agenzia per la Promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA) - Centro di Ricerca Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari (IT) Sede di Pescara; Italia Olivicola ed Unaprol, è stato presentato dal Presidente di Unioncamere, Andrea Prete, dal Presidente del Comitato di coordinamento del concorso e presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni; di Giovanni delle Donne per l’Agenzia ICE, Francesca Vannini per Italia Olivicola e Nicola di Noia, Direttore di UNAPROL – Consorzio Olivicolo Italiano.
Andrea Prete, Presidente Unioncamere, ha evidenziato che: “L’olio d’oliva costituisce un elemento identitario, pilastro della biodiversità, che con più di 500 varietà conferma l’Italia sul podio dei maggiori Paesi produttori mondiali, posizionandosi al secondo posto con 290 mila tonnellate prodotte nel 2023, e il secondo esportatore, con 359 mila tonnellate nel 2022. L'Italia ha un milione di ettari di superficie olivetata, che rappresenta una forte caratterizzazione territoriale. Quella dell'extravergine d'oliva italiano è una filiera, oltre che di grande territorialità, anche di qualità ed espressività del nostro Made in Italy. Ed è proprio sui territori e sulle azioni di promozione per legare l’enogastronomia al turismo che dobbiamo continuare a lavorare".
Giovanni delle Donne per l’Agenzia ICE, partendo dall’accento posto sul ruolo fondamentale svolto dal Premio Ercole Olivario nella valorizzazione dell’immagine dell’olio italiano di qualità nel contesto internazionale, ha anticipato che “una tra le molteplici attività rivolte al settore oleario e organizzate da ICE a supporto dell’Ercole Olivario” si svolgerà l’11 e 12 aprile ed esattamente una “iniziativa di incoming a Roma e in contemporanea a Firenze, che vedrà la presenza di 15 buyer provenienti dagli uffici ICE a livello mondiale e 5 tra blogger e giornalisti che avranno la possibilità di degustare gli oli dell’Ercole Olivario e incontrare in un apposito B2B i produttori. L’incoming proseguirà poi con la visita alle aziende produttrici e alla scoperta del territorio produttivo”.
Di seguito, Giorgio Mencaroni, Presidente del Comitato di coordinamento del concorso e presidente della Camera di Commercio dell’Umbria ha illustrato i due progetti, già avviati nel 2023 e i cui risultati verranno presentati il prossimo 5 e 6 aprile, in occasione delle due giornate di cerimonia di premiazione dei vincitori del concorso. “Il progetto di monitoraggio “Shelf Life”, portato avanti in collaborazione con l’Università degli Studi di Perugia, è un progetto sperimentale di ricerca e monitoraggio sullo shelf life e tutto ciò che concerne il mantenimento, nel lungo termine, delle caratteristiche peculiari degli oli e.v.o., con analisi strumentali di alcuni degli oli extravergini di oliva finalisti all'Ercole Olivario. La ricerca ha approfondito la caratterizzazione delle proprietà salutistiche degli oli extravergini di oliva oggetto di concorso. Lo studio oltre a rafforzare il prestigio di questa importante manifestazione, fornisce informazioni circa il valore salutistico degli oli dell’Ercole Olivario, utili sia per i produttori che per i consumatori finali”. L’altra iniziativa evidenziata poi da Mencaroni è il progetto della “Carta degli Oli”, organizzato in collaborazione con l’Associazione Nazionale Città dell’Olio, per cui gli “Oli finalisti dell’Ercole saranno protagonisti della Carta degli Oli che verrà rilasciata e resa fruibile al pubblico ed in particolare ai ristoratori, durante le giornate conclusive del concorso il 5 e 6 aprile. Una novità importantissima questa, perché la carta degli oli metterà in contatto diretto i nostri produttori selezionati e i ristoratori che sono poi Ambasciatori, nei loro locali, della qualità degli oli proposti presso la loro clientela”.
Novità assoluta è il tour nelle regioni ed infatti, si stanno tenendo gli appuntamenti regionali di svelamento dei finalisti in ogni territorio e Mencaroni ha proseguito affermando che “ci siamo posti l’obiettivo di una forte presenza nei territori ad alta vocazione olivicola. Il Comitato di Coordinamento dell’Ercole Olivario si è fatto promotore della messa in rete di concorsi regionali già esistenti, come ad esempio l’Oro Verde dell’Umbria ed il Premio Roma Evo per il Lazio, ma soprattutto del fiorire in molte regioni italiane di futuri concorsi regionali che faranno da selezione propedeutica all’accesso al concorso nazionale. Questo lavoro congiunto di sinergia tra le regioni e il Comitato di Coordinamento dell’Ercole Olivario ha portato ad una selezione regionale degli oli in finale all’Ercole Olivario 2024 che stiamo svelando, per la prima volta nella storia del concorso, in appositi momenti di conferenza stampa presso le sedi locali delle varie Camere di Commercio regionali, dando vita ad un vero e proprio tour di selezioni regionali ed incontri che, mantenendo i parametri di serietà e trasparenza propri dell’Ercole Olivario, mirano a stringere in maniera sempre più vigorosa, legami diretti con i produttori locali e le realtà olivicole di ogni regione”.
Altra novità è il percorso di formazione e aggiornamento finalizzato alla valorizzazione della figura dell’assaggiatore d’olio italiano con l’obiettivo di valorizzare attraverso un percorso formativo e di aggiornamento pensato ad hoc, la figura dell’assaggiatore, da considerare come professionista in grado di far conoscere la qualità dell’olio nazionale presso operatori e consumatori, sia in Italia che all’estero. Il progetto sperimentale ha previsto una serie di appuntamenti di incontro e di aggiornamento, in presenza e on line, volti a preparare professionalmente la figura dell’assaggiatore, valorizzando un attore fondamentale che sarà in grado, attraverso le competenze acquisite, di fornire alle aziende olearie partecipanti al concorso una profilazione precisa delle caratteristiche degli oli prodotti, delineata da persone esperte e si riveli, quindi, in grado di apportare un contributo essenziale al miglioramento della produzione degli oli selezionati dall’Ercole Olivario. Ed infatti, nell’ambito di questa finalità, si è stabilito che, nell’edizione 2024 del Concorso nazionale Ercole Olivario, la giuria nazionale sia composta da un panel di assaggio scelto a rotazione tra i 60 partecipanti al percorso di formazione ed aggiornamento.
Infine, sono state svelate, da Luciana Di Giacinto, coordinatrice della Giuria del concorso nazionale Ercole Olivario e capo panel del comitato di assaggio del CREA-IT di Pescara, le 6 nomination de “La Goccia d’Ercole – Premio per le Piccole Produzioni” che sono per la categoria DOP / IGP: l’Azienda Agricola Sikulus di Santa Maria di Licodia (CT) con l’olio DOP Don Peppino; l’Az. vitivinicola Casa Grazia di Di Francesco Maria Grazia di Gela (CL) con l’olio DOP Involio ottenuto dalla cultivar Nocellara del Belice; la Soc. Agr. Vincenzo Signorelli & Partners Srl con l’olio IGP Sicilia Foglie di Platino - Biancolilla Bio Premier Cru. Invece, per la categoria Extra Vergine: la Soc. Agr. Buonamici Srl Unipersonale di Fiesole (FI) con l’Olio Extravergine di Oliva Biologico; la Soc. Agr. Petrizzelli snc di Corato (BA) con l’olio EVO Rodonea; la Tenuta il Corno - Il Corno sarl di San Casciano in Val di Pesa (FI) con l’olio EVO Selezione del Conte. La cerimonia di premiazione dei vincitori de La Goccia d’Ercole 2024, con la proclamazione della classifica tra le sei aziende che hanno ottenuto la nomination, è in programma a Perugia sabato 5 aprile 2024 alle ore 17.30 presso il Teatro della Sapienza di Perugia.
Naturalmente, il prossimo fondamentale appuntamento si svolgerà a Perugia, il 5 e 6 aprile p.v., momento in cui verranno proclamati e premiati i vincitori della XXXII edizione dell’Ercole Olivario.
Per maggiori informazione:
www.ercoleolivario.it
Nella splendida Sala del Tempio di Vibia Sabina e Adriano della Camera di Commercio di Roma, si è svolta sabato 23 marzo, la cerimonia ufficiale di premiazione dei vincitori del “Premio Roma Evo”, XXXI Concorso regionale per i migliori olii extravergine di oliva del Lazio. Pur mantenendo l’originale connotazione di selezione regionale per il Premio nazionale Ercole Olivario, il concorso “Premio Roma Evo”, nato con il nome di “Orii del Lazio”, nel corso degli anni, rinnovando lo spirito del concorso nella sua immagine e nella comunicazione assumendo sempre maggior prestigio e visibilità, rappresenta un momento significativo sia per stimolare i produttori verso un percorso di costante crescita qualitativa, sia per indirizzare i consumatori verso l’acquisto di oli extravergini di oliva di qualità del territorio.
Come tutti gli anni il Concorso è promosso dalla Camera di Commercio di Roma, in collaborazione con la Regione Lazio, le associazioni di categoria del settore e le altre Camere di Commercio della Regione.
Il Concorso vede una partecipazione sempre crescente e quest’anno, nonostante una annata critica e un raccolto difficile, arriva a contare 37 aziende per un totale di 42 etichette, con una prevalenza delle province di Latina con 17 prodotti, seguita da Viterbo con 12, Roma con 11, Rieti con 6. Viene confermata inoltre, l’attenzione consistente e costante di numerose aziende desiderose di sfidarsi con la qualità e la peculiarità dei propri prodotti, in questa competizione divenuta un punto di riferimento della filiera olivicolo-olearia laziale di eccellenza. Infatti, ben 22 aziende hanno manifestato interesse a partecipare al concorso nazionale “Ercole Olivario” con 37 oli.
Anche questo Concorso ha visto come moderatore Pietro Abate, Segretario generale della Camera di Commercio di Roma, che ha sottolineato l’importanza del Concorso regionale che si conferma come alto momento di valorizzazione delle produzioni olivicole regionali. Strategico il ruolo del Concorso soprattutto in un’annata, come quella attuale, in cui si è registrata una prolungata siccità e piogge primaverili che hanno danneggiato la fioritura, limitando di molto la produzione ma sicuramente, non la qualità, attestandosi su circa la metà della produzione storica.
Lorenzo Tagliavanti, Presidente della Camera di Commercio di Roma ha spiegato che: “L’olivicoltura nel Lazio ricopre da sempre un ruolo strategico nel panorama agroalimentare e la sua importanza, che coinvolge tutte le province della regione, è ben spiegata anche dai numeri: circa 83.000 ettari di superficie olivetata, ben 127.865 aziende coinvolte e 319 frantoi attivi. Non solo. Il recente riconoscimento di una quinta denominazione, l’Olio di Roma IGP, è un’ulteriore testimonianza della dinamicità e della qualità produttiva delle nostre imprese. Una qualità che viene riconosciuta anche al di fuori dei confini regionali”.
Successivamente, David Granieri, componente di Giunta della Camera di Commercio di Roma per il settore Agricoltura ha affermato che “è necessario puntare decisamente sulla qualità dei prodotti perché il mercato internazionale è pronto per un made in Italy distintivo e di identità. Per questa ragione dobbiamo usare bene i marchi di qualità europei e dare al consumatore la certezza della migliore qualità di quello che compra”.
Il Concorso prevede, oltre alla categoria extravergine di oliva, le 5 denominazioni regionali: Sabina DOP, Canino DOP, Tuscia DOP, Colline Pontine DOP e Olio di Roma IGP e i premi sono attribuiti, come sempre, ai primi due classificati per ognuna delle categorie in concorso (DOP-IGP ed extravergine) articolate sulla base del fruttato leggero, medio e intenso.
I vincitori sono stati selezionati, attraverso specifiche sessioni di assaggio, da una Commissione esaminatrice composta da degustatori professionisti individuati, tra l’altro, in base all’anzianità di iscrizione nell’Albo ufficiale degli assaggiatori ed all’esperienza specifica di sedute di assaggio degli oli regionali. I lavori del panel si sono svolti nel Laboratorio Chimico Merceologico della Camera di Commercio di Roma.
Quest’anno, inoltre, saranno 15 le etichette del Lazio (7 per l’Extravergine e 8 per le DOP) che approderanno alla selezione finale dell’Ercole Olivario: un risultato straordinario che colloca il Lazio, come spesso accade, al primo posto tra le 17 regioni italiane partecipanti.
Sempre in occasione della cerimonia di premiazione sono stati anche attribuiti i seguenti riconoscimenti:
Il miglior olio biologico, ottenuto da aziende che utilizzano tecniche produttive a basso impatto ambientale e senza l’uso di prodotti chimici di sintesi;
Il miglior olio monovarietale (ottenuto da un’unica varietà di olive);
Il miglior olio ad alto tenore di polifenoli e tocoferoli;
Il Premio Tonino Zelinotti per la migliore confezione, con l’obiettivo di evidenziare le caratteristiche che una bottiglia e soprattutto una etichetta, devono avere non solo sotto il profilo squisitamente estetico. Molta importanza, nello schema di valutazione, viene attribuita alla completezza e trasparenza delle informazioni riportate, sia per la parte obbligatoria, sia per le informazioni facoltative.
Il Premio Grandi Mercati attribuito all’olio per il cui lotto in concorso viene dichiarata una disponibilità pari almeno a 80 hl ritenuto di particolare interesse per i mercati nazionali ed esteri.
Il Premio della Critica, assegnato da uno speciale gruppo di assaggio - costituito da alcuni nomi del giornalismo di settore - che ha degustato, alla cieca, gli oli ai vertici della classifica per ciascun territorio, decretando quello ritenuto migliore. Una simpatica parentesi che si è aggiunta all’importante lavoro svolto dal panel ufficiale che, ovviamente sempre in degustazione cieca, ha svolto il difficile compito di valutare le etichette in gara.
Il migliore tra gli oli partecipanti prodotto da giovane imprenditore;
Il migliore tra gli oli partecipanti prodotto da impresa femminile.
La migliore Carta degli Oli novità di questa edizione, creata con lo scopo di sensibilizzare la ristorazione a promuovere e presentare la ricchezza e la varietà degli oli del Lazio.
Infine, sono intervenuti alla cerimonia di premiazione i rappresentanti delle Associazioni di categoria di settore (CIA, Coldiretti, Confagricoltura) e il giornalista enogastronomico Antonio Paolini che ha fornito un interessante contributo sulle leve della comunicazione vincente per impostare strategie commerciali di successo dove la valenza territoriale gioca un ruolo di primo piano.
Hanno preso parte alla premiazione, inoltre, Giancarlo Righini, Assessore regionale al Bilancio, programmazione economica, Agricoltura e sovranità alimentare, caccia e pesca, Parchi e Foreste e l’On. Marco Cerreto Capogruppo Commissione Agricoltura Camera dei deputati.
I lavori sono stati conclusi da Sergio Marchi, Capo della Segreteria Tecnica del Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Nel corso del suo intervento, dopo essersi complimentato con le aziende premiate, ha tenuto a sottolineare come il Lazio vanti una lunghissima tradizione nell’olivicoltura che merita di essere conosciuta e promossa, commentando: “E’ grazie ad eventi come questi che si riesce nell’intento. Ringrazio dunque la Camera di Commercio di Roma per l’invito a questa interessante manifestazione ribadendo la priorità del Ministro Lollobrigida nel sostenere tutte quelle iniziative volte a tutelare e promuovere la distintività dei prodotti agroalimentari di elevata qualità”.
Tra gli ospiti, ha preso parte il regista e attore Ricky Tognazzi che ha salutato i partecipanti ed ha preso parte attiva alla premiazione.
La Camera di Commercio di Roma, con il supporto tecnico delle Aziende Speciali Sviluppo e Territorio e Agro Camera, prosegue il proprio impegno a supporto del prodotto locale in occasione di diverse iniziative anche successivamente al Concorso e con un’attenzione particolare al mercato nazionale ed internazionale. Infatti, ad aprile una delegazione di buyer stranieri sarà accolta in Camera di Commercio allo scopo di organizzare una serie di incontri bilaterali con le imprese del Lazio per agevolare l’incrocio tra domanda e offerta. L’iniziativa è promossa in collaborazione con ICE nell’ambito delle iniziative di promozione dell’Ercole Olivario.
QUESTI I PREMIATI:
EXTRA VERGINE
Fruttato leggero
1° - Soc. Agr. Colli Etruschi soc. coop – Blera (VT): Colli Etruschi Io Bio
2° - Az. Agr. Casino Re – Sonnino (LT): Casa Rossa
Fruttato medio
1° - Cantina Sant'Andrea – Terracina (LT): Cantina Sant'Andrea
2° - Az. Agr. Riccardo Palombelli – Cori (LT): Itrana
Menzione speciale: OP Latium Soc. Coop. Agr. – Roma: Oleum Nostrum
Fruttato intenso
1° - Az. Agr. Cosmo Di Russo – Gaeta (LT): Verdemare
2° - Az. Agr. Alfredo Cetrone – Sonnino (LT): Cetrone In
Menzione speciale: Az. Agr. Biologica Paola Orsini – Priverno (LT): Riserva Paola Orsini
Diamante Verde – Latina: Diamante Verde
Frantoio Cioccolini – Vignanello (VT): Monocultivar Caninese
SABINA DOP
Fruttato leggero
1° - DueNoveSei Az. Agr. – Moricone (RM): Sabina DOP
2° - Az. Agr. Silvi Sabina Sapori - Palombara Sabina (RM): Sabina DOP Etichetta Nera
Fruttato medio
1° - Frantoio Oleario F.lli Narducci S.r.l – Moricone (RM) - Riserva Sabina DOP
2° - Soc. Agr. Colle Difesa s.s. – Palombara Sabina (RM): Colle Difesa Sabina DOP
CANINO DOP
Fruttato leggero
1° - Olivicola di Canino soc. agr. Cooperativa a r.l. – Canino (VT): DOP Canino
2° - Az. Agr. Laura De Parri – Canino (VT): Cerrosughero
Fruttato medio
1° - Frantoio Gentili – Farnese (VT): DOP Canino Gentili
2° - Az. Agr. Etruscan Kantharos di Gelsomini Flavia – Canino (VT): DOP Canino
Fruttato intenso
1° - Oleificio Sociale Cooperativo di Canino S.C.A. – Canino (VT): DOP Canino
TUSCIA DOP
Fruttato leggero
1° - Soc. Agr. Colli Etruschi soc. coop. – Blera (VT): Evo Tuscia DOP
2° - Soc. Agr. Sciuga s.s. – Montefiascone (VT): Il Molino Tuscia DOP
COLLINE PONTINE DOP
Fruttato intenso
1° - Az. Agr. Alfredo Cetrone – Sonnino (LT): Cetrone Colline Pontine DOP
2° - Pontecorvi Lucio – Sonnino (LT): Villa Pontina
Menzione speciale: Az. Agr. Cosmo Di Russo – Gaeta (LT): Don Pasquale
OLIO DI ROMA IGP
Fruttato medio
1° - Az. Agr. Biologica Alessandro Scanavini – Sabaudia (LT): Olio di Roma IGP
2° - Consorzio Unico - Palombara Sabina (RM): Olio di Roma IGP
Migliore olio biologico: Pontecorvi Lucio – Sonnino (LT): Villa Pontina
Migliore olio monovarietale: Az. Agr. Cosmo Di Russo – Gaeta (LT): Verdemare
Migliore olio ad alto tenore di polifenoli e tocoferoli: Az. Agr. Cosmo Di Russo – Gaeta (LT): Verdemare
Migliore confezione “Premio Tonino Zelinotti”: Az. Agr. Laura De Parri – Canino (VT): Cerrosughero
Premio “Grandi Mercati”: Soc. Agr. Colli Etruschi soc. coop. – Blera (VT): Evo Tuscia DOP
Premio “Giovane Imprenditore”: Az. Agr. Riccardo Palombelli – Cori (LT): Itrana
Premio “Impresa Femminile”: Az. Agr. Laura De Parri – Canino (VT): Cerrosughero
Premio della critica: Soc. Agr. Colli Etruschi soc. coop. – Blera (VT): Evo Tuscia DOP
Premio Carta degli Oli: Food Service s.r.l.s. – Roma: Enoteca Ristorante Terre e Domus
FINALISTI ERCOLE OLIVARIO
Extravergine
Cantina Sant'Andrea – Terracina (LT): Cantina Sant'Andrea
Az. Agr. Riccardo Palombelli – Cori (LT): Itrana
Az. Agr. Cosmo Di Russo – Gaeta (LT): Verdemare
Az. Agr. Alfredo Cetrone – Sonnino (LT): Cetrone In
Az. Agr. Biologica Paola Orsini – Priverno (LT): Riserva Paola Orsini
Frantoio Cioccolini – Vignanello (VT): Monocultivar Caninese
Az. Agr. Biologica Adria Misiti – Sabaudia (LT): Le Camminate
DOP
Frantoio Oleario F.lli Narducci S.r.l. – Moricone (RM): Riserva Sabina DOP
Olivicola di Canino soc. agr. Cooperativa a r.l. - Canino (VT): DOP Canino
Az. Agr. Laura De Parri – Canino (VT): Cerrosughero
Soc. Agr. Colli Etruschi soc. coop. - Blera (VT): Evo Tuscia DOP
Soc. Agr. Sciuga s.s. – Montefiascone (VT): Il Molino Tuscia DOP
Az. Agr. Alfredo Cetrone – Sonnino (LT): Cetrone Colline Pontine DOP
Az. Agr. Cosmo Di Russo – Gaeta (LT): Don Pasquale
Az. Agr. Biologica Paola Orsini – Priverno (LT): Orsini Colline Pontine DOP
Il centro storico di Bettona, borgo dalle origini etrusche e caratterizzato da impianto medievale degnamente conservato e le sue campagne ornate da ulivi e vigneti, incastonati tra i fitti boschi dei Monti Martani hanno visto celebrare una giornata di confronto e di affermazione della qualità certificata. Precisamente, per il suo marchio dell’OLIO DOP UMBRIA e i suoi oltre 20 anni di esperienze, con iniziative messe in campo dalla Strada dell’Olio Extravergine d’Oliva DOP Umbria, coinvolgendo professionisti di diversi settori provenienti da varie regioni italiane.
Nel corso della Conferenza¹⁾, organizzata dalla Strada dell'Olio E.V.O. Dop Umbria in collaborazione con la Camera di Commercio dell'Umbria e Promocamera, con il focus sull’Annata Olearia 2023 dell’Olio Evo Dop Umbria, svoltasi presso la Sala del Consiglio all’interno del Palazzo Comunale (XV sec.), sono stati presentati e analizzati i dati relativi alla campagna olearia appena conclusa.
Le autorità e gli intervenuti hanno evidenziato le sfide e i benefici nella promozione delle eccellenze territoriali sia sul mercato che nel settore turistico, non escludendo la valorizzazione della sinergia di tutte le conoscenze e competenze interdisciplinari che fanno dell’Umbria una delle regioni più dinamiche nell’ambito della “rivoluzione sostenibile” nel sistema turistico più accessibile, diversificato e integrato.
In questo contesto, la Dop Umbria ha, sin dalla sua nascita, avvenuta nel 1997, la sua peculiarità nel differenziarsi tra cinque menzioni geografiche (Colli Assisi-Spoleto, Colli Martani, Colli del Trasimeno, Colli Amerini, Colli Orvietani) che sono individuate sulla base delle variazioni geografiche, microclimatiche e pedoclimatiche.
Questi fattori incidono essenzialmente sul patrimonio varietale, sulle caratterizzazioni di ogni paesaggio, sul processo di innovazione, nonché sulle variabili compositive “minori” dell'olio, cioè componenti benefiche preziose sia per la salute dell'uomo che per le diversificazioni organolettiche del prodotto finale. Per quest’ultimo sono, naturalmente, di rilevante importanza, ricerche ed innovazioni agronomiche e tecnologiche di elevata efficienza e precisione che trovano casa da molti anni in questa regione.
Al fine di comprendere meglio da vicino le realtà olivicolo-oleicole territoriali, oltre a un grande entusiasmo nel conoscere il luogo di origine del prodotto e di assaggiare i preziosi oli extravergini di oliva direttamente dai produttori, la Conferenza si è giustamente svolta dopo una passeggiata nel borgo di Bettona e la visita delle 3 aziende nella sottozona Colli Martani dell’Olio Evo Dop Umbria: Frantoio Decimi – Frantoio Ercolanetti – Frantoio Mannelli Giulio.
L’olio extravergine di oliva di questo comprensorio, rinomato per una delle varietà dell’olivo autoctone umbre la San Felice, è ottenuto, come da disciplinare, dalle varietà Moraiolo (almeno 20%), San Felice, Leccino e Frantoio (almeno 80%).
Non sono mancati altresì, presso la Sala della Pinacoteca Comunale di Bettona, situata nel trecentesco palazzo del Podestà e in alcuni ambienti della residenza della famiglia Biancalana (XVIII sec.), una sessione dedicata alla Grande Degustazione di Olio EVO DOP Umbria guidata dai capi Panel del Premio Regionale dell’Oro Verde dell’Umbria: Angela Canale e Giulio Scatolini, e banchi di assaggio all’insegna dell’Olio EVO di Qualità dell’Umbria per l’occasione aperti al pubblico.
Inebriati da esperienze multisensoriali nel cuore verde dell’Umbria, la serata dell’Anteprima Olio Extravergine di Oliva Dop Umbria 2024 è stata mirabilmente incoronata, presso il Chiostro del Convento di San Crispolto, eretto intorno all'anno 1000 come monastero benedettino per conservare le spoglie di San Crispolto (patrono di Bettona), da una CENA OLEOCENTRICA A 8 MANI, ovvero alle 2 abili mani di 4 chef del circuito Evoo Ambassador:
Lorenzo Cantoni del ristorante Il Frantoio di Assisi (Bib Gourmand Michelin)
ANTIPASTO: Il primo chef ad alzare il sipario della serata è stato Lorenzo, proponendo il BAO CON AGNELLO AL TARTUFO COTTO IN OLEOCOTTURA, ricetta tipica umbra rivisitata in chiave moderna, da consumare stile “street food al cartoccio”, che unisce il bao, pane cotto a vapore, con la carne di agnello cotta a bassa temperatura, con l’impiego dell’olio evo Dop Umbria Casalontana, Colli Assisi - Spoleto del Frantoio Gaudenzi.
Paolo Trippini del Ristorante Trippini di Civitella del Lago (Bib Gourmand Michelin)
PRIMO: Paolo, il titolare dell’omonimo ristorante di famiglia, si è esibito con un RISOTTO ALLA TINCA DEL TRASIMENO CON YOGURT DI CAPRA. La tinca, rigorosamente pescata dalla Cooperativa dei Pescatori del Trasimeno, è valorizzata nell’impiego della sua carne fresca e il paté di tinca affumicata e lo yogurt di capra invece, vengono utilizzati sia nella mantecatura del riso con parmigiano che come guarnizione, insieme a un filo d’olio evo Dop Umbria Colli del Trasimeno.
Ada Stifani del Ristorante Ada Gourmet di Perugia (Stella Michelin)
SECONDO: Ada ha presentato un piatto di carne della tradizione umbra, il piccione che, per l’occasione, è stato rivisitato, proponendolo in due tipologie diverse di cottura. Il PICCIONE PATÈ E MAIS con l’accompagnamento di salsa coulis a base di mais e patè dei fegatini di piccione, servito con pan di spezie e una spuma all'olio evo Dop Umbria Colli Martani del Frantoio Mannelli Giulio.
Fabio Cappiello del Ristorante Vespasia di Norcia (Stella Michelin, e Stella Verde)
DOLCE: Il tartufo, specialità che si presenta come una camicia di cioccolato fondente 70% che racchiude una mousse di cioccolato, anch'essa fondente 70%, e il tartufo melanosporum nero pregiato, in accompagnamento con gelato all'olio evo N51 Presidio Slow Food del Frantoio Decimi e "terra" del fondo fatta con crumble di mandorle e crema pasticcera alla nocciola.
Negli ultimi decenni si è sempre molto discusso sull’utilizzo di olio extravergine di oliva di qualità nella ristorazione, sia in cucina (in cottura e a crudo) che a tavola. Possibilmente l’olio che rappresenta il territorio, così come accade nella scelta accurata di altri ingredienti stagionali e locali da parte di ristoratori sensibili nel loro impiego in cucina.
Questi professionisti stanno contribuendo a stimolare una crescente curiosità da parte della loro clientela verso i numerosi prodotti tipici e l’arricchimento della loro conoscenza sui molteplici vantaggi salutistici, organolettici e culturali di tali alimenti anche in ambito domestico.
A differenza delle attenzioni riservate a molti prodotti agroalimentari, la sensibilità rivolta alla selezione, all’utilizzo ed infine alla corretta gestione dell’olio extravergine d’oliva nella ristorazione sembra tuttora molte strade da percorrere.
Viste le congiunture socioeconomiche e il combinarsi di avversità climatiche senza precedenti che stanno mettendo a dura prova l’intera filiera olivicolo-olearia, in occasione dell’Anteprima Olio Extravergine di Oliva Dop Umbria 2024 abbiamo positivamente osservato un esempio significativo delle potenzialità che ha il sistema, valorizzando il lavoro dei singoli.
ELENCO LINK UTILI:
• Ristorante Vespasia di Norcia – https://www.vespasianorcia.com
• Ristorante Ada Gourmet di Perugia – https://www.adagourmet.it
• Ristorante Trippini di Civitella del Lago – https://paolotrippini.it
• Ristorante Il Frantoio di Assisi – https://ristoranteilfrantoioassisi.it
• Relais la Corte di Bettona - https://relaisbettona.com/
• Patrimonio UNESCO del sito seriale “I Longobardi In Italia. I Luoghi del Potere" - https://www.unesco.it/it/patrimoni-unesco/siti-patrimonio-mondiale/i-longobardi-in-italia-i-luoghi-del-potere/
• Fascia Olivata Assisi - Spoleto - https://www.stradaoliodopumbria.it/fascia-olivata-assisi-spoleto/
• Museo della Civiltà dell'Olivo - https://www.museitrevi.it/museo-della-civilta-dellulivo/
• Casa Menotti Fondazione Monini - https://www.casamenotti.it/
L’Anteprima è organizzata in collaborazione con la Camera di Commercio dell’Umbria, Promocamera Umbria, Associazione Mirabilia e il Comune di Bettona; con la partnership della Famiglia Cotarella, della Scuola di Alta Formazione “Intrecci”, dei Frantoi Decimi, Ercolanetti e Mannelli di Bettona, di Cancelloni Food Service, della Cooperativa Pescatori del Trasimeno, dell’Azienda “La Terra è Bassa” e Giuliano Tartufi ed il supporto di Sviluppumbria, Parco Tecnologico agroalimentare dell’Umbria, Associazione Strade dei Vini e dell’Olio dell’Umbria, Strada dei Vini del Cantico, SI EVENTI e le Associazioni di categoria e la Regione Umbria.
L’Anteprima dell’Olio e.v.o. Dop Umbria è un evento della Strada dell’Olio e.v.o. Dop Umbria che si avvale dell’agenzia ADD Comunicazione ed eventi per organizzazione e comunicazione.
Credits @PierpaoloMetelli (vista di Bettona)
By Mika Takizawa
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Il convegno LA GRANDE TRADIZIONE RURALE TOSCANA TRA SPORT, SALUTE ED ACCESSIBILITÀ, secondo appuntamento dell’evento itinerante “La Campagna Italiana” promosso da ITALY DISCOVERY & COUNTRYSIDE, svoltosi lo scorso 26 gennaio presso Real Collegio di Lucca ha coinvolto gli attori che spaziano dal mondo dello Sport, al Turismo , alla Formazione e alla Cultura nell’ottica di comprendere e valorizzare il mondo rurale, la sua provincia, i suoi paesaggi agresti ed anche le sue eccellenze.
Tra i temi analizzati e posti in confronto in occasione sono state ampliamente approfondite le strategie e le implementazioni in materia dell’accessibilità, dell’imprenditoria sostenibile e della fruibilità delle bellezze paesaggistiche, storiche ed eno-gastronomiche.
Di Lucca, da un lato, si ricordano le sue maestose mura rinascimentali, che hanno resistito a innumerevoli avvenimenti nei secoli, i raffinati palazzi nobiliari rappresentanti di vari stili architettonici, le splendide chiese di marmo anche di origine locale, i vicoli e le piazze segno di un’epoca fiorente di una città-stato conosciuta anche come centro commerciale di notevole reputazione e con botteghe artigianali in cui tutt’ora si respirano una sintesi di glorie e vicissitudini storiche, politico-culturali ed il vissuto del popolo lucchese, ingegnoso e laborioso.
Dall’altro, il suo fascino artistico e paesaggistico ha sempre attirato i visitatori sia per il pellegrinaggio medievale al Volto Santo che per il viaggio di istituzione settecentesco “Grand Tour”, e inoltre, dando i natali a numerosi ed illustri personaggi noti a livello globale.
Lucca di oggi ha saputo rinverdire i suoi allori ed innovarsi, ospitando alcuni attesissimi appuntamenti di rinomanza mondiale quali il Festival Lucca Comics & Games, Lucca Biennale – Cartasia, Photilux, ed anche affascinanti iniziative culturali, musicali e artigianali che scandiscono il corso dell’anno volte a riconnettersi con gli splendori artistici quali i luoghi commemorativi pucciniani, l’arte sartoriale e serica, il percorso dell’alberato cerchio dannunziano delle Mura - che compie più di 500 anni ed è frequentato in tutte le stagioni, sia dagli abitanti sia da visitatori da tutto il mondo.
Lucca e le sue campagne non hanno smesso di intraprendere nuove sfide, tra cui quelle sul fronte ambientale dei suoi paesaggi urbanistici e circostanti, nell’ottica di ottimizzare e sostenere il ricambio generazionale nelle imprese locali, in particolare nel settore agricolo e il rafforzamento della loro filiera. Inoltre, la fruizione delle sue risorse culturali, eno-gastronomiche e naturalistiche nel contesto del turismo sempre più esperienziale e sostenibile in cui gli abitanti così come i cittadini momentanei possono riscoprire e condividere le fondamenta della gastronomia e artigianalità lucchese e le sue evoluzioni in chiave contemporanea.
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Lucca in Diretta Programma Convegno La Grande Tradizione Rurale Toscana tra Sport, Salute ed Accessibilità Lucca 2024
Lo scorso 12 dicembre a Perugia, presso la sede della Camera di Commercio dell’Umbria, la cerimonia di proclamazione dei vincitori della III edizione del concorso nazionale “Ercole Olivario – Sezione Olive da Tavola”, nato con l’obiettivo di valorizzare il settore delle olive da mensa, sostenendo le imprese nel miglioramento della qualità del prodotto e valorizzando la tipicità come espressione delle diverse tradizioni olivicole dei territori di origine.
Intensa e molto partecipata la cerimonia che è stata moderata dal Segretario Generale della Camera di Commercio dell’Umbria, Federico Sisti e dal Presidente della Camera di Commercio dell’Umbria e del Comitato di coordinamento dell’Ercole Olivario, Giorgio Mencaroni, che ha sottolineato il fatto che il settore delle olive da mensa “abbia interessanti opportunità di sviluppo e diversificazione produttiva per moltissime imprese olivicole”, con potenzialità cospicue di crescita legate sia all’insufficienza del prodotto nazionale rispetto agli elevati consumi interni, sia all’incremento tendenziale dell’export. Il Presidente, sottolineando che il settore delle olive da tavola, nonostante l’interesse crescente dei produttori e la trasformazione in atto, rappresenta ancora un piccolo segmento produttivo, ha poi ribadito con forza gli obiettivi che il Comitato di Coordinamento del Concorso si è prefissato: “Creare un premio che sia il punto di partenza per affrontare le tematiche delle olive da tavola su un tavolo allargato, incentivare la produzione di qualità, stimolare una produzione sostenibile, creare una piattaforma per inserire eventi di formazione rivolti ai produttori, avvicinare la ricerca al mondo reale e costruire un percorso che coinvolga non solo i produttori, ma anche i ristoratori e consumatori”. Mencaroni ha infine evidenziato riferendosi alla formazione e alla promozione, che, come per il Concorso Ercole Olivario, “il progetto per le olive da tavola non si esaurisce con il solo premio, ma verranno avviate delle iniziative promozionali sia in Italia che all’estero, come già accaduto per la precedente edizione con l’invito rivolto ai vincitori a partecipare alla fiera Gourmet Selection di Parigi e l’organizzazione di momenti di cultura e di degustazione in occasione del Sol di Verona e di Agrifood”, mentre, per i temi connessi alla ricerca e all’innovazione, il Presidente ha voluto elogiare la decisione, assunta su indicazione del Panel del concorso, “di sostenere l’attività di sperimentazione sui paté di oliva, prodotto attualmente privo di una regolamentazione, riconoscendo agli iscritti la possibilità di inviare in degustazione dei campioni prodotti con le olive italiane trasformate in Italia nella campagna olivicola 2022-23”.
All’evento hanno partecipato anche Sebastiano Forestale, in rappresentanza del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, che ha illustrato le prospettive del comparto olivicolo; di Nicola di Noia, Direttore generale di UNAPROL (Consorzio Olivicolo Italiano) e di Barbara Lanza, Capo Panel del Comitato di assaggio per le olive da tavola del CREA di Pescara – IT e Capo Panel del Concorso Ercole Olivario - Sezione Olive da Tavola, che ha incentrato il suo intervento sull’andamento degli assaggi del Panel e sulla nuova sperimentazione dedicata ai paté di oliva, celebrando nel contempo il crescente interesse suscitato dal concorso, che trova un riscontro oggettivo nell’incremento progressivo dei campioni inviati, sottolineando che, “A fronte dei 25 campioni di olive inviati nel 2021 per la prima edizione del concorso, se ne sono avuti ben 47 in questa edizione 2023, per una crescita del 30% rispetto ai 35 campioni del 2022”.
Questi i premiati, suddivisi per le varie categorie:
Categoria olive al naturale - fermentate al naturale
1° Classificato – Soc. Agr. Cataldo Antonio, dalla Calabria, con le olive Carolea condite e lavorate secondo il metodo greco;
2° Classificato – Soc. Agr. Fratelli Pinna, della Sardegna, con le olive Bosana in salamoia;
3° Classificato – Az. Terre Salentine, dalla Puglia, con le olive Cellina di Nardò “Nonna Lena”.
Categoria olive al naturale - disidratate / raggrinzite
1° Classificato – Az. OILIVIS srl, dalla Puglia, con le olive Leccino;
2° Classificato – Az. Quattrociocchi Americo, dal Lazio, con le olive verdi Itrana raggrinzite in olio evo.
Categoria olive conciate - lavorate con il metodo Castelvetrano
1° Classificato – Az. Agr. Centonze Antonio, dalla Sicilia, con le olive Nocellara del Belice
Per la categoria olive conciate - lavorate con il metodo Sivigliano
1° Classificato – Az. Olivicola Casolana, dall’Abruzzo, con le olive Intosso;
2° Classificato – Az. Agr. Capuano, dalla Puglia, con le olive Bella di Cerignola.
Inoltre, sono state assegnati i seguenti Premi Speciali:
Premio Speciale Giovane Imprenditore,
riservato al titolare under 40 che ha ottenuto il miglior punteggio, all’Azienda Agricola Salella di Pasquale De Iorio, dalla Campania;
Premio Speciale Impresa Femminile,
previsto per l’impresa partecipante condotta da donne che abbia conseguito il maggior punteggio, all’Azienda Marina Colonna, dal Molise;
Menzione di Merito Impresa Biologica,
attribuito all’impresa biologica partecipante che abbia raccolto il punteggio più alto, all’Azienda Agricola Gabriele Francesco, dalla Calabria..
Infine, è stata conferita una Menzione d’Onore ai produttori di “Olive al Naturale” che hanno ottenuto un punteggio superiore a 75/100: dalla Calabria (2) all’Az. Agr. Gabriele Francesco e alla Soc. Cataldo Antonio; dalla Campania (1) all’Az. Agr. Salella di Pasquale de Iorio; dal Lazio (4) all’Az. Americo Quattrociocchi, all’Az. Agr. Casino Re di Coletta Filomena, all’Az. Agr. Cosmo di Russo, all’Unione Agricoltori Itrani; dalle Marche (1) all’Az. Olive Gregori; dal Molise (1) all’Az. Marina Colonna; dalla Puglia (3) all’Az. Agr. Capuano, alla Soc. Oilivis srl, alla Soc. Agr. Semplice; dalla Sardegna (3) all’Az. Agr. di Giovanni Mastinu, alla Soc. Coop Agr. C.O.PAR, alla Soc. Agr. Fratelli Pinna; dalla Sicilia (3) all’Az. Agr. Centonze Antonino, a Feudo Euchinia di Dugo Vincenzo, alla Soc Coop. Terramia.
In conclusione, sono stati annunciati, tra il Comitato Tecnico Scientifico, il Panel di Assaggio ed i Produttori di olive da tavola, i prossimi appuntamenti che si terranno nel mese di gennaio 2024, con una serie di incontri che avranno come focus le sollecitazioni emerse in sede di concorso, che vanno dal perfezionamento del prodotto, a quello del packaging. Inoltre il Direttore Sisti ha prospettato la possibilità di realizzare anche per le olive da tavola, come si sta già facendo per l’olio, un progetto di ricerca sullo shelf life e tutto ciò che concerne il mantenimento, nel lungo termine, delle caratteristiche peculiari delle olive da mensa.
Per ulteriori informazioni:
www.ercole olivario.it
Sono state premiate a Perugia, presso il Centro Congressi della Camera di Commercio dell’Umbria, le vincitrici della terza edizione di “Extra Cuoca - Il talento delle donne per l’olio extra vergine”, il concorso nazionale dedicato alle cuoche professioniste, promosso dal Comitato di Coordinamento del Premio Ercole Olivario e dall’Associazione Nazionale Donne dell’Olio, in partnership con Lady Chef (Dipartimento femminile della FIC - Federazione Italiana Cuochi) e con la collaborazione tecnica dell’Università dei Sapori di Perugia, del programma televisivo Agrisapori e di Italia a Tavola.
Giorgio Mencaroni, Presidente della Camera di Commercio dell’Umbria e del Comitato di coordinamento dell’Ercole Olivario, ha celebrato il concorso nazionale Extra Cuoca come un “felice connubio di valorizzazione degli oli extra vergine d’oliva dell’Ercole Olivario, della professionalità delle cuoche e di un’efficace formazione”, conferendo nel contempo alle cuoche professioniste che vi hanno preso parte l’alto compito di “rappresentanti dell’immagine della ristorazione italiana nel mondo” e di “ambasciatrici di uno dei suoi ingredienti fondamentali, l’olio extravergine di oliva di qualità, capaci di educare il consumatore finale, anche attraverso l’informazione e la formazione dei ristoratori, all’utilizzo consapevole di questo prezioso alimento e a una spesa alimentare che sia in grado di premiare l’eccellenza delle produzioni italiane, espressione della specificità e dell’identità dei territori”.
Alla premiazione sono intervenuti Gabriella Stansfield, Presidente dell’Associazione Donne dell’Olio che ci ha tenuto a sottolineare l’importanza del ruolo delle donne, non solo nel modo della ristorazione, anche alla luce dei tristi eventi di questi giorni; Giorgio Donegani, tecnologo alimentare, esperto in nutrizione ed educazione alimentare e Presidente della giuria nazionale che ha valutato le ricette delle cuoche finaliste; Alessandra Baruzzi, Presidente Lady Chef - Dipartimento femminile della Federazione Italiana Cuochi.
Sono state premiate otto professioniste, la prima e la seconda classificata per le quattro categorie in gara, oltre all’assegnazione di due menzioni speciali, scelte tra 28 finaliste che, durante la mattina si sono messe in gioco in una “sfida ai fornelli” finale ed appassionante. La finale si è svolta presso l’Università dei Sapori di Perugia, preparando in diretta, nel tempo di 60 minuti, le loro ricette, per le quali hanno utilizzato gli oli extravergini di oliva finalisti al concorso nazionale Ercole Olivario 2023 e che poi sono state sottoposte al giudizio della giuria nazionale presieduta da Giorgio Donegani e composta dai giurati Alessandra Baruzzi, Gianna Fanfano, Albarosa Zoffoli e Antonietta Mazzeo, coadiuvati dai commissari di cucina Giancarlo Passeri e Antonio Cristini.
Queste le vincitrici di Extra Cuoca 2023:
Sezione Antipasti e altre preparazioni
1° Classificata: Irene Filograsso di Firenze - Toscana, con l’antipasto “La bruschetta della mi nonna” per cui ha utilizzato l’olio dell’azienda Franci Monocultivar Maurino Delicate olio finalista Ercole Olivario
2° Classificata: Antonina Di Giacomo di Miglianico (Chieti) – Abruzzo, con l’antipasto “Baccalà in olio cottura, la sua pelle croccante, pancotto e insalatina in agrodolce” per cui ha utilizzato l’olio dell’Azienda Sandro Di Giacomo - DOP Aprutino pescarese, olio finalista Ercole Olivario
Sezione Primi Piatti
1° Classificata: Ionela Monteanu di Pessinetto (TO) - Piemonte, con il primo piatto “Risotto ai ricci di mare, granny smith e gamberi rossi” per cui ha utilizzato l’Olio Extra Vergine di Oliva Redoro finalista Ercole Olivario
2° Classificata: Andrea Soledad Lopez del Molise con il primo piatto “Esplorando la penisola al sapore di extravergine” per cui ha utilizzato l’olio Molensis dell’Azienda Marina Colonna, finalista Ercole Olivario
Sezione secondi piatti
1° Classificata: Alessia Moscati dalla Lombardia, con il secondo piatto “Manzo all'olio e polenta taragna” per cui ha utilizzato l’olio dell’Azienda 5 F di Sabrina Gerini “Fiorolio” finalista Goccia Ercole Olivario
2° Classificata: Rosa Nutolo di Latina - Lazio, con il secondo piatto “Il mare d'autunno” per cui ha utilizzato l’olio Verdemare dell’Az. Agricola Cosmo Di Russo finalista Ercole Olivario
Sezione dolci
1° Classificata: Enza Liberati di Pescara – Abruzzo, con il dolce “I diversi aromi della mandorla. Panna cotta speziata, crumble croccante senza glutine, massa croccante craquelin, coulis alla mela verde e ganache di cioccolato all'acqua” per cui ha utilizzato l’olio dell’Azienda Sandro Di Giacomo - DOP Aprutino pescarese finalista Ercole Olivario
2° Classificata: Barbara Settembri di S. Elpidio a Mare (FM) - Marche, con il dolce “Lingotto d'oro” per cui ha utilizzato l’olio Verde dell’azienda L’Olivaio, finalista Ercole Olivario
Due le Menzioni Speciali assegnate a Maria Giulia Frova di San Casciano in Val di Pesa (FI) - Toscana, per il primo piatto “Ribollita con perle di olio evo” per cui ha utilizzato l’olio Leccio del Corno - Prunicce Toscano IGP finalista Ercole Olivario e a Ornella Corsi di Chatillon (AO) – Valle d’Aosta, per il dolce “Torta di nocciole con ganache al cioccolato bianco” per cui ha utilizzato l’olio dell’azienda 5 F di Sabrina Gerini “Fiorolio” finalista Goccia Ercole Olivario.
Infine, il Concorso “Extra Cuoca - Il talento delle donne per l’olio extra vergine” 2023 ha il sostegno di Pentole Agnelli, Montosco, TTT Tableware e Coltelli Sanelli.
Per ulteriori informazioni:
www.extracuoca.it
Il Convegno si è tenuto lo scorso 14 dicembre presso l’Università della Calabria (Unical – Cosenza), in vista del nuovo anno 2024 - “Anno delle Radici Italiane”, così come definito su iniziativa della Direzione Generale per gli Italiani all’estero e le politiche migratorie.
Con il presupposto che la cultura del cibo legata all’olio di oliva e al paesaggio olivicolo sono una parte integrante e aggregante di numerose comunità storicamente “olivicole” e con l’entusiasmo di avere spunti sulla riqualificazione, a lungo termine, del sistema di accoglienza turistica, destinato anche ai visitatori delle radici residenti in Italia, soprattutto per i piccoli borghi e per le aree interne dove negli ultimi anni si sta accentuando una svolta esponenziale di crescita qualitativa, abbiamo partecipato all’incontro coordinato dall’Unical in collaborazione con il CREA - Ricerca e sponsorizzato da Crocieriamo.
L'Aula Sorrentino del Dipartimento di Scienze Aziendali e Giuridiche è stata animata dai dibattiti svolti da istituzioni, enti del terzo settore, associazioni, operatori di vari settori quali turistici, giornalistici e olivicoli-oleari provenienti sia da differenti luoghi della Calabria che da fuori della Regione. (*l’elenco dei relatori e degli intervenuti è consultabile a fine articolo).
Nel corso del convegno, la presentazione del report di ricerca eseguita dal team dell’Unical (Dott.ssa Sonia Ferrari, Dott.ssa Tiziana Nicotera e i loro collaboratori) e dal CREA - Ricerca (Dott.ssa Alessandra Pesce e i suoi collaboratori) ci ha fornito un input prezioso per lavorare su alcune questioni inerenti il progetto Turismo delle radici che potrà essere un traino importante nella conseguente promozione all’estero dei diversi territori olivicoli e dei loro prodotti agroalimentari, cioè beni culturali e tradizionali del paese di origine degli antenati del turista.
Al fine di implementare (modulare e riadattare) in modo ottimale le offerte di accoglienza nell’ambito del settore agricolo, compreso quello olivicolo-oleario, abbiamo prestato la massima attenzione nell’intercettare il profilo del turista di origine, dato che di seguito all’emanazione della Legge n.169/2019 (Art.1 commi 513 e 514) le imprese agricole hanno la possibilità di attivare nuove attività per la promozione volte ad elevare la conoscenza dell’olio di oliva.
Sebbene abbiamo voluto avere alcuni appunti sui criteri e sulle modalità per il coinvolgimento nel progetto del Turismo delle Radici delle aziende produttrici dell’olio extravergine di oliva e/o dei suoi derivati, il Report ci ha fatto comprendere le 3 sfide essenziali prima di intraprendere tali iniziative che potranno avere un effetto favorevole sulla destagionalizzazione del flusso turistico, sull’incanalamento di oli extravergine di oliva di qualità sul mercato dei paesi del turista di origine e sul potenziamento delle reti di imprese e infrastrutturali.
Quali conoscenze sull’olio di oliva ha il turista delle radici?
Innanzitutto, per quanto riportato dalle indagini sulle abitudini attuali dell’acquisto, del consumo e delle conoscenze generali sul mondo dell’olio di oliva di una maggior parti dei soggetti intervistati (54,5% dei quali, negli ultimi 10 anni, hanno trascorso più di 4 volte delle loro vacanze in Italia), mentre loro abbiano un forte desiderio di approfondire la conoscenza sul cibo che racchiude memorie, storie ed affetto dei suoi antenati l’olio-grasso alimentare maggiormente utilizzato è tuttora l’olio di oliva non extravergine (quasi l’85% degli intervistati).
Un turista delle radici è davvero interessato a partecipare a attività che rappresenta il cibo tradizionale e venendo a conoscenza di un’etichetta di olio di oliva (extravergine o no) e che successivamente lo acquisterà?
I sondaggi evidenziano, in secondo luogo, una forte interesse da parte di questa tipologia di turista a fruire di formazioni ed esperienze prima, durante e dopo il loro viaggio nel ricucire e scoprire la connessione con la terra di origine, e quasi il 60 % del loro acquisto dell’olio di oliva in Italia è stato stimolato dal momento della fruizione di servizi turistici, organizzati o casuali, ad es. durante un classico tour turistico o un corso di cucina, al ristorante o presso un negozio e altresì in occasione di una visita di un’azienda olivicola-olearia, ma il passaparola costruisce, come di consuetudine, lo strumento più efficace che veicola la conoscenza del prodotto (33.6 %).
Come un consumatore, un turista delle radici è consapevole di qualità organolettica e merceologica dell’olio che acquista?
Infine, riguardo alla consapevolezza degli intervistati nella scelta dell’olio di oliva che ha sempre caratterizzato una sfera affettiva ed emozionale con il territorio di origine dei loro antenati, mentre la maggior parte di loro (73,30%) considerano che l’olio d’oliva “italiano” sia di qualità superiore rispetto a quello prodotto nel suo paese di residenza, i fattori rilevanti nel processo di acquisto di tale prodotto sono, ancora oggi, inevitabilmente influenzati dalle immagini create nel corso dei secoli da alcuni grandi marchi industriali. (e.g. quasi la metà dei turisti di origine (48, 6%) non conosce alcuna cultivar)
Vista l’enorme potenzialità dello sviluppo dell’economia locale apportato dal futuro turismo dell’olio, integrato nelle attività turistiche esperienziali che possano essere proposte ed usufruite durante tutto l’arco dell’anno, sarà un’occasione irrinunciabile per ogni comunità, pianificare e consolidare variegate offerte più accessibili e formative. Naturalmente, valutando con attenzione il fatto che i turisti delle radici sono sempre in ricerca di molteplici e diversi approcci che rafforzeranno il loro senso di appartenenza al territorio.
Come si nota, da qualche anno esistono, su tutto il territorio nazionale, alcune associazioni e vari soggetti pubblici e privati, promotori del turismo enogastronomico e dell’olio extravergine di oliva, che si dedicano all’accrescimento della competenza professionale dedita all’accoglienza turistica di qualità e della conoscenza sulle tipicità così diversificate e presenti nel nostro patrimonio olivicolo.
Restiamo, quindi, con occhio attento, al processo delle prospettive illustrate nel corso del convegno che sarà uno dei temi più importanti nella riscoperta e nella riflessione dell’identità umana e territoriale e del suo percorso di evoluzione nel tempo al fine di andare incontro alle esigenze sia degli abitanti che dei visitatore del luogo, considerato come una specifica destinazione turistica, e di prevedere una ricaduta socioeconomica ed ambientale positiva e durevole su ogni comunità locale con una equa e fruttuosa collaborazione con gli operatori professionisti coinvolti in tale progetto.
ELENCO RELATORI E INTERVENUTI:
Alfio Cariola (direttore dipartimento DISCAG dell’Unical)
Alessandra Pesce (Direttore CREA Politiche e Bioeconomia)
Enzo Perri (Direttore CREA Centro Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura)
Klaus Algieri (Presidente CCIAA e Confcommercio di Cosenza)
Rosaria Succurro (Presidente della Provincia di Cosenza)
Giovanni Maria De Vita (responsabile Turismo delle Radici del Ministero degli Esteri)
Gianluca Gallo (Assessore Agricoltura, Risorse agroalimentari e Forestazione della Regione Calabria),
Sonia Ferrari (Università della Calabria)
Tiziana Nicotera (Università della Calabria)
Anna Lo Presti (Università di Torino)
Gabriella Lo Feudo (CREA)
Emilia Reda (CREA)
Maria Grazia Bertaroli (presidente Consorzio Turismo dell’Olio evo Dop, Igp e Biologico)
Francesco Cosentini (direttore Coldiretti Calabria)
Francesco Giacobbe (segretario 9° Commissione permanente Industria, Commercio, Turismo, Agricoltura e Produzione Agroalimentare del Senato),
Paola Granata (presidente Confagricoltura Cosenza)
Mario Grillo (presidente nazionale Turismo Verde CIA)
Lina Pecora (responsabile qualità O.P. Asprol Cosenza)
Fabiola Pulieri (giornalista ed esperta di oleoturismo)
“THE STARS OF VIA MARGUTTA” - La storica via degli artisti risplende con le luminarie natalizie 2023 che riportano i nomi di oltre 50 i protagonisti delle arti visive, della musica, della letteratura e del cinema che hanno amato e vissuto Via Margutta, anche impreziosita da 2 storici Presepi realizzati con estro dagli artisti di Eva Antulov e Giuseppe Passeri, noti per essere autori delle opere presepiali nella Capella Sistina dei Musei Vaticani.
Si è svolta la conferenza stampa dedicata al progetto “The Stars of Via Margutta”, curato dal Consiglio direttivo dell’Associazione Internazionale di Via Margutta, composto dal Presidente Alberto Moncada, da Grazia Marino, dall’Avv. Pierluigi Mancuso, Tina Vannini, Laura Pepe, Fabrizio Russo e Hayley Nielsen, presso il Margutta Veggy Food & Art, in compagnia dell’Alta Pasticceria di Iginio Massari e di Ciù Ciù Tenimenti Bartolomei. L’iniziativa è patrocinata dalla Presidenza della Commissione, Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati ed è sostenuta dalla Banca del Fucino, una delle più importante realtà bancarie romane che celebra nel 2023 il suo Centesimo anniversario.
La cerimonia di accensione delle esclusive ed artistiche luci natalizie ha ricordato le storie meno conosciute di questa via tuttora di grand fascino. Nel lontano Medioevo in questa Via Margutta, allora considerata come borghetto dei poveri, fungeva da stalle e orti, un ignoto artigiano aprì la sua bottega e gli arti artisti man mano lo seguirono per stabilirsi lì.
Di seguito, al volere di Paolo III Farnese nel favorire le attività degli artisti e degli artigiani stranieri, soprattutto quelli fiamminghi ed olandesi, esentandoli dal pagamento delle tasse sulla proprietà, la strada e la zona circostante si trasformarono, quindi, in una vera e propria Via degli Artisti.
Come ha sottolineato Alberto Moncada, per molti, romani e turisti sarà un’emozione e una scoperta sapere che i cinquanta nomi individuati per il Natale 2023* sono solo una picciola parte delle bellissime personalità che hanno popolato questa strada unica e ineguagliabile. Il progetto che si sviluppa per tutta la passeggiata di via Margutta e le sue attigue strade: Via Alibert, Vicolo dell’Orto di Napoli e Vicolo del Babuino, prevede infatti, per i prossimi anni l’inserimento di tutti gli altri e prestigiosi nominativi che hanno reso famosa Via Margutta al mondo.
Nonostante sia a due passi da piazza di Spagna, piazza del Popolo e via del Corso, l’immergersi in via Margutta alle pendici del Pincio, con i sua cinque secoli di storia come “rifugio naturale” di pittori, scultori, poeti, musicisti ed artigiani, ci permette di godere, come se questo fosse un borgo di artigiani contraddistinto da una sua indelebile identità, un caleidoscopio di botteghe artigiane, gallerie d’arte, atelier, negozi del design, boutique hotel de charm e locali in chiave creativa.
Affascinante sarà passeggiare a Via Margutta sotto le incantevoli luminarie che fanno rivivere “personalità” come Picasso, Guttuso De Chirico, D’Annunzio, Moravia, Sartre, Puccini, Mascagni, Wagner, Fellini, Magnani, A. Hepburn, G. Peck e molte altre icone delle varie epoche, contemplando ogni dettaglio dei due straordinari Presepi, collocati l’uno nei pressi della Fontana degli Artisti (1927 - Pietro Lombardi ), l’altro adiacente la celebre residenza di Federico Fellini.
Il nostro consiglio è osservare ogni simbolismo e la maestria sigillata in due opere d’arte dedicate a questa unica occasione augurale, i cui personaggi sono costruiti e dipinti a mano, utilizzando materie prime rare e esclusive di difficile lavorazione, e i loro abiti sono in pura seta proveniente dall’India, cuciti a mano con stoffe pregiate e passamanerie in parte dorate provenienti da varie parti del mondo. Naturalmente da non perdere sarà assaporare un squisito “Panettone” firmato Massari per un intimo e gioioso brindisi con il Merlettaie Brut (pecorino) di Ciù Ciù.
by Mika Takizawa
%Si è svolto con grande successo l’evento Sparkle Day 2024, l'appuntamento annuale romano, dedicato alle bollicine di qualità, molto atteso dai produttori e dagli appassionati, organizzato da Cucina&Vini.
Alla manifestazione era presente un tavolo di Olives Road con 5 produttori di Olio Extravergine di Oliva di qualità che ha ottenuto un ottimo risultato di partecipazione e ha determinato un passo ulteriore per i tantissimi appassionati di questo prodotto.
Un trend di crescita finalizzato a diffondere e valorizzare la grande qualità oleico olivicola, storica e culturale dei molteplici e diversi territori vocati italiani.
Un evento nell’evento, non solo rivolto a creare interesse nei confronti del consueto pubblico, consapevole ed appassionato, ma anche volto a consolidare ed incrementare l’interesse sia dei consumatori che dei professionisti ed operatori del settore per questo prodotto così importante per l’enogastronomia italiana e non solo.
Questi i produttori partecipanti all’evento:
Antolio di Antonella Pompili di Palombara Sabina (RM) – Lazio
La Sabina è una zona poco conosciuta ed esplorata dell’Italia centrale, tutta da scoprire. Legata a un passato antichissimo, questo territorio incontaminato comprendeva le province di Rieti, Roma, alcune zone dell’Umbria e la Valle dell’Aterno, situata a nord dell’Abruzzo.
Gli uliveti di Antonella si trovano a Palombara Sabina, cittadina sita nella bassa Sabina a 372 metri sul livello del mare sulle propaggini dei Monti Lucretili e sovrastata dal lato est di Monte Gennaro.
Antonella ha proposto in degustazione tre Oli Extravergini di Oliva: Incanto (monocultivar Itrana), Letizia Bio e Letizia Bio “Selezione”. Inoltre ha presentato due sott’oli (zucchine e melanzane) e la Crema di Olive.
Antolio di Anonella Pompili – www.antolio.it
Frantoio Loreti di Gualdo Tadino (PG) – Umbria
L’azienda si trova sul fianco umbro degli Appennini, nel punto in cui i terreni rocciosi di montagne cariche d’acqua e vento si adagiano in valli fertili. Tra questi declivi trovano un terroir ideale il Leccino, il Frantoio, il Moraiolo, e la Nostrale di Rigali, oliva autoctona della piccola frazione che le dà il nome. Nel 1880 il Rio Rumore alimentava un mulino a pietra nel borgo di Cartiere (oggi quartiere di Gualdo Tadino) di proprietà di Egidio Tega. Da lui la proprietà passa al figlio Riccardo e da questi alla figlia Annetta il cui marito, Sesto, è il perno attorno a cui le successive generazioni si avvolgono, vero e proprio anello di congiunzione tra il passato e il futuro. Oggi Rodolfo, quinta generazione, rende l’azienda una realtà innovativa e sperimentale che fa convergere tradizione e tecnologia in un costante dialogo con la terra e con il tempo.
Rodolfo Loreti ha presentato i suoi Oli Extravergini di Oliva Rumore, Istante, Oblio, Memoria.
Frantoio Loreti – www.frantoioloreti.it
Az. Agr. Iacovella Davide di Chieti – Abruzzo
L’azienda agricola Iacovella Davide nasce circa centocinquanta anni fa e la storia che la compone è fatta di uomini e donne che hanno amato, coltivato e tratto ogni beneficio possibile da questa meravigliosa terra. L’inizio è stato faticoso ma poi, nel corso degli anni, le innovazioni hanno di molto agevolato il lavoro in campagna. generazione dopo generazione la passione e la forza di lottare e non arrendersi trova la continuità nel tempo nonostante in agricoltura non sia sempre tutto facile.
Davide Iacovella ha presentato i suoi Oli Extravergine di Oliva monocultivar (Dritta, Gentile di Chieti, Coratina, Intosso, Olivastro di Bucchianico, Leccio del Corno, Leccino, Cucco) e un DOP Colline Teatine. Ha proposto inoltre, la sua linea di cosmetici all’olio di oliva.
Az. Agr. Iacovella Davide – www.agricolaiacovella.it
Az. Agr. Vincenzo Marvulli di Matera – Basilicata
L’Azienda Agricola Vincenzo Marzulli è una realtà di Matera che si dedica con passione alla produzione di oli artigianali in grado di emergere per qualità e genuinità. I frutti della coltivazione biologica, e della scelta di non utilizzare fitofarmaci e concimi nella produzione sono, oltre all’olio extravergine d'oliva, la pasta di grano duro e la pasta di farro. L'azienda nesce negli anni '60 ad opera di Vincenzo Marvulli che, entrato in possesso di 72 ettari di terreno nella provincia di Matera, caratterizzati da oltre 2.000 alberi di ulivo riuscendo a recuperare gli ulivi secolari. Dopo di lui il figlio Giovanni ha continuato l’opera del padre riuscendo anche a confezionare l’olio prodotto riuscendo ad ottenere, nel corso degli anni, a numerosi riconoscimenti. Il nome dell’olio è una dedica al padre: Cenzino, diminutivo di Vincenzo.
Giovanni ha proposto l’Olio Extravergine di Oliva Cenzino monocultivar Ogliarola del Bradano e la pasta 100% da grano Senatore Cappelli e quella di farro.
Az. Agr. Vincenzo Marvulli – giovanni.marvulli@yahoo.it
Az. Pasquale Pagliuca di Colletorto (CB) – Molise
Nel periodo romano, presso gli insediamenti rurali della zona, tra Lauretum e la valle del Fortore, erano diffuse le celle olearie. Intorno all’anno Mille si sviluppa la coltivazione dell’Oliva Nera di Colletorto, cultivar autoctona, orgoglio di questa piccola realtà modellata da mani sapienti. L’oleificio Pagliuca nasce nel 1810 nel Lodigano come attività artigianale a conduzione familiare dedicata all’estrazione di olio da semi per uso alimentare. A partire dal 1704, su questa ampia fascia territoriale si estende il dominio del marchese Bartolomeo Rota, proprietario di un vasto tenimento, costituito da boschi, oliveti e attività, quali forni, mulini e frantoi, un paesaggio singolare, esposto a mezzogiorno e lontano dai clamori chiassosi, a pochi passi dal tratturo Celano-Foggia. Crocevia di non poche civiltà passate, dove lo sviluppo olivicolo, è dunque parte integrante di una storia che si perde nella notte dei tempi. L’olio Pagliuca proviene da questo contesto, in particolare dalla Contrada Aia Nicola, punteggiata da alberi secolari in una posizione favorevole.
Pasquale ha presentato l’Olio Extravergine di Oliva Marchese Rota monocultivar Nera di Colletorto e il “Cocciocavallo”, un delizioso caciocavallo molisano invasato in argilla cruda.
Az. Pasquale Pagliuca – www.marcheserota.com
Sabato 2 dicembre 2023, presso il Parco dei Principi Grand Hotel & Spa (Via Frescobaldi, 5 – Roma), dalle ore 16,00 alle ore 22,00 si svolgerà lo Sparkle Day, con la presentazione della 22° edizione di “Sparkle”, la guida ai migliori spumanti italiani.
Dopo la presentazione della guida, con premiazione delle migliori bollicine, seguirà una grande degustazione libera di oltre duecento etichette e, quest’anno, anche una degustazione di Olio Extravergine di Oliva di qualità presentato da quattro aziende e precisamente:
Frantoio Loreti di Gualdo Tadino (PG) – Umbria, con i seguenti prodotti:
- Istante - Olio EVO Monocultivar Moraiolo
- Memoria - Olio EVO Blend esclusivo
- Oblio - Olio EVO Blend
- Olio Extravergine di Oliva Rumore (Frantoio, Moraiolo, FS17, Don Carlo, Giulia, Raja....)
Az. Agr. Iacovella Davide di Chieti – Abruzzo, con i seguenti prodotti:
- Olio EVO Monovarietale Gentile di Chieti
- Linea Cosmesi all’olio EVO
Antolio Di Antonella Pompili di Palombara Sabina (RM) - Lazio
- Olio Extravergine di Oliva Bio Incanto (monocultivar Itrana)
- Olio Extravergine di Oliva Bio Letizia
- Olio Extravergine di Oliva Bio Letizia “Selezione”
Azienda Pasquale Pagliuca di Colletorto (CB) - Molise
- Olio Extravergine di Oliva Marchese Rota (monocultivar Nera di Colletorto)
- Panettone all’Olio Extravergine di Oliva
- Caciocavallo molisano
Az. Agr. Vincenzo Marvulli di Matera – Basilicata, con i seguenti prodotti:
- Olio Extravergine di Oliva Bio
- Pasta biologica da grano “Senatore Cappelli”
- Pasta biologica di farro
9 Italiani su 10 scelgono di vivere un Mercatino Natalizio da sogno al meno una volta nella vita!
Eravate anche voi tra i 500.000 visitatori?
La 17ma edizione dell’evento diffuso Magico Paese di Natale, che coinvolge i 3 comuni di Govone, Asti e San Damiano d’Asti, torna dall’11 novembre al 17 dicembre 2023 nel territorio piemontese Patrimonio Unesco.
L’unico in Italia a essere entrato nella “Top Ten” dei migliori mercatini natalizi d’Europa* titolo conquistato nella scorsa edizione 2022, con il desiderio di oltre 500.000 connazionali entusiasti di “riaccendere” lo spirito autentico e l’aria magica del Natale ed anche, perché no, la voglia intrinseca nel tornare “bambini” andando indietro nel tempo!
*9° posto nella classifica sul portale European Best Destinations per il Best Christmas market!
La terra delle Langhe-Roero e Monferrato, riconosciuta a livello mondiale per il suo indiscusso patrimonio enogastronomico, paesaggistico e culturale, si trasforma in un universo favolistico incantato tra lucine, addobbi natalizi, artigianato e tanti profumi e sapori di prodotti tipici deliziosi, dalla Casa di Babbo Natale a esperienze uniche come "gli Elfi della magica corte" nel Natale ottocentesco del Castello Reale di Govone, dal *Presepe vivente" di San Damiano d’Asti fino al Mercatino Natalizio di Asti. E per quest'ultimo nell’edizione 2023 sarà raddoppiata l'area dell’evento, precisamente in piazza Alfieri, particolare per la sua forma triangolare che evoca un albero di Natale stilizzato, dedicato per l’occasione a spettacoli e a più di 130 casette di legno, dando spazio alle migliori realtà artigianali ed enogastronomiche provenienti da diverse regioni d’Italia.
E' troppo presto parlare del Natale?
Secondo quanto riporta uno studio realizzato da AstraRicerche, i nostri connazionali, sia nell’addobbare le proprie case che per i regali, iniziano a prepararsi sempre più in anticipo a questa festa. Già nel mese di novembre per 4 italiani su 10 (38,5%), e 1 italiano su 3 (33,5%) è abituato a pensarci addirittura tra settembre e ottobre!
Ultimo punto, ma non meno importante, è che la manifestazione Magico Paese di Natale, di edizione in edizione, punta oggi sulle attenzioni particolari volte alla sostenibilità ambientale e sarà, entro il 2028, il primo evento natalizio a impatto zero.
Tra le particolari iniziative all’insegna delle magiche atmosfere natalizie da vivere appieno, segnaliamo di seguito alcune esperienze immancabili che si possono prenotare ONLINE sul sito Magico Paese di Natale!
Il Mercato Natalizio di Asti sarà il primo ad alzare il sipario, dall’11novembre, con oltre le 130 casette di legno che ospiteranno artigiani e produttori, provenienti da tutta Italia, con i loro manufatti preparati ed esposti per un regalo speciale, senza rinunciare inoltre, agli sfizi e allo street food per una pausa golosa o portare con sé per godere delle delizie natalizie anche a casa o in occasioni di grande convivialità natalizia.
Non avete ancora visitato la Casa di Babbo Natale di Govone?
Il pittoresco borgo di Govone, che sorge in cima a una delle più suggestive colline del Roero, dal 18 novembre, apre le porte alla Casa di Babbo Natale, allestita all’interno dell’incantevole Castello Reale (Patrimonio Unesco).
In un’atmosfera fiabesca sarà possibile incontrare Santa Claus in persona e i suoi simpatici Elfi e “imparare i segreti” per diventare dei veri aiutanti di Babbo Natale! (Biglietti disponibili online Magico Paese di Natale) La novità di questa edizione è inoltre, quella di potersi tuffare in un viaggio temporale, addentrandosi tra le sale del Natale a Casa Savoia, che porta il visitatore a vivere un’esperienza autentica nel Natale segnata dalla cultura ottocentesca, ammirando le mitiche sale del maniero, giunte quasi intatte fino ai giorni nostri.
Le installazioni luminose con il parco incantato
A seguito del successo eclatante ottenuto con le installazioni luminose della precedente edizione, sempre a Govone si proporrà uno splendido allestimento che accoglierà il visitatore in una bolla magica sospesa tra Langhe-Roero e Monferrato. Oltre alla stella cometa di 17 mt, la slitta con le renne e la cornice per i selfie dal belvedere del Castello, l’edizione 2023 sarà abbellita dall’installazione di ulteriori oggetti tridimensionali, che permettono al visitatore di ammirare, anche in orario preserale, la bellezza delle luci di Natale nel parco del Castello Reale di Govone.
il Presepe vivente di San Damiano d’Asti: Dove trovare lo spirito più autentico del Natale?
Dal 3 al 10 dicembre a San Damiano d’Asti sarà protagonista il Presepe vivente, giunto alla sua 14esima edizione. Protagonisti Re Magi, falegnami e mercanti che ricreeranno, nelle suggestive cantine storiche del paese, tra le viuzze, i cortili e i sotterranei, un Presepe in forma vivente e accompagneranno visitatori, di tutte le età, in luoghi dove si potranno riscoprire i misteri e i costumi di una volta e gli antichi mestieri, assaporando squisitezze tipiche locali e esclusive del periodo natalizio.
PROGRAMMA MAGICO PAESE DI NATALE 2023
GOVONE - ASTI - SAN DAMIANO D’ASTI - 11 novembre - 17 dicembre 2023
https://www.facebook.com/il.magico.paese.di.natale/
Magico Paese di Natale
APERTURA ASTI (MERCATINO NATALIZIO)
Sabato 11 e Domenica 12 Novembre dalle 10.00 alle 20.00
Sabato 18 Domenica 19 Novembre dalle 10.00 alle 20.00
Sabato 25 Domenica 26 Novembre dalle 10.00 alle 20.00
da Giovedì 30 novembre a Domenica 3 Dicembre dalle 10.00 alle 20.00
da Giovedì 7 a Domenica 10 Dicembre dalle 10.00 alle 20.00
da Giovedì 14 a Domenica 17 dicembre dalle 10.00 alle 20.00
APERTURA GOVONE (CASI DI BABBO NATALE E ALTRI EVENTI)
Sabato 18 Domenica 19 Novembre dalle 10.00 alle 19.00
Sabato 25 Domenica 26 Novembre dalle 10.00 alle 19.00
Sabato 2 Domenica 3 Dicembre dalle 10.00 alle 19.00
Da Venerdì 8 a Domenica 10 Dicembre dalle 10.00 alle 19.00
Sabato 16 Domenica 17 dicembre dalle 10.00 alle 19.00
APERTURA SAN DAMIANO D’ASTI (PRESEPE VIVENTE)
Domenica 3 Dicembre
Venerdì 8 dicembre e Domenica 10 Dicembre
Novembre è il mese della presentazione dell’Olio Extravergine d’Oliva della nuova campagna olearia accumunata con la manifestazione Frantoi Aperti. Di seguito segnaliamo alcune di queste iniziative.
Sabato 4 e Domenica 5 Novembre
Trevi (PG)
In questo fine settimana a Trevi si svolgerà la XVII edizione “Festivol - Trevi tra olio, arte, musica e papille”. A Trevi (Pg), nel cuore dell’Umbria, tornano ad accendersi i riflettori sull’Olio Extravergine di Oliva con gli eventi di Villa Fabri, trasformata per l'occasione in un "padiglione dell'Olio". Spettacoli di cucina con chef dell'olio, Masterclass sull’Olio Extravergine di Oliva e la Mostra Mercato con l'esposizione dei produttori del territorio. Nel ricco calendario di eventi ci sarà anche la “piccola festa dell'olio” a Manciano, frazione montana di Trevi immersa tra gli ulivi e il bosco, con la visita alla chiesa romanica di San Martino, trekking ed esperienze artistiche tra ulivi secolari, frantoi storici e moderni e in e-bike, la Mostra Mercato dei Presidi Slow Food dell’Umbria.
La seicentesca Villa Fabri, nel cuore di Trevi, che si affaccia sulla Fascia Olivata Assisi – Spoleto, sarà un grande padiglione dell’Olio Extravergine di Oliva organizzato su due livelli: al piano affrescato sarà possibile visitare la Mostra Mercato dell’Olio Extravergine di Oliva di qualità, partecipare alla Masterclass sull’olio tenuta da Angela Canale (capo panel) con “Assaggi di Storie. Degustazioni di Oli e prodotti unici” e Gianfranco Ciarletti (docente e assaggiatore Assosommelier) con una degustazione di Olio Extravergine di Oliva delle colline di Trevi; al piano inferiore sarà invece approntata una sala didattica che ospiterà Spettacoli di Cucina con l’Olio Exytavergine di Oliva con degustazione dei piatti proposti da Lorenzo Cantoni chef dell’Olio del ristorante Il Frantoio e Nicoletta Franceschini chef del Ristorante Silene. La masterclass e i percorsi di degustazione, in programma sia il sabato che la domenica, verranno presentati da Simona Cognoli, giornalista, esperta assaggiatrice e fondatrice del progetto Oleonauta ed Evoluzione. Tra le degustazioni e le masterclass è in programma un calendario artistico di concerti in Villa e nella piazza Mazzini.
L’edizione 2023 di Festivol per la prima volta coinvolgerà anche Manciano, la frazione montana di Trevi, circondata da rigogliosi boschi con presenza preponderante del castagno e, nella parte più bassa, da oliveti, dove opera il Frantoio Ciarletti. In questo scenario naturalistico, sabato 4 novembre, è prevista una piccola “Festa dell’olio” che è raggiungibile sia attraverso un trekking in bicicletta, sia in auto: un programma che coinvolgerà la visita al Frantoio, alla distilleria di montagna Green Heart Distillery e la visita della piccola chiesa romanica di San Martino, immersa tra gli ulivi e il bosco con una merenda a base di olio nuovo e vino novello.
E’ prevista anche una Mostra Mercato dei Presidi Slow Food, che comprenderà i presidi dell’Umbria come la Fagiolina del Lago Trasimeno, il Fagiolo Secondo di Orvieto, la Ricotta Salata della Valnerina, la Fava Cottora dell’Amerino, Roveja di Civita di Cascia, il Vino Santo da Uve Affumicate dell’Alta Valle del Tevere, il Mazzafegato dell’Alta Valle del Tevere, il Grano Saraceno della Valnerina e naturalmente il Sedano Nero di Trevi. Quest’anno saranno presenti anche i presidi di Marche, Lazio, Friuli, Liguria e Toscana. Prevista anche una passeggiata a piedi con partenza da Villa Fabri fino al frantoio Gaudenzi, facendo tappa presso il maestoso e millenario olivo di Sant’Emiliano.
Per informazioni: www.festivol.it
Garda Trentino
Tantissimi gli eventi nel Garda Trentino durante il periodo autunnale che con il “Mese del Gusto” raccontano le tradizioni di questo angolo d’Italia posto tra lago e montagna e sono ottime occasioni per scoprire feste gastronomiche, sagre di paese e per assaggiare i piatti tipici nei ristoranti della zona.
Nel mese di ottobre si sono svolte: il Festival del pesce d’acqua dolce (Riva del Garda, Torbole e Nago), la Festa della zucca e degli ortaggi invernali (Lasino), i Maroni in festa (Drena), il Reboro – Territorio & Passione (Valle dei Laghi) e la Festa della patata del Lomaso (Piana del Lomaso).
Nel mese di Novembre l’evento più importante è sicuramente Frantoi Aperti, un momento per addentrarsi tra gli ulivi, imparare a riconoscere colori e profumi, assaggiare l’Olio Extravergine di Oliva con la produzione tradizionale più a nord del mondo. Evento dedicato dunque all’Olio Extravergine d’Oliva DOP Garda Trentino che prevede visite guidate, dialoghi e percorsi sensoriali in sette frantoi del territorio dell’Alto Garda, fra i comuni di Nago - Torbole, Arco, Tenno e Riva del Garda.
I locali del territorio daranno il benvenuto ai loro tavoli con appetitosi bocconcini di pane fragrante conditi con un filo d’olio, mentre alcuni ristoranti selezionati della zona presenteranno piatti e menu tematici per esaltare questo prodotto salutare, ricco di polifenoli, acidi grassi monoinsaturi e di vitamine A ed E. Le sue proprietà lo rendono un ottimo condimento, consigliato anche dai nutrizionisti.
Questi i frantoi e le loro proposte:
Domus Olivae - Oliocru
Un frantoio circolare ed eco-sostenibile tra i più evoluti esistenti in Europa, che adotta standard qualitativi di eccellenza per produrre Oli Extravergine di Oliva di qualità superiore tra i più rinomati e premiati in Italia. Attraverso l’utilizzo di un mini-frantoio si proverà l’esperienza artigianale della produzione dell’olio e concludere con un assaggio di gelato allo yogurt con olio aromatizzato agli agrumi.
Madonna delle Vittorie
Il frantoio d’eccellenza di Arco con raccolta da metà ottobre e frangitura a basse temperature per
proporre Oli Extravergine di Oliva di altissima qualità, dal classico extravergine al Garda DOP al pregiatissimo denocciolato. Nel frantoio un percorso degustazione dall’antipasto al dessert, bollicine Trento DOC incluse, per scoprire gli oli Denocciolato e Garda DOP.
Acetaia del Balsamico Trentino
Sulle pendici di Cologna di Tenno, tra il lago di Tenno e il Garda, l’Acetaia del Balsamico Trentino è l’unica azienda agricola trentina a produrre Balsamico Trentino che è ottenuto dalla cottura del mosto di uve locali di Gewürztraminer, invecchiando in botti di 8 legni diversi.
Un goloso appuntamento con il gusto: non solo quello dell’olio estratto a freddo, ma anche con un originale gelato. Dopo la visita, possibilità di pranzo o cena con proposta dedicata.
Agraria Riva del Garda
Nel Garda Trentino, Agraria Riva del Garda ha una lunga tradizione che dura dal 1926 e produce preziosi oli extra extravergine, sia DOP Garda Trentino sia biologici, e pregiati vini. L’arte dell’estrazione dell’olio e della vinificazione si intreccia con la storia dell’Alto Garda, garantendo la massima qualità e il rispetto del territorio. Qui si svolgerà una Masterclass Oro Verde, cioè un tour con degustazione di 4 oli extravergine d’oliva, seguito da pranzo con specialità gastronomiche abbinati agli oli extravergine e ai vini. Inoltre, lezioni di olio, visita guidata al frantoio con spiegazione e a seguire degustazione di olio all’interno dell’area “La Galleria del Gusto”.
Agriturismo Maso Bòtes
Nel frantoio immerso nella natura è prevista una passeggiata nell’oliveto biologico, per scoprire gli odori delle piante officinali spontanee, toccare con mano gli olivi centenari, ascoltare il ronzio delle api e ammirare il panorama sul Lago di Garda e il Castello di Arco. Al Maso Bòtes apicoltura e olivicoltura biologica convivono in un modello sostenibile, riconosciuto come Presidio Slow Food “Olio Extravergine Italiano” per l’olio Millenario. Prevista una visita alla storica olivaia di Arco con degustazione di oli e aceto di miele.
Brioleum
Un frantoio nato dalla passione per la coltivazione dell’ulivo e l’estrazione dell’olio che hanno spinto nel 2016 il giovane Gian Piero Scannone ad aprire Brioleum. Componenti di questa sfida il clima sub-mediterraneo, piante di oltre 150 anni d’età, terreni posizionati sul Monte Brione, estrazione a freddo per garantire il massimo della qualità e rispetto per la terra. Previsto un pranzo Gourmet, in collaborazione con il ristorante “Vitis Lounge Winery” di Arco con un menu originale, capace di esaltare le caratteristiche dei loro oli extravergine DOP Garda Trentino e degustazione guidata da un assaggiatore certificato.
Frantoio Bertamini
Il frantoio del Basso Sarca con 60 anni di storia, cultura e tradizione, tramandati di generazione in generazione. Dalla fioritura alla Raccolta, fino al frantoio: ogni gesto è attento, per ottenere un olio biologico dal sapore delicato che sa di mandorla ed erba fresca. Visita con racconto del frantoio a macina e spiegazione di come fare il pan di molche. A seguire degustazione di olio su pane. Una storia di cultura e tradizione.
Per informazioni: www.gardatrentino.it
Week-End del 10-12 Novembre e del 17-19 Novembre
Vignanello (VT)
In questi due week-end di novembre si svolgerà a Vignanello - borgo caratteristico della provincia di Viterbo, immerso in un paesaggio fatto di boscaglie, torrenti, campi coltivati, casolari e piccoli paesi ed è famoso anche per il Castello Ruspoli e i suoi splendidi giardini – la XXIII edizione della Festa dell’Olio e del Vino Novello.
Il borgo viterbese torna a celebrare la festa dei sapori, con menu a tema in taverna e numerosi stand dei prodotti tipici locali e della cultura, con percorsi dedicati agli antichi mestieri, rievocazioni e visite guidate ai luoghi più affascinanti del paese. Quindi, itinerari del gusto, con appuntamenti condotti da esperti del settore, rievocazione di antichi mestieri, cortei in costume e spettacoli di musici e sbandieratori.
Ogni giorno, ad intervalli regolari, le visite guidate accompagneranno i visitatori all’interno del Castello Ruspoli, nella Vignanello Sotterranea con i suoi caratteristici ”Connutti” e alla scoperta della Barocca Chiesa Collegiata di Santa Maria della Presentazione.
Gli itinerari dei sapori saranno invece articolati all’interno di oleifici e cantine, dove sarà possibile degustare, acquistare i prodotti ed esplorare da vicino l’affascinante mondo della produzione e trasformazione dell’olio e i segreti del vino novello: tra le tappe toccate gli uliveti, il Frantoio Cioccolini e le storiche cantine scavate nel tufo. Presso la sala consiliare del Comune di Vignanello verrà proposto un percorso guidato per i primi approcci e la conoscenza del vino e dell'olio.
Nel corso dei sei giorni della Festa, i ristoranti e le cantine del luogo offriranno un ventaglio di menu a tema, all’insegna della migliore tradizione vignanellese ed inoltre, nei due weekend sarà presente anche un mercatino dell’artigianato, che vedrà i produttori locali presentare i propri prodotti, non solo enogastronomici. Infine, nel corso delle giornate di festa si svolgeranno spettacoli itineranti e cortei storici in costume, in un’atmosfera prettamente rinascimentale ed anche concerti serali musicali in piazza.
Per Informazioni: www.prolocovignanello.org
Domenica 12 e 19 Novembre
Campello sul Clitunno (PG)
Nelle due domeniche centrali del mese di Novembre, si svolgerà a Campello sul Clitunno la "Festa dei Frantoi e dei Castelli”, evento oleo/gastronomico che esalta l’Olio Extravergine di Oliva di alta qualità ed il tartufo pregiato.
La manifestazione sarà divisa in due momenti, il 12 Novembre ci sarà il primo evento incentrato nel Castello di Acera, piccolo borgo con struttura medievale posto tra i monti sopra Campello, a quasi mille metri d’altitudine, ai piedi del Monte Maggiore, immerso in una fitta vegetazione boschiva di querce, tartufaie e aceri. Le mura seguendo l’andamento del terreno, si presentano nel suo tessuto urbano con una caratteristica conformazione sempre più circolare man mano che si sale verso la vetta del colle. All’interno l'abitato è compatto intorno ad un palazzo centrale e percorso da vicoli tortuosi, con diverse torri e una porta d'ingresso nelle mura. Le chiese di San Biagio e della Madonna sono all'interno del borgo e si affacciano su piccole piazzette. Qui si festeggerà l’arrivo dell’olio nuovo con varie iniziative che comprendono degustazioni guidate di Olio Extravergine di Oliva e di prodotti agroalimentari umbri, l’escursione per famiglie accompagnata dalla narrazione di fiabe tra i boschi e gli olivi guidata dalla CamminAttrice Loretta Bonamente, il mercatino degli artigiani del cibo e dell’arte, la visita guidata del Castello, del piccolo Museo della Civiltà Contadina e quello della Pastorizia, il trekking naturalistico alla scoperta del faggio gigante monumento boschivo del territorio, il pranzo attorno al forno collettivo del castello e la mostra mercato di olio appena franto delle aziende del territorio che si ritroveranno intorno ai fuochi accesi per le bruschette, nella piazza del castello.
Il secondo evento, domenica 19 Novembre, sarà incentrato nel capoluogo comunale di Campello sul Clitunno, nella frazione La Bianca, dove sono previsti numerosi appuntamenti all’insegna della tradizione enogastronomica locale, come le degustazioni guidate di Olio Extravergine di Oliva e di prodotti agroalimentari del territorio, le merende a base di pane e olio appena franto proposto dalle aziende olivicole locali, le visite in bus navetta ai frantoi Marfuga, Eredi Gradassi e Carletti,. Infine, la possibilità di partecipare alle lezioni della Scuola di Cucina presso Villa Arnoldi a La Bianca, dimora gentilizia risalente al primo Settecento e circondata da un vasto parco.
Nelle due giornate della “Festa dei Frantoi e dei Castelli” ci sarà la possibilità di visitare la Chiesa di San Salvatore, conosciuta meglio come il Tempietto sul Clitunno, inserito nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nel circuito dei sette gruppi monumentali del sito “I Longobardi in Italia – I luoghi del potere (568 – 774 d. C.)” e la visita guidata del centro de La Bianca, che comprende il Museo della Civiltà Contadina, i giardini e l’opera di Sol LeWitt, il palazzo Casagrande, la chiesa della Madonna della Bianca con gli affreschi de Lo Spagna e villa Negri Arnoldi.
Per informazioni: www.festadeifrantoi.it
Come narra una leggenda, seguendo il volo di uno sparviero (in greco Hierax), gli antichi popoli magnogreci Locresi, fondarono sulla rocca una nuova città nell’VIII sec. d.C.
Seguendo lo sparviero, approdiamo insieme nel borgo di Gerace che sorge sul massiccio roccioso, sospesa tra la Riviera dei Gelsomini, accarezzata dal Mar Ionio cristallino e segnata dalle spiagge di sabbia bianca, e le maestose montagne e vette dell’Aspromonte.
Si parte per Gerace Borgo Smart - Siamo Tutti Ruggero che ingloba esperienze autentiche guidate direttamente dai maestri dei sapori e dei saperi, scelte tra un repertorio di molteplici artigianalità geracesi, proposte dal progetto GERACE BORGO SMART .
Scopriamo l’eredità culinaria e l’artigianalità della terra di Gerace, che rievoca forti impronte liturgiche e culturali dei popoli che hanno attraversato questo territorio, già dall’età preellenica, dai greci e dai romani e che successivamente si sono evolute con i bizantini e i normanni.
Sono 8 i motivi per andare a risvegliare l’anima verace di Gerace attraverso Explore Gerace, uno dei borghi più belli d’Italia, insieme a Ruggero il Normanno, discendente della dinastia degli Altavilla e Primo Gran Signore di Sicilia, protagonista di uno dei più incisivi momenti della storia geracese.
• Villaggio del Gusto - Soddisfa i tuoi sensi con la cucina tradizionale calabrese. Gerace offre una varietà di sapori autentici, dai piatti a base di carne, pesce e verdure, ricchi di aromi mediterranei. Gusta i prodotti locali e lasciati deliziare da una cucina che celebra le tradizioni e la passione culinaria.
• Sogno Normanno - Gerace custodisce le tracce della sua storia normanna, con maestosi castelli e fortificazioni che narrano antiche battaglie e avventure cavalleresche. Esplora le mura medievali e i bastioni, e lasciati trasportare in un'epoca di re ed eroi.
• Gioiello Bizantino - Le strade di Gerace nascondono un segreto: il suo patrimonio bizantino. Ammira le opere d’arte religiose, le tracce di antichi affreschi e le chiese millenarie che ti faranno sentire immerso in una dimensione spirituale unica.
• Città delle 100 Chiese - Scopri la profonda spiritualità di Gerace, con le sue 100 chiese che si ergono orgogliose nel borgo antico. Percorri i sentieri delle vie sacre e immergiti nella tranquillità dei suoi luoghi di culto, cullati da una solenne bellezza.
• Miti e leggende - Gerace è avvolta da un’aura di mistero e leggenda. Ascolta i racconti che circondano il borgo, fatti di personaggi e storie antiche tramandate di generazione in generazione. Lasciati avvolgere dalla magia di un luogo dove il passato si fonde con l’immaginazione.
• Antichi mestieri - Scopri i segreti degli antichi mestieri che ancora resistono a Gerace. Da ceramisti a tessitori, da mestieri della campagna e della cucina a maestri orafi, lasciati affascinare dalle loro abilità tramandate nel tempo. Ammira la maestria di queste arti tradizionali e porta a casa un pezzo unico di Gerace.
• Respiro della Natura - Esplora i suggestivi sentieri tra uliveti e vigneti, ammirando la bellezza dei panorami e respirando l’aria pura dei boschi dell’Aspromonte. Rinfrescati nelle acque cristalline della Costa dei Gelsomini, godendo delle spiagge incontaminate e del mare turchese.
• Borgo Incantato - Non dimenticare l’evento più magico di Gerace, “Il Borgo Incantato - l’arte di strada nei vicoli”. Ogni estate, artisti da tutto il mondo si esibiscono nelle piazze e nelle strade del centro storico, creando uno spettacolo indimenticabile che combina creatività, tradizione e bellezza
Un marketing territoriale con promozione turistica integrata che vede impegnata da diversi anni l’amministrazione comunale, in collaborazione con l'Associazione Borghi più Belli d’Italia e Tatics Group s.r.l. di Perugia, tutti volti a rendere il sistema di accoglienza turistica più fruibile durante tutto l’anno e più armonioso con l’innovazione, le accessibilità fisiche, quelle sensoriali e digitali e con le valenze ambientali e culturali.
Un borgo dal fascino medievale magnificamente conservato che vanta il vessillo della Bandiera Arancione del Touring Club Italiano ed è immerso nel Parco Nazionale d'Aspromonte, impervio e selvaggio, inoltre, ha accettato la sfida nel promuovere il nuovo progetto: quello di non snaturare le sue autenticità, mantenendo il baluardo di Borgo Slow Life.
L’attenzione particolare è posta nell’accompagnare l’imprenditoria locale, rappresentata dagli abitanti che hanno mantenuto viva la maestria geracese, detentori delle artigianalità e della trasmissione delle peculiarità culturali e del sapere fare, convinti nell’offrire un servizio che risponda ad esigenze diversificate richieste da viaggiatori e turisti.
Per scoprire le 8 dimensioni di Gerace e costruire la tua visita indimenticabile visita:
https://exploregerace.it/
Torna l’evento promosso dall’Associazione Nazionale Città dell’Olio e se camminare fa bene alla salute, anche inserire l’Olio Extravergine di Oliva di qualità in una dieta equilibrata aiuta a prevenire i tumori e a ridurre le malattie epatiche e l’insorgere di altre malattie croniche degenerative.
L’obiettivo della settima edizione della Giornata Nazionale della Camminata tra gli Olivi, è quello di diffondere la consapevolezza che è fondamentale per avere una alimentazione corretta e uno stile di vita sano. Infatti, l’evento nasce con la partecipazione della Lega Italiana per la Lotta conto i Tumori (LILT) e la Fondazione Italiana Fegato (FIF), partner dell’iniziativa. Grazie anche alla collaborazione con l’Unione Nazionale Pro Loco d’Italia (UNPLI) e il patrocinio del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, oltre agli itinerari previsti con visite a frantoi, Musei dell’Olio, olivi secolari e alle bellezze storico artistiche delle città coinvolte, saranno organizzati momenti divulgativi che hanno l’obiettivo di promuovere nei partecipanti la conoscenza delle proprietà salutistiche dell’Olio Extravergine di Oliva, alleato intramontabile e imbattibile della salute, sottolineandone le proprietà benefiche e promuovendone un consumo giornaliero corretto.
Michele Sonnessa, Presidente dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio, ha dichiarato che: “La Camminata tra gli Olivi nel tempo ha cambiato pelle e sta diventando sempre di più un appuntamento dedicato alla sensibilizzazione della popolazione su temi sociali importanti. Lo scorso anno abbiamo acceso i riflettori sul tema dell’abbandono dei terreni agricoli e in particolare degli oliveti, quest’anno grazie alla collaborazione con LILT e con FIF abbiamo voluto porre l’accento sulle proprietà nutraceutiche dell’olio EVO e sugli effetti benefici che ha sulla nostra salute. Anche tra le giovani generazioni, è sempre più diffusa, infatti, la consapevolezza che la salute dipenda da uno stile di vita sano e da una dieta equilibrata”.
Il Sen. Patrizio Giacomo La Pietra ha affermato che: “La Camminata tra gli Olivi è un’esperienza a passeggio tra storia, tradizioni, cultura, ambiente all’insegna del nostro oro verde. Una definizione che rispecchia il valore inestimabile del nostro patrimonio olivicolo e che è a disposizione di tutti noi, in ognuna delle Regioni coinvolte negli itinerari previsti da questa splendida iniziativa promossa da Città dell’Olio. Il titolo dell’evento di quest’anno, “Olio Evo & Salute” connota perfettamente le peculiarità della nostra produzione olivicola, perché l’olio è da sempre l’elemento fondante della nostra dieta mediterranea, il modello di alimentazione più sano al mondo, che il Masaf e il Governo Meloni stanno sostenendo con forza e convinzione. L’appuntamento con la Camminata tra gli Olivi rientra appieno nel percorso di valorizzazione delle nostre eccellenze agroalimentari e contribuisce fattivamente a far scoprire quanto di buono e bello la nostra Italia può vantare con orgoglio”
Il Presidente della LILT, Francesco Schitulli, ha confermato che “da sempre la LILT promuove un’alimentazione sana e varia, ispirata alla Dieta Mediterranea, dove l’olio extravergine di oliva italiano si rivela un vero alleato della salute perché, per merito delle sue numerose proprietà nutrizionali, svolge un ruolo chiave nella prevenzione, contribuendo a ridurre la probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari, gastrointestinali, neurologiche e tumorali. Abbiamo scelto di essere al fianco di questa iniziativa anche perché, oltre all’attenzione per il benessere, sa coniugare l’attività sportiva all’aria aperta, un altro pilastro della prevenzione primaria, e la scoperta del patrimonio gastronomico, paesaggistico e culturale italiano”.
Il Prof. Claudio Tiribelli, Direttore scientifico FIF, ha dichiarato: “La Fondazione Italiana Fegato ONLUS – FIF è particolarmente grata al Sottosegretario Senatore La Pietra, a Coldiretti e ad ANCO per il coinvolgimento in quest’iniziativa, bella, salutare e buona! Un’iniziativa che va a consolidare il rapporto in essere con ANCO, in virtù dell’accordo siglato tra i due Enti nel dicembre del 2022, e che troverà nella ‘Camminata’ un modo di mettere in risalto le proprietà benefiche dell’olio EVO sul metabolismo del fegato, attraverso la diffusione dell’opuscolo contenente le ‘gocce di salute’ stillate nel quadro del progetto ‘O-Liver’, volte a fornire al grande pubblico informazioni scientificamente provate sulle proprietà nutrizionali benefiche presenti in modo naturale nell’olio EVO, che rappresenta un vero pilastro della dieta italiana, rendendolo un ottimo candidato nutraceutico, come anche indicato dalla European Food Safety Authority (EFSA). Quest’attività si inserisce quindi perfettamente nelle funzioni statutarie della FIF, che oltre alla ricerca e la formazione sulle patologie del fegato e delle vie biliari, dedica anche la propria attenzione alle attività di prevenzione volte a evitare l’insorgere di tali patologie, molte delle quali possono essere direttamente collegabili ad abitudini di vita non sana, soprattutto dal punto di vista alimentare. Abitudini che si stanno diffondendo soprattutto tra i giovanissimi, al punto di poter parlare di una vera e propria ‘epidemia’ di sovrappeso e obesità, situazioni che poi finiranno col portare a danni permanenti quando questi giovani diventeranno adulti, con le conseguenti spiacevoli problematiche per i pazienti, nonché ad aggravi sui costi a carico del sistema sanitario nazionale”.
Antonino La Spina, Presidente dell’Unione Nazionale delle Pro Loco d’Italia Aps, ha affermato che: “Siamo lieti di essere al fianco di Città dell’Olio in un appuntamento così importante, “La Giornata nazionale della Camminata tra gli Olivi”, nel quale riconosciamo quel percorso di valorizzazione del patrimonio storico, culturale e paesaggistico dei Comuni italiani che accomuna le nostre associazioni. Una missione che passa dalla tutela e promozione delle produzioni tipiche, a partire da quelle olivicole, e che punta allo sviluppo dell’economia rurale, alla difesa della biodiversità e ad una crescita sempre maggiore del turismo sociale”.
Quest’anno sono 18 le Regioni coinvolte nella Camminata tra gli olivi. La Toscana primeggia con 21 città aderenti, seguono la Puglia, la Sardegna e la Liguria con 16 e poi Veneto con 14 e Lazio con 11. Tante le proposte di itinerari da vivere in famiglia, in coppia o da soli alla scoperta dei paesaggi legati alla storia ed alla cultura millenaria dell’oro verde. Insomma, ce n’è per tutti i gusti, basta scegliere la propria camminata sul sito: www.camminatatragliolivi.it
Ricordiamo che l’Olio d’Oliva Extravergine di qualità è un alleato nella lotta contro i tumori ed è utile nella lotta alle malattie associate all’obesità, seguendo uno stile di vita corretto e un’alimentazione sana ed equilibrata, non solo per la prevenzione, ma anche a seguito della guarigione. La Dieta Mediterranea, infatti, contribuisce a preservare il nostro organismo dalle recidive del tumore. In particolare, è l’uso di olio extra vergine di oliva, in virtù delle sue molteplici qualità antitumorali e in ragione della sua ineguagliabile miniera di antiossidanti, che aiuta nella prevenzione del cancro. L’Olio Extravergine di Oliva ha proprietà nutraceutiche che riferite al tratto gastrointestinale apportano importanti benefici: migliora il gusto e l’appetibilità e lo svuotamento biliare della cistifellea, prevenendo la formazione di calcoli, facilita l’assorbimento delle vitamine liposolubili e del calcio, modula la microbiota intestinale, riducendo l’infiammazione, favorisce la digeribilità e la metabolizzazione degli alimenti, protegge la mucosa gastrica, diminuendo la secrezione di acido cloridrico, produce una minore secrezione del pancreas ed esercita un’azione lassativa. In più l’olio Evo oltre a dare benefici per il fegato e per il tratto gastrointestinale è un antidolorifico naturale che combatte le infiammazioni e un alleato prezioso anche in gravidanza.
Tra le svariate possibilità, ci fa piacere segnalare la Camminata organizzata dal Parco Regionale Storico Agricolo dell’Olivo di Venafro. Il comune di Venafro ha selezionato un tragitto tra gli olivi, di circa 3 km, con caratteristiche uniche dal punto di vista storico-ambientale. La partenza avverrà alle ore 10.00 dal piazzale antistante la Cattedrale di Venafro: il percorso, durante il quale ci saranno momenti divulgativi sulla cultura dell’olio ad opera di un esperto agronomo, si snoda attraverso gli oliveti secolari, le mura ciclopiche ed un’area dedicata agli asini, nel cuore del Parco. Durante il percorso stabilito si potrà assistere ad un intervento di gestione di un muro a secco in un oliveto storico, con rifacimento di macerie e recupero dell’area produttiva. La zona di arrivo sarà presso il Giardino degli Olivi Patriarchi, dove dimorano i cosiddetti “gemelli”, olivi ricavati per talea dagli olivi più antichi d’Italia. Al termine della Camminata, prevista per le ore 13.00, presso la nuova area pic-nic antistante il Giardino degli Olivi Patriarchi, i partecipanti potranno degustare pane, olio locale e taralli
Si sono aperte le iscrizioni alla terza edizione del Premio Ercole Olivario - Sezione “Olive da tavola”, concorso nazionale che premia le migliori realtà aziendali italiane del settore olivicolo-oleario con la novità di poter far degustare alla commissione anche campioni di paté di oliva e, attraverso il profilo sensoriale analizzato, lavorare all’innalzamento della qualità delle olive prodotte.
Il concorso è riservato a olivicoltori e produttori singoli o associati nonché ad aziende con certificazione DOP che presentino campioni di olive prodotte e trasformate nel territorio italiano nella stagione olivicola 2022-2023 e rientranti, per le loro caratteristiche, nelle due categorie previste dal regolamento: Olive al naturale comprendente olive fermentate al naturale e disidratate e/o raggrinzite e Olive conciate secondo i metodi di lavorazione Castelvetrano e Sivigliano. Quest’anno sarà data la possibilità di partecipazione anche alle Olive denocciolate e alle Olive condite con l’aggiunta di spezie e/o aromi naturali. Le iscrizioni saranno possibili fino al 31 ottobre 2023.
Martina Bacceli, vice capo panel del comitato di assaggio della sezione “Olive da tavola” dell’Ercole Olivario ha sottolineato che: “Le olive sono un prodotto tipicamente mediterraneo, espressione della tradizione gastronomica di tutti i paesi che si affacciano sul mediterraneo, sia in forma di aperitivo, che cotte all’interno di preparazioni più elaborate”. Poiché per rendere edibili le olive si segue il processo di deamarizzazione, seguendo metodi diversi, diventa difficile per i consumatori “riconoscere una buona oliva da uno scaffale di supermercato”. Per questo motivo si devono fornire ai consumatori dei parametri qualitativi per una scelta corretta.
Il concorso - organizzato dall’Unione Italiana delle Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura, in collaborazione con la Camera di Commercio dell’Umbria, il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, il Ministero delle imprese e del Made in Italy ed Agenzia ICE, con il sostegno di UNAPROL Consorzio Olivicolo Italiano, di Italia Olivicola e del CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria - Centro di Ricerca Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari Sede di Pescara) manterrà gli stessi criteri di rigidità che contraddistinguono l’Ercole Olivario e la sua trasparenza è garantita in particolare dalla modalità di acquisizione dei campioni di prodotto che avverrà mediante il prelievo diretto in azienda da personale qualificato, con la garanzia della presenza di tutti i requisiti richiesti dal regolamento.
La commissione di degustazione, composta da otto degustatori del CREA IT Sede di Pescara guidati dal capo panel, riconosciuto dal COI, Barbara Lanza e dal vice capo panel Martina Bacceli, stabilirà i vincitori dell’edizione 2023, assegnando i premi, al primo e secondo classificato per le due categorie in gara, e le Menzioni di merito previste dal regolamento e attribuite alle aziende con punteggio di almeno 80/100.
I riconoscimenti speciali di questa edizione saranno:
- la Menzione di merito Impresa biologica, riservata all’impresa in possesso di idonea certificazione che abbia conseguito il punteggio più alto;
- la Menzione di merito Impresa Donna, assegnata all’impresa femminile con il punteggio maggiore;
- la Menzione di merito Giovane Imprenditore, riconosciuta all’impresa con titolare fino a 40 anni d’età, che abbia ottenuto il punteggio più alto.
La proclamazione dei vincitori avverrà in conferenza stampa a metà dicembre 2023, mentre la consegna dei premi e dei riconoscimenti speciali è in programma a Perugia in occasione della cerimonia di premiazione della XXXII edizione del concorso nazionale “Ercole Olivario”.
Le finalità che si propone il concorso Ercole Olivario sezione “Olive da tavola” vi sono: la valorizzazione delle migliori olive da mensa provenienti da diversi ambiti territoriali di produzione, il sostegno agli operatori del settore orientato al miglioramento della qualità del prodotto e delle tecniche di produzione, l’esaltazione della figura dell’assaggiatore italiano come professionista in grado di valutare e comunicare la qualità e la promozione dei territori d’origine delle olive da mensa, espressione di diverse tradizioni olivicole.
Per maggiori informazioni:
Segreteria Nazionale del Concorso Ercole Olivario
c/o Promocamera - Azienda Speciale Camera di Commercio dell’Umbria
Tel. +39 075 9660589 / 075 9660369
www.ercoleolivario.it
Il 23 e 24 settembre si svolgerà in Umbria, la prima edizione di “Amerino Tipico Festival” una due giorni di esperienze e di scoperta delle tipicità, delle qualità, dei valori, dei paesaggi del territorio Amerino, nell’Umbria meridionale, con la ricca vegetazione montana e collinare che alterna macchia mediterranea, lecceti secolari, cerri, castagneti che si alternano a oliveti e vigneti. Dunque, un luogo unico dove clima, orografia e tradizioni rendono i prodotti della zona veramente unici.
Saranno coinvolti in questo progetto ben 11 i borghi medievali e città d’arte della provincia di Terni, ed esattamente: Amelia, Alviano, Attigliano, Avigliano Umbro, Baschi, Giove, Guardea, Lugnano in Teverina, Montecastrilli, Montecchio, Penna in Teverina. Questi comuni hanno deciso di unirsi per dare vita ad un evento, che attraverso varie esperienze - dirette e multisensoriale - porterà i visitatori a godere di paesaggi mozzafiato, presenze culturali ed artistiche uniche, muovendosi sulle tracce delle eccellenti produzioni enogastronomiche del territorio, che sarà possibile degustare tra chiostri, monasteri e nelle sale affrescate dei palazzi storici di Amelia (a cominciare da Palazzo Petrignani), o direttamente nei luoghi di produzione dove incontrare chi produce queste eccellenze e che, con il lavoro della terra, cura e disegna paesaggi inimitabili.
L’area del territorio Amerino è antichissima e l’identità storico-culturale, è rappresentato anche dall’impianto medievale dei centri storici e dal sistema di rocche e castelli, che è rafforzata del resto dalla presenza di una importante via di comunicazione di impianto romano: la Via Amerina del III secolo a.C. e che univa in origine Veio e ad Ameria (nome romano di Amelia). Così come antichi sono i suoi ulivi secolari della cultivar Rajo e che potrebbero raccontare molto della storia antica di questa zona, o come la Fava Cottòra, un legume incredibilmente resistente e coltivata in antichità in questa zona, oggi Presidio Slow Food. Tipici e antichi sono anche il Grechetto o il Ciliegiolo, vitigni autoctoni che portano nel vino e nei suoi sentori, la stessa schiettezza e semplicità della piccola comunità che qui li produce. L’Amerino ha anche un’anima “dolce” e i fichi Bianchella ne sono un esempio: una varietà tipica di cui il dott. Antonio Girotti, nei primi anni del Novecento, comprese l’essenza, tanto da immaginarci un dolcetto, i Fichi Girotti (fichi tagliati in due, ripieni di scorzette di arancia candita alle quali si aggiungono mandorle tostate o cacao o noci e poi ricoperti con un altro strato di fichi e quindi pressati) che ancora oggi sono un brand del territorio.
In questo luogo, tra trekking, visite in azienda e soste nei paesi della zona, il visitatore potrà fare scorta sia di cibi unici che emozionarsi con paesaggi incomparabili e storie preziose. I prodotti dell’Amerino Tipico come l’Olio Extravergine di Oliva, i fichi Girotti, i tartufi, i formaggi e i vini, saranno il fil rouge per un nuovo racconto delle bellezze ed eccellenze del territorio grazie anche a nuovi linguaggi, performance teatrali, esposizioni fotografiche ed incontri tematici.
Il programma del Festival prevede, per l’apertura di Sabato 23 settembre, una serie di incontri tematici e di approfondimento sui prodotti tipici, la biodiversità, il paesaggio e la premiazione dei vincitori del concorso fotografico #PaesaggioAmerinoTipico, a cui seguiranno una serie di degustazioni guidate di Olio Extravergine di Oliva DOP Colli Amerini e monocultivar Rajo, di salumi Amerini, di tartufo, di formaggi, di Vini autoctoni e frutti antichi. Le degustazioni si terranno presso le sale del Museo Civico Archeologico e Pinacoteca "Edilberto Rosa" di Amelia.
Per la giornata di domenica 24 settembre si potrà visitare il territorio e i luoghi di produzione, infatti, sono in programma una serie di Tour del vino, dell’olio, dei sapori e di teatro guidati da percorrere in navetta, che dal centro storico di Amelia porteranno a conoscere i produttori nei loro luoghi di lavoro, visitando i territori di produzione e potendo ascoltare i racconti di questi fieri custodi del paesaggio che con il loro lavoro danno vitalità alla tradizione produttiva locale e disegnano custodendolo il territorio che li circonda. Il tour del vino attraverserà i territori di Amelia, Lugnano in Teverina, Giove e Montecastrilli; il tour dell’Olio Extravergine di Oliva attraverserà i territori di Amelia, Lugnano in Teverina e Montecchio; il tour dei sapori attraverserà i territori di Amelia, Attigliano, Avigliano Umbro, Baschi, Guardea, Penna in Teverina e Montecastrilli. A fare da cornice a queste esperienze saranno i momenti di performance teatrale e musicale, tra cui “Andante”, uno spettacolo in cammino nella natura di Faber Teater, per la prima volta ad Amelia, dove il canto e il tempo musicale permetteranno di entrare in contatto con il paesaggio e le comunità del territorio Amerino.
La due giorni dell’Amerino Tipico Festival saranno chiuse dal concerto in Barriccaia presso la cantina della Fattoria Le Poggette con il violoncellista Andrea Rellini.
Per maggiori informazioni:
https://www.amerinotipico.it/
di A. Marciano'
%L’associazione Prim’Olio- Saperi e Sapori, rivolgendosi ai giovani talenti del settore agricolo, indice la quarta edizione della borsa di studio “Giorgio Fazari”, iniziativa nata per onorare la memoria di un giovane produttore di olio extravergine d’oliva, scomparso a seguito di un tragico incidente stradale.
Questa borsa di studio, nelle precedenti edizioni è stata un successo, dimostrandosi un’importante vetrina per la cultura agronomica, grazie alle eccellenti tesi presentate dai candidati nel corso degli anni. La partecipazione a questo progetto può rappresentare un’opportunità unica per i giovani studiosi di mettere in mostra le proprie competenze e conoscenze nel campo agricolo e nello specifico in quello elaiotecnico.
Coloro che vorranno partecipare, avranno tempo fino al 30 settembre 2023 per presentare le proprie candidature. La borsa di studio, del valore di €2.000,00, è stata generosamente finanziata da Olearia San Giorgio e sarà assegnata alla tesi ritenuta la migliore da una giuria di esperti.
L'associazione Prim'Olio invita tutti i giovani studiosi appassionati di agricoltura e olio extravergine d'oliva a partecipare a questa quarta edizione della borsa di studio "Giorgio Fazari". Sicuramente questa è un'occasione per mostrare il proprio impegno, la creatività e l'entusiasmo nel campo agricolo, contribuendo a conservare il ricordo di Giorgio Fazari
e al suo amore per la produzione di olio di alta qualità.
Per ulteriori informazioni e per partecipare al bando, si invita a visitare il sito:
https://www.giorgiofazari.it/bando-2023/
Roma, 8 giugno 2023, nello splendido scenario della sede storica della Camera di Commercio di Roma sono stati proclamati, i vincitori della XVIII edizione del Concorso Premio Roma per i migliori pani e prodotti da forno tradizionali e della XX edizione del Concorso Premio Roma per i migliori formaggi.
I due Concorsi, che hanno visto la partecipazione di oltre 150 aziende sfidanti e i cui i numeri sono sempre in crescita edizione dopo edizione, sono promossi dalla Camera di Commercio di Roma e realizzati da Agro Camera (Azienda speciale della stessa Camera di Commercio per la valorizzazione del settore agroalimentare) in sinergia con l’Azienda Speciale Sviluppo e Territorio e il sistema camerale regionale.
L’importanza nel nostro alimento - benessere quotidiano e il valore identitario in ogni comunità, rappresentati da questi 2 prodotti che accompagnano da millenni la storia dell’umanità, sono ormai ben noti, ma la struttura del Concorso e la sua modalità di valutazione applicata evidenziano una riflessione scrupolosa dell’esame sull’evoluzione del Pane, dell’Arte Casearia e della loro tradizione.
Infatti, tutti i prodotti in gara in entrambi i Concorsi sono stati valutati da una Giuria di degustatori professionisti provenienti da diverse regioni italiane sulla base di una rigorosa griglia di requisiti organolettici e sensoriali, suddivisi nelle diverse tipologie, che si possono delineare, come ad esempio la difesa della tradizione e delle diversità geografiche (varietà di materia prima; metodo di preparazione e/o esecuzione del prodotto), il rispetto dei requisiti igienico-sanitari vigenti e della sicurezza alimentare, l’applicazione armoniosa con l’ambiente delle nuove tecnologie, nonché l’interpretazione rispondente allo stile di vita in continua mutazione e alle esigenze di consumatori attenti alle novità, alla qualità e alla tracciabilità di ogni prodotto agroalimentare.
Sottolinea Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di Commercio di Roma: “… a che cosa serve un Premio… Il premio serve agli imprenditori coraggiosi che hanno il coraggio di misurare il processo della sua propria impresa. … Nelle poche occasioni in cui quelli imprenditori impegnati alle sue lunghe ore di lavoro quotidiano possano confrontarsi con altri colleghi e possano scambiare le idee e le novità sulle realtà che circondano ogni ambito produttivo, affrontando diverse sfide nei confronti dell’aumento energetico, delle conseguenze geopolitiche e dei cambiamenti climatici … Il premio è una vetrina di eccellenza nell’ottica dello sviluppo commerciale anche di fronte al mercato internazionale ed è inoltre, l’occasione per rinnovare il rispetto alle diversità varietali che nascono dalla Natura e dalle peculiarità geografiche che il nostro paese possiede….”
Quanto al PREMIO ROMA PER I MIGLIORI PANI E PRODOTTI DA FORNO, giunto alla sua XVIII edizione, 43 aziende partecipanti provenienti da 10 regioni italiane che hanno presentato oltre 150 prodotti suddivisi nelle seguenti 9 tipologie:
1. Pizza Bianca di Roma
2. Maritozzo
3. Biscotteria tradizionale dolce secca da forno
4. Pani tradizionali e storici di frumento duro
5. Pani tradizionali di frumento tenero
6. Pani integrali di frumento duro e/o tenero
7. Pani prodotti con l’impiego di cereali minori per minimo il 50% (es. mais, orzo, segale, sorgo, miglio, Khorasan (kamut), avena)
8. Pani funzionali (es. aggiunta di semi di lino, canapa, ecc.)
9. Pani conditi, dolci e salati
Non sono mancati, inoltre, gli intramontabili della produzione locale di Roma e del Lazio a confronto, proposti da 15 fornai di Roma città, 4 dalla provincia e 11 dal territorio regionale. 17 i premi assegnati alle imprese del territorio regionale di cui 10 di Roma e 7 del Lazio nelle categorie:
• Pane casereccio
• Filone
• Pane integrale
• Filone sciapo
• Rosetta
• Ciriola Romana
Tutti i campioni in competizione sono stati analizzati da una Giuria composta da tecnologi alimentari, ricercatori e assaggiatori dell’INAP (Istituto Nazionale Assaggiatori Pani).
La XX edizione del PREMIO ROMA PER I MIGLIORI FORMAGGI ha, invece, coinvolto ben 111 aziende, tra queste 41 imprese del Lazio e 39 dal resto d’Italia, ripartite tra 13 regioni (principalmente Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia-Romagna e Sardegna) ed anche quelle straniere con 31 iscrizioni provenienti dalla Spagna, dalla Finlandia, dall’Irlanda, dai Paesi Bassi e dal Portogallo.
Oltre 260 campioni di formaggio di cui 99 iscritti alla sezione Roma e del Lazio e 163 iscritti a quella nazionale e internazionale che sono stati esaminati da una Giuria composta da dieci assaggiatori esperti dell’ONAF (Organizzazione nazionale Assaggiatori Formaggio).
Il Concorso è strutturato in due sezioni: una Sezione Regionale, riservata alle aziende di Roma e del Lazio, e l’altra invece, è aperta non solo alle aziende del territorio regionale, ma anche a quelle Nazionali ed Estere nell’intento di stimolare un confronto con produzioni estere simili per tecnica produttiva o per tradizione a quelle del territorio locale.
SEZIONE REGIONALE:
1. Paste filate fresche
2. Primo Sale
3. Formaggi semi-stagionati
4. Formaggi stagionati
5. Ricotta fresca
SEZIONE NAZIONALE ED ESTERE:
1. Formaggi freschi
2. Formaggi DOP e IGP
3. Formaggi ottenuti da latte crudo di animali al pascolo brado o semibrado
4. Formaggi affinati, aromatizzati e speziati
5. Formaggi innovativi per tecnologia di produzione o funzionalità (es. aggiunta di semi di lino, canapa, delattosato, basso colesterolo, a ridotto contenuto di grassi)
Consultare il sito www.concorsipremioroma.it per ulteriori informazioni sui concorsi, sui prodotti e sulle aziende partecipanti.
Ufficio Stampa Camera di Commercio di Roma
Tel. 06-6781178
ufficiostampa@innovacamera.it - www.rm.camcom.it
By Mika Takizawa
Si è conclusa con grande successo l’evento EXTRAVIRGIN EXPLOSION 6.0, l'appuntamento annuale romano, dedicato esclusivamente all’Olio Extravergine d’Oliva di grande qualità, molto atteso dai produttori e dagli appassionati, organizzato da Olives Road.
La manifestazione ha ottenuto un ottimo successo di partecipazione e ha determinato un passo ulteriore, rispetto alle precedenti edizioni.
Un trend di crescita finalizzato a diffondere e valorizzare la grande qualità oleico olivicola, storica e culturale dei molteplici e diversi territori vocati italiani.
Una manifestazione non solo rivolta a creare interesse nei confronti del consueto pubblico, consapevole ed appassionato, che ogni anno torna numeroso a visitare la manifestazione, ma anche volta a consolidare ed incrementare la presenza sia dei consumatori che dei professionisti ed operatori del settore.
Segnaliamo inoltre la presenza di Optymum, con una selezione di salumi e formaggi veramente particolari e interessanti.
Questi i produttori partecipanti all’evento:
Piemonte
Az. Agr. Piero Veglio
Umbria
Frantoio Cecci
Frantoio del Colle di Pichini Maria Grazia
Lazio
Az. Agr. Cerrosughero di De Parri Laura
Traldi di Boni Francesca
Antolio Soc. Agr.
Az. Agr. Marcoaldi
Solare Soc. Agr.
Az. Agr. Mazzeranghi Bernardo
Az. Agr. Gemma
Az. Agr. La Rosciola
Paz. Agr. Podere Tiberi
Molise
Marina Colonna Soc. Agr. Srl
Az. Agr. Di Muccio Ernesto
Campania
Fattoria Ambrosio
Frantoio Torretta
Puglia
Olivieri srl Soc. Agr.
Calabria
Az. Agr. Biologica F.lli Renzo
Sicilia
Sikulus Az. Agr.
Sardegna
Accademia Olearia
La Olives Road, che da sempre svolge attività conoscitiva e divulgativa dell’Olio Extravergine d’Oliva, considerandolo parte del Patrimonio Alimentare e Culturale italiano, anche quest’anno propone con l’Evento Extravirgin Explosion 6.0 una grande esposizione di Oli Extravergini italiani di qualità presentati dagli stessi Produttori.
Questo è l'unico Evento, a Roma, rivolto principalmente ai consumatori, coloro che devono conoscere la qualità e le diversità per poterle meglio utilizzare nella loro alimentazione.
Dunque, una giornata di cultura in cui tutto il pubblico intervenuto potrà, oltre alle degustazioni ai banchi d’assaggio, partecipare ad una interessante esperienza sulla conoscenza dell’Olio Extravergine d’Oliva anche attraverso degustazioni guidate da esperti del settore e seguire mini corsi di assaggio.
ExtravirginExplosion 6.0, si terrà sabato 22 aprile 2023, presso la Città dell’Altra Economia all’interno del Campo Boario dell’ex Mattatoio, nello storico e tipico Quartiere di Roma, Testaccio, in Largo Dino Frisullo, 5 con ingresso gratuito e parcheggio libero.
Nel corso del pomeriggio si svolgerà Mayonnaise Contest 3.0, la consueta e divertente “gara amichevole” di maionese fatta a mano con oli extravergini di oliva, scelti dai concorrenti, tra quelli esposti. Iscrizioni in segreteria.
L’Evento sarà aperto al pubblico dalle ore 11,00 alle ore 21,00.
Questo l'elenco dei Produttori partecipanti e relative Regioni (in aggiornamento).
Piemonte
Az. Agr. Piero Veglio
Umbria
Frantoio Cecci
Frantoio del Colle di Pichini Maria Grazia
Lazio
Az. Agr. Cerrosughero di De Parri Laura
Traldi di Boni Francesca
Antolio Soc. Agr.
Az. Agr. Marcoaldi
Solare Soc. Agr.
Az. Agr. Mazzeranghi Bernardo
Az. Agr. Gemma
Az. Agr. La Rosciola
Paz. Agr. Podere Tiberi
Molise
Marina Colonna Soc. Agr. Srl
Az. Agr. Di Muccio Ernesto
Campania
Fattoria Ambrosio
Frantoio Torretta
Puglia
Olivieri srl Soc. Agr.
Calabria
Az. Agr. Biologica F.lli Renzo
Sicilia
Sikulus Az. Agr.
Sardegna
Accademia Olearia
53 aziende partecipanti con un totale di 62 etichette
14 le etichette del lazio che raggiungono la selezione finale dell’Ercole Olivario
Sabato, 11 marzo 2023 – A Roma, nella suggestiva cornice della Sala del Tempio di Vibia Sabina e Adriano sede della Camera di Commercio di Roma, in una Piazza di Pietra animata dal via vai dei turisti incuriositi ed appassionati, si è tenuta la cerimonia ufficiale di premiazione dei vincitori di “Premio Roma Evo”, 30° Concorso regionale per i migliori olii extravergini di oliva del Lazio.
Una delle novità del 30° anniversario del Concorso, affermatosi nell’arco degli ultimi decenni come la selezione regionale per accedere al Premio nazionale Ercole Olivario con il nome di "Orii del Lazio", è stata segnata altresì dalla nuova denominazione di “Premio Roma Evo”, rinnovando lo spirito del concorso nella sua immagine e nella comunicazione.
La partecipazione sempre crescente di ben 53 aziende per un totale di 62 etichette, con una prevalenza delle province di Viterbo e Roma, rispettivamente con 19 e 15 prodotti in concorso, seguite da Latina con 14, Rieti con 9 oli ed infine 5 da Frosinone, ha confermato inoltre, l’attenzione consistente e costante di numerose aziende desiderose di sfidarsi con la qualità e peculiarità dei propri prodotti, in questa competizione divenuta un punto di riferimento della filiera olivicolo-olearia laziale di eccellenza.
Ben 33 aziende hanno, infatti, manifestato interesse a partecipare al concorso nazionale “Ercole Olivario” con 39 oli. Oltre alla categoria extravergine di oliva, sono in concorso le 5 denominazioni regionali: Sabina DOP, Canino DOP, Tuscia DOP, Colline Pontine DOP e Olio di Roma IGP.
Quest’anno saranno 14 le etichette del Lazio che approderanno alla selezione finale dell’Ercole Olivario: un risultato straordinario che colloca il Lazio al primo posto tra le 17 regioni italiane partecipanti.
Nel Concorso è stato evidenziato il rilevante dinamismo nella buona riuscita delle transizioni generazionali in molte aziende produttrici dell’olio extravergini di qualità, sensibili alle esigenze di consumatori sempre più consapevoli nel loro apprezzamento dei prodotti agroalimentari che racchiudono in sé tipicità, autenticità, salubrità e sostenibilità, seppure il Lazio olivicolo-oleario sia stato sempre caratterizzato, come in molti altri areali olivicoli del Paese, da una estrema frammentazione di piccole proprietà e della produzione dell’olio riguardante tutte le sue fasi, che tende a limitare, di conseguenza, la sua commercializzazione ad autoconsumo o consumo in ambito locale.
La cerimonia è stata coordinata da Pietro Abate, Segretario generale della Camera di Commercio di Roma, che ha ricordato: "l’importanza del Concorso regionale - giunto alla sua trentesima edizione - che si conferma come alto momento di valorizzazione delle produzioni olivicole regionali. Strategico il ruolo del Concorso poi in un’annata, come quella attuale, in cui si registra un incoraggiante segnale di ripresa produttiva e la conferma delle ottime caratteristiche del prodotto regionale".
Lorenzo Tagliavanti, Presidente della Camera di Commercio di Roma ha affermato che “L’olivicoltura nel Lazio ricopre da sempre un ruolo strategico nel panorama agroalimentare e la sua importanza, che coinvolge tutte le province della regione, è ben spiegata anche dai numeri: circa 83.000 ettari di superficie olivetata, ben 127.865 aziende coinvolte e 319 frantoi attivi. Non solo. Il recente riconoscimento di una quinta denominazione, l’Olio di Roma IGP, è un’ulteriore testimonianza della dinamicità e della qualità produttiva delle nostre imprese. Una qualità che viene riconosciuta anche al di fuori dei confini regionali”.
"È necessario puntare decisamente sulla qualità dei prodotti”, afferma David Granieri, componente di Giunta della Camera di Commercio di Roma per il settore Agricoltura, “perché il mercato internazionale è pronto per un made in Italy distintivo e di identità. Per questa ragione dobbiamo usare bene i marchi di qualità europei e dare al consumatore la certezza della migliore qualità di quello che compra”.
Sono intervenuti alla cerimonia di premiazione i rappresentanti delle Associazioni di categoria di settore (CIA, Coldiretti, Confagricoltura) e il giornalista enogastronomico Antonio Paolini che ha fornito alcuni spunti attinenti all’importanza dell’intercettazione dello stile di vita attuale dei consumatori e della comunicazione vincente per impostare strategie commerciali di successo dove la valenza territoriale gioca un ruolo di primo piano.
I lavori sono stati conclusi da Sergio Marchi, Capo della Segreteria Tecnica del Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Nel corso del suo intervento, dopo essersi complimentato con le aziende premiate, ha tenuto a sottolineare come il Lazio vanti una lunghissima tradizione nell’olivicoltura che merita di essere conosciuta e promossa. “E’ grazie ad eventi come questi che si riesce nell’intento. Ringrazio dunque la Camera di Commercio di Roma per l’invito a questa interessante manifestazione ribadendo la priorità del Ministro Lollobrigida nel sostenere tutte quelle iniziative volte a tutelare e promuovere la distintività dei prodotti agroalimentari di elevata qualità”.
In occasione della cerimonia di premiazione sono stati attribuiti i seguenti riconoscimenti:
• Il miglior olio biologico, ottenuto da aziende che utilizzano tecniche produttive a basso impatto ambientale e senza l’uso di prodotti chimici di sintesi:
Az. Agr. Biologica Quattrociocchi Americo Olio di Roma IGP – Alatri (FR)
• Il miglior olio monovarietale (ottenuto da un’unica varietà di olive):
Az. Agr. Biologica Quattrociocchi Americo Olio di Roma IGP – Alatri (FR)
• Il miglior olio ad alto tenore di polifenoli e tocoferoli:
Az. Agr. Biologica Quattrociocchi Americo Olio di Roma IGP – Alatri (FR)
• Il Premio Tonino Zelinotti per la migliore confezione, con l’obiettivo di evidenziare le caratteristiche che una bottiglia e soprattutto una etichetta, devono avere non solo sotto il profilo squisitamente estetico. Molta importanza, nello schema di valutazione, viene attribuita alla completezza e trasparenza delle informazioni riportate, sia per la parte obbligatoria, sia per le informazioni facoltative.
APOO Soc. Coop. Agr. - Olio di Roma IGP – Viterbo (VT)
• Il Premio Grandi Mercati attribuito all’olio per il cui lotto in concorso viene dichiarata una disponibilità pari almeno a 80 hl ritenuto di particolare interesse per i mercati nazionali ed esteri.
Olivicola di Canino Soc. Agricola Cooperativa a.r.l. - Canino DOP – Canino (VT)
• Il Premio della Critica, assegnato da uno speciale gruppo di assaggio - costituito da alcuni nomi del giornalismo di settore - che ha degustato, alla cieca, gli oli ai vertici della classifica per ciascun territorio, decretando quello ritenuto migliore. Una simpatica parentesi che si è aggiunta all’importante lavoro svolto dal panel ufficiale che, ovviamente sempre in degustazione cieca, ha svolto il difficile compito di valutare le etichette in gara.
Olivicola di Canino Soc. Agricola Cooperativa a.r.l. - Canino DOP – Canino (VT)
• Il migliore tra gli oli partecipanti prodotto da giovane imprenditore:
Az. Agr. Etruscan Kantharos di Gelsomini Flavia – DOP Tuscia - Canino (VT)
• il migliore tra gli oli partecipanti prodotto da impresa femminile.
Az. Agr. Biologica Adria Misti – Le Camminate – Sabaudia (LT)
Il Concorso è stato promosso e realizzato dalla Camera di Commercio di Roma, attraverso Sviluppo e Territorio, Azienda Speciale per lo sviluppo e la crescita di Roma e della Regione Lazio, in collaborazione con la Regione Lazio, le associazioni di categoria di settore e le altre Camere di Commercio della regione, nonché con il supporto tecnico - scientifico di Agro Camera.
I vincitori sono stati selezionati attraverso specifiche sessioni di assaggio da una Commissione esaminatrice composta da degustatori professionisti individuati, tra l’altro, in base all’anzianità di iscrizione nell’Albo ufficiale degli assaggiatori ed all’esperienza specifica di sedute di assaggio degli oli regionali.
I lavori del panel si sono svolti nel Laboratorio Chimico Merceologico della Camera di Commercio di Roma.
Come sempre la Camera di Commercio di Roma, con il supporto tecnico delle Aziende Speciali Sviluppo e Territorio e Agro Camera, proseguirà il proprio impegno a supporto del prodotto locale in occasione di diverse iniziative anche successivamente al Concorso con un’attenzione particolare al mercato nazionale ed internazionale.
By Mika Takizawa
❖ FONTI E INFORMAZIONI
Ufficio Stampa Camera di Commercio di Roma:
tel. 06 6781178 - ufficiostampa@innovacamera.it
Segreteria Tecnica – Sviluppo e Territorio Azienda Speciale della CCIAA di Roma:
tel. 06 69797165 – sviluppo@sviluppoeterritorio.camcom.it
Agrocamera Azienda Speciale della CCIAA di Roma: tel. 06 69792401 -posta@agrocamera.com
Giunto alla III edizione il Concorso nazionale Turismo dell’Olio, iniziativa promossa dalle Città dell'Olio con il patrocinio del Ministero della Transizione Ecologica e la collaborazione di UNAPROL – Coldiretti e Associazione Italiana Turismo enogastromico, ha riconosciuto 21 esperienze legate al mondo dell’olio extravergine d’oliva finaliste tra le 105 in gara.
A seguito dell’entrata in vigore nel 2022 della legge sul turismo dell’olio e del crescente interesse per lo stile di vita salutare con la conseguente domanda verso esperienze sensoriali e turistiche più autentiche ed “ecosostenibili”, l’attenzione volta a valorizzare e riqualificare il patrimonio olivicolo – oleicolo e a renderlo una risorsa trainante nello sviluppo territoriale, si sta incrementando in maniera esponenziale.
Michele Sonnessa, Presidente delle Città dell’Olio racconta - “Il Concorso nazionale Turismo dell’Olio è l’unico in Italia a premiare le migliori esperienze di oleoturismo. Per il terzo anno consecutivo abbiamo raccolto l’adesione di tanti operatori entusiasti e la qualità delle proposte che ci sono arrivate è sempre più alta, segno questo che sta crescendo la consapevolezza dal potenziale rappresentato da un un’offerta enogastronomica ed esperienziale sempre più organizzata e rispondente a standard elevati. La formazione rappresenta la chiave di volta dei nostri investimenti sul futuro del turismo dell’olio. Vogliamo fare in modo che amministratori e operatori del settore turistico abbiano gli stessi strumenti di conoscenza dell’olio EVO per poter lavorare in modo sinergico alla valorizzazione di territorio e prodotto”.
Roberta Garibaldi, Presidente Associazione Italiana Turismo Enogastronomico e professoressa all’Università degli Studi di Bergamo commenta - “Per la giuria che ho l’onore di presiedere scegliere i finalisti è sempre una sfida. Abbiamo selezionato le migliori esperienze in gara puntando su qualità e innovazione delle proposte. I trend turistici ci confermano che cresce l’attenzione sul mondo dell’olio soprattutto se si lega la scoperta del prodotto alla scoperta dei luoghi di origine. Anche quest’anno abbiamo registrato l’adesione significativa di tanti frantoi e aziende olivicole, questo vuol dire che tra i piccoli produttori italiani di olio EVO si diffonde un senso di responsabilità rispetto al patrimonio di cui sono custodi e ambasciatori. Vogliamo trasformare la loro passione per l’olivo in racconto”.
Le novità di questa edizione sono rappresentate da un elevato entusiasmo dimostrato dalle aziende olivicole/frantoi e cooperative olivicole (57 esperienze su 105 in gara) e da un forte incremento di partecipazione della categoria delle strutture ricettive (20) e al terzo gradino del podio delle sei categorie in gara troviamo ristoranti/osterie/pizzerie.
I FINALISTI
Le esperienze sono differenziate in sette categorie.
Categoria “Aziende Olivicole/ Frantoi e Cooperative olivicole”:
• “Picnic in StarsBox tra gli ulivi storici maremmani” della Fattoria la Maliosa
• Olis Società Agricola srl di Capalbio (GR)
• “Eventi Musicali in Frantoio” presentata dal Frantoio Manestrini di Nicoletta Manestrini di Soiano del Lago (BS)
• “Evoil Class. Diventa assaggiatore amatoriale” della Fattoria Petrini di Monte San Vito (AN)
• “Le ceramiche del frantoio Muraglia” della Società Agricola di Savino Muraglia & C. di Andria (BT)
• “Oleificio Corrias...Un'esperienza da vivere!” proposta da Oleificio Giovanni Matteo Corrias di Riola Sardo (OR)
• “Favola Tour” dell’Azienda Agricola Oliva di Solarino (SR)
• “Come l'ulivo d'estate. Raccontare ai più piccoli” dell’Azienda agricola di Molfetta Pantaleo & c snc a Bisceglie (BT).
Categoria “Oleoteche”:
• “Evo tour col taccuino” di Oliocentrica di Latina (LT)
• “Degustazione sensoriale a lume di candela” dell’Azienda agricola “L'Evo di Eva “di Eva Collini di Torino
• “Extra Virgin Olive Oil Personal Shopper Experience” del Frantoio Pruneti di San Polo In Chianti (FI).
Categoria “Musei dedicati all’olio”:
• “L'arte dell'olivicoltura lauretana” della Fondazione dei Musei Civici di Loreto Aprutino (PE)
• “Evo tour” di Olivicoltori Sestresi s.c.a. di Sestri Levante (GE).
Categoria “Ristoranti/Osterie/Pizzerie”:
• “Galà dell'olio” del ristorante “Il Patriarca” di Emanuele Natalizio & Co. di Bitonto (BA)
• “Oli de Sardenya i pa de l’alguer” del ristorante “Movida” del ristorante La Mar di Alghero (SS)
• “L'evoluzione delle consistenze dell'olio” del ristorante “Il Frantoio” di Assisi (PG).
Categoria "Strutture Ricettive":
• “Olivum Experience” di Palazzo di Varignana a Castel San Pietro Terme (BO)
• “Scopri insieme a noi il mondo dell’olio EVO” della Sociale Azienda agricola Beata Pierangelo Agr. Le bolli di Radicondoli (SI)
• “3 oli 3 sapori” dell’Azienda agricola Donatella Cinelli Colombini di Trequanda (SSI).
Categoria “Agenzie di Viaggio/Tour Operator/Altri Enti”:
• “Olio Abruzzo e gli antichi Vestini. Weekend relax presentata da Abruzzo Live Experience di Pescara (PE)
• “La Sabina "sconosciuta" ti sorprenderà, affascinerà” proposta da Risbee Viaggi di Cinzia Renzi di Montelibretti (RM)
• “Trekk-Oil” dell’Associazione Sportiva Dilettantistica Il Valore di Montelongo (CB).
Al fine di accompagnare tale tendenza, comunicando l’importanza di operare con consapevolezza sui requisiti e gli standard minimi di qualità dei servizi offerti a coloro che intendono di intraprendere l’esercizio dell’attività oleoturistica e di dare un meritevole riconoscimento alle iniziative significative, anche questo anno il Concorso ha visto la giuria di esperti, presieduta dalla professoressa Roberta Garibaldi e composta da Michele Sonnessa Presidente ANCO, Roberto Di Vincenzo Presidente ISNART, Giorgio Mencaroni Presidente CCIAA Umbria, Nicola Di Noia Direttore UNAPROL, Antonio La Spina Presidente UNPLI, Paolo Morbidoni Presidente Fed. Ita. Strade del Vino e dei Sapori, Filippo Falugiani Presidente AIRO, Angelo Radica Presidente Città del Vino, Nicola D’Auria Presidente MTV, Patrizio Mario Mergè Vicepresidente Dimore Storiche italiane – Sez. Lazio, Enrica Montanucci Presidente MAAVI, Alberto Grimelli Direttore Teatro Naturale, Fabiola Pulieri Giornalista enogastronomica, Carlotta Salvini Wine specialist, Gabriele Sabatino TASTEVO – Olio influencer e Rem Malloy Italy4Real.
By Mika Takizawa
Fonti e approfondimenti >>>
Associazione nazionale Città dell'Olio - http://www.turismodellolio.com
La Scuola di Formazione “Città dell’Olio Master Camp”, un programma permanente di formazione rivolto ai 33 amministratori delle Città dell’Olio, che per questo anno 2023 prevede 3 cicli di corsi realizzati in collaborazione con l’Università degli Studi di Roma – Unitelma La Sapienza, Fondazione Evoo School e Center for Generative Communication dell’Università degli studi di Firenze.
Per coloro che continuano a sostenere la realizzazione dell’oleoturismo sostenibile in termini di tutela della cultura e della sostenibilità ambientale e di questioni socioeconomiche, rendendolo più accattivante, competitivo e altresì attento alle transizioni generazionali, è divenuto fondamentale ed imprescindibile affrontare le strategie del cosiddetto “marketing” territoriale in modo da creare un coinvolgimento sinergico tra enti pubblici, istituzioni e cittadini.
Sebbene un turismo oleoturistico italiano vanti una variopinta peculiarità di varietà di olivo e dei suoi habitat, molte comunità in possesso di potenzialità a vocazione oleoturistica, sembrano essere rimaste piuttosto indietro nella loro crescita, pur avendo a disposizione vari piani d’azioni analizzati e adottati nell’ottica di promuovere, insieme al territorio, un turismo che possa tutelare e diffondere la valenza del patrimonio olivicolo locale.
Michele Sonnessa, Presidente delle Città dell’Olio, dichiara - “Siamo particolarmente orgogliosi del progetto “Città dell’Olio Master Camp” perché rappresenta il fiore all’occhiello delle nostre attività di formazione. Per i nostri soci è una grande occasione di crescita in questi ultimi anni abbiamo puntato tanto sulla qualificazione delle competenze specifiche degli amministratori delle nostre Città dell’Olio per supportarli nella creazione di opportunità concrete per lo sviluppo dei territori, a partire dalla valorizzazione delle eccellenze agroalimentari come l’olio EVO. Crediamo che l’acquisizione di strumenti operativi sia utile a dare nuovo impulso a tante progettualità legate all’agricoltura sociale e all’oleoturismo”.
L’implementazione di questo ciclo formativo che rientra nell’ambito del progetto Marchio Città dell’Olio ha visto collaborazioni importanti da parte di produttori e gestori di aziende agrituristiche, associazioni che si occupano del reinserimento di soggetti fragili, amministrazioni ed enti locali ed è infatti, uno strumento indispensabile per la costruzione e/o il rafforzamento delle Comunità dell’olio e per la comunicazione dei valori dell’olio alla cittadinanza.
Per quanto riguarda il calendario il primo corso del suo genere è approdato, lo scorso 10 febbraio, nell’aula dell’Università degli Studi di Roma Unitelma La Sapienza.
Il percorso formativo che ha l’obiettivo di arricchire conoscenze e competenze per la valorizzazione e la gestione dei sistemi locali, è articolato nei seguenti temi:
• strumenti e procedure dell’amministrazione pubblica;
• modelli e meccanismi di marketing territoriale;
• modelli di valorizzazione dei patrimoni culturali agro-alimentari
• modelli di gestione dell’economia circolare, bioeconomia e finanza ambientale
Ogni ciclo formativo include 4 lezioni online per un totale di 12 ore più 18 ore di studio individuale.
Nei prossimi mesi, sarà in programma il secondo ciclo di studi realizzato grazie al Protocollo d’Intesa firmato con UNAPROL che prevede un percorso di formazione per assaggiatori in modalità mista on-line e in presenza a Roma, dove si terranno le prove selettive.
Entro la fine dell’anno si terrà infine, il corso a cura del Center for Generative Communication – Università degli studi di Firenze focalizzato sul tema dell’agricoltura sociale. In questo terzo ciclo saranno proposte una serie di attività di ricerca e di comunicazione applicate alla sperimentazione di progetti di agricoltura sociale sugli oliveti delle Città dell’Olio.
by Mika Takizawa
Fonti e Informazioni:
Associazione nazionale Città dell'Olio
C/o Villa Parigini - Strada di Basciano, 22 – 53035 Monteriggioni (Si)
Tel. 0577 329109 – Fax 0577 326042
Per contatti stampa e web: Natascia Maesi – 335 1979414 - natascia.maesi@gmail.com
Tavolo di coordinamento e piano di sviluppo in 3 anni
Al via la prima rete delle località meno note e delle aree interne
In programma il calendario ufficiale degli eventi turistici dei piccoli comuni
Piccole Comunità: da luoghi meno noti ad aree di pregio e interconnessione.
16 febbraio ’23 - l’ENIT (L’Ente Nazionale del Turismo) e l’UNPLI (Unione Nazionale Pro Loco d’Italia) hanno approvato un protocollo che prevede tre anni di impegno nell’implementazione di un modello di sviluppo integrato delle comunità considerate minori e delle realtà locali.
Il protocollo sottoscritto ha l’obiettivo comune di riqualificare e consolidare una rete territoriale turistica omogenea. affinché le piccole realtà possano accedere allo sviluppo di un’Italia turistica a velocità uniforme, mettendo, nel contempo, in risalto la peculiarità, la valenza e l’identità di ogni località coinvolta nel progetto.
Le 26 sedi nel mondo Enit, rinforzate dalla rete capillare su tutto il territorio nazionale di oltre 6200 associazioni Proloco, costituiscono un solido punto di riferimento insieme alle associazioni iscritte all’ Unpli, che vanta un totale di circa 600mila soci e 300mila volontari fin dal lontano 1962.
Un impegno condiviso, sulla base dell’articolazione territoriale come modello di sviluppo, che sarà dedicato alla promozione dei territori nella rete, facendo da traino per la scoperta e la tutela degli usi e costumi tradizionali al fine inoltre, di migliorare la qualità della vita di chi vi abita e di valorizzare i prodotti locali e le bellezze di ogni luogo.
Ivana Jelinic, Ceo Enit, dichiara - “Il processo di rilancio dei territori delle aree interne e meno conosciute passa dal sostegno all'occupazione e allo sviluppo delle piccole imprese turistiche ma anche e soprattutto attraverso la creazione di un’offerta turistica basata su esperienze personalizzabili. L'accordo sottoscritto consentirà di favorire la rinascita dei territori marginali promuovendo attività di supporto tecnico, innovativo e di transizione ecologica e digitale per il coinvolgimento di tutte le singole identità italiane. Si apre quindi una cabina di regia ufficiale in Italia per lo sviluppo delle aree interne. Con questo accordo si inaugura un modello illuminante che coinvolge tutte le regioni".
Sandro Pappalardo, consigliere cda Enit e rappresentante della Conferenza Stato-Regioni, commenta - “Il protocollo è un primo passo verso una strategia condivisa di valorizzazione di zone cruciali per lo sviluppo territoriale. Un segnale importante perché sviluppo economico significa anche sviluppo sociale di un territorio. Le aree interne sono prospettiva di crescita in una rinnovata centralità regionale: è importante quindi realizzare un piano di sviluppo capace di valorizzare le numerose iniziative in atto pianificando interventi complementari e tenendo conto delle varie disponibilità di aree ad ospitare investimenti”.
Antonino La Spina, presidente dell'Unpli Aps, enuncia che “Le azioni previste dal protocollo amplificheranno il ruolo dell’attività quotidianamente svolta dalle Pro Loco che operano nell’ambito dell’accoglienza turistica, della promozione dei territori, della salvaguardia del patrimonio culturale immateriale e dell’animazione territoriale: una complessiva attività di promozione che rappresenta oltre 110mila eventi annui. Il valore dell’animazione territoriale, inoltre, potrà diventare volano anche per l’offerta turistica internazionale in tema di turismo esperienziale. Siamo entusiasti, pertanto, dell’intesa raggiunta con Enit per l’avvio di un percorso congiunto di promozione delle piccole comunità e delle aree interne” .
by Mika Takizawa
Risorse e Informazioni:
Francesca Cicatelli resp uff stampa Enit – 392 9225216 – francesca.cicatelli@enit.it
Ludovico Licciardiello resp uff stampa Unpli - 334 6109534 – ufficiostampa@unpli.info
Durante le vacanze d’estate, guardando dalla spiaggia o percorrendo le strade ai piedi delle maestose catene montuose solcate da valli degradanti verso il Mar Tirreno, non vi eravate mai incuriositi di scoprire i borghi posti tra le colline e le montagne del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni*?
La seconda fase del progetto Cilento Travel Experience, finanziato dai fondi regionali POC Campania 2014/2020, articolata in 9 tappe sul tema “i viaggi del viandante e del gusto”, si è svolta con il Comune di Capaccio Paestum a capofila, partenariato da altri 8 comuni uniti nella rete Unione dei Comuni Paestum Alto Cilento: Agropoli, Giungano, Laureana Cilento, Rutino, Ogliastro Cilento, Perdifumo, Prignano Cilento e Torchiara.
A seguito dei miei viaggi negli anni passati in diversi luoghi nel Cilento all’insegna dell’enogastronomia, soprattutto con l’inclinazione allo stile di vita ispirato dalla Dieta Mediterranea e dall’Oleoturismo, pensavo che avessi già visto molte località.
Esplorare, tuttavia, i percorsi naturalistici, culturali, folkloristici ed enogastronomici elaborati e guidati dal progetto Cilento Travel Experience con il supporto dei conoscitori di ogni luogo e di coloro che si impegnano in prima linea nella trasmissione dell’autenticità delle culture che variano di borgo in borgo ed anche con l’ottica di sostenere il tessuto produttivo del comparto agricolo e turistico, mi ha fatto scoprire, ancora una volta in questo territorio, un forte entusiasmo verso l’accoglienza turistica di peculiare qualità durante tutto l’anno con l’implementazione della rete sempre più solida e fruibile.
Nonostante le avverse condizioni metrologiche degli ultimi mesi, ciascuna delle 9 tappe ha coinvolto, impiegando un’efficiente comunicazione innovativa e online, partecipanti di tutte le età, sia gli abitanti del luogo che gli amanti del turismo lento giunti per l’occasione da altre regioni, svelando una grande ricchezza storica, culturale e naturalistica compresa quella nascosta, nonché i segreti delle artigianalità manufatturiere e agroalimentare locali tramandate ed evolute grazie alla saggezza e la tenacia delle persone in ogni epoca.
In tutte le tappe, a dare il benvenuto che ci ha portati indietro nel tempo e ci ha fatto sentire, sin da subito, come un’abitante temporaneo ed è stata la simpatica e abile "giullarata" della compagnia “Animazione 90”, che ha impreziosito il finale di ogni percorso, rappresentando uno scorcio d’identità linguistica e culturale dell’Alto Cilento attraverso antichi racconti in forma spettacolarizzata.
Il progetto Cilento Travel Experience 2022 si concluderà con un emozionante concerto di Natale che si terrà lunedì 19 dicembre alle ore 19.30 presso la Chiesa di San Vito a Capaccio Paestum.
Per conoscerne di più vi invito a visitare il link: Cilento Travel Experience !
*Il Parco è stato istituito nel 1991 e dal 1998 è “Patrimonio Mondiale dell’Umanità” – UNESCO, con i siti archeologici di Paestum, Velia e la Certosa di Padula, dal 1997 è Riserva della biosfera e dal 2010 è il primo parco italiano a essere dichiarato come Geoparco.
Il 29 novembre a Roma, nella prestigiosa cornice della Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, abbiamo assistito alla presentazione del libro Oleoturismo - Opportunità per imprese e territori (Agra Editrice) con la presenza degli autori Dario Stefàno, padre della norma sull'oleoturismo*, e Fabiola Pulieri, giornalista, che hanno dialogato con Massimiliano Ossini, conduttore Rai, e con un rilevante intervento di Roberta Garibaldi, autrice del Rapporto sul turismo enogastronomico italiano.
*Il decreto del Mipaaf è entrato in vigore il 15 febbraio 2022, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 37 del 14 febbraio 2022, che specifica le “Linee guida e indirizzi in merito ai requisiti e agli standard minimi di qualità per l'esercizio dell'attività oleoturistica"
In seguito alla legge nazionale sull’oleoturismo e al recepimento da parte delle Regioni (ma ad oggi solo 5 di esse hanno provveduto e precisamente: Liguria, Veneto, Toscana, Umbria, Puglia), ci sarà la possibilità di aprire le porte di aziende olivicole e frantoi ai consumatori, realizzando attività di valorizzazione e promozione come degustazioni di olio e prodotti tipici, iniziative di animazione e svago tra gli ulivi, visita ai frantoi durante la molitura delle olive.
“L’olio – racconta Dario Stefàno – così come il vino, esercita un appeal incredibile nei confronti dei turisti enogastronomici e i numeri confermano le potenzialità di un Paese come l’Italia che in tema di olio è tra i leader mondiali. L'oleoturismo mette a valore una tradizione che in Italia, insieme al vino, vanta un patrimonio inestimabile di autoctone, varietà e territori, integrando perfettamente quel tipo di offerta turistica esperienziale sempre più rispondente alle esigenze di turisti e viaggiatori che vogliono scoprire gli angoli più autentici del nostro Paese. L'oleoturismo può diventare una sorta di “secondo raccolto" per gli olivicoltori, integrando dunque il settore primario con il terziario. È questa la dimensione e la sfida a cui l'agricoltura moderna ci chiama”.
Fabiola Pulieri evidenzia: “L’oleoturismo è l’occasione per riscoprire la cultura millenaria e la storia che si cela nei patriarchi, piante di migliaia di anni, perderci nei cunicoli sotterranei degli antichi Frantoi Ipogei in Puglia o apprezzare l’olio direttamente in una degustazione nei luoghi di produzione. La legge sull’oleoturismo rappresenta una grande opportunità per i produttori, ma occorre nei territori ‘fare rete‘ per superare la difficolta delle limitate dimensioni aziendali che caratterizzano il settore”.
Cosa cambierà allora e quali saranno le opportunità e le sfide dall’entrata in vigore del decreto sul turismo dell’olio?
Il libro, come punto di avvio per mettere in pratica l’applicazione effettiva e efficiente delle norme, di facile consultazione, che spazia da una formula FAQ sulla legge in questione, passando attraverso diversi capitoli dedicati alle strategie di marketing, di comunicazione (in particolare il sistema informatico-digitale e cartellonistico) e di accoglienza in azienda e alle sfide per l’implementazione di reti operative nel territorio interessato e infrastrutturale indispensabile nelle aree interne e nelle zone di non facili accessibilità. Gli ultimi capitoli, presentano, invece, di una “mappa” utile (un elenco indicativo), mettendo in luce le testimonianze delle realtà oleoturistiche di successo e diverse iniziative e concorsi nel panorama oleicolo-oleario dei principali paesi produttori dell’olio di oliva.
Dario Stefàno ha sottolineato l’importanza nel progettare e offrire l’autenticità delle esperienze che rispecchino l’identità colturale e culturale del territorio olivicolo in cui si svolge questa forma di turismo, mettendo in evidenza la priorità maggiore per la formazione delle generazioni futuri, soprattutto, nell’ambito scolastico professionale (ad es. istituti alberghieri, facoltà agrarie) e all’interno dell’azienda (professionalità “garantita e/o certificata” di addetti allo svolgimento delle attività oleoturistiche e promozionali e all’ottemperanza dei requisiti generali, anche di carattere igienico-sanitario e di sicurezza).
Inoltre, ha affermato che gli operatori, le aziende produttrici e i visitatori interessati al turismo enogastronomico, tra l’altro al turismo dell’olio, si sono negli ultimi anni moltiplicati e sarà eminente predisporre una cabina di commando al fine di monitorare e verificare il processo di attuazione dei diversi fattori operativi e gestionali e di analizzare il suo riadattamento migliorativo.
Fabiola Pulieri ha precisato che la degustazione del prodotto stesso, altresì dalla tenera età, e la conoscenza dell’aspetto imprescindibile del benessere apportato dall’olio extra vergine di oliva, giocano il rilevante ruolo di poter fare avvicinare i consumatori al mondo dell’olio di oliva e stimolare le loro curiosità nel visitare il suo luogo di origine.
Mi preme, infine, riportare le tematiche ambientali e quelle dello sviluppo del turismo sostenibile e accessibile che riguardano uno straordinario e delicato ecosistema naturale nelle aree interne e nelle zone di non facili accessibilità, dove si trovano sovente territori olivicoli di indiscutibile valore storico-culturale e varietale.
La tendenza attuale del turismo enogastronomico, come si legge altresì nel recente report in occasione del Global Forum in Arabia della Dott.ssa Roberta Garibaldi, è caratterizzata da una rilevante preferenza delle destinazioni dei viaggiatori verso le aree rurali, operatori turistici ed aziende socialmente e ambientalmente responsabili.
D’altro canto, una forte presenza, sempre in crescita del segmento FIT (Free Independent Traveller), dotato della capacità di scegliere in autonomia soluzioni di viaggio sostenibili, esperienziali ed in chiave wellness, desideroso della facilità di accesso ai luoghi così detti “marginali”, mette in discussione un intervento sostanziale sull’ottimizzazione dei servizi, per esempio, su gomma a basso impatto ambientale, di adduzione alla ferrovia o ai voli aerei, integrato dalla razionalizzazione del TPL mediante il ricorso a servizi più flessibili.
Tale piano di riqualificazione del sistema infrastrutturale e di mobilità da/a aree interne a elevata vocazione oleoturistica, se gestito “qualitativamente” da parte degli enti pubblici, potrebbe fungere da forza motrice per lo sviluppo turistico di zone meno esplorate.
La sensibilità collettiva nel corso della progettazione del turismo, volta alla salvaguardia e alla fruizione consapevoli delle sue peculiari risorse naturali, materiali e immateriali, già presenti sul territorio, ci permetterà di armonizzare alcune esigenze specifiche che riguardano il diritto alla mobilità di diverse categorie di persone, come le persone con disabilità o mobilità ridotta, gli studenti, gli abitanti delle zone periferiche e, tra queste, i turisti.
Il primo testo dedicato al turismo dell’olio si apre il suo sipario con la prefazione di Federico Quaranta: …Dare possibilità all’ulivo e ai suoi agricoltori, è offrire al mondo il tempo giusto, perché i canoni che richiede l’olio sono quelli corretti, in armonia, basati sul concetto del rispetto, dell’equilibrio e della ritmica. Il turismo rurale, quello legato all’olio in particolare, offre anche e soprattutto questo, la possibilità di comprensione e riconciliazione tra uomo e creato.…
E gli autori invitano i lettori, in conclusione: …e allora buona fortuna a chi inizia e a chi ha deciso di impegnarsi, e già lo fa, nel turismo dell’olio, nuova frontiera di opportunità e di investimento futuro perché “un obiettivo non è nient’altro che un sogno con un progetto e una scadenza” (Harvey B. Mackey)
By Mika Takizawa
TIBERIS TRAVEL EXPERIENCE 2022
Il turismo in Sabina riparte da qui!
Nel weekend dall’11 al 13 novembre, Tiberis Travel Experience 2022, la prima edizione all’insegna del turismo esperienziale, sostenibile e inclusivo, avrà luogo presso il Polo Fieristico di Osteria Nuova a Frasso Sabino.
Intorno al patrimonio naturalistico, culturale ed enogastronomico, nel leggendario scenario della Valle del Tevere, nel territorio della Sabina, che è oggi divenuto un polo turistico storico situato tra il Lazio, l’Abruzzo e l’Umbria, e va rivalutato come parte integrante dell’identità di questa terra, l’attenzione sarà particolarmente rivolta alla formazione e alla condivisione delle conoscenze professionali al fine di promuovere il turismo per tutti nel rispetto della diversità e biodiversità.
Tiberis Travel Experience, organizzata dall’associazione Inforidea, è realizzato con il contributo della Regione Lazio, il sostegno di numerosi comuni della Sabina tra i quali: il Comune di Frasso Sabino, la pro loco, il Comune di Fara Sabina e il Comune di Torrita Tiberina, nonché partner di rilievo Slow Food Sabina, Fiptes e FederTrek.
Il progetto di Inforidea ha inoltre, l’obiettivo di sostenere, attraverso incontri, formazioni e consulenza, la figura della guida turistica e degli operatori del settore turistico che in questi ultimi anni hanno subito difficoltà nell’attività e che coprono un ruolo importante nella trasmissione della sensibilità costruita da parte della comunità in cui opera, nei confronti di ogni visitatore e dello stesso territorio.
Venerdì 11, il giorno inaugurale dell’evento si aprirà con il convegno Forum Turismo Identitario Esperienziale sulla Sabina e Valle del Tevere, seguito nel pomeriggio e nelle giornate di sabato 12 e domenica 13, da varie attività dedicate agli operatori del settore che spaziano dalle visite guidate, in chiave di turismo esperienziale presso siti storici e aziende delle eccellenze enogastronomiche, a una ampia proposta quali, laboratori, tra cui Workshop Turismo, Salute, Benessere e Disabilità, trekking, escursioni nella natura.
Cristina Mura, l’ideatrice del progetto, racconta, “Grazie alla capacità di fare rete tra i soggetti proponenti e alla collaborazione delle Guide turistiche locali affiancate da figure del trekking, dello sport, del coaching, dell'enogastronomia, si è potuto sviluppare una serie di nuove attività e laboratori in tema di turismo esperienziale, interagendo con associazioni locali, strutture ricettive, ristoratori, artigiani del territorio che saranno sensibilizzati nel supportare forme di turismo locale sostenibile e di qualità, spaziando dal settore artigianale, manifatturiero, enogastronomico, alberghiero, outdoor, sportivo. Il progetto mira prevalentemente a far scoprire e valorizzare le risorse del territorio, le sue tradizioni e, in generale, accrescere la vivacità culturale a beneficio anche della popolazione residente”.
Si potrà, quindi, scoprire con propri sensi disponibili alcuni processi di produzione alimentare evoluti nel corso di storia millenaria e i cicli vitali dell’ambiente che li circonda insieme ai suoi detentori di sapori e saperi.
Sarà, inoltre, l’occasione per riconoscere la professionalità delle guide turistiche e delle guide ambientali, supportate da diverse forme di collaborazioni pubbliche e private coinvolte nel progetto, che renderanno varie iniziative articolate in tre giornate modello di un turismo sostenibile a livello socio-culturale.
Scoprire la Sabina e la sua storia
La Sabina, caratterizzata dalle suggestive colline ricoperte dagli ulivi millenari, dai vigneti e dai borghi medievali, un territorio che abbraccia Lazio, Abruzzo e Umbria, delimitato dal fiume Tevere a sud-ovest, dal fiume Nera a nord-ovest, ha storicamente rappresentato da sempre un territorio di grande valenza naturalistica, culturale ed enogastronomica.
I primi abitanti furono gli Aborigeni, indicati come la più antica popolazione dell’Italia Centrale. Successivamente i Sabini, antico popolo italico, vi fondarono diverse città. Tra le varie vicissitudini storiche ricordiamo “il ratto delle Sabine”. Quest’evento che si perde nella notte dei tempi vede Romolo, leggendaria figura a cui si attribuisce la fondazione di Roma, rapire le donne della Sabina per i suoi uomini. Ne nacque una feroce guerra che fu fermata dalle donne stesse che si contrapposero tra le due fazioni. Da quel momento i Sabini ebbero strette relazioni con i romani fino addirittura ad insediarsi, con il loro re Tito Tazio, sul colle del Quirinale e condividere il potere sulla città insieme a Romolo.
Si ringraziano per la preziosa collaborazione:
Referente Slow Food Sabina: Andrea Cortese
Comune di Frasso Sabino: il Sindaco Quirino Bonaventura, il Vicesindaco Matteo Ippoliti
La Proloco di Frasso Sabino: Francesco e Gianluca Statuti
Comune di Torrita Tiberina: Il Sindaco Rita Colafigli
Comune di Fara in Sabina: Il Sindaco Roberta Cuneo
Il Comune di Monteleone: Davide Giuliangeli e il Sindaco Fabrizio Crescenzi
La Proloco di Monteleone: Mario e Adriano
Il Museo Civico archeologico di Monteleone: la Direttrice Francesca Lezzi
Riserva Naturale Regionale Nazzano, Tevere - Farfa: Direttore Dario Esposito
Abbazia di Farfa: Padre Priore Don Eugenio Gargiulo
Il Museo Dell'Olio della Sabina: Dott. Gregorio Maria Mattei
Responsabile del FAI Sabina: Dott.ssa Paola Massardi
Direttrice didattica dell'Istituto Alberghiero Costaggini di Rieti: Alessandra Onofri
Lo scrittore: Dott. Aldo Masciangelo
L’Antropologo e moderatore: Dott. Roberto Libera
Le Botteghe Artigiane del Borgo di Farfa, di Toffia e di Fara in Sabina: Laboratorio Tessile di Gustavo Scipioni; Laboratorio di Ceramica Studio d'Artista; Laboratori di Gioielli in bronzo di David Maresci; Laboratori del Legno Museo di Maria Petrucci; Laboratorio del Pane Antico Forno di Angelo Mazzocchi; Sig. Antonio Sciamanna; La Bottega di Nonna Rosa; Il Frantoio Capo Farfa; Azienda agricola Farfarina; Birrificio Artigianale Sabino; Agenzia di Promozione Turistica PromoNu di Nicola Ucci; Rifugio Roma RRTREK di Davide Ciferri; Cantina "Le Macchie" di Antonio Di Carlo.
Tiberis Travel Experience by Inforidea Idee in movimento APS
Info e prenotazioni: inforideaescursioni@gmail.com
www.inforideeinmovimento.org
392 6875973 – 3332734945
Festa dell'Olio Novo a Trequanda
21 - 23 ottobre 2022
Trequanda piccolo Comune in Provincia di Siena, nel 2018 riceve dal Mipaaf il riconoscimento di Paesaggio rurale storico, tra i primissimi in Italia, il primo della Toscana.
Incastonato tra la Valdichiana e le Creti Senesi, come una perla, rimane intatto l'antico borgo di Trequanda, piccolo centro misteroso e di grande valore, si trova in posizione tranquilla, il paesaggio è dominato dalle vigne e dagli olivi, gli abitanti si chiamano trequandini.
“Un esempio di tipico paesaggio di origine mezzadrile, con un mosaico policolturale complesso costituito da oliveti, vigne, seminativi nudi o arborati e boschi a dominanza di querce, arricchito dalla presenza di terrazzamenti in pietra a secco che sostengono gli oliveti sulle pendici più acclivi”
Ambiente, storia e tradizioni si intrecciano in un elemento unico che è il paesaggio modellato e custodito dal lavoro dell’uomo. l’umanità è l’altro elemento fondamentale.
In questo magnifico contesto l’Olivo e l’Olio hanno avuto un ruolo di primaria importanza. Da sempre si svolgono importanti festeggiamenti dedicati all'olio novo di podere ai quali si unisce la consegna del premio “Oliva d’Oro” alle migliori produzioni dei produttori locali; Stand dei produttori di olio, Convegni e degustazioni di Olio nuovo, stand gastronomici di prodotti tipici locali e molto altro.
La Festa dell’Olio Novo di Trequanda, tradizionalmente, è la prima manifestazione di tutta la Regione Toscana e, apre il sipario a tutte gli altri eventi del territorio dedicati alla nuova produzione di Olio extravergine di oliva toscano.
L’Olio di Trequanda è così descritto: fruttato verde, delicato, ma di carattere, al palato presenta sentori di erba, carciofo e mandorla, poco amaro e piccante, molto armonico.
Numerosi sono anche gli itinerari trekking che da Trequanda attraverso gli Olivi passa per i vari piccoli centri del territorio.
Curiosità - Il Personaggio dell’Olio
“Franco Bardi, l’uomo degli olivi. Nella collina di fronte a Petroio, frazione del Comune di Trequanda, ha creato, dal nulla, un regno fatto di alberi curati e coccolati uno a uno, immersi in un prato all’inglese “perché le erbacce incidono negativamente sulle piante”. Attenzione maniacale, cura dei dettagli e persino un frantoio tecnologico chiudono il ciclo di produzione dentro la sua azienda, la Carraia, per un’esperienza unica e una qualità incredibile: nessun trasporto o perdite di tempo dalla coltura, la certezza di non mescolare le proprie olive con quelle di altri. Dunque, una qualità garantita. Queste scelte partono da lontano. Franco lavorava nel tessile a Prato, come capofabbrica. Poi la crisi e la scelta di tornare in campagna, nei suoi luoghi di origine, per fare un olio straordinario, al punto che Gérard Depardieu e tanti altri vip, ormai, sono di casa. La sua famiglia, grazie a questa produzione straordinaria si confronta con il resto del mondo, a partire da suo nipote Andrea. Sarà lui a trasmettere il proprio entusiasmo, e quello di tre generazioni di olivicoltori, rendendosi disponibile per visite guidate.”
Visita all’oliveto e al frantoio dell’azienda, degustazioni.
Gab C
Info e fonti
valdichianaliving
ViviTrequanda
e-borghi
trequandaliving
programma completo - il programma è pubblicato anche su www.comune.trequanda.si.it
In Umbria si celebra la 25° EDIZIONE di “FRANTOI APERTI IN UMBRIA”
evento simbolo dell’oleoturismo in Italia
Dal 29 ottobre al 27 novembre 2022 si rinnova la proposta di cinque fine settimana di esperienze immersive nel mondo rurale e dell’olio extravergine di oliva umbro
In Umbria si svolgerà la 25° edizione di Frantoi Aperti, evento atteso e divenuto una delle ricorrenze sempre più coinvolgenti, con il focus sull’oleoturismo nazionale, che dal 29 ottobre al 27 novembre 2022 celebrerà per cinque fine settimana, l’arrivo del nuovo olio extravergine di oliva (olio e.v.o.) nel periodo della raccolta e frangitura delle olive.
Quando si pensa a un percorso della nostra vita negli ultimi “25 anni”, si tende a ripercorrere numerosi ricordi a 360 gradi, alcuni dei quali si sono fermati o evoluti nel tempo e alcuni si sono fatte rivoluzioni.
Nel lontano del 1997, il primo evento pionieristico pensato a ospitare visitatori “esterni” in maniera più articolata e coadiuvata dall’ospitalità più organizzata all’interno dei frantoi, negli uliveti e nelle piazzette, era indubbiamente una perspettiva all’”avanguardia”.
Nell’epoca in cui la campagna olearia si protraeva a lungo, un luogo come il frantoio in cui si respirava un momento allegro di uno dei riti del calendario agricolo, piuttosto riservato alle persone del posto è emerso quel “frumento delle intuizioni” di alcuni visionari in Umbria.
Fu il cosiddetto possibile modello futuro del marketing del turismo territoriale legato alla cultura dell’olio di oliva, coniugando la valorizzazione dei paesaggi storici coltivati a olivo, quel patrimonio che ha origini antiche, già nell’epoca degli etruschi prima e dei romani poi, selezionato e tutelato dall’ambiente e dall’uomo.
Inoltre, nello stesso anno 1997 tutto il territorio della regione Umbria veniva riconosciuto con il marchio DOP, supportato dalla lungimiranza di suddividerla in 5 sottozone in relazione a peculiarità geografica, al microclima, al pedoclima e alle diversificazioni varietali: Colli di Assisi-Spoleto, Colli Martani, Colli Amerini, Colli del Trasimeno e Colli Orvietani.
NOVITÀ DI QUESTA EDIZIONE:
• Gli appuntamenti in E-Bike tra gli ulivi che, grazie alla partnership con YouMobility Bike, marketplace della mobilità sostenibile ed alla collaborazione con FIAB Umbria e FIAB Foligno. Gli appassionati delle due ruote potranno percorrere lungo i sentieri nei Colli le cinque zone Dop Umbria, tra cui la Fascia Olivata Assisi – Spoleto, con soste e degustazioni nei frantoi in lavorazione.
• Ogni domenica di Frantoi Aperti, si può partecipare al “Brunch Tour con musica in luoghi speciali dell’Umbria”, scoprendo siti unici dell’Umbria minore spesso non accessibili, degustando i prodotti del territorio in abbinamento all’olio e.v.o. appena franto, accompagnati da momenti musicali.
• “Olio a fumetti e DJ Set – LIVE drawing nei frantoi” che, grazie all’innovativa collaborazione tra le realtà più creative della produzione olearia e l’industria del fumetto, trasformerà i frantoi in laboratori culturali tenuti da artisti del fumetto che, durante i fine settimana di Frantoi Aperti, si esibiranno in un “live drawing” (disegno dal vivo) che sarà accompagnato da DJ set e aperitivo con assaggi di olio appena franto.
• "Olio a fumetti for KIDS"* laboratori di segno e disegno, rivolti ai bambini sull’arte del fumetto, con al termine merende con pane e olio appena franto. (*Consultare il programma sul sito sott’indicato >> Questa attività verrà sperimentata solo in alcuni dei frantoi partecipanti)
ALTRE ESPERIENZE PROPOSTE IN NATURA:
• #CHIAVEUMBRA | IN NATURA e “Musica tra gli Olivi - Suoni degli ulivi secolari”: Sperimentazioni artistiche nel Paesaggio Olivato”, storico spin off di Frantoi Aperti sul linguaggio dell’arte contemporanea, organizzato da Palazzo Lucarini Contemporary, offrirà chiavi di accesso inedite e sperimentali sul territorio umbro, la natura e il rapporto uomo-ambiente. Il filtro dell’arte contemporanea che accompagna ormai da 9 anni Frantoi Aperti, anche questo anno andrà a radicarsi sempre più nel paesaggio olivato, in particolare lungo i percorsi di trekking dove gli artisti incontreranno il pubblico presentando azioni artistiche o interventi visivi in natura.
• “Musica tra gli Olivi - Suoni degli ulivi secolari”, la mini rassegna musicale pensata per esaltare il dialogo tra la musica e gli ulivi, proporrà concerti in luoghi evocativi del paesaggio olivicolo umbro ed in prossimità degli ulivi secolari più rappresentativi della regione, veri e propri monumenti naturali.
• Le iniziative artistico - culturali saranno “collegate” e fruibili grazie a passeggiate guidate a piedi, che collegheranno gli oliveti ai borghi ed alle città d’arte ad alta vocazione olivicola, dove si terranno feste di celebrazione della raccolta e frangitura delle olive, con esposizioni di artigiani, di oli di oliva di qualità e di altri prodotti enogastronomici locali, concerti e spettacoli musicali, visite guidate dei centri storici e dei musei tematici, assaggi di pane e olio di oliva nelle piazze, aperture straordinarie di castelli e palazzi e tante iniziative immaginate per coinvolgere i più piccoli.
COOKING SHOW ITINERANTI
• Nei 5 fine settimana di Frantoi Aperti in Umbria alcuni degli chef del circuito “Umbrian #EVOOAmbassador - Testimoni di oli unici” - la rete creata dalla Strada dell’olio e.v.o. Dop Umbria che seleziona i migliori ristoranti ed enoteche umbri attenti e appassionati alla valorizzazione di oli e.v.o. umbri di alta qualità - saranno protagonisti di una serie di cooking show itineranti e proporranno nei loro ristoranti menù di terra e di lago in abbinamento con gli oli e.v.o. di qualità dei produttori aderenti a Frantoi Aperti 2022.
Sono passati 24 inverni dal 1997 ed è stata raggiunta la 25° campagna olearia con la celebrazione di Frantoi Aperti Umbria 2022 che in cinque fine settimana i visitatori potranno connettersi all’universo della cultura dell’olio di oliva umbra tra un centinaio di “eventi diffusi” e sfaccettati in programma nei diversi borghi, ispirati dall’innovazione con particolare attenzione alla sostenibilità ambientale, energetica e culturale.
Frantoi Aperti 2022 è un evento che fa parte del progetto “Esperienze lungo le Strade dell’Olio Dop Umbria” – PSR per l’Umbria 2014-2020 - Misura 16.3.3., organizzato dall’Associazione Strada dell’olio e.v.o. Dop Umbria, con il patrocinio di ENIT – Agenzia nazionale del Turismo, MIPAAF, Ministero del Turismo, Sviluppumbria; in collaborazione con la Regione Umbria, l’Università degli Studi di Perugia e con tutti gli attori del comparto olivicolo umbro.
Mika T.
Per maggiori informazioni su Frantoi Aperti:
info@stradaoliodopumbria.it - www.frantoiaperti.net
Segui l’evento su
Facebook: @frantoiaperti
IG: #frantoiaperti2022 @Stradaoliodopumbria
Fonti e informazioni:
Ufficio Stampa ADD Comunicazione
Michela Federici – Giornalista - press.addcomunicazione@gmail.com - www.addcomunicazione.it
Paolo Barosso – Giornalista – paolo.barosso@gmail.com
Premio nazionale “Extra Cuoca” – Il talento delle donne per l’olio extra vergine di oliva”
28 le cuoche professioniste in finale che per le loro ricette in gara hanno usato
gli oli e.v.o. finalisti dell’Ercole OLivario 2022
Lunedì 24 ottobre presso l’Università dei Sapori di Perugia, si aprirà il sipario del torneo, la “sfida ai fornelli”, della II edizione di “Extra Cuoca 2022, preparando in diretta le ricette proposte, in presenza della giuria nazionale.
Il concorso nazionale dedicato alle cuoche professioniste, promosso dal Comitato di Coordinamento del Premio Ercole Olivario e dall’Associazione Nazionale Donne dell’Olio, con la collaborazione di Lady Chef (Dipartimento femminile della FIC - Federazione Italiana Cuochi).
Il primo Concorso nel suo genere, giunto alla sua seconda edizione, ha l’obiettivo di mettere in rilievo le competenze e il talento creativo delle cuoche professioniste.
L’iniziativa è rivolta alle cuoche che operano o abbiano operato per almeno tre anni in “strutture ristorative” in Italia o come chef a domicilio, impegnandole nell’elaborazione di ricette preparate utilizzando uno degli oli finalisti alla XXX edizione del Premio Nazionale Ercole Olivario, prodotto nell’ambito territoriale in cui la cuoca svolge la sua attività professionale o, in alternativa, nel suo territorio d’origine.
Le professioniste della ristorazione hanno affrontato con le loro ricette le quattro categorie in gara previste dal regolamento 2022: Antipasti e altre preparazioni (finger food, contorni, torte salate, tramezzini, cocktail), Primi Piatti, Secondi Piatti e Dolci.
Gli elaborati sono stati sottoposti al vaglio di una Giuria di esperti multidisciplinare - che ha esaminato le ricette assegnando un punteggio basato sulla valutazione di una serie di parametri:
• l’attenzione prestata al profilo sensoriale dell’olio e.v.o. del territorio prescelto;
• la valorizzazione dei prodotti locali;
• la cura nella scelta degli ingredienti utilizzati;
• l’aspetto estetico, desumibile dalla foto del piatto;
• la salubrità e il profilo nutrizionale della ricetta;
• l’originalità, la capacità di innovare e il valore intrinseco espresso nella creazione.
LE CUOCHE FINALISTE
Le cuoche professioniste finaliste in gara sono 28, provenienti da diverse regioni italiane:
Abruzzo: Giovanna De Vincentis e Emma Santina Barone;
Basilicata: Carmela Rinaldi;
Campania: Federica Sapienza, Giovanna La Marca e Annamaria Mastrantuono;
Lazio: Annarita Nobili e Maria Nasso;
Lombardia: Carla Durante;
Molise: Andrea Soledad Lopez;
Piemonte: Cristina Cuscunà, Silvia Facello, Samantha Gastaldi, Ionela Munteanu Peducci, Letizia Tortone e Silvana Musej;
Puglia: Antonella Ricciolo;
Sicilia: Francesca Maria Casa e Rosalia Pintacuda;
Toscana: Roberta Bruni, Maria Giulia Frova e Francesca Bartoli;
Umbria: Anna Rita Lombardi e Giuseppina Mariotti;
Valle d’Aosta: Sandra Lomello e Ornella Corsi;
Veneto: Giada Bozzolan e Gabriella Pizzo.
La gara finale sarà presieduta da Giorgio Donegani, Tecnologo alimentare ed esperto di nutrizione e composta da Alessandra Baruzzi, Cuoca e Coordinatrice Nazionale Lady Chef; Massimiliano Catizzone, giudice internazionale di cucina, Albarosa Zoffoli, giudice internazionale di cucina, Gianna Fanfano, portavoce Ladychef e commissario di cucina ed Antonietta Mazzeo, giornalista di settore ed assaggiatrice.
La proclamazione delle 8 vincitrici, cuoche professioniste di eccezionale talento avrà luogo il 25 ottobre 2022, saranno indicate la prima e la seconda classificata per ognuna delle 4 categorie in competizione e saranno assegnati le eventuali menzioni speciali. Ed infine, un’attenzione particolare sarà rivolta alla promozione delle singole cuoche partecipanti, attraverso interviste e contenuti divulgativi sui canali social e sui media.
Il concorso è altresì mirato all’arricchimento della conoscenza degli oli e.v.o. di qualità, mettendo a disposizione dei partecipanti al concorso uno specifico percorso di formazione, destinato a svolgersi secondo diverse modalità di fruizione parallelamente alle fasi del concorso.
I contenuti della formazione sono focalizzati, in particolare, su caratteristiche organolettiche degli oli e.v.o., proprietà nutrizionali, uso dell’olio da oliva in cucina, abbinamenti e il suo servizio in sala, biodiversità legata al territorio di produzione e tecniche di conservazione del prodotto.
Mika. T
Per maggiori informazioni:
www.extracuoca.it
Segreteria Organizzativa c/o Promocamera - Azienda Speciale Camera di Commercio dell’Umbria
Tel. +39 075 9660589 / 075 9660639
promocamera@umbria.camcom.it – info@extracuoca.it
FONTI E INFORMAZIONI :
Ufficio Stampa ADD Comunicazione
Michela Federici – Giornalista, Tel. 328 0079662 – press.addcomunicazione@gmail.com - www.addcomunicazione.it
Domenica 30 ottobre in 17 Regioni
Giornata nazionale della Camminata tra gli olivi 2022
#Abbracciaunolivo, flash mob in 156 Città dell’Olio per sensibilizzare sulla riduzione di emissioni di gas serra (CO2) e sul tema degli oliveti abbandonati
Torna l’evento promosso dall’Associazione nazionale Città dell’Olio. Tantissimi itinerari alla scoperta degli olivi millenari per sensibilizzare sulla salvaguardia dell’ambiente attraverso il ritorno all’olivicoltura tradizionale e all’agricoltura sociale
Domenica 30 ottobre in occasione della VI edizione della Giornata nazionale della Camminata tra gli olivi - promossa dall’Associazione Città dell’Olio con il patrocinio di Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, Ministero della Cultura e LILT - in oltre 156 Città dell’Olio italiane si terrà il flash mob #Abbracciaunolivo per sensibilizzare la popolazione sulla salvaguardia dell’ambiente e il contrasto all’abbandono dei terreni olivicoli.
Da Nord a Sud migliaia di partecipanti alla Camminata tra gli olivi, per alcuni l'oliveto sarà come "il proprio giardino", mentre per alcuni sarà una scoperta entusiasmante, condivideranno una interazione intrinseca con la biodiversità e con i compagni di cammino e una dimensione culturale, paesaggistica e situazionale intorno agli olivi siti nelle Città dell’Olio.
Sarà l’occasione, altresì immancabile, per racconti e discussioni spontanee tra i partecipanti durante una coinvolgente camminata collettiva, dialogando e riflettendo su questo patrimonio così prezioso che sembra esserci sempre stato, ma ora richiede l’impegno dell’intera comunità nella conservazione del suo paesaggio e nel recupero dei terreni agricoli abbandonati.
Ci preme quindi, di segnalare che la VI edizione Camminare tra gli olivi 2022 punta su due grandi emergenze: una nota e una dimenticata.
Michele Sonnessa, Presidente delle Città dell’Olio dichiara che “Recenti studi condotti dal COI, il Consiglio Oleicolo Internazionale, hanno dimostrato che produrre olio EVO rispettando la biodiversità del territorio fa bene all’ambiente. Forse non tutti sanno che un ettaro di olivo cattura l’impronta di carbonio annuale di una persona e che con un litro di olio prodotto si catturano ben 10,65 kg di CO2 dall’atmosfera. Ciò significa che l’intera produzione mondiale di olio di oliva sarebbe in grado da sola di assorbire le emissioni di una città di oltre 7milioni di abitanti come Hong Kong. Per questa ragione quest’anno abbiamo deciso di dedicare le nostre Camminate tra gli olivi a due grandi temi: la crisi ambientale e l’abbandono olivicolo, sensibilizzando la popolazione e sollecitando il Governo sulla necessità di incentivare il ritorno all’olivicoltura tradizionale e sostenibile. Inoltre, riteniamo importante valorizzare l’agricoltura sociale attraverso nuovi bandi specifici per l’imprenditoria giovanile e femminile. In Italia, ci sono alcune eccellenze che fanno scuola e possono costituire un modello da imitare”
Le emergenze:
La prima emergenza imminente, riguarda l’impatto che le emissioni di CO2 hanno sull’ambiente, accelerando cambiamenti climatici che producono effetti negativi irreversibili. Secondo i ricercatori FAO se non verranno adottate strategie di riduzione, i gas serra aumenteranno del 30% entro il 2030. Tra queste strategie per migliorare la capacità di accumulo di carbonio nella biosfera con conseguente mitigazione del riscaldamento globale, ricorrere alla piantumazione e provvedere alla conservazione delle piante arboree – tra cui gli olivi - che per il loro ciclo poliennale risultano più efficienti rispetto alle piante erbacee.
La seconda è quella "dimenticata", cioè l’abbandono degli uliveti. In una sola generazione, l’Italia ha perso più di un terreno agricolo su quattro e ha visto la scomparsa del 28% delle sue campagne (dati Coldiretti). Solo in Toscana sono 4 milioni gli olivi abbandonati e trascurati dal cui recupero si potrebbero generare un fatturato di 30-40 di euro in più di produzione di extravergine. Ismea ha messo all’asta ben 386 terreni agricoli abbandonati in tutta Italia: oltre 10mila ettari che si trovano soprattutto tra Sicilia e Calabria.
Le Camminate:
Quest’anno sono 17 le Regioni coinvolte nella Camminata tra gli olivi. Per saperne di più sulla camminata della propria regione visita il sito: www.cammintatragliolivi.it
La Toscana e la Sardegna primeggiano con 20 città aderenti, seguono la Liguria (17) e Lazio e Veneto (14). Tante le proposte di itinerari da vivere in famiglia, in coppia o da soli alla scoperta dei paesaggi legati alla storia ed alla cultura millenaria dell’oro verde. Si va dalle passeggiate tra gli uliveti alle visite ai frantoi, dai tour in bike tra gli olivi come quello da Bassano del Grappa a Marostica in provincia di Vicenza e il tour esperienziale in ebike (bici assistite) fra borghi antichi della Valle del Farfa a Toffia (RI). Ovunque sono previsti corsi di assaggio e degustazioni con visite al patrimonio artistico e culturale delle Città dell’Olio come nel caso del complesso monumentale di San Giovanni in Venere a Fossacesia (CH), del percorso emozionale nel Convento Francescano “Scrigno di rituali e conoscenze” di Colobraro (MT) e dei poderosi resti della Tintoria ducale di Cerreto Sannita (BN).
Di particolare interesse sono i percorsi alla scoperta dei paesaggi storici rurali iscritti nel Registro nazionale come quello previsto al Parco Storico di Venafro, ma anche gli itinerari nei parchi archeologici e tra i nuraghi e quelli sulle antiche mulattiere come quella a Ronco del Carro a Monte Isola (BS).
Sono previste anche esperienze originali come la Camminata tra gli olivi delle mura di Siena e consigliate le visite agli olivi millenari e centenari tra cui Collezione Mondiale degli olivi “Ole Mundi” di Lugnano in Teverina (TR).
Da non perdere, le Camminate in cui sono previsti spettacoli e musica come a Minturno (LT) dove si esibiranno i gruppi folklorici di Minturno, con gli Sbandieratori e le Pacchiane (costume tipico minturnese).
C’è anche la possibilità di mettersi alla prova con esperienze dirette nella raccolta e nella piantumazione in tante Città dell’olio oppure la scelta dell’olio sugli scaffali del supermercato che è la divertente iniziativa prevista a Lavagna (GE) per educare i consumatori.
Tanti i cammini naturalistici e i laboratori per bambini a Seneghe (OR) ad esempio, attraverso lo yoga si divertiranno ad imitare i movimenti di animali e le loro voci e andranno alla ricerca del cibo e costruiremo insieme la rete della vita. L'obiettivo è quello di approfondire i principi etici della permacultura: cura della terra, cura delle persone e condivisione delle risorse.
Un’altra iniziativa didattica, da non perdere, riguarda l’impianto di nuovi olivi nel “Parco urbano della biodiversità olivicola molisana” di Termoli (CB) dove incontreremo le 20 cultivar molisane presenti.
In questo scenario non resta che puntare a un'ulteriore attenzione, quale investimenti e piani di sviluppo a medio e lungo termine, soprattutto nelle aree interne del territorio olivicolo nazionale, volti alla rigenerazione delle attività agricole, anche quelle in forma collettiva, e all'implementazione delle mobilità e accessibilità sostenibili, tenendo conto, altresì, del crescente interesse dei turisti per l’oleoturismo come dimostrano le tendenze registrate dal Rapporto annuale sul Turismo Enogastronomico Italiano 2022 curato dalla prof.ssa Roberta Garibaldi.
Mika T.
Fonti e informazioni
Ufficio Stampa Associazione nazionale Città dell’Olio
Natascia Maesi + 39 335 7366225
natascia.maesi@gmail.com
DOP&GO
4 TAPPE, 4 FORMAGGI, 4 RICETTE - 100% DOP, 100% SOCIAL,100% STREET FOOD
Il Tour Italiano di Quattro Dop in formato Young
Ad abbracciare il progetto DOP & GO, finanziato dal Mipaaf, sono stati i 4 Consorzi di Tutela dei 4 formaggi DOP italiani più conosciuti per la loro bontà e tipicità a livello globale e che sono tra i prodotti lattiero-caseari più frequenti nel nostro paniere della spesa quotidiana, precisamente, Asiago, Gorgonzola, Pecorino Sardo e Taleggio. https://youtu.be/Mb4G4PLnhlA
A Roma, il 13 luglio 2022, vede il momento finale, con l’arrivo del van di DOP&GO, del viaggio che ha attraversato, a fine giugno, mezza Italia, con la partenza da Milano passando per Bologna, Firenze e Perugia, accompagnato dal celebre food blogger Maurizio Rosazza Prin alla scoperta di quattro ricette segrete e “easy to cook” a base di Asiago DOP, Gorgonzola DOP, Pecorino Sardo DOP e Taleggio DOP.
La prima cosa che ci viene in mente sarebbe “Come i 4 consorzi di tutela “storici” tra le eccellenze casearie italiane hanno condiviso una collaborazione così inedita?”
L'obiettivo era ambizioso: coinvolgere giovani e giovanissimi in un racconto che svelasse le caratteristiche di quattro straordinari formaggi DOP italiani e mostrasse quanto è facile impiegare questi prodotti di qualità nell'alimentazione quotidiana, anche la più veloce.
Così, quattro i Consorzi di Tutela hanno fatto squadra per dare vita a DOP&GO, il progetto digitale che ha portato in viaggio i quattro formaggi DOP a bordo di un van e in compagnia di un celebre food blogger. Ad animare ulteriormente il viaggio, gli indovinelli da risolvere per scoprire la tappa successiva e la firma di un fantomatico "Gianluca" su ciascuna ricetta. Un misterioso "chef" svelato soltanto alla fine del tour: dietro ai piatti di DOP&GO c'era Gianluca Impastato, celebre comico italiano con la passione per la cucina.
100% DOP, 100% STREET FOOD
Uno street food di qualità che ha portato l'eccellenza dei quattro formaggi DOP italiani in una dimensione easy to cook, quella più golosa per i giovani under 30.
Una passione che si è trasformata in quattro deliziose ricette, custodite dalle Box di DOP&GO:
- la focaccia romana con Asiago DOP Fresco Riserva, porchetta di Ariccia e champignon crudi,
- il pane toscano con Gorgonzola DOP dolce, mostarda di pere e cotto alla brace,
- la piadina con mortadella di Bologna, Pecorino Sardo DOP maturo e cipolle caramellate
- il pane integrale con Taleggio DOP, crema di zucca e tartufo nero
100% DOP, 100% SOCIAL
Tutta l'operazione DOP&GO si è sviluppata sui social: da una parte, Maurizio Rosazza Prin ha dedicato cinque giorni al racconto del viaggio e dei quattro formaggi DOP all'interno del suo profilo Instagram (seguito da 85.200 follower), dall'altra i quattro Consorzi di Tutela hanno condiviso e approfondito il progetto sulle loro pagine social, dando risalto non solo alle informazioni riguardanti il proprio formaggio ma anche a quelle sugli altri prodotti, creando così un'ampia cassa di risonanza.
Un gioco di squadra che ha dato vita ad un video finale comune a tutti i Consorzi.
RISULTATI DOP!
I social hanno parlato chiaro: i contenuti di DOP&GO hanno raggiunto oltre un milione e mezzo di persone, con una partecipazione attiva di quasi 50.000 utenti. La video case history del progetto è stata vista da oltre 400.000 persone, di cui il 69% al di sotto dei 35 anni.
Per quanto riguarda la geolocalizzazione degli utenti che hanno seguito il progetto sui social, i contenuti sono stati particolarmente apprezzati nelle regioni meridionali del territorio italiano e con una copertura media nel centro – centro nord. (in ordine la più elevata copertura registrata: Sicilia, Campania, Puglia, Lombardia, Lazio, Calabria, Emilia-Romagna, Veneto, Toscana, Sardegna, Piemonte….). In generale, la distribuzione risulta ben ripartita a livello di territorio e regioni chiave.
GLI INGREDIENTI DI QUESTO SUCCESSO SONO DIVERSI
Da una parte il format "info&fun" creato su misura per i social, dall’altra i protagonisti coinvolti, dal celebre food blogger al comico amato in tutta Italia. Su tutti, la grande versatilità dei quattro formaggi che hanno dimostrato quanto sia semplice gustare in ogni occasione le eccellenze casearie DOP del nostro Paese.
- "Col progetto DOP&GO abbiamo scelto di mostrare quanto il formaggio Asiago sia parte del vissuto delle giovani generazioni. È stata l'occasione per riconfermare l'importanza del nostro progetto di
diffusione di uno stile di vita attento alla qualità e alla naturalità del cibo nell'alimentazione quotidiana tra gli under trenta e di rafforzare i canali social come modalità di comunicazione diretta" - Flavio Innocenzi, Direttore Consorzio Tutela Formaggio Asiago
- "Abbiamo intrapreso con molto entusiasmo il viaggio di DOP&GO, grazie al supporto del Mipaaf, insieme ad altri importanti formaggi italiani DOP e siamo lieti dell'ottimo riscontro. Come Consorzio crediamo molto nel fare squadra, anche in rete e sui social dove siamo sempre più presenti e attivi. Il nostro sito è tradotto in 11 lingue e abbiamo pagine social in 18 Paesi nel mondo, forti del fatto che il formaggio Gorgonzola è sempre più amato: con circa 600mila menzioni è uno dei prodotti italiani DOP più citati su Instagram". - Stefano Fontana, Direttore Consorzio per la Tutela del Formaggio Gorgonzola.
- "Il Pecorino Sardo DOP ha aderito entusiasticamente al progetto e gode dei risultati ottenuti insieme agli altri formaggi DOP. A basso contenuto di sale e ricco di proteine può essere consumato a tutte le età e si presenta in due tipologie: il Dolce dal gusto aromatico e il Maturo dal sapore intenso. Quest'ultimo, inoltre, sin dai 2 mesi di stagionatura, è naturalmente privo di lattosio". - Annalisa Uccella, Direttore Consorzio di Tutela Pecorino Sardo.
- "Credo che l'ingrediente protagonista di questa iniziativa sia la proficua collaborazione tra i 4 Consorzi di Tutela. Siamo uniti nell'intento di promuovere eccellenze del territorio che tutto il mondo ci invidia. Il Taleggio DOP è un prodotto versatile, genuino, buono. Il successo del tour è la riprova del fatto che sia gradito e riconosciuto anche dai più giovani, in tutte le stagioni e in diverse modalità di consumo. Ribadire il valore delle produzioni agroalimentari DOP è fondamentale per sostenere il Made in Italy e l'economia del Paese". - Roberto Fulgosi, referente Consorzio Tutela Taleggio.
I Consorzi di Tutela Formaggio Asiago, Gorgonzola, Pecorino Sardo e Taleggio ringraziano il Mipaaf - Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali - che ha finanziato il progetto e l'agenzia Milk Adv per la creazione e lo sviluppo del format.
by Mika Takizawa
Si è svolta nella Sala della Protomoteca del Campidoglio, giovedì 23/06, la giornata di presentazione di ARISTOIL PLUS (https://aristoil.eu), che ha visto workshop tecnici e conferenze all’insegna delle buone pratiche nella produzione dell’Olio EVO.
Che cosa vi viene in mente quando ci capita di sentire una tale dichiarazione - Non tutti gli Oli Extravergini d’Oliva sono uguali! - l’espressione ufficialmente impiegata “con un punto esclamativo (!)”, in tutto l’arco del progetto e per la sua divulgazione?
Avendo la fortuna di vivere in un paese che vanta il patrimonio varietale più cospicuo tra i paesi olivicoli affacciati sul bacino del mediterraneo, potremmo rispondere che sono le diversità varietali, legati anche alle peculiarità territoriali, a fare un extravergine diverso da un altro.
Qualcuno volesse confermare che l’identità della sua qualità superiore è quella storica che non ha pari in nessun altro continente fuori della zona mediterranea o frutto di una operosa e attenta ricerca e pratica nell’innovazione dell’intera filiera dall’uliveto alla tavola, e così via…
Il Progetto ARISTOIL PLUS*, il programma di cooperazione europea co-finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale che coinvolge cinque partner da quattro Paesi, Italia, Spagna, Grecia e Montenegro, presentato dall’Associazione Nazionale Città dell’Olio in collaborazione con Svi.Med Onlus, ha ottimizzato una serie di strumenti in grado di massimizzare e misurare *il livello di polifenoli nell’olio, oltre alla pubblicazione di un decalogo per la produzione di un Olio EVO sano e di qualità.
L’obiettivo del progetto è quello di dare un seguito ai risultati ottenuti dal precedente progetto ARISTOIL, svoltosi nell’ambito del Programma Interreg Mediterraneo 2014-2020, creando un cluster di aziende olivicole orientate alla promozione delle proprietà nutraceutiche dell’Olio EVO, il Cluster “Med Healthy Olive Oil”.
Sarà un collarino che renderà immediatamente riconoscibili sul mercato, gli Oli EVO delle aziende produttrici aderenti al progetto e che hanno messo al centro della produzione il benessere del consumatore finale, che diventi un prosumer e che trasmette una buona comunicazione dell’Olio Extravergine d’Oliva come prodotto di qualità certificata e dalle elevate proprietà nutraceutiche e salutistiche.
Oltre al fatto che il valore polifenolico nell’olio d’oliva ottenuto è particolarmente soggetto anche alle differenze varietali, pertanto gli olivicoltori coinvolti sono stati costantemente assistiti tramite linee guida specifiche, una formazione qualificata e lo sviluppo e l’applicazione di metodologie innovative di controllo della qualità e della produzione.
*L’effetto benefico dell’olio di oliva si verifica, se vengono consumati giornalmente, 20 g di olio d’oliva con un contenuto minimo di 250mg di composti fenolici/kg di olio di oliva. (REG. (UE) N. 432/2012, relativo alla compilazione di un elenco di indicazioni sulla salute consentite sui prodotti alimentari)
Michele Sonnessa, presidente dell'Associazione Nazionale Città dell’Olio ha dichiarato -“Siamo più che soddisfatti del coinvolgimento del mondo olivicolo durante le attività di progetto e anche oggi, ma siamo appena all’inizio. Il nostro obiettivo come ANCO è quello di sensibilizzare tanto le aziende, quanto i consumatori e a tal proposito servirà un grande sforzo da parte di tutti i partner di questo ambizioso progetto. La giornata di presentazione ha rappresentato senz’altro un inizio convincente da cui partire per portare fino in fondo il Progetto ARISTOIL PLUS.”
“Il principale risultato del progetto ARISTOIL PLUS – commenta Emilia Arrabito, direttore Svi.Med Onlus - è stato il reale coinvolgimento di tutti gli attori della filiera olivicola, degli attori pubblici e scientifici e dei consumatori, che hanno preso parte ad una progettazione estremamente partecipata per dare un’anima al cluster. Un progetto come questo è di fondamentale importanza per sensibilizzare produttori e consumatori finali sulle proprietà nutraceutiche dell’Olio Extra Vergine d’ Oliva, e in particolare delle proprietà dei polifenoli, che giocano un ruolo fondamentale nel prevenire il rischio di numerose malattie neurodegenerative. Il collarino ARISTOIL rappresenta il punto di partenza di una nuova avventura che vedrà il cluster ancora più presente per i consumatori, garantendo loro prodotti qualitativi da tutti i punti di vista.”
Il programma della giornata di presentazione di ARISTOIL PLUS ha offerto diversi focus tematici sulla produzione e sulla distribuzione dell’Olio EVO. Le attività hanno avuto inizio con “La Produzione di Olio Extra Vergine Salutistico”, il workshop tecnico moderato da Emilia Arrabito e Antonio Balenzano, direttore ANCO, che ha presentato le linee guida di ARISTOIL PLUS per una filiera produttiva più consapevole. L’incontro è stato caratterizzato da una forte interattività con il pubblico, a cui è stato presentato anche il nuovo device “Aristometro”.
Non solo produzione, ma anche nuove opportunità di business tra gli argomenti più dibattuti lungo tutto l’arco della giornata. Il seminario “Il Marketing e le Opportunità di Mercato per il Settore Olivicolo nel Mediterraneo” ha analizzato numerosi aspetti della distribuzione dell’Olio EVO, dall’etichettatura ai nuovi mercati, passando per il ruolo centrale della sostenibilità nella comunicazione del prodotto.
Nel pomeriggio, grande partecipazione e coinvolgimento da parte del pubblico presente nella Sala della Protomoteca del Campidoglio per “Oltre il Biologico, Oltre l’Extravergine!”, un vero e proprio incontro tra i Paesi partner di ARISTOIL PLUS. Il seminario si è rivelato un’autentica opportunità di dialogo e confronto tra i produttori e gli agronomi presenti; in particolare, sono state presentate testimonianze e casi studio da Italia, Spagna, Grecia e Montenegro a dimostrazione del significativo risultato per quanto riguarda la produzione di un olio EVO più sano e di qualità aderendo al Progetto ARISTOIL PLUS.
Per concludere la giornata si è poi tenuta la cerimonia di premiazione dei membri internazionali del cluster inclusi nell’area produttori dell’e-hub ARISTOIL PLUS a cura dei partner associati italiani.
“Vedere un pubblico di operatori così partecipativo e coinvolto è un segnale importantissimo – spiega Michele Sonnessa, presidente dell'Associazione Nazionale Città dell’Olio – e dobbiamo continuare su questa strada. Vogliamo fornire ai produttori del Mediterraneo gli strumenti per dare vita ad un prodotto che abbia un valore salutistico importante, in modo tale che i consumatori non considerino più l’olio solo come un condimento, ma come una parte integrante e fondamentale delle loro diete. Ciò sarà possibile solo attraverso un lavoro condiviso da tutti i partner e i Paesi partecipanti, e con un atteggiamento volto alla promozione anzitutto del prodotto Olio Extra Vergine d’Oliva, e poi dell’azienda.”
“Siamo convinti che ARISTOIL PLUS sia la strada da percorrere per cambiare il modo di intendere e consumare l’Olio EVO – conclude Emilia Arrabito, direttore Svi.Med. Onlus – e sappiamo che si tratta di un compito estremamente complicato. È necessario che tutte le aziende produttrici si focalizzino anzitutto sul benessere del consumatore finale, che è il target da sensibilizzare per fare una buona comunicazione dell’Olio Extravergine d’Oliva come prodotto di qualità e dalle elevatissime proprietà nutraceutiche e salutistiche. Questa giornata di presentazione del Progetto ARISTOIL PLUS ha dato risposte importantissime, tutti i player del settore hanno dimostrato tanta voglia e disponibilità a collaborare attivamente per la riuscita del progetto. Era ciò di cui avevamo bisogno per iniziare al meglio un lungo e tortuoso cammino.”
Di fondamentale importanza sarà senz’altro la crescita e lo sviluppo del Cluster Med Olive Oil, un’ardua sfida a cui parteciperanno associazioni di produttori, olivicoltori e frantoiani oltre alle associazioni di categoria e agli enti pubblici, che contribuiranno alla costante formazione di tutti gli operatori del comparto e dei portatori di interesse del settore olivicolo.
In Italia i partner associati al progetto sono:
- Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF - MIPAAF)
- Consorzio Olivicolo Italiano (UNAPROL)
- Associazione Internazionale Ristoranti dell'Olio (AIRO)
- Società Campana Beni Culturali, (SCABEC)
- Comune di Larino
La partnership internazionale è composta in parte da organizzazioni precedentemente coinvolte nel progetto ARISTOIL:
- GECT EFXINI POLI – Capofila, GR
- SVIMED - Centro EuroMediterraneo per lo Sviluppo Sostenibile, Ragusa, IT
- CCSEV - Camera di Commercio Ufficiale dell'Industria e della Navigazione di Siviglia, ES
- VALDANOS – Associazione per l’olivicoltura regionale sostenibile, ME
- ANCO – Associazione nazionale Città dell'Olio, IT
By Mika Takizawa
Rete Artigianale in Calabria info@nidodiseta.com +39 320 89 68 663 - +39 347 24 72 207
In Calabria il borgo di San Floro è divenuto l’unico centro in Italia dove si sta realizzando l’intera filiera della seta, sulla base di una filosofia ecosostenibile, implementando un perfetto equilibrio fra tradizione e innovazione.
Qualche anno fa, quando un’amica calabrese ci ha raccontato questa realtà virtuosa sul ricupero della tradizione dell’arte serica nel centro della Calabria, ricordo ancora oggi che molte persone si domandavano “a che cosa serve la bachicoltura ai nostri tempi…”.
Siccome mi reco di persona, con una certa assiduità, nel territorio di origine di ogni varietà di ulivo e di vitigno, durante questi viaggi alcune persone mi avevano già fornito novità promettenti sul rilancio della sericoltura, ma i cenni storici precisano: “Dalla metà del ‘700 la lenta ma inesorabile scomparsa del gelso e dell’industria serica ….. e il paesaggio agrario vide l’evoluzione dell’industria olearia di seguito all’introduzione del metodo di estrazione razionale (il trappeto alla genovese) e all’aumento del consumo dell’olio di oliva sia nell’illuminazione pubblica sia nell’industria tessile e nell’alimentazione dei ceti urbani…” (Coltura e Cultura Ediagricola p.)
Nel 2014 un gruppo di giovani, Miriam, Giovanna e Domenico, ha fondato una cooperativa agricola e in seguito hanno acquisto una proprietà comunale, recuperando c.a. 5 ettari di terreno e 3 mila gelsi, al fine di riavviare la tradizione serica e di restituire l’identità storica e i valori del passato della loro terra, per mezzo della tutela del paesaggio e della rivalutazione del territorio.
Attraverso le azioni di imprenditorialità lungimirante, la determinazione e tanti sacrifici, acquisendo il know-how del processo produttivo di qualità sia dagli anziani, detentori di questa preziosa manifattura, sia previa formazione ricevuta localmente durante i viaggi studio in diversi paesi, oggi il progetto Nido di Seta ha riportato alla città di San Floro la sua identità e sta incanalando un vero e proprio il flusso di persone da ogni angolo del mondo in questa terra.
L’attività della Cooperativa consiste nella gelsi-bachicoltura, cioè la coltivazione a regime biologico di c.a, 3.000 piante di gelso della varietà Kokusò, le cui foglie, molto grandi, sono destinate all’alimentazione e, naturalmente, l’allevamento del baco da seta.
I bozzoli accuratamente selezionati, vengono destinati alla produzione del filato della seta.
La Cooperativa propone inoltre, tramite una consolidata rete di imprese artigianali di rilevante professionalità, tessuti e manufatti, colorati con pigmenti naturali tipici locali (ad es. la cipolla di Tropea) e nella produzione di gioielli in seta, da sola o in combinazione con la ceramica di Squillace DOC e/o il legno di gelso.
Le more di gelso vengono trasformate nella confettura extra e biologica ed alcune foglie sono utilizzate, insieme ai prodotti provenienti dagli orti della cooperativa, sempre a regime biologico, nella preparazione di piatti stagionali e creativi che saranno serviti al tavolo del ristorante.
Al momento della prenotazione al telefono mi hanno chiesto di aspettare la guida nel “centro storico”, non direttamente al campo di allevamento… Quel gesto mi ha fatto ricordare che sovente ci capita di doverci spostare tra un’azienda e l’altra senza neanche aver tempo per soffermarci in un centro storico per ammirare le bellezze storico-artistiche…
Ecco perché apprezziamo coloro che vogliono crescere insieme al territorio sempre puntando alla qualità migliore…
ATTIVITÀ - Vivere delle ECO ESPERIENZE nel mondo dell’arte della seta
Nel Centro storico di San Floro:
Visita del Museo della Seta allestito all’interno del castello medievale del 14oo
• Prova della tessitura su “antichi telai “
• le tecniche di tintura naturale calabresi – conoscere da vicino le piante tintorie
*In Campagna - Percorso d’anello nel mondo della GELSI-BACHICOLTURA
• Passeggiata nel gelseto della varietà “kokusò” immerso nel bosco di pini
• Visita dell’allevamento dei bachi da seta
• Partecipazione diretta all’estrazione del filato del bozzolo (Filatura o Trattura)
• pranzo / degustazione di “piatti Bio” a base di prodotti stagionali provenienti direttamente dagli orti della cooperativa e da produttori locali di fiducia.
*Solo con abbigliamento e scarpe chiuse idonei al trekking
By Mika Takizawa
Il nostro mestiere è sempre di più emarginato, ma Per Passione, in nome di questa passione per la ricerca dell’eccellenza… in alcuni luoghi si trovano le condizioni per cose straordinarie ed uniche…
La valle del Carbonaro, in Morano Calabro*, ai piedi del monte Serra, nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, è da sempre regno della pastorizia. Visiteremo un’azienda a conduzione familiare che ha consuetudine con l’arte dell’allevamento** e di fare formaggi eccellenti a ciclo biologico.
Il Mastro casaro Giuseppe, coadiuvato ancora oggi da nonno Alfredo e nonna Maria, preziosi consiglieri e custodi della tradizione, ha saputo conservare il senso “quasi religioso” di trasportare nei frutti del patrimonio caseario di famiglia i profumi, i sapori e i colori della sua terra.
**600 animali (100 capre e 500 pecore) tutti appartenenti a razze autoctone
La zona di pascoli estesa per 1000 ettari è caratterizzata da macchia mediterranea fino agli 800 m s.l.m., da faggio intorno ai 900 m.s.l.m. e da pascoli naturali fino ai 1.500 m.s.l.m.
Per il benessere dei suoi animali, le greggi vengono spostate, secondo le stagioni, tra pianure e altopiani, oltre alle efficienti stalle per il rifugio invernale degli animali e alla moderna sala di mungitura meccanica, riducendo la carica batterica dannosa alla caseificazione.
Per assicurare un’alta qualità del latte in termini di sicurezza e di benessere dei consumatori, il maestro casaro interpreta la tradizione servendosi di tutta la tecnologia necessaria.
PRODOTTI: Formaggi con la certificazione biologica e da animali allevati al pascolo
• Ricotta (del siero di latte ovi-caprino)
• Felciata (’a filicèta) P.A.T.*** – prodotta con latte di capra, addizionata con una piccola percentuale di latte ovino, quando i pascoli conferiscono il meglio in aromi, profumi e sapori (nel periodo estivo da maggio a settembre). La felciata viene consumata fresca, anche quando ancora calda, ed era chiamata anche 'Pane degli Angeli", deliziando il palato sia dei contadini sia delle famiglie nobili del posto.
Questo formaggio a coagulazione presamica, privo di crosta, al palato si presenta delicato, setoso e morbido, deve il suo nome alle felci da cui riceve il suo straordinario aroma.
La raccolta della cagliata con la cocchiera (attrezzo tipico di legno d’acero) e al suo trasferimento in secchielli di legno di gelso, formando strati omogenei di cagliata e di felci. Oggi si usano attrezzature idonee in ottemperanza delle norme igienico sanitarie.
***uno dei formaggi calabresi inseriti nell'elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) del MiPAAF
• Pecorino di Morano (ottenuto mediante l’utilizzo di caglio aziendale di capretto o di agnello; la forma è evidenziata dalle striature delle fuscelle di vimini; il formaggio è trattato con olio evo aziendale nel corso della stagionatura; alcune forme sono stagionate in grotta per almeno 6 mesi)
• Marzatico di Morano (un pecorino storico prodotto solo nel mese di marzo o in primavera)
Contrada Carbonara, 9, 87016 Morano Calabro CS 348 912 1943 Giuseppe Barletta
By Mika Takizawa
Finalmente, dopo due anni di stop, è stato organizzato anche per il 2022 l’importante rassegna di Oli Extravergini italiani di alta qualità, Extravirgin Explosion 5.0, quinta edizione, preceduta da altri 4 eventi di successo.
L'esposizione ha previsto degustazioni libere e possibilità di acquistare il prodotto preferito direttamente dal produttore e si è tenuto presso lo spazio espositivo della Città dell’Altra Economia, ex Mattatoio, Quartiere Testaccio, Roma, Sabato 21 maggio 2022 , dalle ore 11,00 alle 21,00.
Abbiamo parlato di Olio di qualità, tra le attività affascinanti, degustazioni libere, ben tre minicorsi di assaggio (tenuti dal Dott. Gianfranco De Felici e dalla Dott.ssa Eleonora Quattrociocchi), la presentazione di capi sartoriali ispirati ai colori dell’olio (preparati dalla Sartoria Evita Boutique), la presenza di Diego Canali, Consulente direzionale e Business Coach agro-alimentare, un laboratorio per bambini (“Noi siamo alberi” a cura di Antonella Giansanti di ScuolaInCucina), la competizione amichevole Mayonnaise Contest II (gara di maionese fatta a mano con gli oli, scelti dai concorrenti stessi tra quelli presenti in degustazione), e l'immancabile AperitivOil.
Numerosi i partecipanti ai minicorsi di assaggio che così hanno potuto assaggiare con maggiore consapevolezza i vari oli extravergini d’oliva presenti all’evento. Interessante e coinvolgente, per i produttori, l’incontro con Diego Canali e frequentato da tanti bambini entusiasti il laboratorio “Noi siamo alberi”. Ancora più coinvolgente la competizione Mayonnaise Contest II che ha visto coinvolte cinque concorrenti donne e internazionali (evidentemente gli uomini hanno avuto un po’ di timore...). Tutte molto brave, ma ha fatto la differenza l’indonesiana Naghita che ha ottenuto ben 35 punti su 40 con la sua maionese montata con l’olio extravergine di oliva Così è se vi pare dell’azienda siciliana Chiuddia che ha preceduto l’italiana Cristina Mancinelli (olio EVO Robur dell’Azienda Piero Veglio – Piemonte), l’indonesiana Trigalu (olio EVO Io Bio della Cooperativa Colli Etruschi – Lazio) ed infine la coppia statunitense/colombiana Claudia e Alessia (olio EVO del Frantoio Verna – Abruzzo).
Il "Re" della giornata è stato l’Olio Extravergine di Oliva di qualità che riesce sempre a coinvolgere consumatori, esperti, giornalisti, ecc. che ci trasmettono la gratitudine nel rispettare le aspettative e proporre un Evento ricco di iniziative coinvolgenti in tema con i programmi fondati sulla consapevolezza dell’importanza della qualità raggiunta con immenso lavoro.
Questi i produttori che hanno partecipato all’evento:
Piemonte: Az. Agr. Piero Veglio
Umbria: Frantoio Ranchino, Frantoio del Colle, Soc. Agricola Agricadd Oro di Giano
Abruzzo: Frantoio Oleario Verna
Lazio: Silvi Sabina Sapori, Az. Agr. Traldi, Soc. Agr. Colli Etruschi, Az. Agr. DueNoveSei, Az. Agr. Gemma, Ten. Agr. Mistral & Metis, Az. Agr. Sapienti, Frantoio Oleario F.lli Narducci
Molise: Ernesto Di Muccio
Campania: Frantoio Torretta, Fattoria Ambrosio, ERMMA’ Az. Agr. Sansone
Puglia: Az. Agr. Bisceglie Maria GangaLupo, Az. Agr. Ortoplant, Soc. Agr. Olivieri, Podere Torre delle Monache
Basilicata: Az. Agr. Vincenzo Marvulli, Asso di Ulivo
Calabria: F.lli Renzo
Sicilia: Terrecosta, Az. Agr. Rita Calabrò Chiuddìa
Sardegna: Accademia Olearia
La OlivesRoad, dopo due anni di stop, ha organizzato anche per il 2022 una importante rassegna di Oli Extravergini italiani di alta qualità, Extravirgin Explosion 5.0, quinta edizione, preceduta da altri 4 eventi di successo.
L'esposizione che prevede degustazioni libere e possibilità di acquistare il prodotto preferito direttamente dal produttore, si terrà presso lo spazio espositivo della Città dell’altra Economia , ex Mattatoio, Quartiere Testaccio, Roma,
Sabato 21 maggio 2022 , dalle ore 11,00 alle 21,00.
Parleremo di Olio, tra le attività affascinanti, degustazioni libere, minicorsi di assaggio, la presentazione di capi sartoriali ispirati ai colori dell’olio, la presenza della start up allenatore di business, un laboratorio per bambini, la competizione amichevole Mayonnaise Contest II ( gara di maionese fatta a mano con gli oli, scelti dai concorrenti stessi tra quelli presenti in degustazione), e l'immancabile AperitivOil.
Il "Re" della giornata sarà l’Olio Extravergine di Oliva di qualità.
Vi invitiamo a partecipare, certi di rispettare le aspettative e di proporvi un Evento ricco di iniziative coinvolgenti in tema con i programmi fondati sulla consapevolezza dell’importanza della qualità raggiunta con immenso lavoro.
8 vincitori (di cui due ex-aequo) nelle sei categorie in gara e 3 menzioni speciali assegnati dalla giuria di esperti del settore di alto rilievo presieduta dalla prof. Roberta Garibaldi.
Roma - si è tenuta il 26 aprile, presso la Sala del Tempio di Adriano della Camera di Commercio, la cerimonia di premiazione della seconda edizione del Concorso nazionale Turismo dell’Olio, promossa dall’Associazione nazionale Città dell'Olio con il sostegno di Bene Assicurazioni, la collaborazione di UNAPROL– Coldiretti, dell’Azienda Speciale della CCIAA di Roma Agro Camera e il patrocinio del Mipaaf e del Ministero della Transizione Ecologica.
La proclamazione degli 8 vincitori assoluti nelle 6 categorie e delle 3 menzioni speciali assegnati tra i 30 finalisti selezionati dalle 179 esperienze di turismo dell’olio in gara, condotta da Nicola Prudente (Tinto) di Rai Radio 2, è trasmessa anche attraverso i canali social dell’Associazione nazionale Città dell’Olio,
Una iniziativa, ideata con l’obiettivo di valorizzare e dare l’impulso alle migliori attività esperienziali e best practices turistiche che nascono nei territori olivicoli nazionali, ha visto la sua nascita nel 2020, a seguito dell’approvazione della legge sull’oleoturismo e del successivo decreto del Mipaaf, entrato in vigore il 15 febbraio 2022, con “le linee guida e indirizzi in merito ai requisiti e agli standard minimi di qualità per l’esercizio dell’attività oleoturistica”.
La giuria di esperti, presieduta dalla Prof.ssa Roberta Garibaldi ha premiato le esperienze che hanno soddisfatto gli alti standard di qualità in ognuna di 6 categorie in base a criteri di tre temi chiavi creatività, innovazione e sostenibilità, nonché paesaggio, orientamento e accessibilità del turista, comunicativi e promozione e valorizzazione del territorio. Tutte le esperienze premiate sono, inoltre, proposte di eccellenza delle Città dell’Olio.
6 SONO LE CATEGORIE IN GARA
❖ Frantoi/Aziende e Cooperative Olivicole: La categoria con più del 50% delle proposte in gara, l’Azienda Agricola Passo della Palomba di Todi (PG) si è aggiudicato il primo premio con l’esperienza “Slow Food Fundamental Knowledge of Extra Virgin Olive Oil”, presentando variegate attività destinate ai visitatori “golosi” della storia del territorio olivicolo, delle proprietà e delle caratteristiche, delle classificazioni e delle etichette di olio extravergine d’oliva attraverso specifiche sessioni di assaggio.
❖ Oleoteche: “Extra Gallery Cocktail Experience” del Frantoio Pruneti di Greve in Chianti (FI), la signature mix – oil – logy di Pruneti, riservata ai fan dell’aperitivo: una degustazione insolita a bicchierino dei tre Monocultivar Pruneti Leccino, Moraiolo e Frantoio nell’Olive Oil Spritz, il Blooily Mary, Oliveto e molti altri, accompagnati da stuzzichini e sottoli della collezione di specialità gourmet Pruneti fatti con l’olio.
❖ “Musei dedicati all’olio/Frantoi ipogei/Uliveti Storici”: Il MOOM Museo dell'Olio di Oliva di Matera con l’esperienza “L'Olio nei Sassi di Matera: tecnologie, qualità e vita quotidiana in un frantoio ipogeo” si aggiudica il primo premio assoluto. Qui la visita inizia con la descrizione del quartiere, dei lavori di recupero dell’opificio e delle principali caratteristiche di un frantoio ipogeo e si fonde con il racconto della vita dei frantoiani e alla storia di Peppino Mitarotonda (artista Materano) e delle ceramiche create in esclusiva per il museo che raffigurano le differenti fasi di produzione dell’olio.
❖ Ristoranti/Osterie/Pizzerie: Trionfano pari merito nella categoria “Al 588” di Bagno a Ripoli (FI), guidato dallo chef Andrea Perini, con l’esperienza “Al 588 Il Ristorante dell'Olio”, un percorso degustazione che dall’antipasto al dessert pone l’olio d’eccellenza come elemento principale, e “Il Frantoio di Assisi” (PG) con “L'olio e le sue consistenze”: una declinazione dell’olio extra vergine di oliva che, grazie alla tecnica dello chef Cantoni, gioca ad assumere nuove forme e nuove consistenze; un laboratorio di cucina sull’olio, sul suo utilizzo, sul suo diventare “ingrediente” e non semplice condimento. All’interno del ristorante è possibile visitare un orto sinergico con erbe spontanee e fiori eduli utilizzati per creare insieme all’olio extra vergine salutari condimenti.
❖ Agriturismi/Dimore Storiche/ B&B/Hotel: Il Palazzo di Varignana sale sul primo posto del podio con l’esperienza “Olivum Experience” - un percorso sensoriale dedicato all'olio unico di Palazzo di Varignana” che prevede un percorso tradizionale VARSANA SPA comprensivo di circuito di vasche e docce sensoriali, bio-sauna, sauna finlandese, bagno turco, cascata di ghiaccio, vasca sonora, percorso Kneipp, piscina con getti e lama d’acqua, sedute idromassaggio, area relax e tisaneria e degustazione di olio EVO in una location suggestiva per due persone con esperti sommelier. Compresa anche la cena per due persone con percorso degustativo a base dei loro Oli Extravergine d’Oliva e Olive Oil Treatment, il rituale in cui l’olio viene spennellato su tutto il corpo con movimenti lenti e rilassanti, a cui segue un massaggio con l’emulsione idratante all’ olio di oliva.
❖ Tour operator/Agenzie di viaggio/Altri organizzatori (Proloco/Associazioni…): Pari merito nella categoria ”l’Associazione Strada dell'olio DOP Umbria di Trevi (PG) con l’esperienza “Frantoi Aperti in Umbria”, che propone cinque weekend nel periodo della raccolta e molitura delle olive caratterizzati non solo da eventi tradizionali nelle piazze e da iniziative di assaggio dell’olio nuovo nei luoghi di produzione, ma da percorsi natura, attività performative e musicali, uso di nuovi linguaggi, in cui il coinvolgimento delle persone è essenziale; la Soc. Coop. SERAPIA di Ostuni (BR) con l’esperienza “Ciclotrekking tra i verdi patriarchi di Puglia”, un ciclotrekking nel cuore della piana “olivetata” di Puglia, dove i grandi verdi patriarchi hanno fatto la storia di un popolo dedito alla terra e al mare.
La giuria ha assegnato anche 3 Premi menzioni speciali:
❖ Oil Bar Caffè del Mercato di Livorno (LI) per l’esperienza “Street Olive Oil School & Frantoiani Coraggiosi” durante la quale Alessandro Camici fa scuola dell’olio all’interno del mercato “Street Olive Oil School” raccontando che i produttori selezionati sono giovani “Frantoiani Coraggiosi”, amanti e custodi della loro Terra, con la passione per la coltivazione dell’olivo
❖ Sa Mola di Escolca (SU) per l’esperienza “Sa Mola Glamping Experience” che prevede visita all’azienda, passeggiata tra gli ulivi centenari e degustazione dei diversi oli prodotti, oltre ad un corso propedeutico di degustazione di olio extravergine, si può fare una piacevolissima esperienza glamping dormendo tra gli ulivi in tenda o in una vintage roulotte.
❖ Agriturismo Essentia Dimora Rurale di Larino (CB) con l’esperienza “Tour dell’olio: tra e-bike, assaggi e racconti”. Il percorso completo prevede l’accoglienza nelle camere tematizzate dell’agriturismo, e a quella dedicata all’uliveto di nonno Salvatore poi si continuare con pedalate sulle e-bike tra gli uliveti alla scoperta della varietà più diffusa nel territorio e cenette a base di prodotti della casa in abbinamento con oli extravergine d’oliva locali e racconti del tema trattato.
“L’attuazione della legge sull’oleoturismo e attraverso anche la premiazione di migliori pratiche turistiche legate al mondo dell’olio hanno finalmente consegnato alla nuova generazione l’identità e la riconoscibilità, introducendo il processo di innovazione, anche quella economica e sociale, che il lavoro nell’olivicoltura e in frantoio veniva per secoli considerato come la categoria di serie B…. – è intervenuto il Sen. Dario Stefàno, artefice della relativa legge, mettendo l’accenno significativo all’importanza della prospettiva multidimensionale nel promuovere varie attività oleoturistiche in termini di redditi adeguati, di formazione interna nell’ambito dell’accoglienza turistica, quindi di offerta turistica qualificata e ed infine di sensibilità condivisa nella pratica e nel rispetto della sostenibilità ambientale.
"La seconda edizione del Concorso Turismo dell’Olio è ancora più ricca di esperienze legate all’olio EVO e tutte da vivere – ha dichiarato Michele Sonnessa, Presidente delle Città dell’Olio - grazie a Bene Assicurazioni che ha sempre creduto in questo progetto e congratulazioni ai vincitori ma anche ai numerosi partecipanti. Da quest’anno per qualificare al meglio le esperienze di oleoturismo abbiamo introdotto nuovi standard e poi grazie al contributo di UNAPROL realizzeremo un corso di formazione gratuito per le aziende che parteciperanno al Concorso”.
“Esprimere una preferenza è sempre difficile. Per questo ringrazio gli esperti della giuria per la generosità e la competenza con cui hanno valutato le esperienze in gara. Abbiamo toccato con mano la passione di chi crede nel turismo dell’olio e si impegna quotidianamente a costruire best practices che diventano patrimonio di tutti – ha dichiarato la Prof.ssa Roberta Garibaldi, Presidente di Giuria – l’oleoturismo rappresenta il futuro del turismo enogastronomico. Abbiamo il dovere di premiare chi ha voglia di esserci, crescere e contare e quindi investire di più in formazione”.
https://www.turismodellolio.com/concorso-turismo-dellolio/
Premiati i 12 vincitori della 30esima edizione del concorso nazionale
Ercole Olivario dedicato alle eccellenze olearie italiane
Perugia, 26 marzo 2022 - Sono stati proclamati in Umbria, a Perugia, presso il Centro Congressi della Camera di Commercio dell’Umbria, i vincitori della XXX edizione dell’Ercole Olivario, il concorso nazionale dedicato alle eccellenze olearie italiane, organizzato dall’Unione Italiana delle Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura, in collaborazione con la Camera di Commercio dell’Umbria, il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, il Ministero dello Sviluppo Economico, ed il sostegno di UNAPROL Consorzio Olivicolo Italiano ed Italia Olivicola.
A precedere la cerimonia di premiazione, si è tenuto, venerdì pomeriggio, il seminario dal titolo "Innovazioni di processo: la qualità degli oli extravergine di oliva Italiani", un prezioso contributo apportato dal Prof. Maurizio Servili - Università di Perugia.
Il suo intervento ha messo in luce una sintesi di ampi fattori e accorgimenti dettagliati che possono migliorare e accompagnare il processo verso la sostenibilità del comparto olivicolo-oleario italiano sotto diversi aspetti: agronomici, tecnologici, scientifici, zootecnici, nonché merceologici incentrati sulla base di evidenze documentate e sperimentate negli ultimi decenni.
Ha spiegato, inoltre, ad ogni soggetto coinvolto in tale settore, le riflessioni, tra molte altre notizie, su come si possa realizzare “una filiera a scarto zero” e i metodi adottabili e fruttuosi che meritano di essere attuati per garantire la qualità peculiare ed esclusiva degli oli evo territoriali italiani.
La sala dedicata alla cerimonia di proclamazione e premiazione è riempita di gioia di ritrovarsi in presenza e di emozioni nel riflettere gli impegni smisurati svolti durante tutto l’arco dell’anno fino a raggiungere il podio del Premio Nazionale Ercole Olivario.
Ad alzare il sipario in un silenzio profondo e lieto è stato l’Ing. Giorgio Mencaroni - Presidente della Camera di Commercio dell'Umbria e del Comitato di Coordinamento Ercole Olivario, proclamando i vincitori di questa edizione. La premiazione è stata trasmessa anche in diretta streaming.
12 le etichette premiate nelle due distinte categorie previste, Extravergine e oli extravergini certificati DOP, IGP:
Categoria Dop /IGP Fruttato Medio
• 1° Classificato – De Carlo Dop Terra di Bari – Bitonto dell’Azienda Agricola De Carlo di Bitritto (BA), Puglia
• 2° Classificato – Don Gioacchino Monocultivar Coratina Dop Terra di Bari - Castel del Monte dell’azienda Sabino Leone di Canosa di Puglia (BT), Puglia
• 3° Classificato – Fruttato Verde Dop Sardegna dell’azienda Fois Antonello di Alghero (SS), Sardegna
Categoria Dop /IGP Fruttato Intenso
• 1° Classificato – Cagnara, Dop Terra di Bari – Bitonto dell’azienda Ciccolella Soc. Agr. Arl di Molfetta (BA), Puglia
• 2° Classificato – Don Pasquale Colline Pontine DOP dell’Azienda Agricola Cosmo di Russo di Gaeta (LT), Lazio
• 3° Classificato - Cetrone Colline Pontine DOP dell’Azienda Agricola Alfredo Cetrone di Sonnino (LT), Lazio
Categoria Extravergine Fruttato Leggero
• 1° Classificato – Lelais dell’Azienda Moretti LAURA di Ittiri (SS), Sardegna
Categoria Extravergine Fruttato Medio
• 1° Classificato – Iliò della Olivicoltori Oliena S.C.A. di Oliena (NU), Sardegna
• 2° Classificato – CM Centoleum dell’Azienda CM srl di Agello, Magione (Pg), Umbria
Categoria Extravergine Fruttato Intenso
• 1° Classificato – BIO dell’azienda Intini srl di Alberobello (BA), Puglia
• 2° Classificato - Ispiritu Sardu della Masoni Becciu di Deidda Valentina di Villacidro, Sardegna
• 3° Classificato - Verdemare dell’Azienda Agricola Cosmo di Russo di Gaeta (LT), Lazio
Menzione di Merito “Giorgio Phellas - Turismo dell’olio” inserita in questa ricorrenza al fine di valorizzare ed incentivare le realtà che investono nell’oleoturismo e dedicata a Giorgio Phellas, anima del Concorso Ercole Olivario fin dalla sua prima edizione.
Una significativa relazione sul Turismo dell’Olio è, inoltre, stata illustrata online e in diretta dalla Dott.ssa Roberta Garibaldi - Amministratore Delegato ENIT - Agenzia Nazionale del Turismo.
“L’olio di oliva è, insieme al vino, fra i prodotti più rappresentativi del patrimonio agroalimentare italiano. Qualità, biodiversità e legame con il territorio sono elementi che possono rappresentare un valore aggiunto non solo dal punto di vista produttivo, ma anche turistico.
L’Italia ha un grande potenziale e potrà giocare un ruolo di primo piano negli anni a venire. Le proposte legate al turismo dell’olio stanno riscontrando un sempre maggiore apprezzamento fra il grande pubblico e molto si sta facendo per incentivarne lo sviluppo tra le aziende della filiera.
L’esperienza oleoturistica non si limita all’oleificio o al frantoio, ma si allarga all’intero territorio. Il turista ricerca stimoli continui, che lo possono invogliare ad approfondire questo suo desiderio di scoperta. È fondamentale costruire esperienze che possano permettere di vivere appieno il prodotto, la cultura, le persone e il territorio. Le parole chiave, che emergono con forza dalle ricerche che ho condotto in questi anni, sono tre: storia, benessere, coinvolgimento.”
Alla celebrazione, moderata da Giorgio Donegani, sono intervenuti: Gabriele Giottoli, Assessore allo Sviluppo Economico ed al Turismo del Comune di Perugia, Antonio Balenzano, Direttore dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio, Gabriella Stansfield, Presidente dell’Associazione Nazionale Donne dell’Olio e Alfredo Marasciulo capo panel della giuria nazionale del concorso per il biennio 2021/2022 che ha passato il testimone al suo successore Lorenzo Natale che sarà capo panel della giuria nazionale per il biennio 2023/2024.
La cerimonia è stata anche l’occasione per conferire i 7 premi speciali previsti quest’anno:
- AMPHORA OLEARIA per la miglior confezione, all’etichetta “Oliomania” dell’Azienda Agricola Marina Palusci, Abruzzo;
- Menzione Speciale OLIO EXTRAVERGINE BIOLOGICO: “Olivastro” dell’Azienda Agricola Biologica Americo Quattrociocchi di Alatri (FR), Lazio;
- Menzione “Olio Monocultivar”: Mimì Denocciolato Monocultivar Coratina dell’Azienda Agricola Donato Conserva di Modugno (BA), Puglia;
- Menzione di merito “Giovane imprenditore” assegnato ai migliori titolari under 40 degli oli ammessi in finale: Azienda Agricola Etruscan Kantharos di Gelsomini Flavia dal Lazio, L’Olivaio Srl dalle Marche, Azienda Agricola Andrea Caterina dal Molise, Agrestis Società Cooperativa Agricola dalla Sicilia, Frantoio di Croci dalla Toscana, CM srl e la Società agricola Stoica dall’Umbria;
- Menzione di Merito Impresa Digital Communication all’azienda Intini srl di Alberobello (BA), Puglia;
- Menzione di Merito Impresa Donna alle migliori imprese femminili: Azienda Agricola Marina Palusci dall’Abruzzo; Tenute Librandi Pasquale Società Agricola dalla Calabria; Azienda Torretta srl dalla Campania; Azienda Agricola Biologica Paola Orsini, Azienda Agricola Adria Misiti e Azienda Agricola Etruscan Kantharos di Gelsomini Flavia dal Lazio; Azienda Agricola Bisceglie Maria ed Aziende Agricole Di Martino sas dalla Puglia; Masoni Becciu di Deidda Valentina e l’Azienda Moretti Laura dalla Sardegna; Azienda Agricola Biologica Titone, Frantoi Cutrera srl, Soc. Agricola Giovanni Cutrera, l’azienda Terraliva di Frontino Giuseppina, Fisicaro Sebastiana - Frantoio Galioto dalla Sicilia; Azienda Agricola Buoni o Del Buono Maria Pia dalla Toscana e CM srl dall’Umbria.
- Menzione di Merito “GIORGIO PHELLAS - TURISMO DELL’OLIO”: Azienda Agricola Costantino Mariangela di Maida (CZ), Calabria
“Goccia d’Ercole” la sezione a latere del concorso nazionale rivolta alle aziende, pur avendo piccole produzioni, che sono riuscite a produrre un lotto omogeneo da 5 a 9 quintali:
• 1° Classificato – Frantoio di Croci, Toscana
• 2° Classificato – L’Olivaio, Marche
• 3° Classificato – Decimi, Umbria
In collaborazione con gli uffici ICE e Assocamerestero, sono stati proclamati assegnatari del Premio Leikithos, a due “ambasciatori” dell’olio e della cultura dell’olio italiano di qualità all’estero: Miciyo Yamada, giapponese, assaggiatrice di olio e.v.o. e giornalista di importanti magazine di livello internazionale che da grande appassionata di olio, partecipa nella giuria a concorsi internazionali ed al noto ristoratore Massimo Mori che ha in Francia tre ristoranti, grande promotore dei prodotti italiani in generale e dell’olio in particolare.
XXIX EDIZIONE DEL CONCORSO
PER I MIGLIORI OLI EXTRAVERGINE DI OLIVA DEL LAZIO
43 aziende partecipanti per un totale di 50 etichette
16 le etichette del Lazio parteciperanno
alla selezione finale dell’Ercole Olivario
Si è tenuta sabato 19 marzo 2022 a Roma, presso il Tempio di Adriano della Camera di Commercio di Roma la cerimonia ufficiale di premiazione dei vincitori di “Orii del Lazio – Capolavori del gusto”, XXIX Concorso regionale per i migliori oli extravergine di oliva del Lazio.
Il Concorso è promosso ed organizzato da Unioncamere Lazio, l’Unione delle Camere di Commercio del Lazio che, nel quadro delle iniziative promozionali a sostegno del settore agricolo, rivolge la massima attenzione alla filiera olivicola attraverso una serie di iniziative a supporto delle imprese del settore.
Dopo due edizioni svoltesi esclusivamente online sulla piatta forma Zoom, dovute alla emergenze pandemica, la Sala dedicata alla cerimonia di premiazione si è riempita di un’atmosfera particolarmente gioiosa e di calorosi saluti tra i protagonisti – produttori vincitori della 29ma edizione di Orii del Lazio – e professionisti coinvolti e impegnati in questo Concorso regionale che attesta il momento saliente nella valorizzazione delle produzioni olivicolo – olearie.
Strategico il ruolo del Concorso poi in un’annata, come quella attuale, in cui si registrano un incoraggiante segnale di ripresa produttiva e la conferma delle caratteristiche peculiarità del prodotto regionale.
“L’olivicoltura nel Lazio – ha spiegato Lorenzo Tagliavanti, Presidente di Unioncamere Lazio e Camera di Commercio di Roma – “ricopre da sempre un ruolo strategico nel panorama agroalimentare ed il riconoscimento di una quinta denominazione, l’Olio di Roma IGP, è un’ulteriore testimonianza della dinamicità e della qualità produttiva delle nostre imprese. Una qualità che viene riconosciuta anche al di fuori dei confini regionali”.
La selezione si conferma come una importante certezza per le imprese facendo registrare la partecipazione di 43 aziende per un totale di 50 etichette, con una prevalenza delle province di Latina e Viterbo rispettivamente con 15 prodotti in concorso, seguite da Roma con 9, Rieti con 8 oli evo (oli extravergine di oliva) ed infine 3 da Frosinone. Ben 33 aziende hanno manifestato interesse a partecipare al concorso nazionale “Ercole Olivario” con 33 oli evo.
Oltre alla categoria extravergine di oliva, dunque, sono in concorso le 5 denominazioni regionali: Sabina DOP, Canino DOP, Tuscia DOP, Colline Pontine DOP e Olio di Roma IGP.
I premi sono attribuiti ai primi due classificati per ognuna delle categorie in concorso (DOP-IGP ed extravergine) che si articolano, sulla base del fruttato, in leggero, medio e intenso.
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I vincitori sono stati selezionati attraverso specifiche sessioni di assaggio da una Commissione esaminatrice composta dal Capo Panel Lorenzo Natale e da degustatori professionisti individuati, tra l’altro, in base all’anzianità di iscrizione nell’Albo ufficiale degli assaggiatori ed all’esperienza specifica di sedute di assaggio degli oli regionali.
I lavori del panel si sono svolti nel Laboratorio Chimico Merceologico della Camera di Commercio di Roma.
In occasione della cerimonia di premiazione sono stati attribuiti i seguenti premi:
• Il miglior olio biologico, ottenuto cioè da aziende che utilizzano tecniche produttive a basso impatto ambientale e senza l’uso di prodotti chimici di sintesi;
• Il miglior olio monovarietale (ottenuto da un’unica varietà di olive);
• Il miglior olio ad alto tenore di polifenoli e tocoferoli;
• Il Premio Tonino Zelinotti per la migliore confezione, con l’obiettivo di evidenziare le caratteristiche che una bottiglia e soprattutto una etichetta, devono avere non solo sotto il profilo squisitamente estetico. Molta importanza, nello schema di valutazione, viene attribuita alla completezza e trasparenza delle informazioni riportate, sia per la parte obbligatoria, sia per le informazioni facoltative.
• Il Premio Grandi Mercati attribuito all’olio per il cui lotto in concorso viene dichiarata una disponibilità pari almeno a 80 hl ritenuto di particolare interesse per i mercati nazionali ed esteri.
• Il Premio della Critica, assegnato da uno speciale gruppo di assaggio - costituito da alcuni nomi del giornalismo di settore - che ha degustato, alla cieca, gli oli ai vertici della classifica per ciascun territorio, decretando quello ritenuto migliore. Una simpatica parentesi che si è aggiunta all’importante lavoro svolto dal panel ufficiale che, ovviamente sempre in degustazione cieca, ha svolto il difficile compito di valutare le etichette in gara.
• il migliore tra gli oli partecipanti prodotto da giovane imprenditore;
• il migliore tra gli oli partecipanti prodotto da impresa femminile.
Quest’anno saranno 16 le etichette del Lazio che approderanno alla selezione finale dell’Ercole Olivario: un risultato straordinario che colloca il Lazio al primo posto tra le 15 regioni italiane partecipanti. La presenza del Lazio nella storia del concorso nazionale, del resto, è sempre stata all’insegna del successo. In passato, su 29 edizioni dell’Ercole, gli oli evo della regione sono saliti sul podio nazionale con più olii evo nelle diverse categorie, in occasione di ben 28 edizioni a dimostrazione del primato qualitativo del Lazio che vanta radici antiche.
Pur mantenendo l’originale connotazione di selezione regionale per il Premio nazionale, il concorso “Orii del Lazio”, nel corso degli anni, ha assunto sempre maggior prestigio e visibilità. Rappresenta infatti un momento significativo sia per stimolare i produttori verso un percorso di costante crescita qualitativa, sia per indirizzare i consumatori verso l’acquisto di oli extravergine di oliva di qualità del territorio.
Hanno preso parte ai lavori David Granieri, componente di Giunta della Camera di Commercio di Roma in rappresentanza del settore agricolo, i rappresentanti delle Associazioni di categoria di settore (CIA, Coldiretti, Confagricoltura).
Il concorso “Orii del Lazio” è divenuto il progetto “identitario” della Regione che mette alla prova ogni azienda olivicola-olearia, nonché il sistema proprio del settore, per poter affrontare una sana competizione sul mercato globale, in termini di produzione quali-quantitativa, ha sottolineato Granieri, portando, inoltre, all’attenzione un tema sulla valenza dell’oleoturismo verso ogni territorio a vocazione olivicola e agroalimentare e la necessità di implementazione dei sistemi e linee guida omogenei ed efficienti su tutto il territorio nazionale con assoluto rispetto della ricchezza e dell’identità territoriale.
Un interessante contributo sulle leve della comunicazione vincente per impostare strategie commerciali di successo dove la peculiarità territoriale gioca un ruolo di primo piano lo ha fornito Antonio Paolini giornalista enogastronomico.
In vista della 30esima edizione del concorso Ercole Olivario, ha ricordato Paolini, è importante l’evoluzione (esponenziale) proseguita nell’arco di 30 anni nel panorama olivicolo-oleario nazionale, in cui ogni comparto coinvolto ha arricchito e assunto la consapevolezza nella valorizzazione del patrimonio varietale e nel proseguire la strada di una qualità sempre superiore, evidenziando, infine, l’importanza nell’instaurare un legame più stretto e ambizioso tra la produzione di eccellenza olearia italiana e il settore culinario che funge, nei confronti dei consumatori, come vettore di conoscenza aperta a 360 °.
“Nonostante il permanere della congiuntura economica negativa dovuta all’emergenza sanitaria – ha dichiarato Enrica Onorati, Assessora all’Agricoltura, Foreste, Promozione della Filiera e della Cultura del Cibo, Pari Opportunità della Regione Lazio - le imprese del settore olivicolo della nostra regione hanno reagito bene, a dimostrazione che, anche in tempi difficili, un ingrediente importante come l’olio extra vergine di oliva non può mancare sulle tavole dei consumatori. Un ringraziamento quindi a tutti i produttori che con il loro lavoro contribuiscono a promuovere le nostre eccellenze agroalimentari.”
Come sempre Unioncamere Lazio, con il supporto tecnico di Agro Camera, proseguirà il proprio impegno a supporto del prodotto locale in occasione di diverse iniziative anche successivamente al Concorso con un occhio attento al mercato nazionale ed internazionale.
L’organizzazione tecnica del concorso è stata curata da Agro Camera, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Roma per lo sviluppo del settore agroalimentare.
Questi sono i vincitori della XXIX Concorso regionale per i migliori oli extravergine di oliva del Lazio:
EXTRAVERGINE
Fruttato intenso:
1° Az. Agr. Biologica Quattrociocchi Americo – Olivastro
2° Az. Agr. Alfredo Cetrone – Cetrone In
Menzione Speciale: Az. Agr. Cosmo Di Russo – Verdemare
Fruttato medio:
1° Mater Olea srl Agricola – Mater Olea Elegante
2° Az. Agr. Casino Re di Coletta Filomena – Casino Re Casa Rossa
Fruttato leggero:
1° De Gregoris Gregorio – Punto G
2° Frantoio Archibusacci dal 1888 – E.V.O. 130.3 Limited Edition
SABINA DOP
Fruttato medio:
1° DueNoveSei Az. Agr. – DueNoveSei Sabina DOP
2° Az. Agr. F.lli Rosati Ermanno e Francesco – Colle dei Frati
Fruttato leggero:
1° Az. Agr. Fagiolo di L & A SS – Cru di Cures
2° Camilla Petrucci – Olio di Petrucci
CANINO DOP
Fruttato Intenso:
1° Az. Agr. Etruscan Kantharos di Gelsomini Flavia – Olio Evo DOP Canino
2° Oleificio Sociale Coop. di Canino Soc. Coop. Agr. – Canino DOP
Fruttato Medio:
1° Olivicola di Canino Soc. Agr. Coop. arl – Canino DOP
2° Az. Agr. Mazzi Mirella – Oleum Aeternum DOP Canino Bio
TUSCIA DOP
Fruttato Intenso:
1° Soc. Agr. Sciuga ss – Il Molino Tuscia DOP
Fruttato Medio:
1° Soc. Agr. Colli Etruschi Soc. Coop. – EVO
COLLINE PONTINE DOP
Fruttato Intenso:
1° Az. Agr. Alfredo Cetrone – Cetrone Colline Pontine DOP
2° Az. Agr. Cosmo Di Russo – Don Pasquale
Menzione Speciale: Az. Agr. Biologica Paola Orsini – Orsini Colline Pontine DOP
OLIO DI ROMA IGP
Fruttato Intenso:
1° Frantoio Oleario F.lli Narducci srl – IGP Roma Riserva
Fruttato Leggero:
1° OP Latium Soc. Coop. Agr. – Olio di Roma IGP
2° Frantoio Tuscus di Giampaolo Sodano e C. sas – Olio di Roma IGP
Inoltre, sono stati assegnati i seguenti riconoscimenti:
Il migliore olio biologico: Az. Agr. Biologica Quattrociocchi Americo – Olivastro
Il miglior olio monovarietale: Az. Agr. Biologica Quattrociocchi Americo – Olivastro
Il miglior olio ad alto tenore di polifenoli e tocoferoli: Az. Agr. Biologica Quattrociocchi Americo – Olivastro
Migliore Confezione “Premio Tonino Zelinotti”: Soc. Agr. Sciuga ss – Il Molino Tuscia DOP
Premio “Grandi Mercati”: OP Latium Soc. Coop. Agr. – Olio di Roma IGP
Premio “Giovane Imprenditore”: Az. Agr. Etruscan Kantharos di Gelsomini Flavia – Olio Evo DOP Canino
Premio “Impresa Femminile”: Az. Agr. Casino Re di Coletta Filomena – Casino Re Casa Rossa
Premio della Critica: Az. Agr. Alfredo Cetrone – Cetrone Colline Pontine DOP
Sabato 26 marzo 2022, a Perugia, la cerimonia di proclamazione e premiazione dei vincitori della 30esima edizione del concorso Ercole Olivario, selezionati tra i 110 finalisti in gara.
Unico concorso “istituzionale” in Italia dedicato alle eccellenze olivicole-olearie,
un riconoscimento primario nella valorizzazione dell’immagine dell’olio extravergine d’oliva italiano di alta qualità, sia in contesto nazionale che internazionale
Novità della 30esima edizione il certificato digitale NTF Non-Fungible Token,
un innovativo certificato di autenticità ed unicità del premio ricevuto dai vincitori
dell’Ercole Olivario
Roma, 15 marzo 2022 – Si è tenuta la presentazione dell’Ercole Olivario. Il prestigioso concorso nazionale riservato ai produttori di olio extravergine di oliva di qualità italiano, nato nel 1993, che festeggia la sua 30esima edizione 2022.
Chi viene coinvolto nel campo agroalimentare, nutraceutico, scientifico - tecnologico olivicolo-oleario, vivaistico, nonché nel settore turistico, ha ricordi professionali e/o collettivi legati al concorso Ercole Olivario che si è evoluto con nuove proposte giunte al Comitato di coordinamento di tale concorso con l’ottica di percorrere insieme una strada di qualità sempre superiore. Tra queste ricordo il concorso Extracuoca, il concorso Sezione Olive da Tavola, Menzione di Merito Giorgio Phellas – Turismo dell’olio.
L’unico concorso nel suo genere a livello nazionale che da sempre effettua il prelievo direttamente in azienda dei campioni destinati al concorso affinché ogni fase possa garantire la massima trasparenza e riservatezza nella sua esecuzione.
I numeri e le novità della XXX edizione del premio - indetto dall’Unione Italiana delle Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura, in collaborazione con la Camera di Commercio dell’Umbria, il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, il Ministero dello Sviluppo Economico, ed il sostegno di UNAPROL Consorzio Olivicolo Italiano ed Italia Olivicola – sono stati presentati il 15 marzo a Roma, durante una conferenza stampa svoltasi presso la sede di Unioncamere, alla presenza del Presidente di Unioncamere, Andrea Prete; del Presidente del Comitato di coordinamento del concorso e presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni; del Segretario Generale Ass. Camere Commercio Italiane all’Estero, Domenico Mauriello; del Direttore generale Agenzia ICE, Roberto Luongo; del Presidente Italia Olivicola, Gennaro Sicolo e di David Granieri, Presidente UNAPROL – Consorzio Olivicolo Italiano.
“Investire sulle aree a vocazione agroalimentare, scommettendo sulla qualità e il richiamo dei territori e dei suoi prodotti, come l’olio, è la direzione verso cui puntare per offrire alle piccole imprese un percorso di crescita e valorizzare i territori” ha evidenziato il presidente di Unioncamere, Andrea Prete.
“La filiera dell’olio conta oltre 400 mila aziende agricole specializzate, ma anche il maggior numero di oli extravergine a denominazione in Europa, con un patrimonio di 250 milioni di piante e 533 varietà di olive.
Le Camere di commercio sono pronte a fare la loro parte, perché sappiamo che occorre partire dai territori, puntando anche sul turismo esperienziale, fatto di ricchezze enogastronomiche, di cui l’olio rappresenta certamente un prodotto di punta, per conquistare l’interesse dei viaggiatori italiani ed esteri”.
L’intervento di Roberto Luongo, Direttore generale Agenzia ICE, partendo dall’accento posto sul ruolo fondamentale svolto dal Premio Ercole Olivario nella valorizzazione dell’immagine dell’olio italiano di qualità nel contesto internazionale, ha portato all’attenzione un tema di stretta attualità, legato alle ricadute negative della crisi bellica Russia-Ucraina sull’export oleicolo nazionale, che nel 2021 ha raggiunto il valore record di un miliardo e mezzo di euro.
Infatti, ha ricordato Luongo, “per quanto riguarda le esportazioni di olio italiano, la Russia si colloca all’8° posto al mondo e l’Ucraina invece al 32° per un valore complessivo di circa 50 milioni di euro”.
Esprimendo preoccupazione per la prospettiva di perdere quote di mercato, il direttore dell’Agenzia ICE ha dichiarato che “occorrerà lavorare per cercare di recuperare altrove questi 50 milioni di euro che saranno perduti in conseguenza della crisi in atto, impegnandosi per limitare l’impatto negativo sul settore dell’olio italiano”.
LE NOVITÀ DEI 30 ANNI DI ERCOLE OLIVARIO
il certificato digitale NTF Non-Fungible Token
Giorgio Mencaroni, Presidente del Comitato di coordinamento del concorso e presidente della Camera di Commercio dell’Umbria che ha illustrato, inoltre, un’importante iniziativa che punta all’innovazione “l’attestato digitale in versione NFT Non-Fungible Token (certificato non riproducibile), che verrà consegnato alle aziende vincitrici di questa edizione, un segno di riconoscimento che implica una rigida selezione, che porta alla vittoria solo i migliori oli d’Italia, un certificato che va a garantire sempre più la trasparenza ed il valore aggiunto dato dalla partecipazione all’Ercole Olivario, che le aziende vincitrici potranno spendere come segno di riconoscimento di un prodotto di altissima qualità”.
Menzione di Merito “Giorgio Phellas - TURISMO DELL’OLIO
Al fine di valorizzare ed incentivare le realtà che investono nell’oleoturismo, è stata istituita, ha proseguito Mencaroni “una menzione in ricordo di Giorgio Phellas, organizzatore dell’Ercole Olivario fin dalla sua prima edizione, la Menzione di Merito “Giorgio Phellas - Turismo dell’olio” che verrà riconosciuta ad un’azienda finalista particolarmente impegnata nella realizzazione di esperienze turistiche in grado di valorizzare l’olio e il territorio di appartenenza.
L’Albo d’Oro
In occasione dei festeggiamenti del trentennale, è stato inoltre realizzato un Albo d’Oro, dedicato a tutti i produttori italiani che in questi 30 anni di Ercole Olivario hanno vinto il concorso.
Dal 1993, anno della prima edizione, ad oggi sono state ben 9.914 le etichette che si sono iscritte, per un totale di 2.168 campioni di olio finalisti; ben 343 i premi assegnati e 178 le aziende premiate.
L’Albo d’Oro sarà presentato al pubblico durante un incontro che si terrà a Roma nei prossimi mesi.
La Goccia d’Ercole
Per supportare anche le piccole produzioni, in particolare in quelle regioni che possono contare su scarsi quantitativi di produzione, in occasione dell’edizione del trentennale è stata istituita “La Goccia d’Ercole”, una sezione a latere del concorso nazionale, rivolta alle aziende che pur avendo piccole produzioni, riescano ad aver un lotto omogeneo da 5 a 9 quintali.
Un’apposita giuria, riunitasi nel mese di febbraio 2022, ha degustato gli oli delle 16 aziende partecipanti, i vincitori di questa nuova sezione saranno premiati durante le giornate finali del concorso nazionale”.
Le iniziative promozionali in Italia e all’Estero
Gli oli vincitori della XXXesima edizione di Ercole Olivario saranno protagonisti di una serie di iniziative di promozione sia in Italia che, grazie alla collaborazione con l’Agenzia ICE e Assocamerestero, all’estero.
Sezione Olive da Tavola
In Italia ha già avuto luogo, a Bari la fiera “Enoliexpo” dove, grazie ad Unaprol ed alla Evoo School, sono state presentate e degustate le olive da mensa vincitrici della prima edizione del concorso Ercole Olivario - Sezione Olive da Tavola.
Grazie alla partnership con l’Associazione Città dell’Olio, le aziende vincitrici dell’Ercole Olivario 2022 potranno giovarsi di una visibilità particolare alla fiera “Olio Capitale” che avrà luogo dal 13 al 15 maggio 2022, a Trieste.
True Italian taste - Masterclass per operatori stranieri
A settembre 2022 a Parigi in Francia i vincitori dell’Ercole Olivario avranno il loro spazio presso il Gourmet Food & Wine Selection. Gli oli vincitori dell’Ercole Olivario saranno protagonisti di alcune masterclass per operatori di Cina, Giappone e Australia, coinvolti nel progetto “True Italian Taste” promosso e finanziato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e realizzato da Assocamerestero in collaborazione con le Camere di Commercio italiane all’estero.
"Con il progetto True Italian Taste, le Camere di Commercio Italiane all’Estero sono impegnate dal 2016 per diffondere una maggiore consapevolezza tra i consumatori di 41 piazze mondiali, tra le più importanti destinazioni del nostro export alimentare - ha affermato Domenico Mauriello Segretario generale di Assocamerestero - affinché possano fare scelte consapevoli e aumentare l’acquisto di prodotti 100% Made in Italy, valorizzando altresì la qualità e la salubrità della Dieta Mediterranea, il cui alimento cardine è proprio l’olio extravergine di oliva.
True Italian Taste si unisce oggi all’Ercole Olivario e alla Camera di Commercio dell’Umbria, per promuovere questo prodotto di eccellenza della nostra tradizione culinaria nei Paesi dell’area Asia Pacifico, avvalendosi della collaborazione delle Camere di Commercio Italiane di Pechino, Tokyo, Melbourne e Sydney, per far conoscere meglio e apprezzare l’olio italiano in quei mercati dove, pur non essendo un alimento abituale, incontra sempre più consensi.”
Le selezioni nazionali e la cerimonia di premiazione
La Giuria nazionale del Premio Ercole Olivario è composta dal capo panel Alfredo Marasciulo e da 16 degustatori professionisti provenienti da tutte le regioni italiane partecipanti al concorso: Maria Grazia d'Angelo (Abruzzo), Cristiana Rombolà (Calabria), Giovanni Parlato (Campania), Giovanni Goisis (Emilia-Romagna), Erika Pozzetto (Lazio), Igino Gelone (Liguria), Enrico Tosadori (Lombardia), Silvano Zannotti (Marche), Tommasino Baroncini (Molise), Luana Leo Imperiale (Puglia), Annalisa Motzo (Sardegna), Giuseppe Iannizzotto (Sicilia), Alessandro Parenti (Toscana), Andrea Segantini (Trentino-Alto Adige), Angela Canale (Umbria) e Roberta Ruggeri (Veneto).
Di Mika Takizawa
Ú TATARANN, il nonno, il saggio, indiscusso anello di congiunzione tra generazioni che tramanda un senso di appartenenza, orgoglio e discernimento…
Ricordate che ho raccontato in occasione di Venolea 2019 a Venafro, l’eminente importanza della salvaguardia di ulivi ed uliveti storici anche dal punto di vista turistico, confrontando due realtà di ulivi secolari, cioè Ú Tatarann di Rossano (CS) e l’uliveto storico delle Grotte di Catullo di Sirmione (BS).
Avevo organizzato nel 2016 una piccola ma avventurosa gita in ricerca delle cultivar autoctone negli areali olivicoli cosentini, tra cui un dei punti focali era l’incontro con “Ú Tatarann”. Sapevo, da varie fonti durante la programmazione di tale gita, che questo prezioso arbusto millenario segno dell’identità del popolo locale era stato salvaguardato dall’ingegnere Domenico Vitale, scomparso prematuramente, e che poi sia l’Amministrazione Comunale che alcune associazioni del settore ambientale si sono occupate della sua conservazione tramite la potatura e la sistemazione dell’irrigazione.
Arrivando a Rossano con tanto entusiasmo e molta incertezza nel localizzarlo, in quanto non ci sono né un cartello in città né un segnale di geolocalizzazione sul navigatore, cominciai quindi a domandare ai gentili cittadini “Dove si trova Ú Tatarann, un albero monumentale e millenario?”.
Dopo che più di una ventina di persone, inclusi autisti del pullman, tassisti, vigili urbani, ecc. non conosceva l’esistenza di questo "albero patriarca”, una ragazza ci si avvicinò e disse “l’ho visto tra i negozi nella piazzetta, seguite quella strada lì…”.
Era metà settembre del 2016 (nella foto a sinistra), quando incontrai Ú Tatarann con i rami ammosciati e secchi come se fosse un salice piangente senza vigore quasi scordato tra negozi e palazzi residenziali.
Dopo un certo lasso di tempo, mi è capitata l’occasione di visitare di nuovo Rossano per conoscere l’Azienda Donato Parisi *, il cui titolare è uno dei sostenitori – promotori del progetto “area verde urbana” che ha in mente di dedicare la via – rotatoria con la denominazione della cultivar “Dolce di Rossano” al fine di rendere omaggio a tale varietà, sinonimo dell’identità dei cittadini rossanesi.
Mentre avevo iniziato il mio racconto della precedente gita in modo piuttosto spiacevole nell’incontrare un “essere vivente così abbandonato e che dovrebbe essere trattato come una realtà dall’alto valore storico, culturale e sociale…”, il dott. Enrico Parisi mi ha risposto con pieno sorriso e orgoglio “Sig.ra Mika, Ú Tatarann è ora nelle nostre mani, stiamo studiando i migliori modi per riparare le radici e il sistema di irrigazione…”
Il destino di Ú Tatarann ci fa naturalmente ricordare lo straordinario lavoro che si sta svolgendo giorno dopo giorno nel Parco Regionale Storico dell’Olivo di Venafro ed altri indescrivibili esempi in vari contesti rurali.
Restituire “storicità” a un arbusto monumentale e tutelarlo rappresenterebbe la volontà, il senso di responsabilità e la sensibilità di ogni cittadino nei confronti del tema della sostenibilità ambientale, sociale e culturale, nonché nell’accoglienza di una qualità maggiore.
* L’Azienda Parisi è molto impegnata nel campo culturale e sociale attuando le seguenti attività:
- E’ stato inaugurato il primo orto sociale della nascente città unica Corigliano Rossano, collaborando con la cooperativa de “I Figli della Luna”, centro diurno che offre ricovero ed intrattenimento a 16 disabili con l’obiettivo di creare una interrelazione fra l’azienda e la cooperativa per gettare le basi per un progetto di condivisione che stimoli un percorso di crescita comune con il motto “Crescere INSIEME per crescere MEGLIO”.
Approfondimenti: https://olioparisi.it/che-olio-coltiviamo-cultura/
- Nel 2017 ha aderito al progetto “Adotta un’aiuola” nella città di Rossano (CS) adottando due spazi verdi e donando su un uno dei due lo skyline della città riportando fra i suoi monumenti principali la scritta “Dolce di Rossano”, varietà di oliva autoctona rossanese.
- Nel 2018 sono diventati sponsor dell’associazione “Insieme per Camminare”, ente gestore del Museo Diocesano e del Codex, contenente l’opera sacra denominata Codex Purpureus Rossanensis (nel 2015 il prezioso codice è rientrato nella sezione Memory of the World dell’UNESCO).
Nata a Monterubbiano in provincia di Fermo, nelle campagne marchigiani, su una verde collina vicina al mare.
Frantoiana, assaggiatrice, produttrice, imprenditrice, Donna dell’Olio. Da circa 25 anni gestisce il “Frantoio Abbruzzetti” insieme al fratello Silvio ed alla cognata Maria Pia.
Nel 2003 fonda Pandolea, insieme ad altre donne produttrici di olio di varie regioni d’Italia. L’associazione culturale si occupa soprattutto di diffondere la cultura dell’olio extravergine di oliva di qualità italiano. Negli ultimi anni l’Associazione rivolge la propria opera alle nuove generazioni, nelle scuole e nei luoghi di formazione. Promuove eventi con risvolto culturale di importanza sociale ed economica dove presenziano e partecipano altri Paesi del Mediterraneo, crea così la Rete delle donne dell’olio del Mediterraneo.
L’ultima sfida
La sua lunga esperienza nel mondo dell’olivicoltura, ha stimolato la nascita di nuovo progetto, una nuova avventura, con nuovi obiettivi, nuove conoscenze, nuove sfide e soprattutto tante belle emozioni. ”L’Oro di Loriana”, linea di cosmetica naturale-artigianale, creata unendo i principi attivi dell’olio ad altri componenti vegetali, lavorati da ricercatori, erboristi e cosmetologi. Si ricavano creme e nutrienti per le mani, la pelle, il viso ed integratori che estendono l’effetto benessere su tutta la persona, contenute in confezioni di rara eleganza.
1 - Nella sua infanzia, l’olio extravergine di oliva era ovviamente utilizzato, ricorda un piatto, una ricetta o un utilizzo particolare dell’Olio extravergine di oliva?
Riguardo alla mia infanzia, io ho avuto la fortuna di nascere e crescere in una casa sita in uno stabile dove era il frantoio, al primo piano c’era la nostra abitazione e al piano terra il Frantoio. La mia infanzia, per alcuni mesi l'anno, era totalmente assorbita da questo mondo, io vivevo dentro il frantoio, ci giocavo, giocavo con i sacchi, perché all'epoca si usavano i sacchi per la raccolta delle olive. I miei compagni di gioco erano le persone che venivano a frangere le olive, spesso grandi, comunque di mezza età o anziani, io ho un ricordo bellissimo di questa infanzia così particolare.
Per quanto riguarda l’uso dell’olio, la ricetta che mi viene in mente è la classica bruschetta; le persone anziane che venivano al frantoio, all'epoca occorreva molto tempo per lavorare le olive, non era come oggi, portavano sempre delle cose da mangiare fatte in casa, formaggio, a volte quando andava bene un po' di carne o delle salsicce, e comunque sempre il pane fatto in casa dalle dalle donne della famiglia, donne di casa che quando usciva l’olio tagliavano il loro pane, fresco, a lievitazione naturale, potete immaginare che pane fantastico e che odore fantastico, su quel pane si metteva sopra l'olio appena fatto, appena usciva dal separatore. Un'altra ricetta della mia infanzia, che mi fa pensare all’olio appena fatto, è un piatto tipico che adesso non si usa quasi più, era tipico nella mia zona, i “Frascarelli”, una sorta di polenta fatta con acqua e farina normale e a volte all'interno si mettevano anche delle patate per renderla un pochino più gustosa e si condiva con il sugo o anche in bianco con salsiccia, a me piaceva invece con l'olio fresco.
C’era una grande tavola di legno dove si spalmava questa crema di acqua e farina, un po’ di patate e io volevo sopra l'olio, ero molto golosa di questo piatto tipico che non ho più mangiato da anni e mi piacerebbe molto ritrovare.
2 - In che modo l’Olio extravergine di Oliva ha influenzato la sua vita e il suo percorso professionale?
L'olio di oliva ha influenzato la mia vita perché io sono sempre vissuta in questa realtà.
Per almeno 3 mesi l'anno c'era tutto questo movimento in casa mia, per me era una cosa bellissima, mi divertivo, giocavo, incontravo persone, parlavo, chiacchieravo con loro anche se ero bambina.
Per tutto questo il mondo dell'olio fa parte proprio di me; quando sono diventata grande per un po’ di tempo mi sono allontanata da questa realtà per motivi di studio e perché le mie attenzioni erano verso altre situazioni Ad un certo momento, quando i miei genitori, un po' stanchi e non vedendo né in me né in mio fratello l’interesse a continuare questa attività, avevano deciso di chiuderla, noi non ce la siamo sentita perché abbiamo capito che era qualcosa che faceva parte proprio di noi.
Così abbiamo iniziato a lavorare, prima mio fratello ed io, poi mia cognata; abbiamo programmato ogni anno facendo investimenti e iniziando ad innovare il frantoio, sia per quanto riguarda lo stabile ma anche per quanto riguarda i macchinari, facendo una serie di aggiornamenti. Ci siamo formati seguendo corsi presso vari Enti e Associazioni. Il confronto con tanti Produttori e Produttrici, Frantoiani e Frantoiane e con le Associazioni è stato determinante per potermi inserire in questo ambito. Sono molto cresciuta proprio con i contatti, i confronti, le conoscenze di tante persone del settore.
3 - Fondatrice di Pandolea, Associazione di Donne dell’olio, produttrici o comunque impegnate nel mondo dell’Olio, vuole dirci brevemente il perché di Pandolea e le attività che svolge.
Pandolea nasce nel 2003, ad opera di alcune donne produttrici di olio di varie Regioni d’Italia e tra queste anche io per la mia Regione, a seguito dell’importante articolo pubblicato nel 2002 da Il Gambero Rosso proprio su alcune Produttrici italiane che poi, trovandosi in accordo e sintonia, hanno deciso di creare una piccola realtà per poter continuare a vedersi e a sentirsi e soprattutto a sostenersi.
Parliamo di quasi 20 anni fa, quando comunicazioni, mezzi per conoscersi e per confrontarsi non erano quelli di oggi, non c’erano i social, il web era poco sviluppato, era difficile anche raggiungere dei luoghi, quindi noi donne dell'olio, che viviamo nelle aree rurali, che comunque abbiamo difficoltà anche logistiche, il fatto di sentirci in rete è stato molto molto importante.
Successivamente abbiamo voluto anche dare una connotazione particolare all’Associazione, quella di occuparci di formazione alle nuove generazioni, questo perché essendo donne ci sembrava abbastanza naturale questo nostro orientamento nell'Associazione. Di fondo l'Associazione nasce per l’esigenza profonda di alcune donne, oggi tante, nel tempo siamo diventate anche un bel numero, di sostenerci, di rimanere in rete, di scambiarci opinioni e informazioni, Consideriamo che all'epoca eravamo in un mondo molto più maschile di quello di oggi. Attualmente i la donna dell’Olio in Italia è una figura molto presente, anzi la maggior parte delle aziende sono gestite da donne, anche a livello di dirigenza, 20 anni fa,invece, questo ambiente eraun pochino più chiuso, più difficile, quindi vivevamo alcune situazioni non proprio semplici per cui lo stare insieme era fondamentale.
4 – Lei gestisce, insieme a suo fratello e la moglie, il Frantoio Abbruzzetti, assaggiatrice, donna dell’olio, relatrice in eventi e convegni; esperta di Olio extravergine di Oliva, grande compagno della nostra tavola, come deve essere il suo Olio preferito?
“Il mio Olio preferito è il mio, l'olio di Loriana ”… battute a parte … ritengo che ci siano dei grandi oli a seconda delle cultivar diverse e ci sono dei blend anche molto particolari tenendo conto dei territori, quindi non ho un olio preferito. Adoro gli oli siciliani, ma adoro anche i pugliesi, i toscani, quindi molti, ho assaggiato degli oli spagnoli straordinari.
Ci sono cultivar molto interessanti anche in altri paesi. Mi piace molto provare oli di diversa tipologia, sono molto curiosa in questo e, ovviamente, essendo io un produttore delle Marche, dove si produce olio con cultivar leccino e frantoio, il nostro olio è un olio, di fruttato medio, quello cui sono più abituata. Però quando sento oli particolari, molto fruttati o con una persistenza importante, talvolta mi emoziono, quindi il mio olio preferito sono tutti, non ho una preferenza, è ovvio che ogni cultivar esprime delle caratteristiche che altre non hanno e che vanno capite altrimenti si può fare una valutazione errata.
Mi piacciono molto anche gli oli prodotti dalle donne. Conosco delle donne dell'olio d'Italia fantasti
Che, dal nord al sud, sono delle vere imprenditrici, donne molto determinate, con grande passione che
lavorano con impegno alla propria azienda e ogni volta che assaggio l'olio che mi viene donato che ho occasione di assaggiare di queste donne, alcune anche molto amiche, io mi emoziono, quindi non valuto solo il prodotto fine a se stesso. Non faccio soltanto una analisi da “assaggiatrice” ma mi faccio molto emozionare dal contesto, dalla persona che me lo regala o che ho davanti o che ho l'occasione, la fortuna di conoscere questo per me è molto molto importante.
5 – Come esperta e divulgatrice della cultura dell’Olio EVO, si rivolge molto spesso ai giovani, agli studenti, quale informazione riscuote di più l’attenzione di questi piccoli consumatori?
Riguardo ai giovani devo dire che sono 20 anni ormai che con Pandolea mi occupo insieme a tante colleghe di questo settore, cioè di fare formazione proprio ai giovani , intendiamo dai più piccoli ma soprattutto scuole primarie fino agli istituti superiori, agrari, alberghieri, ma anche altre scuole. C'è un grande interesse da parte dei giovani perché l’olioè un argomento che pensano di conoscere, ma in realtà non lo conosco affatto. Quando facciamo una degustazione al bicchiere guidata da me o dalle mie colleghe, nelle scuole oppure in Azienda quando li ospitiamo, tutti restano affascinati ovviamente siamo ben felici di questo perché contribuiamo in modo importante proprio a far crescere questi ragazzi con una consapevolezza alimentare importante che è fondamentale per la loro vita. Siamo molto orgogliose del percorso che abbiamo fatto con Pandolea tutte insieme con tanto sacrificio, con spirito di volontariato perché lo facciamo solo come .attività di volontariato e tanti riconoscimenti, la soddisfazione dei genitori, dei docenti, del Corpo Dirigente delle scuole, per noi è veramente motivo di grande orgoglio e sono ben felice di aver speso una grande parte del mio tempo in questi anni a far crescere la conoscenza la consapevolezza la cultura dell'olio
6 - Ad ogni piatto il suo olio, è giusto ?
Ogni piatto ha il suo olio, questo è verissimo. come del resto per il vino e come ogni altro prodotto l’abbinamento è fondamentale dobbiamo non sacrificare il piatto che spesso delle sapienti mani sono riuscite a realizzare, né tantomeno non valorizzare l’Olio, dobbiamo sempre cercare un abbinamento, un’armonia che valorizzi entrambi gli ingredienti.
Un filo di olio io lo metto su qualsiasi piatto sia la pizza, sia un piatto leggero o sia un piatto strutturato sempre che sia l'olio adatto; in genere si dice che un piatto delicato vuole un olio delicato e un un piatto strutturato vuole un olio un pochino più intenso, più corposo.
Se riusciamo a rispettare questa regola e i piatti vengono esaltati da quel filo d'olio che mettiamo sopra a crudo, oltre che in cottura; per poter far questo si presuppone una grande conoscenza del prodotto conoscenza anche della cucina, quindi non è qualcosa di così semplice o scontato tanto è vero che molti chef faticano a capire e valorizzare questo aspetto.
7 - Può dare qualche informazione al Consumatore che spieghi il giusto prezzo di un Olio Extravergine di Oliva di qualità?
Il prezzo giusto, non è facile dare una indicazione perché varia molto in base alla stagionalità, alla quantità di olive prodotte, alla resa delle olive, alcune cultivar hanno una resa maggiore, altre minore, diciamo che in linea di massima a tutta una serie di motivazioni. Bisogna far capire che un olio di basso costo non può essere di qualità, sull’alto costo, invece, ci può essere una forbice anche
diversa: un olio a 8 €10 può essere molto molto buono, ci sono oli anche a 20 euro ed anche quelli sono sicuramente molto buoni.
Poi ovviamente ci sono anche scelte Aziendali e scelte di marketing, di comunicazione ed anche per tipo di mercato e quindi il prezzo non è facilissimo da valutare, la cosa importante e far capire che non c'è qualità laddove c'è costo basso, al di sotto di 8 - 10 euro non si va, per quella che è la tipologia dell’olivicoltura italiana ovviamente in altri Paesi i prezzi sono diversi perché hanno delle condizioni diverse, mano d’opera, di tipo di lavorazione il tipo di coltivazione, ci sono tantissimi fattori che influiscono sul prezzo, il basso prezzo di circa 6 euro già imbottigliato sullo scaffale a me pone tanti dubbi.
8 – Oltre alle sue tante attività, quest’anno nasce L’Oro di Loriana , vuole raccontarci questa esperienza?
L’Oro di Loriana è una nuova sfida che mi ha dato e mi da davvero tanto entusiasmo.
Sono molto felice di essere in questa nuova avventura di questo nuovo percorso che mi dà la possibilità di conoscere un altro ambito e conoscere e confrontarmi con persone che non avrei mai potuto incontrare se fossi rimasta soltanto nel mondo dell’olio, avevo bisogno di cambiare o meglio di crescere un pochino da questo punto di vista perché nel mondo dell'olio mi sono spesa molto, ho fatto molto, ho fatto anche eventi, iniziative a livello nazionale e internazionale quindi non era così semplice poter crescere ancora e allora ho voluto dare una nuova direzione alla mia vita professionale pur restando sempre nel settore dell'Olio, sia con Pandolea che con la attività aziendale. Desideravo qualcosa che impegnasse più la fantasia, che mi desse la possibilità di esprimermi in modo diverso, in modo uovo, ne sono ben felice.
Creare una linea di cosmetici a base del mio olio, con estratti dalle olive che sono ricchissime di antiossidanti, fondamentali anche per la cura del nostro corpo, soprattutto sono prodotti di altissima qualità, con ingredienti tutti made in Italy biologici, soprattutto con lavorazione artigianale. Quindi ho cercato di trasferire in questa linea quelle che sono le caratteristiche del mio lavoro come nell'ambito dell'olio, come il controllo di tutta la filiera, per cui noi partiamo dalla coltivazione delle piante che raccogliamo nel periodo balsamico, facciamo l’estrazione dei principi attivi che poi utilizziamo nelle creme, quindi abbiamo prodotti di alta qualità, prodotti naturali, biologici; in qualche maniera rimango nelle tematiche legate all'olio, però con una nuova visione, con una nuova direzione che mi ha dato un nuovo entusiasmo.
Mi sto divertendo molto, sono ben felice di avere iniziato questo nuovo percorso, che a causa delle misure Covid si è un poco rallentato, però ho avuto modo anche di riflettere, ragionare, di cambiare un pochino rotta perché quando si è presi da tante attività spesso non si ha il tempo di riflettere, anche questa è stata una esperienza anche positiva che accettiamo e cerchiamo di adattarci.
La linea sta andando bene, è una linea di altissima qualità che mi dà soddisfazione perché chiunque prova i miei prodotti si trova bene ed è disposto a riprenderli.
Lavorerò nei prossimi anni per far crescere questa linea, per essere sempre più pronta a formarmi e ad essere informata per poter fare sempre meglio.
A Cortona, città storica, in provincia di Arezzo, al confine con l’Umbria, una vetrina luminosa cattura gli sguardi e l’interesse, una recente attività, l’ Oleoteca Marfuga.
Una esposizione dei Grandi Oli e degli altri prodotti dall’Azienda, molto raffinata ed elegante, in ambiente luminoso e fresco. Gli Oli vengono posti in degustazione da assaggiatrici esperte. Un’esperienza unica, profumi e sapori di inebriante complessità. Nel punto vendita viene presentata, anche, un'interessante ed elegante linea di cosmetici biologici: per il corpo e per il viso, creme, oli, sapone e lo scrub che contiene anche parti tritate del nocciolo dell'oliva. Il progetto Cosmesi, voluto da Federica, moglie di Francesco, condotto con cura e competenza è destinato allo stesso successo di tutta la produzione dell’Azienda Marfuga.
L’Azienda, della famiglia Gradassi, si estende su 35 ettari di oliveto regalando allo sguardo morbide onde verde intenso, il proprietario, Francesco Gradassi, racconta il lavoro e la passione dell’azienda storica di famiglia che già nel 1817 vendeva Olio. Grande bellezza di natura e del lavoro dell’uomo volto alla cura e alla situazione ottimale degli alberi e degli uliveti.
A Campello sul Clitunno sono coltivate 14 mila piante in agricoltura biologica, le olive vengono raccolte a mano, l’olio si ottiene dal Frantoio aziendale, poi imbottigliato e commercializzato, tutta la filiera avviene in Azienda.
Francesco Gradassi ama i suoi prodotti, in particolare quelli che lui definisce “Oli estremi” : L’Affiorante, edizione limitata, con la sua forza di amaro e piccante e sentori di erba tagliata e foglia di carciofo e il DOP Umbria Marfuga Riserva, edizione limitata, olio complesso, verde, sentori di cardo e mandorla verde, menta e rosmarino.
L’Azienda ha avuto riconoscimenti come tale e per i suoi progetti più ampi, finalizzati alla valorizzazione del territorio e a una promozione culturale, la struttura è anche punto di accoglienza per i consumatori; vengono ospitati durante l’anno convegni, eventi e mostre d’arte.
Realtà d’eccellenza che ha saputo stare al passo coi tempi, costantemente, guidata da Francesco Gradassi: “Il mio progetto si pone l’obbiettivo della valorizzazione del territorio dell’Umbria attraverso la produzione di “Oli Estremi”, così come amo definirli. Oli extravergini figli della fatica, del rispetto dell’antico sapere, di piante poste in zone impervie che a volte permettono di produrre solo poche migliaia di bottiglie, del rispetto della natura e dei suoi frutti. Questo è un mestiere nobile che oltre a produrre, ha l’obbligo di preservare e tramandare.”
Numerosi e prestigiosi i riconoscimenti ottenuti negli anni dall’azienda umbra Marfuga della famiglia Gradassi a Campello sul Clitunno, alcuni tra i più recenti:
Flos Olei - Premio Miglior Olio Extravergine di Oliva DOP del Mondo 2021 nella categoria "fruttato intenso" al DOP Umbria Marfuga Riserva
Oli d’Italia – La Guida agli oli d’Italia del Gambero Rosso: Premio Speciale Azienda dell'anno 2020 e altri riconoscimenti a: L’Affiorante, Trace Bio Marfuga, Riserva DOP Umbria Colli Assisi-Spoleto (Oli di punta della produzione dell’Azienda)
Sirena d’oro di Sorrento - Menzione di Merito per L’affiorante Monocultivar Moraiolo
Leone d’oro Mastri Oleari - L’Affiorante Marfuga Monocultivar Moraiolo Finalista al Concorso Nazionale “Leone d’Oro”
Ercole Olivario - Il DOP Umbria Marfuga Riserva finalista - L’Affiorante Monocultivar Moraiolo finalista
Suggeriamo una gita a Cortona per lo splendore della città e per conoscere quel mondo di emozioni che i Grandi Oli Extravergini di Oliva di qualità possono dare.
Laureato in Geologia. Oil maker e assaggiatore professionista .
Giulio Scatolini, assaggiatore professionista di oli dal 1993 e capo panel dell'APROL Perugia, è ritenuto uno dei migliori "nasi internazionali" e ha presieduto i più importanti concorsi nazionali ed esteri.
E’ docente e collaboratore all’Università Dei Sapori. Professionista internazionale, qualificato ed appassionato del suo lavoro, da sempre si occupa di analisi sensoriale
Dalla nascita della Guida degli oli del Gambero Rosso (2011) è consulente capo panel esterno che coordina il tour territoriale e il tour finale di Roma presso la sede della rivista
Giulio Scatolini ha condotto performance e degustazioni finalizzate alla valorizzazione dell’olio extravergine italiano di qualità, in varie parti del mondo come Amsterdam, Boston, Bruxelles, Chicago, Copenaghen, Los Angeles, Miami, New York, Jean, Madrid, Mosca, San Pietroburgo, Tokyo, Seoul, Shangai ecc.
Negli ultimi periodi si è dedicato all’approfondimento degli studi sui profumi e alla loro influenza nelle percezione della qualità sensoriale sia nel food che nel non food.
1 - Nella sua famiglia veniva utilizzato usualmente l’olio extravergine di oliva ?
Da sempre visto che mio padre era un olivicoltore.
2 - Quando nasce la sua passione per l’Olio extravergine di oliva e in che modo ha fatto parte della sua vita e del suo percorso professionale?
La mia passione per l’olio è innata ed è legata al concetto di cultura gastronomica che non è altro che “la bellezza del cibo”. Io sono infatti eccessivamente deformato e sensibile sul concetto della “Bellezza” e nel cercare una professione legata a ciò sono arrivato all’olio extravergine d’oliva sul finire dei mitici anni ’80, anche se la mia formazione professionale, sino a quell’epoca, aveva seguito altri sentieri.
3 -Capo Panel Responsabile in concorsi nazionali ed esteri; da sempre capo Panel esterno della Guida del Gambero Rosso “Oli d’Italia”, può indicarci quali sono le condizioni necessarie per un buono svolgimento delle selezioni?
Essenzialmente sono, per me, queste le condizioni minime per la riuscita di una selezione competitiva di un prodotto:
Anonimizzazione rigorosa dei campioni
Spazio ampio ed arieggiato dove assaggiare
Presenza di un gruppo minimo (non necessariamente elevato) di valutatori competenti
Giusto tempo per emettere giudizi finali dati dalla mediana di gruppo.
4 - Quanto Guide e Concorsi sono validi strumenti per orientare il consumatore verso Oli di qualità?
Se seri sono strumenti indispensabili.
Basta fare una verifica e si scoprirà che tutte le aziende famose dell’olio prima di essere tali hanno vinto qualche importante concorso o sono risultate scelte da qualche prestigiosa guida.
5 - La sua frase “.. Il Frantoio è come uno strumento musicale..” ha destato molte curiosità, il suo vero significato ?
Con delle stesse olive sane si possono fare oli buonissimi completamente diversi tra loro, agendo su diversi fattori legati all’uso della tecnologia del frantoio.
Con una risposta breve non possiamo fare una lezione! Diciamo che si può agire diversamente sulle stesse olive, facendo di conseguenza oli diversi, sul frangitore, sulle gramole, sul decanter, sul filtraggio. Operando (tarando) diversamente questi strumenti tecnologici possiamo ottenere oli (musica da palato) completamente diversi.
Lei e’ stato definito “uno dei migliori nasi internazionali dell’Olio”. Ritiene che l’analisi olfattiva sia il momento più importante nel giudizio sensoriale di un Olio ?
Con l’olfatto diamo un giudizio definitivo che incide per il 60/70 % sul giudizio globale dell’olio, anche perché l’olfatto entra in gioco nel nostro giudizio anche “nella bocca”, attraverso le vie retronasali che contribuiscono a definire il gusto (sapore + profumo), ossia il flavor.
6 - Lei ha ideato e realizzato una degustazione insolita e molto stimolante : “Rose e Olio”, può raccontarci questa singolare iniziativa?
Beh, tutto deriva dalla mia ossessione per i profumi od odori (se vogliamo essere più tolleranti e generici).
Quelli dell’olio e delle rose sono i profumi più apprezzati da me e quindi è stata un’idea di comparazione spontanea e diretta, quasi immediata.
Le rose e il loro profumo poi mi mandano un po' fuori di testa!
Volete un mio consiglio!???
“Quando siete in preda al pessimismo mangiate una bruschetta condita con olio umbro e guardate e odorate una rosa.”
7 - Capo Panel, relatore in corsi, eventi e convegni; nutrizionista; esperto di Olio extravergine di Oliva, grande compagno della nostra tavola; Come deve essere il suo Olio preferito?
Non rispondo mai alla domanda: “Quale è il tuo olio preferito”
Non c’è! O ce ne sono tantissimi! Dipende dal piatto, dallo stato d’animo, dai luoghi, dalla compagnia.
Vuoi mettere in paragone uno stesso olio assaggiato in compagnia della sig.ra Ciofetta o ad un agente della Repressione Frodi?
Chimico, Biologo, già docente e responsabile di strutture pubbliche.
Tecnico Esperto degli Oli di Oliva Extravergini e vergini, Assaggiatore professionista; Consulente Tecnico d'Ufficio al Tribunale di Perugia per gli oli di oliva; Esperto Formatore HACCP per i Frantoi Oleari; Associato, Consulente scientifico e Formatore AICOO Valtiberina; Esperto in Igiene e Sicurezza nel Settore Agroalimentare( PIC chimica industriale ; PhD Analisi). Docente in corsi sulla chimica e nutraceutica dell’Olio di Oliva extravergine, numerose le pubblicazioni sugli effetti benefici dell’Olio extravergine di Oliva sul nostro organismo, di recente edizione il suo interessante libro “L’olio di oliva tra storia e scienza”.
1 - Ci può spiegare quali sono gli effetti più importanti dell’olio extravergine di oliva sulla salute dell’uomo? E, in particolare, esiste un rapporto valido nella lotta contro il Covid 19?
Ci sono numerose ricerche scientifiche che evidenziano alcuni effetti benefici dell’olio extravergine di oliva (EVOO) come “functional food” nella prevenzione di alcune patologie,tra queste il diabete tipo II, l’ipertensione, alcune alterazioni del metabolismo lipidico, gli stati infiammatori, alcuni disturbi gastrointestinali, la litiasi epatobiliare, l’osteoporosi, alcune malattie neurodegenerative legate al declino cognitivo collegato all’età e alcune forme di tumore.
La stessa European Food Safety Authority (EFSA), nel Regolamento (UE) N. 432/2012 della Commissione del 16 maggio 2012, riconosce all’EVOO, con i suoi polifenoli, un contributo alla protezione dei lipidi ematici dallo stress ossidativo, nonché un effetto beneficodeterminato dagli acidi grassi monoinsaturi / polinsaturi per il loro apporto al mantenimento di livelli normali di colesterolo nel sangue. Inoltre, sostituendo nell’alimentazione i grassi saturi con grassi insaturi, dei quali l’EVOO è molto ricco, si riduce il colesterolo nel sangue, il cui valore elevato è un fattore di rischio per lo sviluppo di patologie cardio-coronariche.
Anche l’U.S. Food and Drug Administration ritiene che l’EVOO possa avere un ruolo di “alimento funzionale” purché abbia alcuni suoi costituenti entro parametri definiti da un punto di vista quantitativo (ad es. l’acido oleico superiore al 70%).
Questo riconoscimento degli Organi Regolatori statunitensi ed europei permette di riportare, sull’etichetta della confezione, un messaggioal consumatore sotto forma di “claim”.
Forse per capire meglio quanto sopra va spiegato al consumatore che l’EVOO ha delle qualità che poi incideranno sul prezzo della confezione.
Queste qualità sono quella merceologica, ovvero la rispondenza a requisiti di legge sullo stato di alterazione, come l’acidità totale, lo stato di ossidazione (perossidi), il contenuto di molecole presenti in caso di alterazione fermentativa anaerobica del frutto (ad es. gli “Etil Esteri degli Acidi Grassi” prodotti dalla reazione tra alcool etilico e gli acidi grassi liberi), e la qualità igienico sanitaria [pesticidi, Polycyclic Aromatic Hydrocarbons(IPA), ftalati, Mineral Oil AromaticHydrocarbons(MOAH), Mineral Oil Saturated Hydrocarbons(MOSH), esteri di 3-monocloropropan-1,2-diolo (3-MCPD), esteri di 2-monocloropropan-1,3-diolo (2-MCPD) ed esteri glicidilici(GE)], la qualità sensoriale come gli aromi che percepiamo di erba tagliata, di carciofo, di mandorla, di pomodoro, di frutti di bosco, ecc. e infine una qualità salutistica legata alla presenza e contenuto di molecole bioattive, tra queste ricordo i composti fenolici, i tocoferoli, gli acidi grassi monoinsaturi e polinsaturi, lo squalene, i fitosteroli, gli acidi ed i dialcolitriterpenici.
Chiaramente un EVOO “Commodity”, dove con questo termine ci si riferisce all’olio di oliva quando è offerto sul mercato, senza differenze qualitative ovvero quando una confezione è fungibile con altre o il prodotto è lo stesso indipendentemente da chi lo produce, possederà certamente la qualità merceologica ed igienico-sanitaria, ma potremmo non ritrovare quella tipicità organolettica e salutistica frutto delle performance dei diversi terroir. Questa distinzione crea un solco importante anche nel costo, sia di produzione che di vendita, tra un EVOO che risponde ad esigenze salutistiche ed edonistiche (il piacere che può dare un’opera d’arte) ed un EVOO senza una definita personalità.
Ma un EVOO di qualità, ricco di bio-componenti, può aiutare il consumatore nella difesa verso agenti infettivi, in particolare il virus SARS-CoV-2 o le sue varianti e la conseguente malattia Covid 19?
I costituenti dell'olio d'oliva hanno potenti attività antinfiammatorie e contrastano lo stress ossidativo (acidi grassi monoinsaturi, diversi polifenoli tra cui oleuropeina e idrossitirosolo), inoltre possono essere collegate a un significativo potenziale antivirale ed antibatterico.
Nel merito esistono numerose pubblicazioni sull’attività antivirale dei componenti dell’EVOO (ad es. oleuropeina, acido elenolico, idrossitirosolo) contro il Virus Respiratorio Sinciziale, un comune virus delle infezioni delle vie respiratorie superiori, contro l'Herpes Simplex, contro l'Influenza A e B, verso i Virus Parainfluenzali 1, 2 e 3, con effetti inibitori, sia sull'ingresso nella cellula ospite che sull'integrazione virale dell'HIV-1, infine nei confronti dei Virus della Malattia di Newcastle,di Retrovirus Bovini, di Adenovirus del Pollo e della Setticemia Emorragica.
Questi argomenti sono ampiamente riportati in letteratura e recentemente, il lavoro di Ahmad Alkhatib su Nutrients2020, di Debabrata Majumdersu Curr. Pharm. Biotechnol. 2021, ricordano che, sebbene nessun alimento abbia dimostrato la specificità nellaprevenzione o cura del COVID-19,alcune osservazioni suggeriscono che un EVOO di qualità, nell’ambito di una Dieta Mediterranea, potrebbe aiutare a mantenere efficiente il sistema immunitario, lo stato ossidativo (redox), il controllo delle linfochine pro-infiammatorie. Molte ricerche hanno confermato che l’EVOO abbassa i livelli di citochine, pertanto potrebbero ridurre i sintomi e la gravità del COVID-19. Mentre le citochine svolgono un ruolo fondamentale e utile nel sostenere il sistema immunitario, troppe producono una tempesta, la cosiddetta ipercitochinemia, come conseguenza di una eccessiva reazione del sistema immunitario con un conseguente impatto dannoso sulle persone affette da COVID-19.
Nel presupposto inverso, cioè in soggetti con alimentazione non sufficiente o non corretta, affetti da Covid-19, situazione verificabile in alcuni paesi con estrema povertà, Alexandre F. Cobre (ClinicalNutrition 2021) riporta in una analisi multivariata che, in questi casi, sia le condizioni epidemiologiche che la ripresa dalla malattia,sono maggiormente difficoltose. Quindi l’alimentazione incide, ma di quanto non abbiamo strumenti di valutazione se non quelli epidemiologici.
Per concludere l’infezione Covid-19 si può efficacemente prevenire solo con la vaccinazione specifica, l’EVOO di qualità, associato alla Dieta Mediterranea, ad esercizi fisici di moderata intensità, nonché ad uno stile di vita corretto, migliorano la risposta dell’organismo da un punto di vista immunitario e antinfiammatorio,che potrebbe mitigare il rischio di contrarre COVID-19 come quello di altri virus.
2 - Leggiamo in un suo articolo che esiste un sistema per conservare i polifenoli in cottura, può spiegarci meglio?
E’ ben noto, ormai da diversi anni, che l'olio extra vergine di alta qualità è ottimo per la cottura/frittura proprio in ragione del suo ricco contenuto fenolico, di acido oleico e di vitamina Eche proteggono i grassi dall'ossidazione termica durante ilriscaldamento, almeno per qualche tempo.Ad alte temperature, l’olio di oliva può incorrere in fenomeni idrolitici, ossidativi e di polimerizzazione che possono causare il deterioramento qualitativo dell'alimento cotto o fritto.
Eppure è proprio l'olio extra vergine ricco di polifenoli quello più adatto per friggere e a dirlo sono ricercatori dell'Università di Jaen, insieme con quelli dell'Università di Porto, i quali asseriscono che l’EVOO ha mostrato la massima stabilità ossidativa, producendo livelli inferiori di composti polari, di acidi grassi trans e di altri sottoprodotti rispetto a differenti oli che avevano punti di fumo più alti.
Tra l’altro esistono numerosi studi che dimostrano, utilizzando il test Rancimat oppure l’Oxygen Radical Absorbance Capacity (ORAC), la stabilità ossidativa, calcolata come Induction Time a seguito del riscaldamento, sia direttamente proporzionale alla concentrazione dei composti fenolici presenti nell’EVOO.
I composti fenolici ed itocoferolici, durante la frittura,si degradano perdendo la capacità antiossidante, ma l’EVOO, rispetto ad altri grassi, è riutilizzabile più volte prima che gli acidi grassi si possano decomporre e sviluppare molecole tossiche come acroleina, acrilammide, formaldeide.
Le molecole di secoiridoidi, presenti in natura solo nell’EVOO, durante il riscaldamento idrolizzano scomponendosi in acido elenolico e alcoli fenolici. Pertanto dalla degradazione dell’oleuropeina si forma l’idrossitirosolo che quando è esaurita la capacità antiossidante si trasforma il composti chinonici. La velocità di trasformazione a chinonici è controbilanciata dalla velocità di trasformazione da oleuropeina in idrossitirosolo. In altre parole l’EVOO rimane antiossidante fino alla fine del processo che potrebbe corrispondere a varie sedute di frittura se le concentrazioni iniziali dei composti fenolici lo consentono. Questo fenomeno è assente in tutti gli altri grassi di cottura.
Una domanda che a volte mi fanno durante gli incontri se sia preferibile utilizzare “l’olio di oliva”, in frittura, rispetto all’EVOO in quanto il primo ha un’acidità bassissima, essendo stata neutralizzata durante il processo di rettifica e quando l’acidità è bassa il punto di fumo è maggiore.
Tra l’olio vergine e l’EVOO quest’ultimo è preferibile per la presenza delle molecole antiossidanti quindi un olio pungente ed amaro come la Coratina o il Moraiolo sarebbe l’ideale tra l’altro residuerebbero nell’alimento ancora molecole bioattive.
3 - Nella sua infanzia, in famiglia, era utilizzato usualmente l’olio extravergine di oliva?
L’interesse per l’olio di oliva, nella mia famiglia, parte dal momento che i miei bisnonni abbandonarono il lavoro agricolo in quanto la loro casa era stata danneggiata dal terremoto e sono venuti ad abitare in città, assieme ai miei nonni.
Anche in città coltivano l’orto, producevano il vino, coltivavano alcune piante da frutto, allevavano alcuni animali da cortile ma soprattutto, chiamati da diversi proprietari, partecipavano alla raccolta delle olive.
A quei tempi la raccolta avveniva nei mesi di novembre e dicembre, mesi freddissimi con i terreni coperti di brina, con la nebbia e le piante erano posizionate nei punti più scomodi, dove non si poteva coltivare altro.
Le olive venivano raccolte a mano ed il trasporto era con i sacchi a spalla fino ai carri. Era un lavoro duro, spesso si formavano dei dolorosissimi geloni (eritema pernio) nelle parti più esposte come gli orecchi, le mani ed i talloni.
Erano anni che d’inverno nevicava e gelava spesso addirittura a volte le piante erano colpite dalla galaverna.
La cura dei geloni era l’olio di oliva.
Questo lavoro di raccolta così duro ha fatto capire e trasmesso,a tutta la famiglia, la preziosità dell’olio. La raccomandazione era che non andasse sprecata una sola goccia. La mia bisnonna, mi chiedeva sempre se, studiando i libri poteva esserci l’interpretazione di un fenomeno inspiegabile, anzi magico, che era quello che le olive raccolte dalla pianta, erano gelate ma poi nei sacchi di juta tutta la massa diventava calda tanto che lei ci infilava le mani per riscaldarle.
Solo ora sono in grado di dire che erano le fermentazioni esotermiche delle olive causa del difetto di “riscaldo”.
I miei nonni conservavano l’olio in camera da letto, in una giara di terracotta chiusa da un coperchio di legno di olivo pesantissimo, perché solo pochi potevano prelevarlo con il mestolo.Il coperchio era formato da due cilindri concentrici, alti circa 20 centimetri, dei quali quello a diametro minore entrava preciso nel collo della giara.
I miei nonni non avrebbero mai mangiato nulla se l’olio non fosse stato buono, anzi spesso dicevano che con un olio buono potevi mangiare anche la “suola di una scarpa”.
Gli anziani, che avevano problemi di masticazione, la sera cenavano con una passata di verdure o con il macco di farina di grano o di mais ma l’olio doveva essere buono. Anche noi ragazzi a volte mangiavamo pane ed olio oppure pane e zucchero.
Noi abitavamo nell’ultima casa del “centro storico” e avevamo la fortuna di stare non molto lontano da un frantoio che fin dal 1785 produceva l'olio tipico umbro e che ancora oggi lavora nel perimetro interno della città di Perugia.
L’operazione del trasporto era un’avventura, innanzitutto ci facevamo prestare un carretto trainato a mano da un vicino, la cui famiglia gestiva un bar al centro, poi partivamo con il nonno e gli zii trasportando due damigiane in vetro. Allora anche il vino veniva conservato in damigiane e per non farlo diventare aceto gli veniva posto alla sommità un poco di olio. Il problema era quello di tornare a casa con il carrettoa mano e le damigianefissate con delle corde, perché era tutta salita e un pezzo di strada anche di terra battuta. Appena arrivati a casa l’olio si travasava nella giara perché a qualcuno, in città, si era rotta la damigiana di vetro e quindi era insicuro conservarlo li.
Mio padre era un esperto di olio, secondo l’opinione di tutta la famiglia, difatti quando veniva al frantoio metteva qualche goccia di olio tra i palmi delle mani, le stropicciava ed annusava. Allora le stropicciava di nuovo e mi allungava le mani per farmi annusare anche a me. Ora che ho maggiori conoscenze posso dirvi che tutti quei oli avevano il difetto di morchia. Anzi tutto sapeva di morchia: il molino, la giara ed anche il coperchio di legno.
Alcuni anni fa, un amico magistrato mi ha chiamato a fare una presentazione ad una cena di beneficienza dove partecipavano un centinaio di professionisti anziani. L’olio era stato portato da alcuni produttori, presenti alla cena. Io per quattro ore ho illustrato le caratteristiche dell’olio di oliva e la metodologia di assaggio.Tutti i presenti assaggiavano i campioni nei bicchierini seguendo le mie istruzioni fin quando uno degli oli era torbido, colore crosta di pane con un intenso “difetto di morchia”. Era stato estratto con la molazza ed i fiscoli.
Ebbene a tutti i presenti era l’olio che piaceva di più perché quell’odore intenso di morchia, ricordava loro i vecchi frantoi con i cumuli di fiscoli e di sansa. Questo è anche il motivo che molti acquirenti preferiscono acquistare dagli scaffali una bottiglia di olio di vetro chiaro, con il contenuto torbido e spesso con il sedimento color crosta di pane. Questo aspetto torbido o quell’odore di morchia ad alcuni, erroneamente, ricorda un prodotto naturale, rustico anzi “casereccio”.
In seguito, cinquanta anni fa ho partecipato ad un corso di “Gascromatografia e Spettrofotometria applicata alle sostanze alimentari” studiando, in laboratorio, per quattro mesi l’olio di oliva. Allora con un esperimento misuravamo il potere calorifero dei grassi (bomba calorimetrica di Mahler) oppure la ricerca di mescolamenti fraudolenti con altri oli diversi dall’olio di oliva.
Ricordo il caso di un cantoniere al quale un topo si era dissolto nell’olio e un signore che dall’oliva perfetta aveva un olio immangiabile dall’odore intenso di muffa. Con i professori di Chimica andammo ad ispezionare questa cantina che era tutta ammuffita ma stranamente i salumi ed i formaggi non avevano questo difetto. Dall’analisi le molecole della muffa erano elevatissime nell’olio rimasto in un mestolo con il quale travasava l’olio e anche nell’olio sgocciolato in un piatto che era posizionato sotto il mestolo.
Dopo questa esperienza, assieme a mia moglie e mia suocera, tutti gli anni andavamo a prendere l’olio in frantoi diversi, lo assaggiavamo con la bruschetta o con dei legumi ed arrivavamo a volte anche fuori regione; in pratica lo acquistavamo per tre famiglie.
Mia suocera la sera cenava con una minestra e se l’olio non era buono, cioè se non sprigionava quell’odore di fruttato, non avrebbe più mangiato e per questo la portavo con me quando andavamo a visitare i frantoi. Lei, come tutti i miei familiari, penso che non abbiano mai acquistato, in negozio, una bottiglia di olio. Per questo motivo non si rimaneva mai sprovvisti perché l’olio dell’anno precedente durava fino a febbraio - marzo dell’anno successivo.
4 - In che modo l’Olio Extravergine di Oliva ha fatto parte della sua vita e del suo percorso professionale?
L’olio di oliva ha fatto parte sempre della mia vita, con una passione tramandata dai bisnonni ai nonni fino ai miei genitori. Anche ora quando ho qualche bottiglia nuova aspetto per assaggiarla che sia presente mia figlia ed il suo compagno. Anche loro si sono appassionati e riescono a percepire le differenze organolettiche.
Ora la mia attività professionale è quella di dare un contributo alla conoscenza come associato dell’Associazione Italiana Conoscere l’Olio di Oliva (AICOO- Associazione no profit) e quella di Consulente Tecnico di Ufficio del Tribunale di Perugia (CTU) per l’olio di oliva. Quest’ultimo incarico equivale a porsi continuamente degli obiettivi da raggiungere poiché poi saranno oggetto di confronto con i Periti di parte e del giudizio del Magistrato. Quindi quest’incarico mi costringe a studiare ed aggiornarmi. Inoltre l’incarico di CTU presuppone la conoscenza della normativa, dei metodi di analisi convenzionali e quelli innovativi, di tutti i segreti della tecnologia estrattiva ed espone il CTU stesso ad un rischio professionale, civile e penale, difatti sono solo per l’olio di oliva.
5 - Come ritiene si possa stimolare la coscienza del consumatore, per far comprendere la differenza tra un Extravergine di alto valore organolettico, nutrizionale e culturale e uno privo di ogni personalità e di minor pregio?
Dal 2012 mi interesso di EVOO ed incontro tanta gente, anche nelle presentazioni, altri mi scrivono oppure mi telefonano. Questi contatti mi hanno insegnato una cosa importante, sapere ascoltare e creare un rapporto di fiducia in ciò che dirai.
La gente percepisce subito lo spessore di chi ha difronte, anche se hai un petto pieno di medaglie, avvertono quali possono essere le motivazioni oscure o interessi nei discorsi che vengono fatti, se il soggetto è un “imbonitore” o uno che cerca un confronto di idee perché potrebbe dare spunti culturali, se non soluzioni. Poi la cosa peggiore, quando per aumentare la propria figura, si considerano poco gli altri.
Quindi la prima cosa avere dagli altri la stima poi è fondamentale avere dei corsi o una scuola che formi i “formatori”. Perché oggi ognuno parla a ruota libera, senza mai essersi confrontato con qualcuno che ne sappia di più. Poi si formano dei clan o delle tribù con le quali non si riesce mai a fare squadra nell’affrontare un problema comune.
Affinché il consumatore possa comprendere le differenze tra un EVOO di qualità e unocommodity, bisogna fare degli incontri, preferibilmente iniziando dai ragazzi delle scuole, o nella popolazione insegnando come apprezzare un EVOO. Insegnare a leggere una etichetta, portare le persone o i ragazzi delle scuole a visitare i frantoi, dare gli strumenti culturali per un acquisto consapevole.
Un giorno mi trovavo a Roma ed aspettando che mia figlia facesse la spesa, mi sono messo a curiosare tra le bottiglie di olio. È arrivata una signora con il carrello e ha preso dallo scaffale una bottiglia di “olio di oliva”. Alla mia richiesta se conoscesse la differenza tra l’olio di oliva e l’extravergine mi rispose che per lei andava più che bene “l’olio di oliva”. Le chiesi che lavoro facesse mi disse che era una insegnante del liceo.
Allora mi sono sempre chiesto perché questo Stato non investe nulla in Educazione Alimentare visti che più di un terzo della popolazione adulta è in sovrappeso, mentre una persona su dieci è obesa e complessivamente il 45% dei soggetti di età ≥18 anni è in eccesso ponderale. Ma in Italia il problema dell’obesità interessa anche il 25% dei bambini e degli adolescenti e ciò è conseguenza dei comportamenti poco salutari dei genitori che influenzano quelli dei figli.
Perché il consumatore acquista una confezione guardando solo il prezzo, senza interrogarsi sulla qualità del contenuto? Ma il consumatore medio è a conoscenza che un EVOO racchiude una qualità merceologica, una qualità salutistica ed una organolettica? Ma lo Stato si è mai impegnato a creare una cultura da consumatore consapevole o tutto è in mano alla buona volontà del volontariato o di chi lavora nel settore?
Concludo con un richiamo alla teoria “dell’informazione asimmetrica”, che ha permesso a Joseph Stiglitz e George Akerlof di vincere il Premio Nobel in Economia, la quale afferma che il prezzo di un prodotto scenderà quando una delle parti della transizione, in genere l’acquirente, ha poche conoscenze del prodotto. Ma se il prezzo scende, avremmo sempre qualche nazione europea o extraeuropea che farà ad un prezzo più basso e in questo modo diventerà non remunerativo per tutto il settore olivicolo-oleario nazionale.
Diventa essenziale, per il settore oleario, investire nella conoscenza della qualità del prodotto e non lasciare la scelta condizionata al prezzo in rincorsa al ribasso.
6 – Quale argomento utilizzare per spiegare il giusto prezzo di un Olio Extravergine di Oliva di qualità?
Basterebbe spiegare alla gente quale è il costodella bottiglia, dell’etichetta, del tappo, della confezione di trasporto e del trasporto, la cui somma spesso supera il prezzo commerciale di certi oli commodity per porre qualche dubbio. E la potatura, la concimazione, la raccolta e la frangitura non hanno un costo caricato sulla bottiglia?
Poi bisognerebbe spiegare come viene realmente prodotto un olio EVOO di qualità.
7 – Lei è l’autore del libro “L’olio di oliva tra storia e scienza”, vuole raccontarci questa esperienza?
Molti anni fa, ad una manifestazione sull’olio di oliva, mi sono trovato a fare degli assaggi ad un tavolo di un produttore umbro ed ho conosciuto un assaggiatore dell’AICOO, in divisa. Lui mi ha proposto di fare, in Umbria degli incontri sull’olio di oliva ed io ho accettato la sfida.
L’ho accettata perché non mi metteva pensiero parlare in pubblico in quanto avevo un bagaglio di attività didattica, anche docenza universitaria, di oltre 30 anni e da pensionato ancora ho un incarico in un’altra città umbra.
Dalla prima presentazione sulla “Chimica dell’olio” siamo passati a tantissimi incontri sulle varie molecole come i composti fenolici, lo squalene, gli acidi grassi, la nutraceutica…Ogni diapositiva che preparavo riportavo i riferimenti dei lavori consultati e poi stampavo le dispense per gli amici che mi ascoltavano.
Alla mia relazione seguiva sempre una serie di assaggi ed anche accostamenti ai cibi. Ad un certo punto del percorso ho dato un sostanziale contributo alla stesura di un libro per i corsisti del primo livello dell’AICOO che ancora oggi viene consegnato.
Alla fine mi sono ritrovato con una pila di dispense ed ho pensato di raccogliere tutti gli argomenti in un libro.
Per aggiornare il materiale che già avevo, ho consultato almeno 2000 lavori (in exteso) di tutto il mondo una parte dei quali citati nella bibliografia del volume.
Nel frattempo ho partecipato a tutti i corsi possibili, e qui ringrazio l’Accademia dell’Olivo e dell’Olio, inoltre ho fatto il corso da assaggiatore e ho scritto una serie di articoli per Teatro Naturale (Magazine su agricoltura biologica, prodotti naturali). Per conciliare il tempo dedicato alle presentazioni, per il lavoro di CTU del Tribunale sull’olio, per altre attività didattiche, la compilazione del libro “L’olio di oliva tra storia e scienza”mi ha impegnato per oltre due anni.
Perché ho scritto questo libro? Non per un utile economico, anzi ho sopportato solo costi e l’eventuale guadagno lo dono in beneficienza. Poi ho stampato una tiratura limitata tale da coprire una diffusione nelle librerie nazionali e non verrà in seguito ristampato.
L’ho scritto per dare un contributo culturale a quanti si interessano di questo settore, con tutti i limiti che io possa avere. Poiché ho una bella biblioteca, di libri simili non li ho visti in commercio.
Potrebbe essere poco utile? ma molti la pensano diversamente, dimostrandomi con gli scritti e le telefonate la loro stima, alcuni mi hanno inviato l’olio da assaggiare per avere consigli, altri mi hanno invitato o mi sono venuti a trovare anche da altre regioni,non ultimo un ricercatore del CNR che pochi giorni fa mi ha fatto i complimenti dicendo che studia nel mio libro e che le citazioni bibliografiche gli sono state utili.
Il tempo giudicherà anche questa scelta che ho fatto.
“lasciamoci contagiare dalla qualità”
Farmacista, Direttore di farmacia. Esperta e docente in vari Istituti Tecnici Superiori in chimica, scienza degli alimenti e farmacologia. Docente di scienza degli alimenti anche in corsi rivolti a pasticceri, ristoratori. Docente Biotecnologie alimentari. Esperta assaggiatrice di oli Extra vergini di Oliva, Membro ASPOL (Frosinone). Capo Panel. Relatrice in numerosi convegni ed eventi su Olio Extravergini di oliva, degustazioni, Olio extravergine di oliva e Alimentazione. Proprietà nutraceutiche dell'olio extravergine d'oliva.
1 - Nella sua infanzia, in famiglia, era utilizzato l’olio extravergine di oliva? Ricorda un piatto o una ricetta particolare, preparata usualmente, con l’Olio extravergine di oliva?
In famiglia, sulla nostra tavola ,da sempre l’EVO ha accompagnato ogni pietanza proposta unitamente a tutti gli alimenti presenti nella dieta mediterranea, protagonisti indiscussi di ogni pasto I nostri genitori hanno insegnato ai miei fratelli ed a me, grande rispetto per questo alimento.
Le cure dedicate agli oliveti di proprietà (circa duemila cultivar caratterizzate prevalentemente dalla presenza di moraiolo, leccino e frantoio) allocati a circa 600m slm, coccolati da un clima temperato e nutriti da un terreno di natura calcarea ,hanno generato da sempre una tale considerazione , nei confronti dell’ oro verde, da farlo considerare a noi figli un bene prezioso.
Le zuppe di legumi (ceci, fagioli, orzo ,farro,cicerchie,lenticchie )con quadrotti di pane casareccio tostato ,erano costantemente accompagnate dal” filo di olio a crudo “che ne esaltava il sapore, arricchendo il piatto di sentori ogni volta unici.
2 - In quale momento della sua vita è nato l'interesse verso l'Olio extravergine di oliva e in quale circostanza?
Sono laureata in Farmacia e abilitata all’esercizio della professione. Ho lavorato in qualità di collaboratore e direttore di Farmacia presso strutture private e municipalizzate.
Attualmente docente titolare di chimica –tecnologie chimiche presso l’Istituto Chimico ad indirizzo biotecnologie ambientali “S. Pertini” di Alatri (FR).
Dopo aver conseguito anche l’ abilitazione in scienza degli alimenti e aver avuto la fortuna di insegnare tali discipline è cresciuta in me, costantemente, la curiosità di analizzare, approfondire e scoprire l’imprescindibile nesso tra la chimica, gli alimenti funzionali e le molecole bioattive in essi contenute.
Ho sempre creduto nel forte impatto nutraceutico di ogni singolo alimento all’interno del nostro organismo.
Da qui la scoperta, casuale, di corsi per il conseguimento del titolo di "tecnico esperto assaggiatore di oli di oliva”, conseguito circa dieci anni orsono. Nel 2019 ho implementato la mia formazione con il corso per il conseguimento del titolo di Capo Panel.
E’ stato un crescendo di interesse per il mondo dell’olio. Dagli assaggi in sala Panel, alla continua necessità di esaminare ogni singola molecola e comunicarne l’efficacia, e soprattutto far comprendere ai produttori quanto sia rilevante realizzare oli con requisiti salutistici considerevoli preservandone la qualità.
Passando attraverso le mie conoscenze scientifiche è nata la grande voglia di approfondire, studiare, cercare evidenze scientifiche consolidate, analizzare nei laboratori della mia scuola, non solo dal punto di vista chimico, ma anche nutrizionale, quanto di prezioso ci possa essere attorno a questo alimento.
Da circa sei anni nell’ambito del “Service Learning" (servizio solidale rivolto al territorio) sono Referente, presso il mio Istituto, di un progetto denominato “Olio, il Gusto del Sapere“ attraverso il quale privati cittadini, produttori e frantoiani, portano campioni di olio da sottoporre ad analisi chimiche e organolettiche, queste ultime effettuate in collaborazione con il Panel di Frosinone e/o con il Panel dell’Università di Cassino (presso il quale svolgo funzione di vice Capo Panel).
Questo servizio rivolto al territorio, ha la finalità di sensibilizzare i consumatori ad essere attenti nell‘acquisto e ai produttori di migliorare e attenzionare sempre di più l’ intera filiera di produzione.
Ogni occasione quindi può e deve diventare un importante momento di sana e corretta divulgazione scientifica, tale da consentire una crescita del territorio che solo se adeguatamente informato potrà essere contagiato dalla qualità
3 - In che modo l’Olio extravergine di Oliva ha influenzato la sua vita e il suo percorso professionale?
L’ interesse per il mondo dell’olio ha generato e alimentato in me, una profonda passione, arricchendo il mio bagaglio professionale con ulteriori conoscenze.
Grazie ai numerosi studi condotti fino ad ora, ho avuto la possibilità di convogliare il mio sapere scientifico anche nei confronti di tale prodotto, sotto molteplici e svariati aspetti, legati non solo all’assaggio atto a definirne la presenza di attributi positivi o negativi, ma anche attraverso la consapevolezza che in virtù della presenza di sostanze benefiche (l’oleocantale, l’idrossitirosolo, l’oleuropeina, le vitamine A ed E, trigliceridi esterificati con acidi grassi essenziali, acido oleico, squalene ,ecc..) possa essere davvero considerato un prezioso alleato per la nostra salute.
La conoscenza della biochimica e della farmacologia mi consentono di poter trattare, nelle opportune sedi, alcuni aspetti legati al vero e autentico potenziale salutistico di questo “Oro Verde”
4 – Assaggiatrice; Relatrice in seminari, eventi e convegni; esperta di Olio extravergine di Oliva, grande compagno della nostra tavola; Come deve essere il suo Olio preferito?
Ogni olio ha le sue peculiarità: ogni cultivar produce drupe in grado di generare oli che esprimono sentori e note aromatiche tipiche di ogni singola varietà e dettate anche da peculiari condizioni pedoclimatiche.
La biodiversità italiana, con circa 600 cultivar diverse, ci relega tra i paesi privilegiati per un così ricco e variegato patrimonio, caratterizzato da esplosioni sensoriali diversificate tipiche di ogni singola regione.
Il clima, i terreni, gli adeguati trattamenti agronomici, le potature, la raccolta effettuata quando la drupa presenta la giusta invaiatura, l’estrazione da effettuare subito dopo la raccolta evitando lo stoccaggio prolungato, le attente tecniche estrattive (effettuate con impianti che consentano controlli accurati di tempi e temperature di gramolazione tali da consentire la proficua azione della lipoossigenasi per lo sviluppo delle molecole responsabili del fruttato) e non ultima la conservazione, fanno di un olio semplicemente buono un olio di alto pregio .
Non semplice olivicoltura ma “olivicoltura di precisione”.
Amo gli oli di qualità, quelli nei quali si percepiscono immediatamente freschezza ed eleganza ma soprattutto quelli ricchi di polifenoli in grado di esprimere i giusti equilibri tra fruttato, amaro e piccante.
5 – Come esperta e divulgatrice della cultura dell’Olio EVO, può dare qualche semplice elemento al consumatore per il suo acquisto?
Ogni mio convegno o seminario si conclude con un assaggio ed è questo il momento più atteso.
Tante informazioni e conoscenze ricevute si traducono in percezioni sensoriali e organolettiche immediatamente tangibili.
Assaggiare oli di qualità ma anche oli con difetti, serve ad avere una visione d’insieme adeguata.
Il rapporto qualità prezzo costituisce un primo discrimen, poiché un olio rigorosamente prodotto, arriva in bottiglia dopo aver percorso un cammino fatto di un importante dispendio di energie (mentali, fisiche), ma anche economiche.
Mai acquistare oli proposti dalla GDO a prezzi molto bassi!! Il mio consiglio è quello di acquistare, se possibile, in oleoteche o frantoi di fiducia che consentano al consumatore di poter assaggiare un olio prima di acquistarlo. Se si è incerti sulla veridicità, in merito al valore del prodotto che si sta acquistando, o comunque in caso di dubbio, è sempre opportuno sottoporre l’olio ad analisi sensoriale da parte di un Panel professionale e richiedere altresì un‘analisi chimica (valore di acidità) e spettrofotometrica (K232, K270, Deta K) anche per scongiurare eventuali frodi.
Raccomandazione oltremodo doverosa è la conservazione domestica in bottiglie scure di vetro o in contenitori in acciaio inox muniti di rubinetto. E’ importante richiudere subito il contenitore dell’olio una volta aperto e possibilmente utilizzare tappi che assicurino una chiusura ermetica e “antiriempimento”, in tal modo entrerà meno ossigeno nella bottiglia evitando pericolose ossidazioni, causa di vistosi ed irreversibili difetti. La temperatura ottimale di conservazione dell’olio è compresa tra i 12 e i 18°C. L’ideale è conservarlo in un luogo fresco e asciutto. Scegliere una bottiglia di dimensioni adeguate al proprio consumo evitando così che l’ olio subisca fenomeni ossidativi e perdita di qualità.
5/a- Ad ogni piatto il suo olio, è giusto questo ?
Ogni alimento deve essere impreziosito con il giusto olio che permette di apprezzarne la qualità, i profumi e gli attributi positivi. E’ opportuno usarlo rigorosamente a crudo poiché non deve mai coprire il sapore intrinseco dell’alimento, ma semplicemente esaltarne le caratteristiche. L’unione olio-pietanza dovrà costituire un tripudio di profumi e sentori piacevoli, per tutti i palati.
Riferendomi ad uno dei ”goal dell’agenda 2030” riguardanti la sicurezza e il miglioramento dell‘alimentazione, durante i miei corsi, soprattutto quelli rivolti agli alunni delle scuole secondarie di primo grado, ho l’obiettivo di rendere i ragazzi ambasciatori di piccole tecniche di riconoscimento della qualità. Ciò contribuisce ad arricchire la loro conoscenza e consapevolezza alimentare, a renderla maggiormente adeguata e a far riscoprire loro, il valore autentico della qualità.
6 - Ritiene che la carta e/o il carrello degli oli, che oggi molti ristoranti di buon livello presentano, siano validi strumenti di informazione e diffusione del prodotto "olio di qualità"?
Ritengo che la carta e il carrello degli oli debbano costituire una buona pratica utile e necessaria per ogni ristoratore attento, purché accompagnata da un’idonea presentazione ed un altrettanto accurato consiglio dell’olio giusto da abbinare al piatto scelto.
Il mio consiglio, per il ristoratore, è quello di consegnare al cliente, dopo aver scelto l’olio (o gli oli) da gustare per impreziosire le portate del menù selezionato, una piccola bottiglia da 100 ml integra, che il cliente porterà a casa.
Facendo ciò, il cliente avrà la possibilità di apprezzare le peculiarità organolettiche dell’olio ancora per qualche giorno e contestualmente il brand vedrà veicolato il proprio marchio in modo più diretto dal consumatore, che lo ricercherà negli opportuni siti di distribuzioni.
7 - Nei vari corsi e seminari quali sono i suoi suggerimenti per far capire la differenza tra un extravergine di alto valore organolettico, nutrizionale e culturale da uno privo di ogni personalità e di minore pregio?
L assaggio è la prova autentica.
Insegnare la tecnica di assaggio, che va dall’esame gustativo, olfattivo che si conclude con l’esame retronasale è fondamentale per rendere consapevole e attento ogni consumatore. Sarà utile educare l’olfatto al riconoscimento degli attributi positivi e negativi dell’olio di oliva, far percepire gradualmente gli stimoli che ogni molecola trasmette ai nostri organi di senso, per fornire al nostro cervello un’immagine complessiva in grado di definire e percepire il flavour .
L’olio deve profumare di oliva, deve evocare sensazioni di freschezza derivanti dalla spremitura di drupe sane, fresche e raccolte al giusto grado di maturazione Dovrà possedere gli attributi di amaro e piccante in perfetto equilibrio con i fruttati ed in ultimo esprimere le note (di carciofo, mandorla, mela, frutti di bosco, mallo di noce, erbe aromatiche, pomodoro) tipiche del grande patrimonio di biodiversità del territorio di provenienza di cui l’Italia è veramente ed orgogliosamente ricca.
E’ ovvio che ciò non può erudire integralmente alla conoscenza, ma può senza dubbio offrire un primo strumento utile per discernere la qualità.
8 - Come è possibile, secondo lei, far capire al consumatore il giusto prezzo di un Olio extravergine di qualità?
Facendo conoscere l’intera filiera produttiva step by step e spiegare cosa vuol dire “olivicoltura di precisione” creando un cortocircuito comunicativo che vada ad alimentare anche i consumatori scettici.
Solo così risulterà chiaro il rapporto qualità prezzo di un prodotto, che non dovrà mai essere considerato mero condimento, ma vero e proprio alimento nutraceutico dalle molteplici proprietà salutistiche.
IL NUOVO CONSORZIO MOVIMENTO TURISMO DELL’OLIO (MTO)
guidato da Donato Taurino (Presidente), affiancato da Vittoria Cisonno (direttrice)
Puglia, Umbria, Abruzzo, Calabria e Lombardia regioni capofila. Presto la Toscana farà parte del neonato consorzio nazionale e a seguire le altre regioni.
Obiettivi principali sono stati illustrati l’11 marzo 2021 presso la Sala Caduti di Nassirya del Senato della Repubblica alla presenza del presidente del Movimento Turismo del Vino Italia, Nicola D’Auria, e del senatore Dario Stefàno, testimone del Movimento Turismo dell’Olio.
il senatore Dario Stefàno :
Per molti anni il turismo dell’olio nel nostro Paese non ha avuto modo di esprimere appieno le sue enormi capacità… Occorreva dare una spinta decisiva partendo con un vero e proprio riconoscimento di dignità attraverso una norma di rango primario che disciplinasse e rendesse esercitabile questa importante attività. … la nascita del MTO, con la sua cabina di regia unica, come il migliore strumento per dare finalmente seguito alla necessità di mettere a rete le nostre ricchezze e presentarsi così, anche a livello internazionale, con una proposta più strutturata e una ritrovata maggiore incisività”. Siamo all’ultimo miglio… dovrebbe essere a breve firmato il decreto attuativo sull’oleoturismo.
il neopresidente di MTO, Donato Taurino :
… per noi fare sistema per promuovere le eccellenze del nostro agroalimentare con la convinzione che il turismo legato alle terre dell’olio Extravergine, al pari dell’enoturismo, rappresenti un fiore all’occhiello del made in Italy e dunque un volano strategico per l’economia del nostro Paese, che vanta un patrimonio olivicolo unico al mondo per varietà (circa 500 cultivar) e fascino paesaggistico.
Ma c’è ancora un enorme potenziale inespresso che intendiamo valorizzare attraverso l’impegno del MTO che punta a coinvolgere attivamente aziende di qualità e tutte le regioni del Paese.
Il futuro del MTO, secondo Vittoria Cisonno, ideatrice e Direttrice del MTO Nazionale, si articola su quattro parole chiave: SOSTENIBILITÀ, NUOVE TECNOLOGIE, IN-FORMAZIONE, FARE RETE
La sostenibilità in primis, perché vogliamo dare impulso a iniziative green ed ecosostenibili per promuovere l’oleoturismo come modalità di turismo slow. L’utilizzo delle nuove tecnologie, perché i canali digitali sono lo strumento più importanti per la promozione dell’oleoturismo, e vanno sfruttati al meglio. In-formazione, perché la chiave di tutto è formare e informare i consumatori ma anche i singoli operatori, aiutandoli a costruire una proposta interessante. Fare rete, perché fondamentale sarà unire pubblico e privato per costituire un coordinamento…
La regione Puglia per prima ha avvertito la necessità di mettere a sistema il lavoro e la passione di tutti i frantoiani costituendo un Consorzio, MTOlio Puglia, che ha dato vita agli eventi ABC Olio e Ulivo Day rivolti ai turisti gourmet. Il progetto complessivo dell’oleoturismo nasce dunque da un progetto ideato localmente che oggi vuole essere esteso a tutta l’Italia olivicola di qualità.
Il nuovo Movimento Turismo dell’Olio (MTO) Consorzio nazionale che per i prossimi sei anni sarà guidato dal tandem composto da Donato Taurino (Presidente) e Vittoria Cisonno (Direttrice e ideatrice), affiancato dal Vicepresidente, Conte Franco Silvano Toni di Cigoli (Umbria), dai consiglieri Piercarmine Tilli (Abruzzo), Raffaele Maria Maiorano (Calabria), Nicoletta Manestrini (Lombardia), Sebastiano de Corato (consigliere MTV) e dal presidente del comitato tecnico, Angela Canale.
Nel corso di una piacevole serata in un ristorante molto particolare, senza menu e carta dei vini e con una impressionante scelta di oli extravergini di oliva provenienti da tutta Italia (ne abbiamo contati oltre cinquanta…), è stata presentata la nuova Comunità Slow Food dei Custodi della biodiversità olivicola del Molise.
Durante il Congresso internazionale di Chengdu (Cina 2017, Provincia del Sichuan) è sembrato naturale che l’evolversi dell’associazione approdasse alla creazione delle Comunità Slow Food, nodi della rete internazionale di Terra Madre e motore per il futuro, non solo del movimento. Infatti, da sempre le comunità locali hanno determinato il cambiamento, la ricostruzione se non la rigenerazione dell’economia, l’adattamento alle diverse situazioni, e hanno espresso la capacità di affrontare con successo le sfide legate al sistema alimentare anche perché nate dall’unione di impegno e ideali condivisi e di tanti progetti a tutela della biodiversità. Merito di Daniele Giallonardi che con caparbietà e lungimiranza ha scelto tre cultivar esemplari dell’olivicoltura molisana facendo squadra con altri produttori incarnazione del lavoro di ricerca e di valorizzazione delle cultivar locali.
Colonia Julia Venafrana è un marchio tutto molisano che ha deciso di produrre olio extra vergine di oliva di ottima qualità utilizzando le olive autoctone della Piana di Venafro, in particolare la cultivar Aurina, le cui qualità sono state descritte dai massimi poeti dell’epoca romana (Orazio Flacco, Marco Terenzio Varrone e altri) facendo ben presto il giro del mondo allora conosciuto. L’azienda si occupa della produzione e della vendita per offrire al consumatore un prodotto di elevata qualità, 100%italiano e in grado di soddisfare anche i palati più esigenti, prodotto da olive dal calibro piccolo ma in grado di custodire sapori unici. L’ oliva Aurina, viene anche chiamata Liciniana, in ricordo di Licinio agricoltore di origini sannita che legenda vuole che molti secoli prima di Cristo., abbia impiantato questa cultivar nella Piana di Venafro. Il prodotto ha un percorso accurato e controllato in ogni sua fase, dalla raccolta all’imbottigliamento, alla consegna all’acquirente finale. Il fine è quello di rinnovare le antiche produzioni, valorizzandole con prodotti curati. Con questo intento l’azienda produce inoltre, olio ottenuto anche con la cultivar Sperone di Gallo.
Olio Extravergine di Oliva Aurina (Presidio Slow Food con etichetta narrante)
E’ un fruttato verde leggero che alla vista si presenta di un bel colore giallo limpido con riflessi verdolini. All’olfatto è pulito e si evidenziano i sentori erbacei di erbe di campo ai quali seguono note di carciofo, pomodoro di media maturità e una lieve sfumatura di erbe aromatiche come il timo. Al palato l’attacco è fluido e sottile e al retrolfatto spicca una piacevole nota verde di erbette di campo, carciofo e nuance di cardo. Il tutto è avvolto in toni ammandorlati. L’amaro è contenuto e il piccante ben dosato.
Colonia Julia
Via Nicandro Iosso, 6 - 86079 Venafro (IS)
Daniele - Cell. 3338102514
www.oliocjv.it - frangipanetours@gmail.com
Sulle colline di Mafalda, piccolo paese del Molise, nasce nel 2006 l’Oleificio Trespaldum grazie alla passione e all’impegno del giovane imprenditore Francesco Mastrangelo, titolare dell’azienda, che ne ha accresciuto la produzione e la rilevanza, tanto che nel 2014 la Gentile di Mafalda è stata riconosciuta ufficialmente come cultivar molisana: cultivar autoctona esclusivamente di Mafalda.
Trespaldum è classificato quale frantoio totalmente green grazie alla realizzazione di un impianto energicamente autosufficiente e sviluppando nel 2017 un nuovo impianto per l’estrazione dell’olio. Infatti, l’azienda è alimentata da un impianto fotovoltaico per l’energia elettrica, e un piccolo impianto a biomassa per il riscaldamento dell’acqua e degli ambienti. Questo fa sì che l’olio preservi le sue caratteristiche organolettiche. L’olio in uscita è perfettamente pulito e privo di ogni impurità, con una densità maggiore, più opaco e più profumato, permettendo una lavorazioni ad hoc per ogni tipologia di oliva. Attenzione e rispetto per l’ambiente insieme alla ricerca di una sempre maggiore qualità sono i valori a cui l’oleificio ha da sempre fatto fede. Sicuramente il territorio molisano ha fatto da sfondo a queste politiche promosse dal frantoio, in quanto il Molise ancora oggi risulta essere una terra incontaminata. All’interno di questo micro clima, una scelta consapevole è stata quella di virare la produzione verso il biologico, mettendo al centro la salute dei consumatori. Oltre al prodotto degustato, l’azienda produce il Trespaldum Blend (leccino, gentile di Mafalda e leccio del corno), il Trespaldum DOP (80% leccino, 20% altre varietà), Trespaldum Bio, Monovarietale Leccino, Monovarietale Ascolana Tenera Bio, Monovarietale Coratina Bio ed infine, condimenti di olio extravergine di oliva al tartufo, al rosmarino, al peperoncino, al limone ed agli agrumi
Olio Extravergine di Oliva Gentile di Mafalda (prodotto ad impatto zero)
E’ un fruttato verde leggero/medio che alla vista è di un bel colore oro limpido tendente al verdolino. All’olfatto è caratterizzato da sentori erbacei, erbe fresche di campo, carciofo, leggeri toni di pomodoro e una nuance di erbe aromatiche come l’origano. Al palato l’ingresso è avvolgente con una nota morbida di mandorla arricchita da piacevoli toni amari di carciofo, cardo e cicoria e con una seducente chiusura speziata di pepe. Amaro e piccante gradevoli ed equilibrati.
Oleificio Trespaldum
C.da Muraglie - 86030 Mafalda (CB)
Cell. 329.1243177 – 339.6289698
www.trespaldum.com - trespaldum@gmail.com
L’olivicola Tamaro – Colle d’Angiò, è una piccola azienda a conduzione familiare, che comprende circa 4 ettari di oliveti, distribuiti in varie contrade poste a una altitudine tra 300 e 550 metri s.l.m in agro di Colletorto (CB), Grazioso borgo Angioino adagiato su un colle circondato dal verde perenne di oliveti secolari, il comune è tra i soci fondatori dell’associazione Città dell’Olio. Il numero delle piante è di circa 850, composto principalmente dalle tre varietà Autoctone “Oliva Nera di Colletorto”, “Rumignana” e “Cazzarella”, che fanno di Colletorto una piccola capitale dell’olio in quanto a biodiversità.. Da sempre l’azienda è orientata ad una agricoltura sostenibile, di qualità e rispettosa dell’ambiente in cui opera. La tradizione oliandola della famiglia Tamaro ha inizio verso fine ottocento con il nonno Teodoro, negli anni venti i figli Antonio e Pasquale ampliarono l’azienda con un nuovo uliveto ed infine, a inizio anni duemila e continuando nel solco della tradizione, Giorgio coadiuvato dai figli Antonio e Giuseppe, reimpianta una vecchia Cultivar autoctona “Rumignana” che prima era presente in modo sporadico.
Olio Extravergine di Oliva Biologico Rumignana
E’ un fruttato verde intenso che alla vista si presenta di un bel colore giallo dorato con riflessi verdolini, limpido. All’olfattiva si evidenziano i sentori verdi intensi di cicoria di campo, rughetta, foglia di olivo e carciofo fresco ai quali si aggiunge nel finale una piacevole nuance tostata. Al palato l’ingresso è deciso con le note di foglie percepite nella via diretta tra cui una spiccata tonalità di cicoria e carciofo che poi evolvono con una sfumatura di nocciola. Amaro ben presente e piccante persistente che sostiene la struttura dell’olio.
Olio Tamaro – Colle d’Angiò
Via Po, 92 - 86039 Termoli (CB)
Tel. 0875.81703
Cell. 347.0446742
www.oliotamaro.it - tamaro.giorgio@gmail.com
Giornalista, Pubblicista, dopo una lunga formazione in redazioni di periodici, telegiornali e uffici stampa, ha iniziato un percorso legato a perfezionare la cultura del cibo e del vino, frequenta il Master in Comunicazione e Giornalismo Enogastronomico presso il Gambero Rosso, casa editrice, dove ancora lavora come vice curatore della guida Oli d’Italia. Iscritto all'albo dei Tecnici ed Esperti assaggiatori degli oli di oliva vergini ed extravergini. Panel comitato ufficiale della Camera di Commercio di Roma. Premio Giornalistico Kyle Phillips. Coordinatore delle degustazioni olio del Gambero Rosso. Vice curatore Oli d'Italia del Gambero Rosso. Docente Master del Gambero Rosso. Giudice in concorsi oleari nazionali e internazionali
1- Nella sua infanzia, in famiglia, era utilizzato l’olio extravergine di oliva? A lei piaceva? Ricorda un piatto o una ricetta particolare, preparata usualmente, con l’Olio extravergine di oliva?
L’olio extravergine è stato sempre presente e nella cucina di casa soprattutto come condimento e ingrediente, di rado come protagonista. Anche per questo motivo l’ho sempre associato al pane. Mi nutrirei a oltranza di pane e olio extravergine buono, una volta che si inizia è difficile smettere.
2 - In quale momento della sua vita è nato l'interesse verso l'Olio extravergine di oliva e in quale circostanza?
Nel 2009 ho iniziato il master in Comunicazione e Giornalismo Enogastronomico al Gambero Rosso. Li ho seguito la prima lezione sull’olio extravergine della mia vita tenuta da Giulio Scatolini. Una volta iniziato il tirocinio presso la redazione del Gambero Rosso sono stato coinvolto da Luciana Squadrilli nella lavorazione della prima edizione della guida Oli d’Italia e li è cominciato l’iter di formazione nel mondo dell’extravergine. Sono persone che mi hanno coinvolto e appassionato e che non smetterò mai di ringraziare (e so di averlo fatto troppo poco).
3 - In che modo l’Olio extravergine di Oliva ha influenzato la sua vita e il suo percorso professionale?
È il mio lavoro da 10 anni ormai, ma è anche una passione totalizzante che parte dall’ulivo passando per l’extravergine e arrivando alla guida e a una opportuna comunicazione del prodotto. Infuenza la mia quotidianità, ha creato nuovi rapporti umani prima che professionali. Mi ha permesso di conoscere persone che sono state e sono tuttora preziose e importanti nella mia vita, sia all’interno del Gambero Rosso sia fuori.
4 – Giornalista, Assaggiatore, Relatore in seminari, eventi e convegni, esperto di Olio extravergine di Oliva grande compagno della nostra tavola. Come deve essere il suo Olio preferito?
Non ho un olio preferito. Lo abbino ai piatti e quindi ne uso vari a seconda della ricetta che ho davanti. Purtroppo sono uno di quelli che predica bene e razzola male. Nel senso che durante le lezioni do sempre delle linee guida per quanto riguarda gli abbinamenti e l’uso opportuno in cucina. Quando in cucina però ci sto io faccio come mi pare. Mi piace sentire l’olio buono nel piatto, anche con il rischio che sovrasti la ricetta. Gli appassionati mi capiranno. Una volta che impari ad apprezzare l’ extravergine di qualità, poi diventa parte di te e si ritrova a essere un elemento totalizzante e imprescindibile in cucina.
5 - Lei è vice curatore della Guida - Oli d’Italia - massima esperienza e massima conoscenza delle produzioni italiane. Può dare qualche semplice elemento al consumatore per valutare la qualità del suo acquisto (oltre all’ausilio di una guida?)
Anzitutto il prezzo: mai scendere sotto i 7/8 euro al litro. Il resto è solo una questione di gusto personale. L’importante è scegliere prodotti buoni e di qualità, senza difetti. Un extravergine buono, pur essendo un grasso, non lascerà mai la bocca unta, mentre un olio difettato tende a lasciare il palato sporco e sgradevole. Questo è un test che possono fare anche i non esperti.
6 - Ritiene che la carta e/o il carrello degli oli, che oggi molti ristoranti di buon livello presentano, siano strumenti di informazione e diffusione del prodotto "olio di qualità"?
Perché no. Tutto ciò che fa del bene all’extravergine di qualità ben venga. Il problema è che in moltissimi ristoranti, bar e tavole calde ancora ci troviamo davanti alle oliere (ormai fuorilegge!). Il settore horeca deve capire che presentare un prodotto di qualità è un valore aggiunto per i locali, non un inutile costo fisso. Prima lo capiranno, prima questo settore avrà il peso e il ruolo che giustamente si merita. Tra l’altro siamo pieni di esempi virtuosi che stanno approcciando in questo modo con successo.
7 - Nei suoi corsi e seminari quali sono i suggerimenti che lei da per iniziare a conoscere e a riconoscere un Olio di qualità ?
Durante le lezioni non distinguo tra oli di pregio e oli privi di personalità. Essendo prevalentemente seminari di avvicinamento al prodotto, insegno a distinguere tra oli difettati e oli non difettati in primis. Poi spiego come valutiamo gli oli per la guida. Qui entrano in gioco parametri che sono propri degli assaggiatori professionisti e, in generale, dell’analisi sensoriale: coerenza aromatica tra naso e bocca, intensità, complessità, equilibrio etc… Per quanto riguarda l’approccio culturale ritengo sia importante, ma deve essere inserito in un contesto più strutturato di lezioni e in un percorso di studi. In una singola lezione o un corso per me è fondamentale far capire l’importanza di non spendere 3 euro per un litro di olio (anche quella è cultura!). Purtroppo è un settore dove per avere un’azione efficace sul mercato e sulla produzione, bisogna stabilire una serie di priorità imprescindibili su cui iniziare a lavorare. Poi il resto dovrà essere un percorso fatto di ostinazione e dedizione da parte di tutti gli operatori del settore.
8 - Come è possibile secondo lei far capire il giusto prezzo di un buon Olio extravergine di oliva?
Con l’analisi comparativa. È quello che faccio alla fine di ogni lezione: scelgo una serie di oli diversi ed eccellenti, ma per ultimo faccio assaggiare un prodotto in vendita nella GDO a 3-4 euro al litro. Non c’è neanche bisogno di spendere troppe parole. Il pubblico capisce subito, rimane con la bocca sporca per mezza giornata, mi odia, ma almeno sono sicuro che difficilmente si avvicinerà di nuovo a quello scaffale.
Luca Mencaglia, nato a Perugia, Agronomo, diventa Assaggiatore e tecnico esperto degli oli vergini ed extravergini di oliva, iscritto nell’Elenco nazionale degli Assaggiatori e tecnici degli Oli vergini ed extravergini. È membro del comitato ufficiale di APROL (Associazione dei Produttori Olivicoli) Umbria. Partecipa, come giudice, a svariati Concorsi e Premi nazionali e internazionali.
Segue l’Azienda Marfuga e altre Aziende in Italia e in Giappone come Consulente sia nella conduzione agronomica e tecnica di tutta la filiera, sulla gestione del frantoio oleario e sui vari macchinari, lavorando intensamente su nuovi progetti e tecnologie avanzate riuscendo ad ottenere oli sempre più interessanti e blend esclusivi.
Svolge altre attività complementari nel settore come degustazioni Oli e corsi di formazione.
Nel 2020 ha avuto il riconoscimento di Miglior Oleologo dell’anno assegnato da “Terre d'Olio 2020”.
1 - Nella sua infanzia, in famiglia, come veniva utilizzato l’olio extravergine di oliva? A lei piaceva? si ricorda un piatto o una ricetta particolare con l’olio extravergine di oliva ?
Sono nato in una famiglia che opera da sempre in campo agroalimentare ed in particolare nel mondo dell’olio extravergine di oliva, possiede un’azienda agraria al cui interno oltre a seminativi, prati, allevamenti ed oliveti è presente un frantoio oleario ed io sin da bambino ho vissuto l’ambiente e l’evolversi di questo contesto. Dal 2010 seguito ho iniziato a collaborare con altre realtà olearie in Italia ed all’estero. A me è sempre piaciuto l’olio extravergine di oliva ed il suo mondo e va annotato che con l’evolversi della tecnologia e la maggior conoscenza del prodotto ha portato e sta portando a qualità sempre maggiori rispetto al passato con conseguente maggior soddisfazione della qualità commerciale, nutraceutica, organolettica ed edonistica. Quando penso all’olio penso alla bruschetta; ma l’olio può essere abbinato e se buono, può valorizzare qualunque piatto.
2 - In quale momento della sua vita è nato l'interesse verso l'Olio extravergine di oliva, e in quale circostanza ?
Non ricordo il momento in cui è nato tale interesse, sicuramente dall’infanzia in quanto sono praticamente nato in questo contesto.
3 - Come l’Olio extravergine di Oliva ha influenzato la sua vita e il suo percorso professionale ?
L’olio extravergine di oliva ha sempre fatto parte della mia vita; da bambino e da ragazzo ho seguita l’azienda di famiglia, poi ho iniziato collaborazioni con Marfuga (Umbria), Valentina Lorizzo (Puglia), Podere Ricavo (Toscana), Etajima (Giappone) e CM (Umbria). Parallelamente dopo aver superato il corso per tecnici esperti di oli di oliva vergini ed extravergini “da assaggiatore”, sono stato convocato in diverse commissioni in Italia ed all’estero ed ho conseguito l’abilitazione a ricoprire il ruolo di Capo Panel. Professionalmente, grazie a quello che ho potuto apprendere sui testi e quello che ho potuto sperimentare ed ideare sul campo, sono riuscito ad accumulare una discreta esperienza.
4 - In quali fasi della produzione e della trasformazione lei interviene con la sua opera professionale ?
In tutta la filiera, dalle pratiche agronomiche, all’estrazione, ai blend.
5 - lei segue diverse aziende con produzioni importanti, quanto la sua opera influisce sulla qualità dell’ Olio ?
La mia opera è una parte del tutto. Sicuramente ha un suo impatto, ma senza tutto il contesto in cui opero, non sarebbero possibili i risultati raggiunti.
6 – Poiché in Italia spesso il consumatore predilige l’olio dolce, non piccante, lei cosa ne pensa ?
L’abitudine al gusto generata dal passato ha portato a tale predilezione. L’amaro ed il piccante assieme al fruttato sono attributi fondamentali per l’olio extravergine di oliva sia dal punto di vista organolettico che da quello nutraceuitco. Chiaramente devono essere non “farmaceutici”, ma gradevoli e ben integrati con il prodotto. Poi nel proprio piatto ognuno può e deve fare ciò che vuole.
7 – Ritiene che la carta degli Oli o il carrello degli Oli, che molti ristoranti di buon livello presentano, sono validi strumenti di informazione e diffusione del prodotto "olio di qualità" ?
Si, se ben gestiti. Una buona pratica è quella di aprire contemporaneamente poche bottiglie di piccola capacità, con caratteristiche differenti e di farle “ruotare”; in modo tale che il prodotto abbia poco tempo per ossidarsi e rovinarsi; inoltre è buona cosa tenere il carrello degli oli al riparo da luce e sbalzi termici.
8 - Come pensa si possa far capire la differenza tra un extravergine di alto valore organolettico, nutrizionale e culturale e un Olio privo di ogni personalità e di minore pregio?
Con una maggior cultura sul prodotto da parte del consumatore. L’olio extravergine di oliva è un elemento che può esaltare o distruggere un piatto, quando il consumatore comprenderà questo e cercherà di sperimentare abbinamenti e capirà la differenza tra un prodotto ed un altro di minor pregio organolettico, allora li si cambierà marcia. Quando il consumatore sarà più esigente, allora anche i produttori saranno costretti dal mercato ad alzare la qualità organolettica e nutraceutica degli oli estratti.
Chimico, Capo panel ed analista sensoriale di oli di oliva vergini, esperto nel settore della produzione olearia. Responsabile, nonché docente, di molteplici corsi per capo panel ed assaggiatori organizzati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Coordinatore dei panel operanti presso i laboratori chimici delle dogane specializzati nel settore dell’olio di oliva. Componente della delegazione italiana nel Gruppo esperti per l’analisi organolettica istituito in seno al Consiglio Oleicolo Internazionale (COI) con sede a Madrid.
Partecipazione, in rappresentanza dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, a commissioni tecniche nazionali in materia alimentare, convegni e comitati a livello comunitario ed internazionale. Direttore Reggente, prima del laboratorio chimico delle dogane di Trieste e, successivamente, dell’Ufficio coordinamento delle attività di analisi - Direzione centrale analisi merceologica e laboratori chimici di Roma. Capo del Comitato di assaggio degli oli di oliva vergini del LAMET , Dipartimento di Economia e Giurisprudenza – Università di Cassino, riconosciuto dal MIPAAF.
Componente di giurie nazionali ed internazionali di valutazione degli oli di oliva vergini. Capo Panel della giuria del Concorso Nazionale Ercole Olivario (2019 -2020)
Ha contribuito alla creazione di un panel di assaggio, riconosciuto dal COI, presso il laboratorio chimico della Federazione doganale russa con sede a Mosca.
Autore del libro “L’olio e i sensi” e di articoli riguardanti prodotti alimentari.
1 - Nella sua infanzia, in famiglia, come veniva utilizzato l’olio extravergine di oliva? A lei piaceva? si ricorda un piatto o una ricetta particolare, preparata usualmente, utilizzando l’Olio extravergine di oliva?
Da bambino andare al frantoio a frangere le olive ed assaggiare l’olio nuovo verde e profumato era una grande emozione, una vera festa. Ricordo ancora il rumore delle grandi ruote di granito che schiacciavano le olive. Per mio padre la soddisfazione e il giusto risultato di un anno di duro lavoro. Per mia madre l’olio era un elemento fondamentale per la preparazione dei piatti di ogni giorno. La semplicità e l’unicità di “Pane e olio” rappresenta la sintesi, a mio parere, passione e amore verso la terra.
2 - In quale momento della sua vita è nato l'interesse verso l'Olio extravergine di oliva, e in quale circostanza?
Per quanto già detto posso confermare che il mio interesse per l’olio sia nato, anche se in modo inconscio, dall’infanzia. Infatti, è da quella età che, seduto in terra sopra ad un sacco di juta, osservavo i miei genitori durante la raccolta delle olive e per gioco avevo un ramoscello pieno di frutti che, per emulazione, staccavo e facevo cadere in un cestino.
3 - In quale modo l’Olio extravergine di Oliva ha influenzato la sua vita e il suo percorso professionale?
L’Olio ha sempre fatto parte della mia via prima come consumatore e successivamente è stato l’argomento che ha destato in me un profondo interesse sia per gli aspetti di carattere scientifico che produttivo e normativo. Non posso certo dimenticare che l’olio di oliva è stato l’argomento del tema del concorso per chimici che mi ha permesso di essere assunto presso una la Pubblica Amministrazione. Successivamente step dopo step sono riuscito a ottenere il riconoscimento come assaggiatore e dopo qualche anno quello di Capo Panel. Parallelamente, con il passare del tempo e l’acquisizione di conoscenze sempre più approfondite, ho avuto l’onore di far parte di commissioni tecniche a livello nazionale, comunitario ed internazionale (Consiglio Oleicolo Internazionale - COI). Recentemente, lasciato il lavoro per raggiunti limiti di età, sono stato chiamato a assumere il ruolo di Capo Panel del Comito di assaggio riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF) istituito presso l’Università di Cassino e, più di recente nominato dallo stesso MIPAAF, Agente vigilatore per conto del Consorzio Sabina DOP. Quindi l’olio extravergine di oliva continua ad essere graditissimo compagno della mia vita.
4- Lei ha visitato molti Paesi nello svolgere della sua attività lavorativa, può dirci dove e come ha visto usare o vendere l’Olio extravergine di Oliva Italiano?
In sostanza sono tre i paesi che ho visitato per lavoro, Il Belgio (Bruxelles sede della Commissione UE), la Spagna (Madrid, sede del COI) e la Russia, dove ho contribuito alla formazione degli assaggiatori e di due Capi panel, nonché alla creazione di un Panel, riconosciuto dal COI, presso il laboratorio chimico delle dogane di Mosca. Quest’ultima è stata una esperienza umana e professionale unica tenuto conto che la Russia, per posizione geografica, non è un paese produttore e di conseguenza non è diffusa una “cultura” dell’olio”.
Sicuramente l’olio italiano è presente a Bruxelles sia in punti vendita che utilizzato nei ristoranti, in particolare in quelli gestiti da italiani. A Madrid è obiettivamente difficile che venga venduto olio italiano o utilizzato nella ristorazione. In Russia, invece, l’olio italiano è molto apprezzato soprattutto se di qualità.
5 – Poiché in Italia il consumatore spesso predilige l’olio grezzo”, non filtrato, lei cosa ne pensa?
Non comprendo questa preferenza in quanto, nonostante le innovazioni tecnologiche degli impianti di produzione dell’olio, la presenza di residui di polpa, se non anche di acqua di vegetazione, non contribuiscono a mantenere la qualità del prodotto nel tempo per l’insorgere naturale di fenomeni fermentativi ed ossidativi. Quindi, a mio parere, l’olio deve essere sempre filtrato perché se da un lato al momento perdiamo un po’ di polifenoli, dall’altro, eliminando i residui di polpa ed acqua di vegetazione, agenti che determinano rispettivamente fenomeni fermentativi ed ossidativi, prolungando notevolmente nel tempo la qualità del prodotto.
6 – Può dirci quali sono le norme che meglio tutelano il Consumatore?
Sicuramente ci sono molte norme che definiscono le caratteristiche della qualità di un olio, ma in particolare credo che le disposizioni sull’etichettatura siamo molto importanti, anche perché queste determinano le diciture obbligatorie e facoltative che il consumatore legge sulla confezione.
7 - Ritiene che la carta e il carrello degli oli, che oggi molti ristoranti di buon livello presentano, sono strumenti di informazione e diffusione del prodotto "olio di qualità"?
Sicuramente sono ottimi strumenti per far conoscere al consumatore oli extravergini provenienti da diversi territori ed apprezzarne le differenze e le caratteristiche peculiari riscontrabili all’olfatto ed al gusto. Direi di più. Sarebbe importante che un esperto consigli gli oli più adatti per quel tipo piatto ed una volta individuato quello più gradito al cliente fornire una bottiglia da 100 ml al tavolo. L’olio residuo che non verrà utilizzato per condire potrà essere lasciato disposizione del cliente.
8 - Come pensa si possa far capire la differenza tra un extravergine di alto valore organolettico, nutrizionale e culturale da uno privo di ogni personalità e di minore pregio?
Nella stragrande maggioranza dei casi il gusto e l’olfatto sono gli elementi che determinano la differenza tra un olio di grande qualità ed un di bassa qualità, pur rientrando nella stessa categoria commerciale, ad esempio olio EVO. Il consumatore deve essere informato che se utilizza un olio pregiato può migliorare le caratteristiche organolettiche e salutari dei cibi.
9 - Come è possibile far capire anche il costo di un extravergine di qualità?
Per immediatezza e chiarezza di comunicazione il prezzo non deve essere recepito come sterile numero, ma come somma di costi dovuti a diversi fattori: adempimenti di legge, processi di produzione, trasformazione e commercializzazione, nonché di certificazione per gli oli DOP e IGP. Di solito, quindi, ad un prezzo elevato corrisponde un prodotto di alta qualità dal punto di vista organolettico e nutrizionale a cui si aggiunge, per gli oli a denominazione di origine, anche la tipicità del territorio di provenienza.
10 - Lei è autore del libro “ l’olio e i sensi” , vuole raccontarci questa esperienza ?
L’idea di scrivere un libro sull’olio è nata dalla necessità di far conoscere questa eccellenza della natura non solo a coloro che svolgono l’attività di assaggiatore, ma anche agli appassionati che avevano la curiosità di saperne di più.
In primo luogo ho pensato ad un titolo diverso da quelli solitamente utilizzati per questa tipologia di pubblicazioni, allo scopo di evidenziare l’importanza e la stretta connessione tra le caratteristiche organolettiche dell’olio e gli organi sensoriali attraverso i quali possiamo valutare ed apprezzare i profumi ed i sapori che lo caratterizzano.
“L’olio e i sensi” mi è sembrato il titolo che meglio rispondesse all’obiettivo che mi ero proposto di ottenere.
Si tratta di un manuale teorico – pratico con il quale ho cercato di fornire ai lettori informazioni semplici e lineari riguardanti la mitologia e la storia dell’olio di oliva, la normativa che regola il settore, le modalità e fasi di ottenimento nonché le regole che disciplinano l’assaggio e la conseguente classificazione commerciale del prodotto. Una sezione particolare è stata dedicata all’etichettatura che costituisce la “carta d’identità” che deve garantire il consumatore sulle caratteristiche chimiche ed organolettiche dichiarate dal produttore.
Il libro ha ottenuto un discreto successo e sto lavorando ad una seconda edizione che spero di concludere a breve.
Laureato alla facoltà di Agraria di Perugia, la sua formazione variegata lo porta ad occuparsi in svariati settori, è giornalista e assaggiatore di olio extravergine di oliva, docente nel settore agroalimentare, nell’enogastronomia e nell’enoturismo. Collabora, come giornalista, con svariate testate regionali e nazionali.
E’ insegnante, ha tenuto lezioni su olio extravergine di oliva e marketing e sull’ enoturismo presso UDS, Regione Marche, Regione Lazio, Confcommercio, Istituti Superiori Alberghieri ed altri. Da molti anni è docente e collaboratore presso l’Università Dei Sapori.
1- Nella sua infanzia, in famiglia, era utilizzato l’olio extravergine di oliva? A lei piaceva? Ricorda un piatto o una ricetta particolare, preparata usualmente, con l’Olio extravergine di oliva?
In casa, a Città di Castello, pane e olio c’è sempre stato, a pranzo, a cena, a merenda, a volte anche con lo zucchero al posto del sale. Non ricordo però l’attesa dell’olio nuovo, mentre per il vino sì; gran parte della mia famiglia viveva in mezzadria e l’inizio della vendemmia aveva un simbolo naturale nel ‘pendolino’, una composizione di grappoli d’uva e tralci di vite che Cesare portava a casa per celebrare l’inizio della raccolta. Poi arrivava il mosto, ma a quell’epoca eravamo a novembre. Mia madre preparava il ‘brustichino’, che è diverso dalla bruschetta. Il pane veniva abbrustolito leggermente da una parte e dall’altra, si strisciava aglio e poi l’olio, rompendo la superficie per farlo entrare all’interno…”.
2 - In quale momento della sua vita è nato l'interesse verso l'Olio extravergine di oliva e in quale circostanza?
“L’olio è oggi al centro della mia attività professionale, ma la passione l’ho sentita crescere piano piano, dalla seconda metà degli anni Novanta e per motivi diversi. Il primo strettamente professionale in quanto in quell’epoca lavoravo al Centro Agroalimentare dell’Umbria, con presidente Marco Caprai, società che gestiva i progetti di promozione e valorizzazione delle produzioni tipiche; il secondo la conoscenza con Alfredo Mancianti, produttore di olio a San Feliciano del Trasimeno. I suoi insegnamenti, i suoi racconti, la straordinaria capacità di comunicare l’essenza dell’olio di qualità, mi hanno appassionato al punto da farmi mettere in rete tutto ciò con le esperienze già fatte”.
3 - In che modo l’Olio extravergine di Oliva ha influenzato la sua vita e il suo percorso professionale?
“Ho avuto sempre l’opportunità di fare un lavoro che mi appassionava. Sono giornalista e ho saputo cogliere elementi su cui puntare per far la differenza. La spinta decisiva nei primi anni Duemila, è stata la collaborazione con il Corriere delle Sera, dove ho avuto la possibilità grazie a Luca Zanini e Renzo Ruffelli di avere come interlocutori produttori di olio di qualità sulla pagina domenicale di ‘AgriCultura’; da lì, la rubrica settimanale sull’edizione Romana del Corriere, l’incontro con Paolo Massobrio e l’olio su ‘Il Golosario’, fino ad oggi, su www.teatronaturale di Alberto Grimelli. Ma sinceramente oggi mi sento di dire che non è l’olio ad aver influenzato il mio percorso professionale, bensì i produttori, le persone che ho incontrato e sto incontrando ancora lungo questo straordinario percorso. In questo 2020 particolare ho trovato il tempo per raccogliere i miei pensieri intorno all’olio in un libro che presto vedrà la luce, un libro sull’olio, senza parlare di olio …”.
4 - Relatore, moderatore in numerosi seminari, eventi e convegni, esperto e docente sul mondo agroalimentare, sofferma lo sguardo in particolare sull’Olio extravergine di Oliva grande compagno della nostra tavola. Come deve essere il suo Olio preferito?
“Sono uno ‘da bosco e da riviera’, la chiacchiera non mi manca, magari ho la capacità di raccontare quello che sono riuscito ad imparare in maniera tale che le persone che ho davanti spesso si sentono coinvolte e dimostrano il piacere di stare ad ascoltarmi, ma in questo l’olio non ha alcun ruolo, accadeva anche quando parlavo di pallacanestro…. Come deve essere il mio olio del Cuore? Sulla tavola di casa mia un olio del Cuore c’è sempre ed è un olio capace di guardarmi negli occhi, basta cercarlo. Se poi devo dirvi qual è quello che mi piace di più, sappiate che c’è, qualcuno lo sa - anche il produttore - ma non lo dichiarerò mai!”.
5 - Lei si è occupato di etichettatura degli alimenti, quindi anche dell’Olio extravergine di oliva. Può dare qualche semplice elemento al consumatore per valutare la qualità del suo acquisto?
“Chi avrà la bontà di leggere queste righe è senz’altro del mestiere, appassionato o produttore che sia, è quindi inutile ripetere discorsi noti; dico soltanto che in etichetta non esiste alcun elemento che possa garantire la qualità reale del prodotto, così come non esiste un olio che è buono solo perché viene da un territorio determinato. In realtà un elemento c’è, è un simbolo, quello della Denominazione di Origine Protetta, che può darci sofficienti garanzie sulla qualità reale del prodotto e del quale i produttori dovrebbe fare uso in maniera più consistente. Ma chi può faccia dell’olio un’occasione di viaggio, non solo in questi mesi in cui si lavora alla raccolta ed in frantoio, ma tutto l’anno. Conoscere i territori, i produttori, ascoltare, scambiare opinioni, guardarsi negli occhi e riportare a casa una bottiglia che finalmente non avrà più dentro solo olio per condire, ma tanto altro”.
6 - Ritiene che la carta e/o il carrello degli oli, che oggi molti ristoranti di buon livello presentano, siano strumenti di informazione e diffusione del prodotto "olio di qualità"?
“Assolutamente no, carta e carrello li accetto ma solo quando sono nella ‘testa’ di chi è in cucina o in sala. Troppo spesso il carrello degli oli è come una libreria impolverata piena di libri mai letti e messi lì a fare arredamento; l’olio di qualità è vivo e deve esserlo anche nella testa di chi cucina e di chi guida i clienti alla scelta al ristorante, non in cucina o in sala al ristorante. Non vedo assolutamente il bisogno di avere dieci oli al ristorante, gli oli non sono medaglie al valore; meglio un numero inferiore, frutto di scelte motivate e magari qualche olio molto buono anche in cucina, dove ancora vige la regola dell’olio base in cottura, magari non tutti sanno che l’odore del proprio cucinato dipende proprio dall’olio che usa e anziché sentire chef noti diche che non usano oli che contaminano il gusto dei loro piatti - anzi, delle loro creazioni - è giunto davvero il momento di dare all’olio il ruolo che merita, di ingrediente fondamentale della cucina italiana e mediterranea”.
7 - Nei suoi insegnamenti cosa indica per far capire la differenza tra un extravergine di alto valore organolettico, nutrizionale e culturale da uno privo di ogni personalità e di minore pregio?
“Io non insegno perché l’esperienza non è un titolo per insegnare, magari aiuto a aprire certi cassetti che ognuno di noi ha in testa, magari chiusi da troppo tempo. Per far questo, offro sempre a chi mi ascolta la possibilità di gestire un’applicazione naturale, gratuita ed infallibile: il naso. Una cosa buona non avrà mai un cattivo odore, un olio cattivo non ne avrà mai uno buono. Ma mentre tutti siamo pronti a mettere sotto il naso il vino, piccolo o grande che sia, dedicandogli un bel bicchiere, ampio, da degustazione, chi è che stappa l’olio e ne sente l’odore? È giunto il momento di fare altrettanto e mettere sotto il naso l’olio, in una bottiglia, in un bicchierino; confrontatene almeno due, di prezzo differente. Ecco, nel momento in cui chiunque - e sottolineo ‘chiunque’ - potrà riconoscere due odori diversi, fino ad arrivare a dire che uno dei due è un profumo, ecco, avremo scoperto un soggetto in grado di scegliere l’olio migliore, magari solo per la sua tavola di casa, ma sarebbe un risultato straordinario”.
8 - Come è possibile secondo lei far capire il giusto prezzo di un extravergine di qualità?
“Il prezzo è l’elemento che secondo molti fa la differenza e magari è vero. Non esiste il giusto prezzo, tutti i prezzi sono giusti, ma è bene sapere che ad ogni prezzo corrisponde un valore e una qualità del prodotto diversa. Ho assaggiato oli difettati venduti carissimi, non ho mai trovato oli eccellenti tra quelli venduti sullo scaffale al di sotto degli otto euro il litro. L’olio ha un valore sociale, è nelle case di tutti e il mercato deve mettere a disposizione di chiunque un olio da portare a casa. Il problema è che chi può spendere, compra l’olio da meno, ma questo è un altro discorso…”.
Il progetto “Gocce d’Olio” nasce per caso, come l’amore per il mondo dell’olio extravergine di oliva. Dapprima solo curiosità di capirlo e riconoscerlo; poi la passione sostenuta dalla riscoperta della natura, dei suoi equilibri e delle sue regole.
Questa in poche battute la storia di Fabrizio d’Alessio e la conseguente nascita dell’oleoteca “Gocce d’Olio”. Qui di seguito la nostra intervista.
1 - in quale momento della sua vita è nato l'interesse verso l'Olio extravergine di oliva, e in quale circostanza ?
Sono cresciuto con la buona cucina di una volta, con la pasta fatta in casa da mia nonna, le sue panzanelle e i suoi ineguagliabili supplì. Fin da piccolo ho avuto una passione per la buona tavola, trasformata anche attraverso qualche esperienza lavorativa. L’olio extravergine d’oliva, ingrediente importante da sempre in casa. Ricordo mia madre e i suoi travasi dalle latte che ad inizio d’anno erano la scorta per l’inverno (a pensarci ora, avrei più di una cosa da migliorare in quel processo). Ma il momento fondante del mio progetto è stato il corso di sommelier dell’Olio, due anni fa circa, quando durante una lezione sugli abbinamenti olio-cibo, l’Olio ha completamente catturato la mia attenzione anche sul suo utilizzo per le varietà dei piatti e del loro sapore finale
2 - l'olio extravergine d’ oliva ha in qualche modo influenzato la sua vita e il suo percorso professionale ?
Posso dire di si. Dall’idea di concentrarmi su una carriera di Chef ho investito le mie risorse in questo campo perché, studiando la storia, la geografia, il territorio e le caratteristiche anche salutari dell’extravergine, mi sono appassionato sempre di più. Importante anche il contatto con i produttori, la loro esperienza il loro amore per il territorio. Gli alberi, il terreno e il fascino del frantoio hanno consolidato la mia idea di aprire un’oleoteca che coniugasse tutto ciò. E la mia carriera ha proseguito con il corso di assaggiatore professionista.
3 - lei ha una Oleoteca a Roma, un luogo dove si respira qualità, e dove ci sono prodotti di qualità, cosa suggerisce per far conoscere meglio al consumatore l'olio extravergine di qualità?
Abbiamo certamente bisogno di diffondere la cultura dell’olio extravergine d’oliva, creare consapevolezza perché il consumatore non avendo conoscenza, è ancora troppo attratto dal prezzo. Si debbno costruire momenti importanti di promozione della cultura dell’olio per farne conoscere tutte le proprietà e farne apprezzare la qualità. Bisogna trovare strategie accattivanti, insistere con un marketing più attuale e una comunicazione attraente. Buoni maestri prima di tutto che insegnino a gustare l’olio fin da bambini, entrando nelle scuole e inserendolo in una buona educazione alimentare anche nelle palestre per esempio. Parlare e diffondere informazioni ogni volta che sia possibile anche attraverso i social: un’opera di consapevolizzazione capillare insomma.
4 - ci racconta qualche esperienza particolare, insolita (in Oleoteca) e cosa le ha insegnato il consumatore
Mi viene in mente una cosa piuttosto insolita: una coppia, in Oleoteca, ha fatto assaggiare l’olio alla propria bambina, che ha eseguito diligentemente tutte le operazioni di assaggio, prima di scegliere la bottiglia da comprare; questo mi ha un po' stupito ma a conferma di quanto detto sopra, l’educazione alla qualità del cibo deve iniziare da bambini.
In questo anno quello che ho potuto verificare è che il consumatore richiede professionalità, cortesia e competenza e la cosa che mi ha dato più soddisfazione è vedere tornare i clienti contenti e pronti ad assaggiare una nuova proposta.
5 - il venditore, in questo caso l'Oleoteca , è una figura chiave, il ponte tra il produttore e il consumatore, lei è d'accordo?
L’oleoteca è un luogo importante, è il momento dello scambio di informazioni, di presentazione del prodotto. E’ possibile l’assaggio, il contatto, lo “studio” dell’etichetta e nello stesso tempo avere di rimando le impressioni e l’esperienza del consumatore., In oleoteca il consumatore, attraverso il venditore, entra in contatto con le varie realtà dei produttori e i produttori a loro volta hanno la misura della valenza del proprio prodotto.
6 - lei è anche appassionato di cucina, che tipo di olio usa nelle sue preparazioni?
E’ consigliabile avere sempre più bottiglie d’olio da abbinare ai vari piatti, per fortuna posso divertirmi ad abbinare tutti gli oli che ho in oleoteca e quelli da assaggio. Non ci sono aziende né oli in vendita che prediligo, ogni olio ha una funzione su ogni tipo di piatto. Su cibi con tendenza amara prediligo oli che voltano sull’amaro, sul pesce piuttosto che il piccante e l’amaro preferisco un olio più profumato su la minestra con fagioli e guanciale una bella coratina, per esempio.
Gli oli extravergine d’oliva di alta qualità 100% italiana, comunque sono compagni indispensabili per rendere più saporiti i piatti dall’aperitivo al dessert, peraltro ultimamente vengono utilizzati anche nei cocktail. Il gusto però è soggettivo e i miei consigli in oleoteca sono solo suggerimenti.
7 - ritiene che la carta e il carrello degli oli, che oggi molti ristoranti di buon livello presentano, sono strumenti di informazione e diffusione del prodotto "olio di qualità"?
Ritengo che la carta degli oli dovrebbe diventare di uso comune come la carta dei vini in ogni ristorante e pizzeria. Per il momento,invece è appannaggio solo di ristoranti di livello che comunque svolgono un ruolo importante. Io credo che siano sicuramente uno strumento di informazione e diffusione è perciò che è necessario che anche i ristoratori di ogni livello crescano nella consapevolezza della qualità
Molte sono gli itinerari, anche consigliati, passeggiate che ci fanno amare la verde Umbria, attraversando sipari di colline vellutate e distese di girasoli. Nella valle del fiume Niccone, a pochi minuti da Città di Castello e da Cortona ci appare Umbertide, cittadina medievale, situata nella valle dell’alto Tevere, ricca di storia, di civiltà, di educazione e di serenità.
In Umbria il cibo della tradizione è sempre una piacevole sorpresa, ogni volta non posso fare a meno di lasciarmi catturare da cibi tradizionali, dai profumi degli aromi freschi, dal buon pane.
Nella valle del Niccone andiamo a cena alla Locanda di Nonna Gelsa che si trova proprio nella strada che collega Umbertide alla Toscana. Ci accoglie Chiara, la titolare, garbata, professionale e dotata di un fantastico senso di humor. La cucina è tipicamente umbra, troviamo tartufi, funghi, meravigliose carni alla brace, fegatelli, crostini e altro, tutto e’ diventato più buono quando nel carrello del servizio a tavola vediamo due bottiglie di olio di provata qualità : “Veglio” di Frantoio Speranza e “Collesecco”, Az. Le Pietraie di Dante Sambuchi La scelta degli oli, in particolare di questi oli del territorio, è naturalmente frutto di una attenta ricerca pari a quella degli altri ingredienti e delle sue ricette e preparazioni. Quando il ristoratore, è attento nella selezione dell’olio extravergine di oliva di qualità, dimostra capacità, cultura in cucina, informazione e un grande rispetto per coloro che hanno scelto questo ristorante e passeranno la serata sul giardino fiorito di Chiara.
Intervista di Olives Road allo Chef Sandro Masci
Abbiamo incontrato lo Chef Sandro Masci, insegnante di cucina, esperto di analisi sensoriale, giornalista, scrittore, gourmet e gli abbiamo fatto alcune domande sul suo rapporto con l’olio extravergine di oliva.
Sandro Masci ha iniziato giovanissimo come critico gastronomico de L’Espresso e poi come giornalista. Ha pubblicato molti libri e da più di quarant’anni si occupa di gastronomia e critica gastronomica. Collabora e ha collaborato con numerose testate editoriali. Ha pubblicato molti libri, tra questi : “Leonardo da Vinci e la cucina del Rinascimento” tradotto anche in francese, “Il Vino”, “Crudo e Mangiato” (venduto in 55.000 copie), “Crudo in Tavola” tradotto anche in inglese e francese, “Il Mangiamondo”.
Docente presso diverse scuole di cucina in Italia, tra le quali le Scuole del Gambero Rosso di Roma e di Napoli. Co-fondatore e Resident Chef di Les Chefs Blancs, scuola di cucina e pasticceria professionale ed amatoriale a Roma. Nel 2020 ha aperto la sua nuova scuola di cucina Chef Master School nel centro di Roma
D.1 Nella sua infanzia come era usato in cucina l’olio di oliva? e le olive da tavola ?
R. Ai miei tempi si utilizzava l’olio di oliva perché l’extravergine era troppo caro. Ogni tanto si usava l’olio extravergine regalato da un contadino che ribadiva “fosse la prima spremitura” dando l’equivoco che l’extravergine potesse avere più spremiture.
Le olive erano sempre abbondanti soprattutto quelle nere condite con fette di arancia o quelle verdi giganti.
D.2 Qual è il suo approccio con l’extravergine d’oliva ? Come lo utilizza all’interno dei suoi
menù ?
R. Utilizzo solo extravergine poco fruttato per condire verdure e pesci e un mediamente fruttato per le carni.
D.3 Quale Chef, e detentore di sapori e saperi, come pensa sia possibile far capire la grande differenza tra un Olio EVO di alto valore organolettico, nutrizionale, culturale e uno privo di ogni personalità e di minore pregio?
R. Le differenze possono essere determinate e comprese solo con l’assaggio. Olio specifico per specifici alimenti.
D.4 Crede che la ristorazione di alta qualità, possa essere traino per la creazione di corrette sinergie tra ristoratori e produttori di Olio EVO delle migliori qualità così da poter offrire ai consumatori nuove occasioni per la scoperta del fascino in cui è immerso il mondo dell'Olio EVO italiano?
R. Credo che sarebbe un miglior traino se i produttori di olio si riferissero alla ristorazione medio alta e non solo di lusso rendendo meno “nobile ed elitario” il prodotto in modo da nazionalizzarlo.
D.5 Lei ritiene che la scelta della materia prima si accompagni sempre a quella delle tecniche di lavorazione e dei metodi di cottura più adeguati?
R. Certo, la materia prima è sempre importante ma non so realmente quanto siano “esasperate” le tecniche innovative di cottura che spesso risultano vanificate dalla mancanza di conoscenza della chimica degli alimenti.
D.6 Ci dia un’ opinione e una ricetta che vedano protagonista l’Olio EVO
R. Pane e olio!!!! Pane di Matera o di Castel Vetrano ed un meraviglioso olio.
D.7 Uno Chef di fama una volta ha detto: “L’olio extra vergine di oliva usato in cucina è
importante come il profumo per una donna”, Lei è d’accordo ?
R. Dipende da cosa si cucina..
Girovagando nel nord del Lazio alla ricerca di prodotti, produttori, ristoratori ed altro del mondo agro alimentare ed enogastronomico, ci siamo imbattuti in due aziende gestite da ragazzi ricchi di convinzione, preparazione e voglia di valorizzare la propria zona di produzione, una a Tuscania e l’altra a Vetralla, per presentare un prodotto decisamente di qualità e di grande pregio e con peculiari caratteristiche in comune: entrambe sono gestite da due fratelli e l’etichetta di entrambi i prodotti è stata ideata dalla ragazza di uno dei due.
Prima di addentrarci nella conoscenza di queste due realtà, diamo prima un’occhiata all’andamento dell’ultima campagna olearia. Sicuramente la qualità è buona, ma la quantità di certo non è all’altezza. La situazione, dopo gli inconvenienti climatici (piogge abbondanti in primavera e la siccità estiva) ed il consueto attacco, in alcune zone, della mosca, è stata molto variabile tra zona e zona. In riferimento al Lazio, nonostante un calo del 19%, possiamo dire che nella nostra Regione i produttori hanno raggiunto comunque una qualità interessante.
Nel resto d’Italia potremo dire che al nord e in Toscana, Lazio e Umbria c’è stata una riduzione della produzione con punte del – 65% in Lombardia, Veneto, Friuli e Trentino Alto Adige, mentre al sud c’è stato un aumento con punte notevoli in Sardegna con il + 183%), Puglia (nonostante la Xylella) con il + 175% ed addirittura un + 340% in Basilicata, anche se non è da trascurare che l’anno scorso la produzione era scesa molto al di sotto delle 200.00 tonnellate. Oggi siamo intorno alle 330.000 tonnellate e comunque sempre al disotto della media italiana che si attestava alle 420.000 tonnellate.
Quindi, alla ricerca di nuovi produttori ci siamo recati dapprima a Tuscania.
La città sorge su uno sperone tufaceo che domina la valle del fiume Marta e diventò nel corso dei secoli una importante città etrusca del territorio di Tarquinia e riferimento per il collegamento tra il Tirreno e il Lago di Bolsena. Successivamente passò sotto la dominazione romane e quindi fu al centro delle lotte tra l’impero e il papato fino a quando Nino Bixio, nel 1870 pose fine al possesso da parte dello stato Pontificio.
Di considerevole interesse la chiesa romanica di San Pietro con un pavimento cosmatesco di notevole impatto e con numerosi sarcofagi etruschi. Rilevante anche la cripta con colonne diverse fra loro e provenienti per lo più da edifici romani. Conosciuta per le riprese di alcune scene dell’Armata Brancaleone di Monicelli. Altro edificio religioso da visitare l’Abbazia di San Giusto, oltre ad altri siti come Santa Maria Maggiore e il Duomo. Tra le opere civili interessanti le varie fontane (tra tutte la Fontana delle Sette Cannelle), i vari palazzi signorili e le mura di cinta sia i resti etruschi che quelli medioevali. Naturalmente, da non trascurare le vari necropoli etrusche.
Nei pressi di Tuscania, in località Le Mandrie troviamo l’Azienda Agricola Gioacchini Antonio e Antonio e attualmente è gestita dal 2013, dai fratelli Antonio e Giovanni Gioacchini, che sono la quarta generazione che si occupa degli olivi e sono, tra l’altro, figli di Antonella Pacchiarotti, valida produttrice di vino, amante dell’aleatico e di cui parleremo in un’altra occasione.
L’Azienda si estende su una superficie di 25 ettari ad un’altitudine di circa 350 slm, suddivise in pascolo e uliveto ed il terreno sul quale sorge è ricco di pomice, il che apporta un particolare nutrimento alle piante, donando all’olio particolari sensazioni olfattive e gustative.
Le origini affondano nel 1936 quando Gioacchini acquista il terreno e negli anni ‘50 del secolo scorso furono messe a dimora le prime piante di ulivo e quindi, alla fine degli anni ottanta l’uliveto è stato incrementato fino ad arrivare alla condizione attuale cioè un totale di 2.500 piante, irrigante da un impianto a goccia, delle cultivar canino, frantoio, leccino e moraiolo. La raccolta precoce, avviene con pettini meccanici durante la prima o seconda settimana di ottobre e subito portate nel frantoi presente all’interno dell’azienda stessa.
Il simbolo presente sulle bottiglie dell’olio extravergine di oliva Solum, cioè le due figure stilizzate, alludono al passaggio generazionale nel tramandarsi una passione decennale per il bello e il buono.
Da Tuscania ci spostiamo a Vetralla, antica cittadina situata sul versante dei Monti Cimini e vicino al Lago di Vico. Vetralla, nonostante la posizione dominante e quindi facilmente difendibile, nel periodo medioevale fu occupata varie volte e finì nella lotta tra i signori di Viterbo e il papato. Tra i punti da visitare, segnaliamo la Chiesa di San Pietro, situata nel centro storico, la Chiesa di San Francesco, dell’XI secolo e la necropoli rupestre di Norchia, sito archeologico con reperti che comprendono vari periodi: preistorico, etrusco, romano e medioevale.
L’Azienda Agricola Biologica Degiovanni situata in località Marchionato, nasce da un’idea dei fratelli Andrea ed Alessandro, quando nel 2012, dopo una attenta valutazione pedo-climatica, selezionano i migliori uliveti zona di Vetralla su terreni di origine vulcanica ricchi di pozzolana e di medio impasto. Oggi l’azienda si sviluppata su una superficie di circa 30 ettari quasi tutta olivata con soli 5 ettari coltivati a noccioleto. Le nocciole in realtà vengono raccolte e vendute a cooperative per le successive lavorazioni. Il resto della proprietà è dedicata alla sola cultivar autoctona caninese eccetto un numero limitato di piante (250/300) delle cultivar frantoio, leccino e maurino, utilizzate una volta come impollinatori. I terreni sono a conduzione totalmente biologica e certificati DOP Tuscia. Lo spazio dedicato alla raccolta delle olive dedicate all’Olio Extravergine di Oliva Supremo è di 12 ettari con circa 1200 piante, mentre nel resto della proprietà esistono altre 1.800 piante circa. I due fratelli producono quindi, esclusivamente olio extravergine di oliva di alta qualità, utilizzando un tipo di raccolta precoce, che normalmente inizia alla fine di settembre (e che dura anche fino a Natale), e una filiera di trasformazione cortissima così da garantire un prodotto superiore.
Non avendo un frantoio di proprietà, Andrea ed Alessandro, si servono di due frantoi riconosciuti come eccellenze nel mondo della lavorazione e cioè la Cooperativa Colli Etruschi di Blera e il Frantoio F.lli Paolocci di Vetralla. Entrambi utilizzano un impianto Pieralisi Leopard 6 a due fasi.
L’azienda propone varie attività, tra cui, oltre ad una visita guidata all’azienda, un corso di degustazione, un corso di potatura dell’olivo, la partecipazione alla raccolta delle olive; nei periodi di raccolta e la visita al frantoio, non di proprietà e nelle vicinanza dell’azienda, per assistere alle varie fasi di lavorazione delle olive raccolte.
DEGUSTAZIONI
In collaborazione con Mika Takizawa
N. B.: per la monocultivar caninese abbiamo deciso di presentare le ultime due annate delle due aziende, per evidenziare che i differenti andamenti climatici, così come per il vino, donano caratteristiche sottilmente differenti alla stessa tipologia di olio extravergine di oliva prodotto nello stesso territorio.
Solum Olio Extravergine di Oliva Blend
Da olive leccino, canino, frantoio e moraiolo è un fruttato verde leggero che si presenta di un colore oro limpido tendente al giallo. Al naso si apre con sentori verdi di carciofo, cardo, erbette di campo e una discreta nota di pomodoro di media maturità. Tra le varie note olfattive in evidenza l’aroma di origano. Al palato è avvolgente con l’amaro contenuto di carciofo e cardi accompagnato dalla percezione morbida di mandorla. Il piccante è sottile ma persistente nel finale di bocca.
Solum Olio Extravergine di Oliva Monocultivar (Campagna Olearia 2019/2020)
Da solo olive canino è un fruttato verde medio leggero e alla vista si presenta di colore oro limpido tendente al giallo intenso. All’olfattiva si presenta con sentori evidenti di carciofo, foglia d’oliva, cicoria, origano, noci e una leggera vena di tostatura. In bocca ha un ingresso morbido e avvolgente, accompagnato da una nota amara di carciofo e cicoria che a sua volta viene accompagnata da una decisa percezione di mandorla e dal piccante sostenuto di pepe.
Solum Olio Extravergine di Oliva Monocultivar (Campagna Olearia 2018/2019)
Da solo olive canino è un fruttato verde medio leggero di colore giallo dorato. All’olfattiva è fine ed elegante nei riconoscimenti di erba appena falciata, cuore di carciofo, note aromatiche di origano e timo e una nuance di pomodoro. In bocca ha una fluidità molto spiccata e ritorni di erba, erbette di campo, cardi e leguminose, il tutto avvolto da una piacevole e consistente nota di mandorla fresca e con un finale piccante di pepe bianco.
Supremo Olio Extravergine di Oliva Monocultivar (Campagna Olearia 2019/2020)
Prodotto con sole olive canino è un fruttato verde medio intenso e alla vista si presenta di colore verde con riflessi smeraldo, molto limpido. Al naso si apre con sentori freschi di cicorietta di campo, carciofo fresco e cardi a cui seguono evidenti note di erbe aromatiche di origano e nuance di mentuccia. In bocca l’ingresso è molto fine e fluido. L’amaro, percepito all’olfattiva (cicoria, carciofo, cardo), si evolve progressivamente al piccante (di pepe), sostenuto ma fine e persiste insieme al piacevole gusto di mandorla fresca nel finale.
Supremo Olio Extravergine di Oliva Monocultivar (Campagna Olearia 2018/2019)
Da sole olive canino è un fruttato verde medio di colore giallo dorato con riflessi verdolini. Al naso si evidenziano sentori verdi di erbette di campo, cuore di carciofo, cardi e note aromatiche di origano e una punta balsamica di mentuccia. In bocca è fluido e si apre con note amare, contenute e fini, di gambo di carciofo e cicoria e quindi la sensazione di mandorla che fa risultare tutti i componenti organolettici in armonia. In finale di bocca si evidenzia un piccante di pepe nero.
Azienda Agricola Gioacchini Antonio e Antonio
Via Vittorio Veneto, 108
01025 Grotte di Castro (VT)
Tel. Antonio 338.8495328
Giovanni 338.7119944
www.oliosolum.com - info@oliosolum.com
Azienda Agricola Biologica Degiovanni
Via Mazzacotto, 71
01019 Vetralla (VT)
Tel. Andrea 338.8857418
Alessandro 327.4957345
az.degiovanni@gmail.com
L’Azienda Agricola Tierre recupera l’antica e pregiata produzione della Villa Cavalletti di vino e di olio scegliendo di proporre solo alta qualità integrando anche la metodologia biologica.
La selezione “Olio et Amo” proviene da tre tenute di cui Villa Cavalletti è la principale: l’antico oliveto della secentesca Villa Cavalletti a 400 metri s.l.m., il parco secolare di Colle Smeraldo (noto sin dall’epoca romana e ampliato dai Padri gesuiti) a 300 metri s.l.m.e la campagna romana presso Villa Mondragone (nei pressi del parco archeologico di Barco Borghese) a 300 metri s.l.m.
Le olive sono raccolte manualmente all’inizio del periodo di maturazione, selezionate, staccate con cura dal ramo e frante lo stesso giorno.
Villa Cavalletti, risalente al 1600 c.a, è una delle poche ville tuscolane rimaste intatte e preservate fino ai giorni nostri. Si estende nel territorio dei Colli Albani, come una preziosa rarità: immersa in un meraviglioso parco monumentale è incorniciata dall’originaria tenuta agricola, con un antico vigneto e da un oliveto secolare digradante in una suggestiva terrazza su Roma.
Villa Cavalletti è un agriturismo, una casa vacanze, un centro congressi ed anche un centro benessere.
DEGUSTAZIONI
a cura di Antonio Marciano' e Mika Takizawa
Olio Extravergine di Oliva Biologico “Olio et Amo” Villa Cavalletti
Da cultivar leccino, pendolino, moraiolo, rosciola e carboncella, alla vista è di un colore giallo oro velato (che fa intuire che non sia filtrato). Al naso è un fruttato leggero, leggermente tendente al maturo, avvolgente, floreale e ammandorlato con una punta di carciofo. Alla gustativa è morbido con toni ammandorlati accompagnati da lievi sentori di carciofo e nocciole, accompagnate da un amaro contenuto e un piccante appena percettibile.
Azienda Agricola Tierre
Via XXIV Maggio,73 - 00046 Grottaferrata (Roma)
www.villacavalleti.it – info@villacavalletti.it
Tel. 06.945416001
Abbiamo visitato l’Azienda De Carlo che unisce tradizione e innovazione per la produzione di olio extravergine, partendo da una storia secolare e da terre coltivate secondo metodi tradizionali.
L’azienda nasce alla fine del 1500 e nel 1668 acquista il frantoio, oggi completamente restaurato e considerato tra i più antichi d’Italia e sotto il vincolo della Soprintendenza. Alla fine del 1700 risulta essere l’azienda più importante nella produzione di oli dell’intero territorio barese. Nel 1811 ottiene la licenza per poter vendere l’olio, sia all’ingrosso che al dettaglio e a partire dal 1900 inizia a conseguire riconoscimenti e premi in Italia e nel mondo.
Nel 1976 acquista il primo impianto sperimentale in Italia della Alfa Laval, ma il risultato fu disastroso: l’olio non era commestibile. Saverio e Grazia De Carlo, che nel 1980 prendono la guida dell’azienda puntando tutto sull’alta qualità del prodotto e sulla valorizzazione del gusto, unendo tecniche innovative e tradizionali. Saverio insiste con l’azienda Alfa Laval, discutendo con i tecnici e gli ingegneri, fino ad ottenere un impianto di grandi peculiarità. Il frantoio viene seguito con attenzione da Saverio e dal figlio Francesco sempre pronti a sperimentare nuove tecnologie e a rinnovare il frantoio ogni due/tre anni.
La scelta dell’azienda è quella di considerarsi un’azienda “green”, attenta all’ambiente basandosi sull’uso di fonti rinnovabili cercando di preservare la natura. Per questo motivo, ad esempio, non vengono utilizzati condizionatori, ma le cisterne di conservazione dell’olio extravergine di oliva e delle conserve e sott’oli sono ubicate in sotterranei posti al di sotto dell’azienda stessa, in ambienti con temperature ideali.
Dal 2017 Saverio e Grazia sono affiancati dai figli Marina e Francesco e dal genero Arturo, che seguono con passione tutta l’attività lavorativa rispettando la filosofia aziendale, affermando che: “La nostra non è solo un’azienda, ma una grande famiglia. Siamo felici di essere riusciti a condividere con i nostri collaboratori la dedizione e la passione per il lavoro”.
L’Azienda conta 100 ettari e quasi 25.000 alberi di ulivo delle cultivar Ogliarola Barese (detta anche Paesana o Cima di Bitonto) e Coratina caratterizzata da un’altissima concentrazione di polifenoli). Le olive vengono raccolte a mano per poi essere molite nel frantoio entro 24 ore. Questo tempo ristretto, unito alla dedizione e competenza, garantiscono la bontà del prodotto finale. Nasce in questo modo l’olio extravergine di oliva, da una connessione di alta tecnologia con la tradizione ed infatti l’uso di macchine olearie moderne sono accostate alle tradizionali ruote in pietra. Inoltre, le conserve, le verdure e tutti gli altri prodotti esaltano la genuinità della gastronomia contadina pugliese e provengono da terreni che si trovano tutte nei dintorni di Bitritto, sede del frantoio oleario.
Il frantoio De Carlo è aperto al pubblico ogni giorno ed è possibile prenotare una visita per scoprire ogni passaggio dei vari processi produttivi sia dell’olio extravergine di oliva che delle conserve. Alla fine della visita la famiglia De Carlo sarà felice di accogliere i visitatori in azienda, che è anche la loro casa, per degustare insieme le specialità tipiche pugliesi.
DEGUSTAZIONI
A cura di Antonio Marcianò e Mika Takizawa
Azienda Agricola De Carlo
Via XXIV Maggio, 54/B – 70020 Bitritto (BA)
Tel. 080.630767
www.oliodecarlo.com – info@oliodecarlo.com
Olio Extravergine di Oliva “L’Olio di Felice Garibaldi” (Presidio Slow Food)
Olio Monovarietale da Ogliarola Barese è un fruttato verde medio che al naso si apre con sentori vegetali di cicoria di campo, gambo di carciofo, erbe aromatiche (rosmarino e maggiorana) e un tocco di spezie (pepe). Alla gustativa è più sottile che al naso e all’ingresso si percepiscono le note verdi di carciofo, erbette di campo, cardo a cui si aggiunge la mandorla fresca. L’amaro è contenuto e il piccante progressivo di media intensità spinto dal cardo e dal pepe.
Olio Extravergine di Oliva “Tenuta Torre di Mossa” DOP Terra di Bari – Bitonto
Da monocultivar Coratina proviene dalla tenuta storica della famiglia ed è un fruttato verde medio. All’olfattiva è vegetale nei sentori di cicoria, foglia di carciofo, pomodoro di media maturità e quindi frutta secca (nocciola tostata) e nuance di origano. In bocca si evolvono le note percepite al naso tra cui le erbe di campo, la cicoria selvatica e il carciofo che sono rinforzate dalla mandorla amara nel finale. Amaro potente e piccante sostenuto su un lungo finale.
Olio Extravergine di Oliva “Tenuta Arcamone” Biologico DOP Terra di Bari – Bitonto
Da monocultivar Coratina è un fruttato verde intenso. All’olfattiva si apre su sentori evidenti di foglia di pomodoro, cicoria di campo, gambo di carciofo fresco ed erbe aromatiche (origano fresco appena raccolto) e leggera nota di tostatura. Al palato è fine e molto fluido. Le note amare e fresche di erbe di campo e le altre note percepite per la via diretta si evolvono lentamente con il finale piccante di pepe nero appena macinato e mandorla fresca ed ancora gambo di carciofo.
L'Evento VENOLEA 2019 - Un Tuffo negli uliveti storici dell'olivo "Aurina" Sabato 23/11 e Domenica 24/11 a Venafro (IS), Porta del Molise, uno dei più importanti luoghi olivicoli storici del bacino mediterraneo. l'Evento, organizzato dal Parco Regionale dell'Olivo di Venafro, custode di questo maestoso Parco storico dell'Aurina decantata da oltre 2.000 anni. La coltura olearia raggiunse livelli tali, da rendere Venafro famosa in tutto il mondo nel periodo romano. Hanno lascato scritti sull’olivo e sull’olio di Venafro: Orazio, Plinio il Vecchio, Catone il Censore e Strabone tra il I° sec. a.C e il 1° sec. d. C.
Si può dire che “l’oro verde” di Roma antica erano gli olivi di Venafro.
Luogo davvero stupendo, si trova a circa 1 ora e mezza d’auto da Roma.
In particolare, la presentazione del Premio -Plinius Oltre il tempo- ai migliori oli della precedente campagna.
Tra le accattivanti iniziative, si sono svolti, inoltre, degustazioni di prodotti tipici e tradizionali del Territorio, corsi di avvicinamento alla cucina e all’assaggio del Miele, del Vino, ai prodotti da forno con i grani antichi locali e dell’Olio Extravergine di Oliva della nuova campagna olearia, ricchezze di questaTerra. Una passeggiata insolita e coivolgente.
Ente Parco Regionale dell'Olivo di VenafroIl Parco Regionale dell'Olivo di Venafro è la prima area protetta dedicata all'olivo, unica nel suo genere nel Mediterraneo. Il Parco è anche occasione di riscatto per un territorio penalizzato negli ultimi decenni dall'incuria e dall'abbandono, a dispetto delle sue qualità paesaggistiche, naturalistiche e storiche.
Il territorio del Parco Regionale è stato inserito nel prestigioso Registro Nazionale dei Paesaggi rurali storici, con Decreto n. 6419 del 20 febbraio 2018 del Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo.
Ente Parco Regionale Dell'Olivo di Venafro
Palazzina Liberty - 86079 Venafro (IS)
www.parcodellolivodivenafro.eu - info@parcodellolivodivenafro.eu
Personalmente prediligo oli con alte concentrazioni di polifenoli che considero il vero elemento di qualità assoluta…
• …Se questo ( sinergia tra il ristoratore ed il produttore di extravergine ) non avviene oggi, le responsabilità vanno divise tra mondo della ristorazione e noi addetti ai lavori…
• …sembra che il tappo antirabbocco riduca il consumo di olio a tavola del 30/40%...
• Spesso io per spiegare gli oli industriali utilizzo la definizione : Oli Coca-Cola…
• …inspiegabile per molti…dovere pagare di più un prodotto di cui non comprendono gli elementi di qualità, il lavoro, l’impegno, la professionalità, la conoscenza, l’innovazione che ne sono alla base…
Corso di cucina a tema: l’olio extravergine di oliva
Sabato in Cucina: L’Esaltazione dell’Olio con Salvatore Tassa
Ho avuto la fortuna di assistere ad una delle sedute di questo corso, che si snoda in 5 sessioni, lo scorso 2 Aprile quando il tema era “ la pasta e l'extravergine “.
Quando ho sentito che la durata di questa sessione era di “quattro ore”, mi sono chiesta se fosse anche inclusa la cena-degustazione ed anche chi potesse sostenere per quel tempo il solo tema di Pasta ed Extravergine.
Forse siamo troppo abituati agli “Show Cooking” organizzati di sovente per mezz'ora durante le manifestazioni enogastronomiche?
Quando poi ho visto entrare nella sala Salvatore Tassa, che portava direttamente dalla cucina pochi attrezzi e materie prime “essenziali” per cucinare due proposte cardine della Cucina Romana – Amatriciana e Carbonara – il dubbio continuava a rimanere.
Poi, con l’inizio della sessione, il dubbio è cominciato a svanire. Generosità d’informazioni, professionalità, interattività e fondamenti di cucina, e poi i racconti della propria esperienza professionale, delle esperienze vissute, delle tecniche culinarie facilmente praticabili in casa, senza tralasciare quelli che sono i punti chiave di ricette così “classiche”. E per finire “perché, quanto e come” impiegare un ingrediente di eccellenza come l’olio extravergine di oliva in queste preparazioni, dove è già presente come ingrediente indispensabile un altro grasso alimentare, il guanciale!
Qui ci sono alcune fotografie del corso ed a voi miei lettori ecco anche i segreti della ricetta originale “Tagliolini all’Olio Extravergine di oliva”. Una prelibatezza con solo due ingredienti principali: la Pasta e l'Extravergine. Poi, dietro le quinte, la sig.ra Tina (la moglie di Salvatore Tassa) ci ha anche svelato il suo segreto: un ciuffetto di origano messo nell’acqua bollente!
Buona visione e…Buon appetito!
Ingredienti:
Preparazione:
22 Aprile 17:00-20:00 - Dolce e l'Olio Extravergine di oliva
Info e Contatti:
info@olivicoladegliernici.it / www.olivicoladegliernici.it tel: 0775418956
Frantoio Olivicola degli Ernici Via Pratone ( Loc. Pitocco ) Vico nel Lazio ( FR)
Il fornitore della farina di migliore qualità impiegata per la pasta:
Mulino a pietra dal 1780 Gerardo Caldaroni
Soleggiate colline si aprono dolcemente verso le sponde del lago di Como, una terra che viene considerata fatta dal latte e dal burro, ma qui troviamo anche un altro vero e proprio gioiello: uno dei più preziosi oli extravergine di oliva del Bel Paese.
Dal 1999 la Denominazione di Origine Protetta – DOP Laghi Lombardi Sebino e Lario – è una realtà.
Furono i Romani, o addirittura i Greci, a portare la coltivazione dell’olivo nel territorio dei laghi prealpini, dove la posizione, il terreno ed il microclima, ancora oggi sono favorevoli e vocati all’olivicoltura ed alla produzione di olio di qualità superiore.
Malgrado nei secoli passati ci furono avvenimenti climatici e socio-economici sfavorevoli, grazie alla gestione monastica ed a quella privata, gli olivi sono sopravvissuti al riparo di edifici e/o di muretti. Nel passato la produzione dell’olio era più cospicua che non oggi e questo per l’esteso uso che l’olio aveva nei i riti liturgici, nell’illuminazione ed anche discretamente nell’alimentazione.
L'operosità, l'entusiasmo e la forza della comunità degli olivicoltori lariani, nella ricerca costante e rigorosa dell’eccellenza qualitativa del loro olio extravergine di oliva, affiancata da tecnici, agronomi ed esperti dell'A.i.p.o.l (Associazione Interprovinciale Produttori Olivicoli Lombardi) e della Fondazione Fojanini (SO), hanno portato notevoli progressi in termini di qualità agronomica e tecnologica.
Un insieme di persone interagiscono tra loro, nell’intento di rinvigorire la loro tradizione olivicola con il più scrupoloso rispetto dell’ambiente, portando ai due prestigiosi riconoscimenti:
In questo territorio le località olivicole coincidono con i più rinomati siti turistici che sono mete predilette di villeggianti e di appassionati escursionisti. Il borgo di Perledo (LC) si anima in prima estate durante la suggestiva e gustosa giornata di festa per l’olio extravergine d’oliva “Perledolio”. Nelle vie del vecchio borgo si possono degustare le prelibatezze dei migliori prodotti enogastronomici nelle cantine scavate nella roccia o nella piazza principale da cui si gode della splendida vista delle sponde del lago Lario e del castello di Vezio, immersi nell’aroma e nel sapore del prezioso olio extravergine d’oliva di Lario (oliper-perledo@gmail.com).
Il Frantoione, la Bolgegna ed il Leccino sono le varietà autoctone storicamente presenti nelle aree vocate alla produzione di oli; a queste da qualche tempo si è aggiunta anche il Pendolino.
D1:Pensa che la ristorazione di alta qualità, con esclusione di quella meno professionale (ristorazione veloce), possa essere traino per la creazione delle corrette sinergie tra ristoratori e produttori di OEVO delle migliori qualità ed anche potere offrire ai consumatori nuove occasioni per la scoperta del fascino in cui è immerso il mondo dell'OEVO italiano?
La ristorazione di alto livello richiede materie prime di alta qualità e quindi molto costose, nella ristorazione veloce invece il prezzo più contenuto limita la scelta. Anche nella ristorazione veloce possiamo sbizzarrirci, ma in modo più contenuto. In tutti i casi dovere del consumatore e del ristoratore utilizzare prodotti di stagione e prodotti locali che si conoscono.
D2:Visti i minori margini di ricavo dell'OEVO rispetto al vino, ha delle proposte per l'impiego dell'OEVO in cucina e/o nei servizi a tavola? Considera la carta ed il carrello degli oli, strumenti efficienti per la valorizzazione dell'OEVO ed in particolare del suo prodotto?
L’unico modo per far conoscere l’olio è PARLARNE, farlo assaggiare, educare il consumatore e fargli capire che fa parte della cucina e della cultura culinaria.
D3:L'entrata in vigore della legge il 25/11/2014 sul "tappo antirabbocco" obbliga i ristoratori a dotarsi, per il servizio a tavola dell'OEVO e dell'OVO (olio vergine di oliva), di bottiglie munite del dispositivo antirabbocco. Considera che questa normativa sia completa e che cauteli il consumatore, visto che detta normativa non fa menzione dell'olio utilizzato direttamente in cucina? Le ha creato difficoltà per adeguarsi alla normativa?
È inutile condire un piatto con un olio extravergine d’oliva di elevatissima qualità quando in cucina per la preparazione dei fondi hanno utilizzato olio scadente o addirittura olio di semi. Anche questa, come molte normative, andrebbe rivista e corretta a maggior tutela del produttore e del consumatore. Poi sta anche nella coscienza di chi cucina.
D4:Quali risultati si attenderebbe da strategie che portino a far comprendere e scoprire ai consumatori il valore storico e culturale del frutto dell'olivo? Quali ritiene possano essere le iniziative turistiche legate all'OEVO nel suo territorio (il cosiddetto oleo-turismo)?
Per fortuna viviamo in un paese ricco di storia, ricco di natura e ricco di grandi sapori, con migliaia di piatti tipici locali. Basterebbe saper sfruttare al meglio queste risorse naturali. Ma prima di proporre agli altri, dovremmo apprezzarle e conoscerle noi italiani, che spesso e volentieri le sottovalutiamo e ignoriamo. Quindi prima di proporre un grande prodotto come l’olio, lo dobbiamo conoscere e appezzare.
D5:Diversamente dalla Spagna ed altri paesi emergenti dove si svolgono molteplici incontri nell'intento di rendere i consumatori consapevoli sia per la scelta sia per l'impiego culinario di un grasso alimentare di pregio come un extravergine, in Italia una gran parte delle persone predilige un olio extravergine "torbido"o "grezzo", credendo che tale aspetto sia un elemento di genuinità. Ritiene che ciò sia causato da una carenza di iniziative formative ed informative? Cosa ne pensa dell'OEVO "non filtrato" ?
Sicuramente da un lato c’è una grossa mancanza di informazione, dall’altro le persone che conoscono il settore oleicolo sono molto, anzi, troppo raffinate, e ricercano le imprecisioni anche quando non ci sono. L’olio non filtrato è un olio buono, ha come caratteristica quello di dover essere consumato prima degli altri in quanto potrebbe rivelarsi meno stabile nella conservazione.
D6:Accade, non così di raro, un consumatore italiano incontri, all'estero, un OEVO italiano di eccellenza cui ignorava l'esistenza. Sia MIPAAF che alcune associazioni di categoria del comparto, cercando di moltiplicare, all'estero, incontri volti a formare consumatori, buyer e personalità di spicco, affinché diventino evidenti la qualità e le peculiarità degli OEVO italiani.
In Italia invece per la gran parte delle persone e' più importante il prezzo a discapito della qualità. Quale può essere la soluzione di questa evidente discrasia?
Come dicevo per la domanda 4, spesso non conosciamo le ricchezze possedute in casa, e le apprezziamo solo all’estero perchè ci mancano o semplicemente per il fatto che vengono pubblicizzate in modo più efficace.
D7:Vi è una forte preferenza in cucina all'uso dell'olio di semi, una massiccia propaganda promozionale ha di fatto diffuso la "falsa convinzione" della sua leggerezza, la sua salubrità e la sua neutralità in fatto di odori, pur essendo gli oli vegetali ricchi di acidi grassi polinsaturi, con un elevato rapporto di calorie (900kcal:3.765,6kj/100gr) e con un punto di fumo ad una temperatura non elevata (salvo alcuni come quello di arachide). Quali sono i suoi suggerimenti per l'impiego di OEVO in cucina? Sopratutto per quanto riguarda le fritture?
L’olio di semi ha un costo inferiore ed è questo il suo punto di forza. Io sono per la frittura nell’olio d’oliva.
D8:Come ristoratore, e detentore di sapori e saperi, come pensa sia possibile far capire la grande differenza tra un OEVO di alto valore organolettico,nutrizionale e culturale da uno privo di ogni personalità e di minore pregio? E quali le modalità per fare capire il perché dei costi di un OEVO?
E’ nostro dovere far assaggiare olii di grande pregio, solo così il consumatore si abituerà alla qualità.
Essendo nata e cresciuta in Calabria sempre a contatto molto diretto con la terra (la nostra azienda è oramai alla quarta generazione) l’uso dell’olio extravergine e delle olive da mensa, da sempre, per me, ha assunto una quotidianità, una familiarità, una importanza primaria. L’olio extravergine d’oliva era usato in ogni preparazione sia in cottura che a crudo, veniva utilizzato nelle fritture che, per altro erano ricorrenti, e nelle preparazioni di ogni stagione. Naturalmente non mancava l’utilizzo dell’olio come pietanza base nelle così dette "bruschette" che, nella mia terra e nella mia infanzia erano sostituite spesso dalle fresine. Fresina con olio era uno dei momenti più buoni e più belli della mia infanzia. Una pausa che spesso vedeva noi bambini richiamati a fare merenda. Anche le olive da mensa sono state sempre molto presenti nella mia alimentazione e nella tradizione culinaria e gastronomica della mia infanzia e della mia famiglia. Le olive venivano declinate in moltissimi modi tenendo conto delle attitudini e delle peculiarità di ogni varietà: sotto sale, sotto olio, nere, verdi, intere, spaccate, condite con peperoncino, finocchietto selvatico, aglio, bucce d’agrumi, anice, infornate, appassite al sole. Quello delle olive da mensa è un mondo ricco e golosissimo al quale attingevo con estrema avidità e piacere. Un’altra stupenda bellissima merenda, poi negli anni ho scoperto anche estremamente salutare e completa dal punto di vista nutrizionale era rappresentata dal cosiddetto "pane e cocci olive" ossia pane e olive. Ma le olive, potevano anche essere saltate in padella con pepe rosso peperoncino e olio extravergine e questo era davvero un piatto povero, ma ghiottissimo, ricco dal punto di vista nutrizionale ed eccellente dal punto di vista salutistico. Tantissime sono le ricette della mia infanzia che per altro io continuo a riproporre anche ai miei figli, che vedono insieme olio extravergine e olive. Dall’insalata di arance finocchio olive nere condita con olio extravergine, all’insalata di patate cipolle olive nere e capperi. Ma anche la pasta con mollica di pane e olive verdi e nere ripassate in padella. Una ricetta semplicissima e tipica della mia terra che oltre a grande produttrice di olio lo è anche di peperoncino, è la pasta aglio olio e peperoncino, o il tonno o il pesce spada con le olive. Ma, sinceramente, faccio quasi più difficoltà a trovare qualche preparazione senza che non con.
Io credo che il mondo della ristorazione possa fare moltissimo per la creazione di un rapporto interattivo con i produttori di extravergine di alta qualità ma, con estrema sincerità, sperando di non offendere le isole felici che fortunatamente ci sono e lavorano bene, credo che, almeno in Italia, ancora molto molto poco si sia fatto e, con altrettanta sincerità, non so neppure se ci sia davvero la volontà di farlo. Io nasco e resto un produttore quindi non mi sento di poter dire a chi appartiene a un mondo diverso anche se complementare al mio, come dovrebbe muoversi e che strategie dovrebbe seguire. Di una cosa sono certa, la ristorazione ha fatto tantissimo per far conoscere e valorizzare molti patrimoni gastronomici del nostro Paese, lo ha fatto con passione, determinazione, inventiva e, diciamo pure, allegria. Si trattava sempre, naturalmente, di prodotti fantastici ed unici ma, spesso, di uso più sporadico e particolare rispetto all’olio extravergine che, nella dieta mediterranea la fa da padrone, oserei dire indiscusso. Perché dunque, quando si è trattato di studiare una strategia comune per riconoscere e sottolineare il ruolo e la dignità che a questo ingrediente competono e appartengono, la ristorazione si sia eclissata, o, peggio, abbia remato contro utilizzando oli di scarso se non pessimo profilo o maltrattando gli oli buoni che si trovava ad utilizzare (per esempio non adottando i necessari accorgimenti perché la conservazione avvenisse secondo le pratiche che ne consentano un corretto mantenimento) io non lo so. Io ho avuto la fortuna di incontrare dei cultori e degli appassionati di olio extravergine, chef che, in un caso specifico, hanno addirittura creato una ricetta proprio partendo da uno dei nostri extravergine e, nello specifico, da "Lei" (la nostra Grossa di Cassano), ma i casi sono davvero isolati. La cosa che davvero poi per me è inspiegabile è che ci sono ottime trattorie che hanno un’attenzione e un culto direi maniacale nell’utilizzo e nella scelta dell’olio extravergine, sono disposte a pagare il giusto prezzo per averlo, amano spaziare fra i diversi profili e sperimentare, proponendoli e spiegandoli ai loro clienti. Ma sono mosche bianche. Di contro, a volte, invece mi sono scontrata con ristoranti stellati dove l’olio non era scelto con cura, c’era la tendenza a effettuare la scelta in base al prezzo, si cercavano prezzi davvero molto bassi, o peggio, la scelta era nelle mani di chi, in qualità di addetto all’approvvigionamento, di olio, capiva ben poco, per cui spesso attingeva a prodotti il cui valore era scarso ma la loro scelta era dettata da ragioni diverse. Una strategia, forse la più banale, la più semplice, la più immediata sarebbe per esempio mettere il tipo di olio con nome dell’etichetta e dell’azienda fra gli ingredienti utilizzati. Ma si può fare molto di più. Si può iniziare a capire che l’olio è una grandissima ricchezza e può essere una enorme potenzialità e fonte di ispirazione. Basterebbe la volontà di far sì che ciò accada, con cultura, pazienza, esercizio e passione.
L’interesse a produrre un olio extravergine di categoria superiore è stata la molla che mi ha spinto a rilanciare l’Azienda Agricola familiare "LE PIETRAIE", orientandola esclusivamente alla produzione di olio certificato e biologico, considerandolo non più un semplice ingrediente, ma un alimento, necessario e insostituibile in cucina. Per questo motivo l’Azienda lo produce in sei tipologie diverse, cercando così di stimolare e creare interesse nel consumatore. Ritenere l’extravergine alimento, deve essere motivo per cui venga utilizzato fin dall’inizio nella preparazione del piatto in fase di cottura, altrimenti, se la preparazione comincia con olio scadente, il piatto non sarà più recuperabile con la semplice aggiunta a crudo di un olio eccellente, anzi, sarà l’eccellente, a perdere i connotati di extravergine di qualità.
L’Azienda Agricola "LE PIETRAIE" si trova sulle colline a nord dell’Umbria, al confine con la Toscana, (distante da Firenze 150 km. e da Roma 200 km.,) per questo motivo, inizialmente venivano prodotte 2 tipologie di olio: un IGP Toscano colline di Arezzo, ottenuto da oliveti secolari, e una DOP Umbria colli del Trasimeno, entrambi gli oli erano ottenuti da oliveti promiscui, la qualità dell’olio, oltre ad essere condizionata dall’andamento climatico, poneva un altro problema: avendo le diverse cultivar maturazione differente, era impossibile fare una raccolta ottimale di tutte le varietà. Per questo motivo si è acquistato in Umbria un’altra proprietà favorevole alla coltivazione dell’olivo, con laghetto per l’irrigazione. Dopo la bonifica e la preparazione del terreno, sono state impiantate le cultivar previste dal disciplinare per la certificazione DOP, disponendole singolarmente per appezzamenti, intervallandole fra loro per facilitare l’impollinazione. Tutti i nuovi oliveti sono dotati di impianti irrigui: goccia e sovrachioma, per avere, così, una perfetta crescita e sviluppo del frutto in caso di estati torride, purtroppo sempre più frequenti e far creare alla pianta, mediante irrigazione, la giusta presenza di polifenoli nell’oliva. Tutto questo, con la raccolta per cultivar, più o meno anticipata, si ha veramente la possibilità di diversificare l’intensità dell’olio. La produzione, oltre al fruttato medio dell’IGP Toscano "Collesecco" ottenuto da olive: Moraiolo, Frantoio, Leccino, Ragiale e la DOP Umbria "Pietraia" fruttato leggero: Frantoio, Leccino. Pendolino, Dolce Agogia, Moraiolo, si ha un’altra DOP Umbria "Vignolo" fruttato intenso: Moraiolo, Frantoio, Dolce Agogia. Oltre a questo, l’Azienda produce un altro Blend: "Apicale" ottenuto da una selezione di olive raccolte esclusivamente a mano, dalle cime più alte della pianta (4/5 mt.) esposte completamente all’aria e al sole. L’oliva risulta più grossa rispetto agli altri frutti, poiché posizionata agli apici, dove l’attività fotosintetica è molto più viva; apice e foglie in continua crescita, l’olio che si ottiene è molto più ricco di profumi, sapori e proprietà benefiche per il nostro organismo. In ultimo, vengono prodotti due monocultivar autoctoni: Gentile di Anghiari e Borgiona, con spiccati sentori all’olfatto e al palato di erba falciata il primo e foglia di pomodoro il secondo. Per questo motivo, l’Azienda, in collaborazione con 3A Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria- Istituto di Bioscienza e Biorisorse, U.O.S. Perugia (CNR/IBBR) Istituto di ricerca Per la Protezione Idrogeologica (CNR/IRPI,) aderisce al progetto TIBORG: rilancio di varietà autoctone dell’Alta Valle del Tevere, quali Gentile di Anghiari e Borgiona.
D1) Ci racconta le peculiarità del suo olio extravergine ed il legame con il territorio?
L’Extravergine della nostra Tenuta Guardiani Farchione è ottenuto da olive della cultivar Toccolana, una varietà autoctona di Tocco Da Casauria, un piccolo paese collinare che sorge su un promontorio a 360 m.sl.m, particolarmente vocato alla coltivazione dell’ulivo. Sono piante ultracentenarie e nel 1990 tale cultivar ha avuto il riconoscimento della DOP Aprutino Pescarese.
Tocco Da Casauria è tra i primi quattro siti ad aver superato il primo step verso il riconoscimento del proprio patrimonio olivicolo tra i paesaggi storici e rurali accreditati dal Mipaaf .
Il monovarietale Toccolana alla vista si presenta di un bel colore giallo dorato, con lievi sfumature verdi e con una veste luminosa e densa all’ interno del bicchiere. Al naso si offre armonico ricco di note fruttate, di erbe fresche di campo. Al gusto è equilibrato con toni di carciofo e mandorla in chiusura. Amaro e piccante deciso e armonico. E’ indicato per ogni piatto.
D2) Come erano usati nella sua infanzia l’olio di oliva e le olive da mensa in cucina? Ricorda qualche ricetta tradizionale a base di olio di oliva e di olive da mensa?
L’extravergine sin dalla mia prima infanzia è stato il condimento principale della mia alimentazione. In tutti i piatti, sia crudi che cotti, della nostra tradizione abruzzese l’olio è stato sempre l’ingrediente principe. Le ricette a base di olio extravergine sono numerose e vanno dalle più semplici a quelle più ricercate. Ho fatto anche un largo consumo di olive da mensa ideali per esaltare piatti di carne o di pesce o semplicemente degustate come aperitivo.
Le varietà di olive da mensa del nostro territorio sono l’Intosso, conservate con acqua, sale e soda, ideali per un aperitivo veloce oppure per esaltare una pasta asciutta con il tonno. Altrettanto gustose sono le olive nere esiccate al sole e conservate sotto sale, con la scorza di arancio, indicate per valorizzare un branzino al forno condito con olio extravergine d’oliva, aglio, pomodorini e patate.
D3) Pensa che il mondo della ristorazione di qualità possa essere fondamentale per la creazione di un rapporto interattivo con i produttori di extravergine di alta qualità?
Il mondo della ristorazione è fondamentale per la diffusione e la promozione dell’EVO , ma purtroppo ritengo che per questo settore c’è ancora tanto da sapere e quello dell’EXTRAVERGINE è un mondo ancora troppo sconosciuto. Sono pochi gli chef che conoscono, apprezzano e valorizzano gli oli di qualità e che utilizzano i diversi oli in abbinamento con i diversi piatti. Purtroppo la scelta dell’olio viene ancora fatta in base al prezzo, eppure in Italia, che vanta un patrimonio olivicolo di oltre 600 cultivar, non mancano le possibilità di conoscere, attraverso le degustazioni e corsi specializzati per assaggio di oli, quello che ritengo essere il principe di tutti i condimenti . E’ interessante conoscere e carpire le caratteristiche organolettiche e le peculiarità delle diverse cultivar ma soprattutto è fondamentale imparare a distinguere, attraverso l’analisi sensoriale, un olio di qualità da un olio difettato. Le opportunità di avvicinarsi a questo mondo ancora sconosciuto ci sono, ma manca la cultura dell’olio inteso come un alimento sano che oltre ad apportare proprietà benefiche ed antiossidanti al nostro organismo, aiuta ad esaltare e migliorare i piatti della nostra cucina.
D4) Ha qualche suggerimento e/o idea per offrire ai consumatori la scoperta di questo prodotto ricco di cultura, storia e piacere: ad es. l’oleo-turismo, la degustazione nei luoghi particolari, la collaborazione con il settore gastronomico?
Ritengo che per stimolare l’interesse del consumatore e avvicinarlo al mondo dell’EVO è importante coinvolgerlo in visite guidate negli uliveti e spiegare le origini, la storia, la cultura, la tradizione dell’ ULIVO, un albero secolare che ha origini e radici antichissime.
Bisogna appassionare il consumatore attraverso degustazioni e analisi sensoriali per imparare a distinguere un olio che ha caratteristiche positive di fruttato da un olio che ha attributi negativi.
Fin dai tempi dell’antica Roma, gli imperatori avevano fatto una distinzione tra l’olio maturum di scarsa qualità e l’olio acerbum, classificato come un grande olio ed è questa cultura dell’olio che noi produttori dobbiamo continuare a trasferire ai consumatori.
La nostra Azienda, che ha oltre 200 anni di storia e tradizione, organizza molto spesso visite guidate negli uliveti secolari di proprietà e degustazioni per promuovere e valorizzare non solo il territorio ma anche l’olio, il vero elisir della nostra salute.
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D1) Ci racconta le peculiarità del suo olio extravergine ed il legame con il territorio?
I nostri 3 olii prodotti sulla sponda bresciana del lago di Garda riescono ad esprimere tutta la potenzialità produttiva di questa zona "estrema" per l’olivicultura, cioè possiamo produrre olii delicati e di fruttato leggero quale può essere il nostro "CLASSICO," a olii molto profumati e di fruttato medio come il monocultivar FS 17, e a olii con un intensità più importante quale può essere il monocultivar CASALIVA.
D2) Come erano usati nella sua infanzia l’olio di oliva e le olive da mensa in cucina? Ricorda qualche ricetta tradizionale a base di olio di oliva e di olive da mensa?
Nella nostra famiglia si è sempre consumato olio di qualità importante perché era il prodotto che ci si ritrovava in casa, ma il piatto che mi ricorda la nostra tradizione di olivicoltori è l’assaggio della nuova produzione sulle patate lessate ancora calde.
D3) Pensa che il mondo della ristorazione di qualità possa essere fondamentale per la creazione di un rapporto interattivo con i produttori di extravergine di alta qualità?
Si la ristorazione di qualità è fondamentale per mettere in contatto il produttore al consumatore finale, perché la ristorazione può grazie all’abbinamento OLIO-CIBO esprimere al massimo la potenzialità di ogni prodotto.
D4) Ha qualche suggerimento e/o idea per offrire ai consumatori la scoperta di questo prodotto ricco di cultura, storia e piacere: ad es. l’oleo-turismo, la degustazione nei luoghi particolari, la collaborazione con il settore gastronomico?
Il mio suggerimento al consumatore è di non fermarsi ad un olio in casa ma bensì di provare varie tipologie di olii, perché abbinando l’olio giusto a un piatto si ha la possibilità di far diventare un banale cibo in un GRANDE piatto.
Quotidianamente, in modo abitudinario, cuochi, massaie, mense scolastiche e ospedali utilizzano grandi quantità di olio extravergine d’oliva per cucinare e per condire le pietanze. La maggior parte delle persone crede che sta utilizzando un condimento, ma nella realtà utilizza in modo scontato un vero e proprio alimento.
Spesso ci si pone delle domande: Ma il consumatore finale è cosciente? Sa cosa sta mangiando? O è solo abbagliato dai prezzi estremamente bassi delle offerte speciali che spesso nascondono inganni?
E come bisogna educare il consumatore? L’alimentazione potrebbe, ad esempio, esser introdotta come materia d’insegnamento nelle scuole visto che i ragazzi sono sempre più spronati ad utilizzare cibi pronti e ipercalorici.
Purtroppo, in campo alimentare, generalmente manca una corretta informazione scientifica; viceversa abbonda l’informazione pubblicitaria, che non è certo disinteressata, o quella giornalistica, del tutto episodica, legata a fatti clamorosi (per esempio nitriti negli spinaci o tossinfezioni alimentari di gruppi di persone). Ciascuno di noi dovrebbe maturare una “conoscenza alimentare” in senso igienico, in modo da evitare che gli alimenti vengano aggrediti da microrganismi responsabili della produzione di sostanze tossiche per l’organismo umano, ma anche in senso qualitativo e quantitativo.
A lezione diventa quasi scontata la solfa: “è ormai nota l’importanza del corretto uso di grassi mono e polinsaturi sulla nostra tavola…” I grassi infatti rivestono un ruolo fondamentale nella dieta. Essi svolgono nel nostro organismo molteplici funzioni: fonte di energia e deposito di riserve energetiche, elementi di struttura e di funzione cellulare, veicolo di importanti vitamine liposolubili che senza grassi il nostro organismo non potrebbe assorbire (vitamina A e D).
La scuola alberghiera IAL Trieste partecipa alla fiera dell’olio dalla prima edizione affiancando i ragazzi di sala e cucina a grandi Chef impegnati nella preparazione di pietanze tipiche che andranno abbinate ad olii presenti in fiera.
A lezione puoi raccontare ai ragazzi quanto faccia bene l’olio extravergine d’oliva, e quali siano le caratteristiche chimiche ed organolettiche di questo alimento, ma solo i ragazzi che provano l’esperienza diretta hanno colto l’essenza del settore e l’importanza che riveste questo alimento nella cultura e nella cucina mediterranee.
Vedere i ragazzi girare incuriositi per gli stand fieristici è stata una vera soddisfazione perché oltre a sensibilizzare il loro palato siamo riusciti ad educarli e a renderli più coscienti nel consumo e nella scelta delle materie prime… insomma abbiamo raggiunto un risultato non da poco.
Inoltre una percentuale di grasso assicura protezione ad organi vitali quali cuore, reni e fegato oltre a proteggere il nostro corpo fungendo da isolante termico. Dal punto di vista strettamente alimentare i grassi svolgono un ruolo importante nel controllo del senso di sazietà ma soprattutto modulando la secrezione di un particolare ormone che negli ultimi tempi ha assunto un ruolo sempre maggiore come uno dei principali responsabili dell’aumento di peso: l’insulina. In effetti un ottimale controllo insulinico rappresenta la migliore maniera, e sicuramente la più naturale, per raggiungere un peso ragionevole ottimizzando le prestazioni fisiche e mentali. Vari studi hanno messo in stretta correlazione l’utilizzo di grassi monoinsaturi (olio extravergine di oliva e derivati) con l’ottimizzazione della secrezione di particolari sostanze chiamate eicosanoidi che possono incidere sul nostro stato di salute e sulla regolazione del peso corporeo. Infatti l’utilizzo di grassi saturi porta alla produzione di eicosanoidi “cattivi” con peggioramento della pressione arteriosa, dei fenomeni di aggregazione piastrinica e di proliferazione cellulare con conseguenze molto dannose per il nostro benessere. Utilizzare quindi grassi “buoni” non solo porta ad un corretto calo ponderale ma soprattutto ottimizza molte risposte ormonali responsabili di uno stato di benessere fisico e mentale.
La scuola alberghiera forgia dei professionisti in grado di gestire la cucina di ristoranti o alberghi e chi decide di lavorare in questo settore come cuoco ha concrete prospettive di lavoro, anche perché è in crescita la tendenza degli italiani a consumare pasti fuori casa.
A conferma di ciò, i più recenti dati ISFOL (Istituto per lo Sviluppo della Formazione professionale dei Lavoratori) indicano la professione di cuoco come una tra le più richieste dal mercato del lavoro. Non è sufficiente cavarsela tra i fornelli e spignattare in famiglia e tra amici per essere in grado di ricoprire questa posizione in una cucina professionale.
Il cuoco, infatti, oltre ad occuparsi della preparazione e della cottura dei cibi, è responsabile della cucina in tutti i suoi aspetti: dall’elaborazione dei piatti al coordinamento del personale. Esperto nella realizzazione di ricette tradizionali,
nazionali e internazionali, conosce a fondo le diverse tecniche di lavorazione degli alimenti e ha uno spiccato senso del gusto. Un cuoco deve essere in grado di preparare i cibi conoscendo le diverse tecniche di cottura, progettare i menù, dirigere e coordinare gli aiuto cuochi e il personale di sala, conoscere a fondo le materie prime e gli ingredienti, occuparsi degli acquisti e della dispensa, utilizzare tutti gli strumenti e i macchinari per cucinare e, non ultimo, deve avere creatività e fantasia.
Nel 1985 entro nella scuola alberghiera, dopo 2 anni, cioè nel 1987, mi diplomo; in questi 2 anni faccio le stagioni a Lignano Sabbiadoro e Cortina D'Ampezzo in alberghi 4 stelle.
Nel 1987 lavoro come “Chef de partie” nel miglior ristorante della regione dell'epoca: il Tor Cucherna di Trieste.
Nel 1988 parto per il servizio militare nella Marina Italiana e divento subito cuoco nella mensa ufficiali.
Finito il servizio militare, nell’Aprile 1989, parto per Lille in Francia e trovo impiego come Chef di cucina nel miglior ristorante italiano del nord della Francia: Le Restaurant le Lino. Qui "esplodo", professionalmente parlando, cucino per attori e cantanti di fama mondiale che apprezzano molto la cucina. I titolari genovesi mi offrono materia prima di prima qualità, tra cui il loro eccezionale olio d'oliva che arriva direttamente dalla Liguria!
Lavoro in questo ristorante per molti anni; poi cambio per un ristorante il cui il titolare veniva dalla Sardegna. Prodotti eccezionali anche qui provenienti direttamente da questa meravigliosa regione, tra cui anche il loro olio d'oliva. In questo ristorante creo un menu' fusion, vale a dire una fusione della cucina italiana con quella francese. Il risultato è bellissimo!
Dopo qualche anno cambio ancora. Questa volta per dei titolari napoletani ed anche qui un'altra passione culinaria, piena di sole e prodotti fantastici!
Poi decido di aprire il mio ristorante; realizzo un progetto che avevo in mente da qualche tempo, la mia cucina è “a vista” ed i clienti possono vedere come si preparano i piatti ed io posso vedere loro...
Nel 2009 ritorno in Italia, lavoro come Chef nella realizzazione di catering per l' Unesco, cucino per premi Nobel, Ministri, Presidenti, soprattutto originari dell' Africa e Asia, dunque devo perfezionare la mia cucina ed aprirmi ad una cucina multietnica.
Nel 2014 comincio la mia avventura nel mondo dell'insegnamento, realizzo il mio sogno: quello di poter insegnare e trasmettere ai giovani questo bellissimo mestiere, trasmettendo la passione, la cura e la disciplina innanzitutto; oltre all' insegnamento realizzo catering, con prodotti italiani tra cui l'immancabile olio d'oliva italiano, innovando sempre, ricercando gusti, profumi ed odori nuovi abbinandoli con attenzione, seguendo sempre la mia ispirazione.
Chef Lupi Nevio
D1:Ci racconta le peculiarità del suo olio extravergine ed il legame con il territorio?
E’ particolarmente e tipicamente un EVOO del nord. Gli olivi sono coltivati in un territorio di montagna, quindi molto aspro, duro, ma il paesaggio è ingentilito dalla presenza del lago più bello del mondo, il lago di Como, che è definito tale anche per la presenza dell'olivo risalente sino dall'epoca romana.
Inoltre la coltivazione dell'olivo contribuisce al recupero di terrazzamenti, irrimediabilmente abbandonati dall'allontanamento dell'uomo dall’agricoltura, verso attività più comode e remunerative.
Ci troviamo al limite nord dove si coltiva l'olivo, oltre il 46 parallelo, la fatica non è solo dell'uomo, che è duramente impegnato dalla montagna e dal clima, ma anche gli olivi devono sopportare notevoli stress dell'ambiente.
Le difficoltà sono conseguenza anche della scarsa possibilità di meccanizzazione, che purtroppo i terrazzamenti limitano fortemente e condizionano una conduzione degli oliveti pressoché manuale. In ogni caso la nostra olivicoltura, che non è esagerato definire eroica, è incoraggiata e incentivata dal riscontro che si ha nella produzione di frutti sani e generosi di contenuti nutraceutici come i polifenoli, ricchi di antiossidanti e di acido oleico, l'acidità è bassissima ed altrettanto lo sono i perossidi.
Mediamente fruttati, armonici e strutturati con note aromatiche tipicamente di mandorla fresca, carciofo e sentori erbacei.
La nostra azienda produce due oli DOP che derivano da due coltivazioni distinte:
Gli oli che ricaviamo dalle olive che nascono in questo contesto sono riccamente dotati di note aromatiche, di grande personalità, armonici ma gentili negli abbinamenti con il cibo.
Si introducono rispettando gli ingredienti, ma nello stesso tempo apportano la loro spiccata personalità e contribuiscono significativamente all'arricchimento e completamento del piatto.
Sono degli eccellenti partner in cucina e nella maggior parte delle ricette della cucina italiana.
D2:Cosa pensa del giusto equilibrio tra la tradizione e l'innovazione nella produzione dell'olio extravergine di oliva, che rispecchia la tipicità e le caratteristiche di ogni cultivar?
Mi occupo di olivicoltura dal 2005, quindi mi considero un "giovane" coltivatore e in quanto tale mi sono approcciato partendo dall'osservazione della tradizione ma studiando le più moderne tecniche agronomiche e di estrazione.
Ho frequentato e frequento tutt'ora corsi professionali per formare le conoscenze ed arricchire di esperienza le pratiche per ottenere un eccellente prodotto finale nel continuo perfezionamento, alla ricerca della più alta qualità possibile.
La mia personale convinzione è che un olio nasce in oliveto per il 50% e l'altro 50% lo determina e contribuisce il frantoio.
Non si hanno frutti sani se gli olivi per primi non lo sono, la campagna, l'ambiente va rispettato e protetto.
La mia personale esperienza mi ha portato a perseguire da subito la strada dell'innovazione perché la tradizione, pur rispettandola per il valore storico che ha, purtroppo non porta ad ottenere un olio di qualità.
L'evoluzione tecnica ha enormemente contribuito nella applicazione di moderne tecniche agronomiche rispettose dell'ambiente, delle piante, che consentono di ottenere oggi dei frutti eccellenti da cui, applicando le più moderne ed evolute tecniche di estrazione, si ottengono gli oli di straordinaria qualità che possiamo assaggiare oggi, avendo inoltre la possibilità di produrre degli oli molto particolari come lo sono i monovarietali.
Io non ho dubbi nel riconoscere i meriti dell'innovazione in olivicoltura, in campo e in frantoio.
D3:Come erano usati nella sua infanzia l’olio di oliva e le olive da tavola? Ricorda qualche ricetta tradizionale a base di olio di oliva e di olive?
Sono nato a Vigevano, in Pianura Padana, dove principalmente si usavano grassi animali, l'olio d'oliva in cucina doveva essere poco saporito e si usava solo per condire insalate, per friggere o conservare si usava l'olio di semi.
Potrei ricordare i funghi sott'olio, ma non credo si possa considerare una ricetta.
La mia cultura nell'olio è iniziata quando mi sono trasferito nel paese natale, sul lago di Como, di mia moglie Luciana.
D4:Pensa che il mondo della ristorazione possa essere fondamentale per la creazione di un rapporto interattivo con i produttori di extravergine di alta qualità?
Sono convinto che l'alta ristorazione, ma non solo quella, è indispensabile per far riconoscere direttamente al consumatore il fondamentale valore dell'olio “EVOO” di alta qualità nella cucina professionale e in particolare potrebbe trasferire questa sensibilità nella cucina di casa, quotidiana.
Inoltre sarebbe un enorme contributo per la salute di tutte le persone che imparerebbero ad usare un alimento altamente salutare e non si limiterebbe al valore edonistico di questo prodotto. Purtroppo la difficoltà a procedere in questo senso è spesso determinata dal costo del nostro prodotto, che risulta più elevato degli oli prodotti in altre regioni, dove il rapporto competitivo della produzione in olio è nettamente più favorevole.
Significativo è che dalle nostre olive si ricava una bassa quantità di olio, in rapporto alle stesse varietà coltivate in zone climaticamente più adatte.
D5:Ha qualche suggerimento e/o idea per i consumatori appassionati al mondo dell’olio extravergine, ma ancora indecisi nella scelta e nella scoperta di questo prodotto ricco di cultura, storia e piacere? La degustazione in un luogo particolare o l'oleo-turismo o l’abbinamento dell'extravergine con cibo/pane tradizionale o la collaborazione con i cuochi, per esempio.
In ogni luogo dove viene coltivato l'olivo, il paesaggio è molto attrattivo e di grande fascino e bellezza.
Senz'altro questo da l'opportunità di motivare i consumatori a visitare questi territori che il nostro paese offre in ogni regione.
Incontrare i produttori direttamente nei luoghi di produzione avvicina e contribuisce allo scambio culturale e delle esperienze e risulta un grande stimolo per chi è coinvolto nella visita.
Inoltre è sicuramente più interessante la degustazione con chi ha vissuto un anno in campagna, nell'oliveto, nella totale dedizione all'ottenimento del migliore prodotto possibile.
Credo che non possa esserci migliore ambasciatore del prodotto di chi l'ha praticamente fatto!
Io stesso viaggio in Italia e non solo, perché trovo interessante, indispensabile e coinvolgente visitare le zone di produzione ed incontrare i produttori con i quali spesso ci si confronta per uno scambio di opinioni ed esperienze, lo considero sempre molto costruttivo.
Certamente anche la ristorazione sarebbe utile alla diffusione del consumo di olio di alta qualità, ma purtroppo questo avviene ancora troppo limitatamente all'alta ristorazione, che non tutti i consumatori possono permettersi.
Sarebbe necessario un processo educativo che attraverso la scuola stimoli una corretta e salutare educazione alimentare, proponendo le corrette conoscenze degli attributi positivi e non degli alimenti.
Questo approccio contribuirebbe senz'altro ad aumentare la consapevolezza, anche nelle famiglie, dell'importanza di uno stile di vita che guarda alla qualità e favorisce la cultura del cibo buono, sano e giusto.
D1) Ci racconta le peculiarità del suo olio extravergine ed il legame con il territorio?
Il nostro olio, quello valtellinese, lo definirei un olio extravergine di montagna o meglio "olio delle alpi", perché nasce su terrazzamenti posti alla base delle alpi retiche, ben oltre il 46° parallelo.
Si tratta di un olio che nasce più come scommessa che per la volontà di produrre olio.
Il popolo valtellinese, anche quello non prettamente contadino, ma impegnato in altri settori dell’economia, non ha mai tagliato il legame con il territorio e con la propria terra, basti vedere in viticoltura dove la maggior parte delle superfici viene lavorata part-time da gente che nella vita fa tutt’altro lavoro e che il resto del tempo lo dedica all’agricoltura, ad oggi il totale degli oliveti valtellinesi è gestito in questo modo.
Nonostante ci siano fonti storiche che testimoniano la presenza dell’olivo sulle alpi [link] in Valtellina per secoli è prevalsa la filiera vite-vino e nessuno parlava di olivo, tantomeno di olio.
L’olivo arriva in valle come pianta ornamentale e si diffonde a partire dagli anni 80, visti i buoni esiti vegetativi e produttivi, alcuni pionieri hanno iniziato a ripulire i terreni incolti e mettere a dimora questa nuova specie botanica.
Il mio Istituto di ricerca, http://fondazionefojanini.provincia.so.it/, nel 96 ha realizzato il primo campo sperimentale mettendo a dimora le principali varietà presenti nel nord dell’Italia, al fine di dare delle risposte agli interessati a questa nuova coltura.
Da allora molta sperimentazione è stata fatta e altri uliveti sono stati impiantati, ad oggi stimiamo la presenza di circa 15000 piante in valle e un recupero di circa 40 ettari di territorio terrazzato e la scommessa possiamo considerarla vinta.
Vinta perché il vero valore per la Valtellina, non sta nella produzione di quelle poche decine di ettolitri di olio extravergine all’anno, che pure un valore ce l’ha, ma nel aver recuperato una parte di territorio altrimenti destinato a scomparire per sempre tra i fitti rami della vegetazione spontanea.
D2) Come erano usati nella sua infanzia l’olio di oliva e le olive da mensa in cucina? Ricorda qualche ricetta tradizionale a base di olio di oliva e di olive da mensa?
Proprio perché abitavamo in montagna io non ho ricordi particolari in merito all’olio di oliva, era un condimento per insalata.
La nostra è una cultura dove prevalgono i grassi animali, i miei nonni avevano le mucche, mi ricordo il latte appena munto, il burro cotto, il lardo, il sapone di casa così come le fritture fatte con il grasso del maiale.
La passione per l’olivo mi è venuta quando ho iniziato ad occuparmi di coltivazioni e di recupero incolti. Poi ho scoperto l’olio, un particolare tipo di olio quello dalle note amare e piccanti e da allora l’olio non è più stato solo un condimento ma un qualcosa di piacevole al palato e alla mente in grado di personalizzare dalle cose più semplici come il pane o il riso in bianco, a quelle più elaborate, esempio il carpaccio di bresaola o i pizzoccheri anche se con l’olio non possono più essere chiamati tali.
D3) Pensa che il mondo della ristorazione di qualità possa essere fondamentale per la creazione di un rapporto interattivo con i produttori di extravergine di alta qualità?
Per le produzioni valtellinesi, vino, mele, olio, miele, è fondamentale il rapporto tra produttori e ristoratori o commercianti, i primi impegnati a fare qualità i secondi promozione e valorizzazione dei prodotti locali.
Non sempre le due parti si incontrano e in particolare sull’olio locale, nonostante la grande qualità la divergenza rimane il prezzo, troppo basso per chi produce, troppo alto per chi deve vendere.
Il vero problema sta nella mancanza di conoscenza, oggi molta gente è disposta a spendere per una bottiglia di vino ma non per una di olio, la risposta è semplice, l’olio di qualità è un prodotto che fa bene alla salute e al palato, anche usandone poco e questo è quello che la gente deve sapere.
D4) Ha qualche suggerimento e/o idea per offrire ai consumatori la scoperta di questo prodotto ricco di cultura, storia e piacere: ad es. l’oleo-turismo, la degustazione nei luoghi particolari, la collaborazione con il settore gastronomico?
La presenza dell’olivo in Valtellina è un contributo alla bellezza del paesaggio e alla stabilità dei versanti e questo è di fondamentale importanza per una valle che vive in parte di turismo.
Il turista prima di provare il prodotto deve vivere il territorio, fondamentale è far vedere dove la materia prima nasce, i chilometri di muretti a secco, le scale in pietra, la fatica delle generazioni passate, ma anche la necessità di far rimanere i giovani sul territorio.
Non importa che siano mele, uva o olive, ma quello che la terra produce in qualsiasi angolo di mondo rimane qualche cosa di magnifico, unico, irripetibile, come unica è la storia e le tradizioni di quel luogo.
E’ vero che le leggi dell’economia ci impongono di essere competitivi, di produrre a prezzi bassi o di uniformarci a soddisfare mercati sempre più globali, ma ci sono zone dove queste leggi si infrangono contro un territorio che non consente meccanizzazioni, dove per strappare l’erba ci si inchina alla terra, dove si suda e ci si sporca le mani, dove la qualità al di là delle scelte tecniche dipende ancora da fattori naturali e incontrollabili .
L’Italia dell’olio, tra mille difficoltà, è piena di questi esempi e il mosaico degli oli italiani è complesso e unico, il mio augurio è che anche la Valtellina possa un domani avere una sua produzione stabile e far parte come piccolo tassello di questo insieme.
La potatura degli alberi da frutto e dell’ulivo: istruzioni per l’uso…..
La potatura è un’operazione fondamentale per gli alberi da frutto, che, se lasciati sviluppare e crescere naturalmente, tendono ad assumere una forma irregolare, cespugliosa, globosa, in virtù di una chioma che si sviluppa, a seconda delle verità, in altezza o in ampiezza a scapito della produzione.
Un detto popolare della mia zona cita :”la vite è permalosa come un amante, se la ignori per un breve periodo non te lo perdonerà, mentre l’olivo è come una madre, anche se la trascuri per anni, lei non ti potrà mai dimenticare.”
“Za vinsko trto velja izrek, da je občutljiva kot ljubica: če jo zanemariš za kratek čas, ti tega ne bo nikoli odpustila, je oljka kot mati: lahko jo leta in leta zanemarjaš, pa te vseeno ne bo nikoli pozabila.”
A tale proposito ricordiamo alcuni concetti fondamentali utili ad orientare le nostre azioni:
1) Le piante non hanno l’esigenza di essere potate, in natura prosperano rigogliose senza l’intervento dell‘uomo.
2) La potatura è sempre fonte di sofferenza per la pianta, una potatura malfatta la può danneggiare irrimediabilmente o può farla morire.
3)Piuttosto che potare male è meglio non potare.
4) La potatura è una tecnica inventata dall’uomo con tre scopi precisi:
5)La potatura ha l’intenzione: di dare alla pianta una forma naturale e regolare in modo da facilitare lo scorrimento della linfa all’interno dei rami, la circolazione dell’aria e la penetrazione della luce nella chioma.
Lo scopo della potatura deve essere quello di massimizzare l’efficienza della chioma, agevolando lo sviluppo e la crescita delle branche fruttifere attraverso l’asportazione dei rami in eccesso, favorendo un buon rapporto foglia / legno, mantenendo sotto controllo l’alternanza produttiva, e distribuendo l’illuminazione in maniera omogenea sulle diverse porzioni della chioma.
Ogni specie coltivata ha un periodo preciso in cui eseguire la potatura.
Il periodo migliore per eseguire la potatura dell’olivo è alla fine dell’inverno, e in ogni caso prima della ripresa vegetativa, del germogliamento della pianta.
In Italia la potatura dell’olivo avviene in un lasso di tempo molto variabile, ciò dipende principalmente dall’andamento meteorologico e dal microclima della singola area. Partendo dalle zone più calde del sud, dove le potature spesso vengono intraprese in concomitanza o subito dopo la raccolta del frutto, per arrivare a marzo-aprile nelle zone del centro nord, dove il clima è più freddo e le temperature sono più rigide. Questo perché l’olivo è una pianta molto sensibile agli abbassamenti termici, e una potatura precoce la esporrebbe a maggiori danni da freddo.
Prima di iniziare a tagliare, si deve identificare con precisione i punti in cui si vuole intervenire, anche sulla base dello scopo e del tipo di potatura che si vuole applicare (ringiovanimento, produzione e formazione) e della sua intensità. Sarà opportuno, esaminare lo stato complessivo
dell’ulivo, tenendo conto delle condizioni vegeto - produttive, e ovviamente considerare la quantità di chioma che si vuole eliminare.
Si definisce potatura leggera quando si asporta meno del venti percento della superficie fogliare , si parla di potatura intensa quando si asporta più del quaranta percento della chioma. Questo tipo di potatura, deve essere attuata solo in caso di ringiovanimento o ricostituzione della pianta, al fine di produrre germogli nuovi, infatti più sono vigorose le potature invernali, maggiore sarà il riscoppio vegetativo, che dovrà esser gestito con potature estive.
L’intervento di potatura deve essere adeguato anche all’età dell’albero su cui si opera: su piante giovani bisognerà essere leggeri, mentre interventi più severi andranno bene per gli alberi meno giovani.
E’ sempre consigliabile cominciare dall’alto per poi scendere, ricordandosi di eseguire prima i tagli grossi e poi i tagli piccoli.
Anche la scelta dell’attrezzatura impiegata durante le fasi di potatura deve essere scrupolosa in riferimento all’intervento da eseguire.
Dovremo utilizzare attrezzatura con lame in acciaio temperato ben affilate, in maniera da ottenere un taglio netto e privo di sbavature in modo da esercitare meno sforzo fisico.
Tecnico olivicolo DOP TERGESTE
Dott.ssa Natascia Riggi
Aperitivo e long drink con un ingrediente ”insolito”: l’olio extra vergine d’oliva
L’olio extravergine d'oliva è considerato il re dei condimenti. Con questo prezioso ingrediente è possibile preparare infinite ricette, non solo culinarie, ma persino dei cocktail. Ecco alcune delle considerazioni con cui si è aperta l’ottava edizione della scuola di cucina diretta da Emilio Cuk di Olio Capitale 2014.
Un approccio inconsueto al mondo dell’olio si è avuto con l’Aperitivo DOP dello IAL BAR.
I ragazzi della scuola alberghiera IAL di Trieste, esperti collaboratori degli chef, nelle sette edizioni precedenti si sono contraddistinti per la partecipazione attiva alla manifestazione.
I giovani studenti, emozionatissimi, si sono esibiti davanti ad un pubblico incuriosito dall'abbinamento particolare e insolito dagli ingredienti freschi e piccanti utilizzati.
Dopo tante edizioni in cui i ragazzi della scuola alberghiera hanno potuto conoscere questo mondo coadiuvando gli chef nell’assemblaggio e nella creazione di ricette accompagnate ad oli extravergini di grande qualità, stavolta gli studenti si sono messi alla prova e hanno realizzato due cocktail dove l'ingrediente principale era l'olio extravergine d'oliva. Hanno aperto l’evento con la presentazione di un cocktail alcolico, "Emotion", mentre a conclusione delle quattro giornate della scuola di cucina ne hanno presentato uno analcolico, “Tergestum”.
Un approccio inconsueto al mondo dell’olio extravergine e di qualità, ancora troppo poco accessibile al grande pubblico.
Dunque un’eccellente occasione per dimostrare come dei giovanissimi barman abbiano saputo reinterpretare un ingrediente così particolare come l’olio che non va confinato solo in un piatto ma che può essere anche reso sfizioso nel bicchiere. E a giudicare dalla curiosità e dall’entusiasmo suscitato, i ragazzi hanno colto nel segno, anzi hanno proprio vezzeggiato le papille gustative del pubblico.
Padre dei cocktail maitra MARIO FRAUSIN
EE IV - 2 marzo 2019
Spazio dedicato nella Città dell’Altra Economia - Testaccio - Roma
“Rassegna di Oli Extravergini di Eccellenza - Degustazioni libere” Numerose attività legate al prodotto Olio, come minicorsi di conoscenza e assaggio
Produttori presenti:
Az. Agr. Ciacci Anna, Toscana
Accademia Olearia, Sardegna
Antiche Terre Pacella, Lazio
Az. Agr. Cerrosughero, Lazio
Az. Agr. Colle Nobile, Marche
Az. Agr. Di Martino, Puglia
Az. Agr. Fadda, Sardegna
Az. Agr. Greco, Calabria
Az. Agr. La Querce, Toscana
Az. Agr. Luca Di Piero, Lazio
Az. Agr. Ortoplant, Puglia
Az. Agr. Silvi Sabina Sapori, Lazio
Az. Agr. Traldi di Francesca Boni, Lazio
Az. Agraria I Tre Filari, Marche
Ermmà – Az. Agr. Sansone, Campania
Fattoria Ambrosio 1938, Campania
Frantoio del Colle, Umbria
Frantoio Galantino, Puglia
Frantoio Ranchino, Umbria
Gloria Sanna, Lazio
Oleificio Trespaldum, Molise
Poderi Borselli, Toscana
Tenute Loria, Calabria
Terre di Zaccanello, Sicilia
Torre delle Monache, Puglia
Agricola Il Torraccio, Lazio
Az. Agr. Gagliardi, Abruzzo
Az. Agr. Veglio Piero, Piemonte
Tenuta Agr. Mistral e Metis, Lazio
Il nostro Food
Caseificio Porta Roma di Fondi (LT)
Optymum – Selezionatori di eccellenze gastronomiche di Roma
Pani speciali selezionati da Antonio Menconi Presidente Pani tradizionali
Ospiti
Chef Sandro Masci – Scuola di cucina Les Chefs Blancs
Chef Antonello Magliari – Hosteria Grappolo d’Oro, Roma.
Laboratorio con i bambini: “conosciamo l’olio” a cura di Antonella Giansanti di ScuolaInCucina, Roma
Pandolea (Associazione Donne dell’Olio) – Dott.ssa Loriana Abbruzzetti, presidente Associazione Pandolea: “ Le perle di extravergine”
Minicorsi di degustazione a cura della D.ssa Eleonora Quattrociocchi “Riconoscere la qualità, assaggiando”
Entusiasmante gara tra il pubblico:
Mayonnaise Contest
– Gara di mayonnaise fatta a mano con Oli Extravergine di Oliva scelti dai concorrenti tra quelli presenti, partecipazione del pubblico e riconoscimento ai migliori interpreti.
Giudici di gara: Sandro Masci, Eleonora Quattrociocchi, Francesca Romana Barberini e Antonio Menconi
D1: Come era utilizzato nella sua infanzia l'olio di oliva? Le piaceva? Ricorda qualche ricetta tradizionale a base di olio di oliva? L’extravergine ha influenzato la sua vita e il suo percorso professionale?
Sono nato e vivo sul lago d’Iseo, in Vallecamonica, area più conosciuta per il burro e il lardo che per l’olio. La mia infanzia è stata caratterizzata dall’olio di oliva, che veniva utilizzato anche per la conservazione delle sardine, tipico pesce lacustre: la scoperta dell’extravergine è avvenuta quando ho iniziato ad occuparmi di alimentazione a 17 anni perché ero conduttore di una rubrica culinaria in una radio locale. Ricette in particolare non ne ricordo: forse non ce n’erano. Ricordo però che per friggere si usava l’olio di semi vari (mia mamma acquistava "Zenit" nella latta bianca con le fasce verdi), perché costava poco ed era insapore… L’extravergine mi ha premesso di entrare in contatto con molte persone al di fuori del mio lavoro "normale" (perché sì, nella vita "normale" sono un architetto) e condividere esperienze di vita che spesso si sono tramutate in lunghe e intense amicizie.
D2: Quali sono state le ricette che più l’hanno sorpresa per l’uso sia a crudo che in cottura dell’extravergine nei luoghi che lei visita in Italia e all'estero per i suoi impegni "oliandoli"?
L’extravergine è uno dei pochi prodotti alimentari "di base" che possono essere utilizzati sia come condimento (sull’insalata, sulla carne cruda o cotta, nelle zuppe,…), sia come complemento (pasta aglio olio e peperoncino, manzo all’olio, gelato all’olio,…), sia come prodotto finale (pinzimonio, fett’unta, ghiacciolo o gocce di olio,…). Questo fa sì che il suo uso sia praticamente "infinito" e spesso "indefinito". Sicuramente sferizzare l’olio per farlo esplodere in bocca dopo aver mangiato un cubetto di pane all’aglio tostato, leccare un gelato al sapore di Nocellara del Belice, affettare un cubetto gelificato di olio per adagiarlo su una mozzarella di bufala, ricoprire le arance siciliane di olio e zucchero in grani,… E potrei citare molti ricordi, sono modi di utilizzare l’olio che spesso mi hanno sorpreso per la semplicità e per il risultato finale e cioè l’assoluta valorizzazione del prodotto.
D3: Pensa che la ristorazione di "alta qualità" potrebbe essere fondamentale per la creazione di un rapporto con i produttori di extravergine di "alta qualità", offrendo così ai consumatori interessanti occasioni per la scoperta di questo prodotto ricco di fascino, storia e piacere?
Penso che potrebbe essere una strada, ma non l’unica o la più importante.
D4: Visti i minori margini di ricavo rispetto al vino, ha dei suggerimenti per l’incremento dell’uso di extravergine in cucina e a tavola? Lei ritiene che la carta o il carrello degli oli possano essere strumenti efficienti per la valorizzazione del prodotto?
Carta degli oli, ristoranti degli oli, carrelli,… Tutte belle idee, belle soluzioni, (anche se a volte mi è capitato di vedere carrelli con bottiglie scadute, assaggiare oli rancidi, trovare carte complete ma non trovare gli oli nel ristorante "perché alla fine nessuno li chiede"), ma fintanto che l’olio sarà considerato "un costo" per la ristorazione la situazione rimarrà immutata. Per un’insalata si usano 8/9 grammi di olio: se si utilizza un prodotto da € 15,00 al litro, si spenderanno circa € 0,13 per il condimento; se si usa un prodotto da € 3,00 al litro, si spenderanno circa € 0,03 per il condimento. Alla fine 10 centesimi non faranno la differenza economica, ma faranno la differenza qualitativa (e culturale) dell’insalata. E’ necessario cambiare la visione dell’extravergine, come si è fatto con il vino: solo così il prodotto potrà essere valorizzato, senza grandi difficoltà.
D5: In Italia per la gran parte dei consumatori è importante il prezzo a discapito della qualità. All’estero spesso il consumatore italiano trova extravergini italiani eccellenti, cui ignora l'esistenza: questo perché molti enti di categoria organizzano incontri finalizzati alla formazione dei consumatori, dei buyer e di chi opera nell’ambito del "food". Quale può essere la soluzione di questo evidente divario?
Noi italiani spesso riteniamo di sapere tutto sul cibo e ci comportiamo di conseguenza. Faccio un esempio scherzoso.
Come la maggior parte delle persone che si occupano di analisi sensoriale ho smesso da tempo di assaggiare l’olio degli amici…Per non perdere le amicizie! Perché ogni italiano ha un amico, un cognato, un collega, che gli fornisce l’olio dalla Toscana, i pomodori dalla Calabria, il vino dal Veneto,… Ed ovviamente sono – acriticamente - i migliori di tutta Italia! Credo che il divario nasca qui: all’estero le persone sanno poco di cibo italiano e ascoltano quello che viene loro raccontato dai professionisti del settore; in Italia le persone, proprio per questo presunto sapere, spesso diffidano dal professionista. Finchè ci sarà questa situazione culturale il divario non potrà essere colmato: per questo motivo si sta lavorando molto con i ragazzi nelle scuole, proprio per far comprendere loro questo concetto.
D6: L'entrata in vigore della legge sul tappo "antirabbocco" obbliga i ristoratori a dotarsi di bottiglie munite di questo dispositivo per il servizio in tavola. Lei ritiene che questa normativa sia completa e che tuteli il consumatore, anche se non fa cenno dell'olio utilizzato in cucina? Lei ha avvertito difficoltà da parte dei produttori ad adeguarsi a questa normativa?
Ogni norma che tutela il consumatore è sempre la benvenuta: a tutti è capitato di trovare sul tavolo bottiglie riempite più volte o contenenti oli diversi da quelli indicati in etichetta; un amico imbottigliatore mi dice che ancora oggi riceve richieste di bottiglie vuote etichettate da parte di alcuni ristoratori. La legge è utile anche se non sempre applicata e fatta applicare (quante ampolle ancora nei ristoranti…). I produttori non hanno avuto grosse difficoltà: molti già utilizzavano questo tipo di tappo. Certo è che se un osservatore straniero legge l’impianto della legge si fa l’idea che di tutta la filiera produttiva gli unici che frodano sono i ristoratori quando mettono l’olio sul tavolo… E’ davvero così?
D7: Quali risultati si attenderebbe da strategie che portino a far comprendere e scoprire ai consumatori il valore storico e culturale del frutto dell'olivo? Quali ritiene possano essere le iniziative turistiche legate all'extravergine nel suo territorio (il cosiddetto oleo-turismo)?
Quando acquisto un extravergine italiano acquisto un pezzo di Italia. Quando acquisto un olio del Lago di Como, di Brisighella, di Chieti, di Trapani… Acquisto un pezzo di territorio, di lavoro delle persone, di storia dell’azienda. E questi sono valori aggiunti che in altri prodotti hanno una grande importanza (Culatello di Zibello, Bresaola della Valtellina, Brunello di Montalcino, Robiola di Roccaverano: solo per fare alcuni esempi di prodotti che sono indissolubilmente legati al territorio), ma che nell’olio devono ancora trovare una loro identità. Sicuramente organizzare percorsi di visita alle aziende con assaggio di oli "buoni" e oli "difettati", percorsi sensoriali, educazione al gusto (come da tantissimi anni facciamo con Slow Food, per esempio), sono ottimi veicoli di promozione, ma il legame con il territorio rimane sicuramente l’aspetto più importante e interessante su cui porre l’attenzione e quindi ogni strategia finalizzata a ciò non può che essere vista positivamente.
D8: Diversamente dalla Spagna e altri paesi emergenti dove si svolgono molti incontri nell'intento di rendere i consumatori consapevoli sia per la scelta sia per l'impiego dell’olio, in Italia una gran parte delle persone predilige l’extravergine "torbido" o "grezzo", credendo che tale aspetto sia un elemento di genuinità. Ritiene che ciò sia causato da una mancanza di iniziative formative ed informative? Cosa ne pensa dell’extravergine "non filtrato"?
Nelle valli alpine si mangia il formaggio con la "tara" e cioè con il verme, in Francia si vende a caro prezzo un olio vergine ottenuto con olive lasciate ad appassire prima sulla pianta e poi sui graticci…. E potremmo fare mille esempi sulle abitudini alimentari delle persone, dalla soia fermentata in Giappone alle locuste arrostite in Colombia. Quello che è fondamentale è la "consapevolezza". Se al consumatore piace il formaggio di tara o l’olio fatto con olive rinsecchite non c’è nulla di male: l’importante è la consapevolezza di ingerire un formaggio avariato e un olio difettato. Il consumatore deve essere consapevole, per fare una scelta informata: il consumatore deve sapere che l’olio non filtrato va bene se consumato entro 6/7 mesi dalla produzione e non oltre perché tutte le particelle in sospensione altro non sono che il residuo delle olive macinate e nel tempo imputridiscono dando all’olio un sapore di fondo, di morchia. E deve sapere che il fondo non è un indice di genuinità, come spesso si trova scritto sulle etichette dell’olio non filtrato, ma è un deposito in fase di decomposizione (d'altronde nessuno acquisterebbe del latte o dell’acqua minerale con un fondo scuro). Il consumatore deve essere consapevole che il non filtrato va bene se consumato velocemente: solo così potrà decidere consciamente cosa acquistare.
E questo vale per esempio anche per l’acidità di un olio, che non si sente in bocca e che il consumatore spesso confonde con la piccantezza, uno dei maggiori pregi dell’extravergine, indice di ricchezza in polifenoli.
D9: Vi è una forte preferenza in cucina all'uso dell'olio di semi: una massiccia campagna promozionale ha di fatto diffuso la "falsa convinzione" della sua leggerezza, la sua salubrità e la sua neutralità in fatto di odori. Quali sono i suoi suggerimenti per l'impiego di extravergine in cucina, soprattutto per quanto riguarda le fritture?
In cucina l’extravergine è l’unico olio (e uno dei pochi alimenti) che a ogni temperatura può essere utilizzato per una diversa cottura: 10° salse, 20° pinzimonio, 25/30° marinature, 50/60° cottura sottovuoto, 90° sughi, 120° cottura in padella, 150° frittura…. Giusto per fare alcuni esempi.
Il consumatore acquista spesso oli di semi o miscele per friggere perché sono meno costosi ed essendo privi di sapore non aggiungono gusto all’alimento a differenza dell’extravergine, che conferisce al fritto un sapore proprio, spesso confuso con la pesantezza: un fritto realizzato con olio di oliva non è più o meno pesante dal punto di vista della digeribilità rispetto a quello realizzato con olio di semi.
Tenendo ben presente che un buon fritto è frutto di un insieme di variabili (non superare la temperatura di 160/180°C, usare la minima quantità di pastella necessaria, asciugare accuratamente l’alimento prima della cottura se privo di pastella, eliminare l’eccesso di olio su carta assorbente, utilizzare padelle strette e alte per ridurre la superficie dell’olio esposta al contatto con l’aria, cambiare l’olio dopo ogni frittura), è consigliabile utilizzare oli ricchi in monoinsaturi come l’olio di oliva (o l’extravergine), che offrono un buon compromesso di salubrità, stabilità e prezzo: in questo caso l’olio non produce composti nocivi alla salute dell’uomo.
D10: Come pensa sia possibile far capire la differenza tra un extravergine di alto valore organolettico, nutrizionale e culturale da uno privo di ogni personalità e di minore pregio? E far capire il costo di un extravergine di qualità?
All’estero spesso mi viene posta questa domanda, quando mi vengono fatti assaggiare oli dal basso profilo organolettico e magari dall’alto costo: io non rispondo quasi mai con le parole. Quando ne ho la possibilità faccio preparare delle patate bollite e ad ogni persona consegno due fette ancora calde: su una fetta metto poche gocce dell’olio che mi è stato fatto assaggiare e sull’altra metto un olio dall’alto profilo organolettico, con un bel fruttato e un giusto amaro e piccante. (Se non ho le patate assaggiamo insieme i due oli nei bicchieri). Credo questo sia il metodo migliore, perché l’emozione che le persone provano nel confronto fissa indelebilmente nella loro mente la differenza tra gli oli.
• L’extravergine mi ha permesso di entrare in contatto con molte persone…e condividere esperienze di vita…
• …modi di utilizzare l'olio che spesso mi hanno sorpreso per la semplicità e per il risultato finale e cioè l’assoluta valorizzazione del prodotto..
• …anche se a volte ..trovare carte complete ma non trovare gli oli nel ristorante “ perché alla fine nessuno li chiede”…
• Noi italiani spesso riteniamo di sapere tutto sul cibo…proprio per questo presunto sapere, spesso diffidano dal professionista…
• …un amico imbottigliatore mi dice che ancora oggi riceve richieste di bottiglie vuote etichettate da parte di alcuni ristoratori…
• Quando acquisto extravergine italiano acquisto un pezzo di Italia.
• …organizzare percorsi di visita alle aziende con assaggio di oli “ buoni” e oli “ difettati” …sono ottimi veicoli di promozione, ma il legame con il territorio rimane l’aspetto più importante…
• Il consumatore deve essere consapevole, per fare una scelta informata...
D1:Ci può illustrare come è andata la campagna olearia appena trascorsa in termine di qualità e di quantità? E le peculiarità del suo olio extravergine di oliva (OEVO)?
Posso dirle che l'ultima campagna olearia a livello quantitativo nel nostro comune è stata un'annata media e anche in azienda abbiamo riscontrato queste quantità. La qualità dei frutti è stata eccellente con una buona grandezza del frutto. In merito all'olio EVO questa è stata un'annata ricca a livello di profumi, con maggiore concentrazione di sostanze fenoliche (amaro e piccante) legata al fatto che l'annata scorsa non ci sono state molte piogge.
D2:Ci racconti come era utilizzato nella sua infanzia l'olio di oliva e se era di suo gradimento; se ricorda alcune ricette tradizionali a base di olio di oliva; ed infine se e come questo alimento-elemento ha influenzato il suo percorso professionale?
L'olio extra vergine di oliva anticamente è sempre stato utilizzato nella nostra famiglia perché la nostra è stata da sempre una famiglia di produttori di olio. Io sono cresciuto in questo mondo apprezzando sempre più l'olio in se. Nella mia famiglia, ma non solo, l'olio è sempre stato largamente utilizzato, in tutti i piatti, anche nei dolci, perché era l'unico grasso di cui si disponeva in quantità maggiore.
Sì, l'olio ha influenzato il mio percorso professionale ma proprio perché ho particolarmente amato questo prodotto da sempre.
D3:Può svelarci se ha mai pensato ad un altro mestiere al posto di continuare con il frantoio di famiglia?
No, ho sempre amato il mondo dell'olio extra vergine di oliva e pertanto ho sempre pensato di continuare questa attività.
D4:Pensa che la ristorazione di alta qualità, con esclusione di quella meno professionale (ristorazione veloce, ecc.) potrebbe fare il traino per la creazione delle corrette sinergie tra il ristoratore ed il produttore di OEVO delle migliori qualità ed anche potere offrire ai consumatori nuove occasioni per la scoperta del fascino in cui è immerso il mondo dell'OEVO italiano?
Sì, ritengo che la ristorazione di alta qualità possa fare da traino e da anello di congiunzione tra ristoratore e produttore di EVO di qualità. Quella del ristoratore è una categoria che può fare la differenza proponendo giusti abbinamenti olio-cibo in maniera da poter esaltare le caratteristiche dell'olio e aiutare il consumatore a capire un olio di qualità.
Magari ne riparliamo tra un po’ sono convito di ….. poter sfondare questo muro.
D5:Visti i minori margini di ricavo dell'OEVO rispetto al vino, ha delle proposte per l'impiego dell'OEVO in cucina e/o nei servizi a tavola? Considera la carta ed il carrello degli oli, strumenti efficienti per la valorizzazione dell'OEVO ed in particolare del suo prodotto?
La carta degli oli e il carrello degli oli sono sicuramente buoni elementi che possono aiutare, ma sono uno degli elementi di valorizzazione dell'olio EVO, non sicuramente l'unico.
D6:Accade, non così di raro, che un consumatore italiano incontri, all'estero, un OEVO italiano di eccellenza di cui ignorava l'esistenza. Sia MIPAAF sia alcune associazione di categoria, cercando di adoperare, all'estero, incontri volti a formare i consumatori, buyer e personalità di spicco stranieri, affinché diventino evidenti la qualità e le peculiarità degli OEVO italiani. In Italia invece per la gran parte delle persone è importante il prezzo a discapito della qualità. Quale può essere la soluzione di questa evidente discrasia?
Purtroppo in Italia ci sono ancora molti consumatori che danno maggior importanza al prezzo piuttosto che alla qualità. Credo che il modo per poter risolvere, o almeno ridurre questa discrasia, sia informando che formando il consumatore, facendogli capire le differenze tra un olio di qualità e uno di non qualità, spiegando perché ci sono questi maggiori costi. Solo formando e rendendo consapevole il consumatore si può risolvere questo problema.
D7:L'entrata in vigore della legge il 25 /11/20 sul tappo "antirabbocco" obbliga i ristoratori a dotarsi, per il servizio a tavola dell'OEVO e dell'OVO (olio vergine di oliva), di bottiglie munite del dispositivo antirabbocco. Considera che questa normativa sia completa e che cauteli il consumatore, visto che detta normativa non fa menzione dell'olio utilizzato direttamente in cucina? Le ha creato difficoltà per adeguarsi alla normativa?
L'entrata in vigore della legge che regola l'obbligo del tappo antirabbocco a noi personalmente non ha creato alcun problema poiché lo utilizzavamo anche da prima, per nostra scelta. Sicuramente è un buon inizio ma l'utilizzo di questo tappo non risolve le problematiche dell'olio Italiano e non tutela ancora totalmente il consumatore finale.
D8:Quali risultati si attenderebbe da strategie che portino a far comprendere e scoprire ai consumatori il valore storico e culturale del frutto dell'olivo? Quali ritiene possano essere le iniziative turistiche legate all'OEVO nel suo territorio ( il cosiddetto oleo-turismo )?
Le iniziative turistiche legate all'olio sono sicuramente un ottimo elemento per far amare ancora di più l'olio EVO. E' importante visitare le aziende produttrici, far conoscere la realtà dell'olivo e dell'olio, far scoprire la cultura legata a questo prodotto e al territorio, a quanto fosse importante per le famiglie l'olio EVO, in pratica ripercorrere un percorso storico ma anche vedere la realtà, cos'è la produzione dell'olio oggi.
D9:Diversamente dalla Spagna ed altri paesi emergenti dove si svolgono molteplici incontri nell'intento di rendere i consumatori consapevoli sia per la scelta sia l'impiego culinario di un grasso alimentare di pregio come un extravergine, in Italia una gran parte delle persone predilige un olio extravergine "torbido" o "grezzo", credendo che tale aspetto sia un elemento di genuinità. Ritiene che ciò sia causato da una carenza di iniziative formative ed informative? Cosa ne pensa dell'OEVO "non filtrato"?
Un olio "non filtrato" non necessariamente deve essere considerato un olio di non qualità, è un olio che ha solo bisogno di più accortezze, più meticolose nella conservazione. Invece, un olio filtrato ha un momentaneo impoverimento a livello organolettico e fenolico, però a livello conservativo ci da una costanza e una tranquillità in più.
Se un olio viene consumato in tempi brevi è da preferire un olio "non filtrato".
D10:Come un produttore dell'OEVO di rilievo internazionale, come pensa sia possibile far capire la grande differenza tra un OEVO di alto valore organolettico, nutrizionale e culturale da uno privo di ogni personalità e di minore pregio? E quali le modalità per far capire il perché dei costi di un OEVO?
Per poter capire la differenza tra un olio di qualità e di maggior pregio rispetto ad uno di minor pregio la cosa importante è porli a confronto, spiegando le differenze tra questi due oli. E' importante spiegare tutto il lavoro che c'è dietro la produzione di un olio EVO di qualità, e quindi partendo dalla raccolta delle olive, poi passare alla trasformazione e infine la conservazione del prodotto. E' inoltre importante spiegare le caratteristiche organolettiche (amaro, piccante e profumi) e l'importanza di queste e poi, dove è possibile, mettere in evidenza tutto ciò degustando, assaggiando gli oli. Questo penso sia il modo migliore.
I maggiori costi degli oli di qualità sono legati ai vari passaggi di lavoro aziendale per produrre un olio di qualità e spiegandolo ai consumatori è il modo per far maggiormente capire il perché del maggior prezzo.
• ...per potere risolvere o almeno ridurre questa discrasia ( tra all’estero e in Italia in termine della consapevolezza della qualità dell’extravergine) sia “informando, formando il consumatore”, facendogli capire la differenza…
• …sono cresciuto in questo mondo…apprezzando sempre più l’olio in sé.
• …la ristorazione di alta qualità possa fare da traino e da anello di congiunzione tra ristoratore e produttore di extravergine di qualità…
• ...era l'unico grasso di cui si disponeva in quantità maggiore…
• È importante spiegare tutto il lavoro che c’è dietro la produzione di un olio extravergine di qualità…
• Un olio “ non-filtrato” …ha solo bisogno di più accortezze, più meticolose nella conservazione.
• Le iniziative turistiche legate all’olio sono un ottimo elemento…ripercorre un percorso storico ma vedere la realtà, cos’è la produzione dell’olio oggi…
• È importante visitare le aziende.. far conoscere la realtà, far scoprire la cultura…”a quanto fosse importante per le famiglie l'olio extravergine”…
• …mettendo in evidenza tutto ciò “degustando, assaggiando gli oli”.., sia il
modo migliore far capire il “perché del maggior prezzo”..
http://www.trappetodicaprafico.com/
• Il frantoio, una volta, fungeva da luogo di ritrovo… dopo la cena tutti eravamo riuniti per ascoltare i racconti, portando i dolci e i vini; anziani, giovani e bambini tutti insieme senza pensare al passare del tempo…
• Noi cuochi abbiamo bisogno della pazienza, dell’umiltà e della semplicità…, sembra che la gente si vergogni di essere "semplice"...
• Io sono "cuciniero" contadino… (guardando le fotografie dei paesaggi ciociari): "Io appartengo a quei paesaggi…"
• C’è la grande differenza tra la cucina casalinga e quella di campagna, quest’ultima intrinsecamente legata alla tradizione che ha il suo tempo e la stagionalità… e che richiede la pazienza e l'amore...
• Per fare un sugo buono e ben riuscito bisogna avere la pazienza, l'amore e la passione, girandolo di tanto in tanto con la forchetta, sentendo come si stanno amalgamando gli ingredienti… non ci si deve mai allontanare dal sugo…
• …vero e proprio "Oleo-turismo" dovrebbe essere così: metti nelle città delle locandine con scritto "Oggi a pranzo da Giuseppe con l’olio e…" e quando arrivi li ti verranno offerti i piatti cucinati a casa con l’olio extravergine da loro prodotto…
• Le mani dei contadini, dei lavoratori della terra (mentre ci faceva vedere le fotografie delle mani di un contadino messicano) sono le testimonianze della qualità delle materie prime che usiamo in cucina e ciò che possiamo offrire ai clienti… non dobbiamo dimenticare cosa c’è dietro di ogni prodotto…
• Non siamo riusciti a creare una cucina "Italiana"… invece i francesi hanno "formattato" la loro identità culinaria come una cucina nazionale… anche questa è una delle polemiche…
• La dieta è la capacità di intendere il sapore… il dietologo vi consiglia di evitare le fritture e ci credete… ma la frittura una volta alla settimana - in maniera misurata e con gli ingredienti freschi e un buon olio - non fa male alla salute…
• Anche se l'olio extravergine di oliva è un ingrediente importante per il pesce, nei paesi del Nord si usa al suo posto il burro, soprattutto per i crostacei. Però, oltre alla cultura nell’uso del burro come grasso alimentare, il pesce del Nord ha meno sapore ed allora è necessario un ingrediente con un sapore più marcato…
• Nel nostro territorio ci sono i frutti di boschi meravigliosi… perché non li usiamo per l'abbinamento con il pesce?
• (alla domanda di una corsista: "Perché usa il baccello di vaniglia per lo stufato del pesce con ingredienti di recupero?") …in questo caso la vaniglia funziona come: "il moderatore del Caos"!
Come era usato nella sua infanzia l’olio di oliva e le olive da tavola in cucina? Ricorda qualche ricetta tradizionale a base di olio di oliva e di olive da tavola?
Sono nata in ambiente contadino, pertanto l’olio di oliva ha rappresentato il grasso di elezione nella nostra cucina. Ricordo ancora le fette di pane (cotto nel forno a legna) e olio per merenda e le ore passate in frantoio, ad aspettare l’uscita dell’olio per metterlo sul pane bruscato (negli anni ’60 ogni frantoio aveva la sala con il camino). Le ricette sono numerose e vanno dalle più semplici come l’insalata di olive ed arance condite con olio profumato ed equilibrato, ai carciofi alla "giudia" fritti interi nell’olio fino a farli diventare saporiti e croccanti.
D3: Come il mondo dell’olio extravergine di oliva e dei suoi derivati (le olive da mensa, il paté ecc.) hanno influenzato il suo percorso di vita sia professionale sia personale?
Personalmente ho consumato olio da oliva da sempre e anche negli anni ’70’-‘80 in cui l’olio da oliva era considerato "forte o indigesto o pesante", dalla cattedra in cui insegnavo, ho spinto al suo consumo, spiegando quanto fosse importante per la nostra salute, sfatando i luoghi comuni che vedevano nell’olio di semi il grasso da prediligere. Nel 1991 con il Reg.to CEE n.2568 c’è stata la "svolta" e finalmente l’olio extravergine di olive ha avuto la sua rivincita perché ancora oggi è l’unico prodotto che per essere classificato merceologicamente deve essere sottoposto all’analisi sensoriale. Dal mio ruolo di presidente dell’U.M.A.O. (Unione Mediterranea Assaggiatori Olio) costituitasi nel 1995 e di Insegnante di Industrie Agrarie, mi sono ritrovata a parlare dell’EVO non più sola, ma affiancata da una normativa internazionale che dava ragione alle mie posizioni personali e professionali.
D4: Pensa che il mondo della ristorazione di qualità potrebbe essere fondamentale per la creazione di un rapporto interattivo con i produttori dell’olio extravergine e delle olive da tavola di alta qualità?
La ristorazione ha un ruolo fondamentale per la diffusione della conoscenza dell’EVO, come già è avvenuto per il vino. Purtroppo però, mediamente il settore è ancora indietro e non sono molti gli chef che conoscono veramente il prodotto e che utilizzano oli diversi per i diversi piatti. Ancora oggi il prezzo è motivo di scelta, specialmente se usato in cucina. Eppure "olio giusto" si combina con "gusto" e la pietanza condita con un olio idoneo avrà quel qualcosa in più che la renderà apprezzata dia palati più esigenti.
D5: Ha qualche suggerimento e/o idea per offrire ai consumatori "motivati ed evoluti" la scoperta di questi prodotti ricchi di cultura, storia e piacere: la degustazione in un luogo particolare, l'oleo-turismo, l’abbinamento tra l'extravergine- cibo/- pane tradizionale, per esempio?
Credo che in Italia non manchi certo la possibilità di "provare" oli diversi. Ci sono oggi oleoteche ed esercizi che permettono di assaggiare l’olio prima dell’acquisto ed inoltre, basta cercare in internet le produzioni delle varie regioni per trovarsi davanti ad un panorama molto ampio, che permetterà al consumatore attento di scoprire prodotti di eccellenza, ma anche località dove storia, arte ed ambiente si fondono in una esperienza unica ed indimenticabile. È successo anche a me, che da quando per lavoro viaggio in Italia e non solo, ho scoperto luoghi fantastici e prodotti enogastronomici di elevato spessore (formaggi, vino, salumi, ecc).
D6: Riguardo al termine minimo di conservazione dell’olio extravergine, se Lei potesse scegliere tra le diciture quali il "limite massimo di 18 mesi dall’imbottigliamento" e la "data di raccolta", quale sceglierebbe?
Al momento non avrei dubbi: la data di raccolta
D7: Vi è una forte preferenza in cucina all’uso dell’olio di semi. Quali sono i suoi suggerimenti per l’impiego di extravergine in cucina, soprattutto per le fritture? (Francesca G.)
L’uso dell’olio di semi in cucina è un errore che molti commettono perché non sanno che l’EVO è molto più stabile in cottura rispetto ad altri grassi, pertanto sarebbe bene usare l’olio di semi a crudo (rinunciando così agli aspetti edonistici, visto che non dà nessun sapore alle pietanze). In ogni caso, il problema non si pone se, come ormai è confermato da autorevoli prove scientifiche, l’olio extravergine di oliva è un grasso che se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo, per le sue elevate proprietà salutistiche, che si esprimono in modo ottimale a crudo e che si riducono di poco in cottura; specialmente durante la frittura.
D8: Riguardo al Concorso Monna Oliva, che questo anno è giunto alla 3° Edizione, ci racconta gli obiettivi e le difficoltà nel promuovere questa iniziativa? Ha suggerimenti particolari per:
Le olive da tavola meritano un discorso a parte. Infatti il consumo, negli ultimi anni, è aumentato in modo esponenziale, ma non così la conoscenza delle stesse perché se l’olio EVO comincia ad avere consumatori esperti ed assaggiatori capaci, per le olive da mensa siamo all’anno zero; tanto che il Concorso Monna Oliva Premio Nazionale per le migliori olive da tavola, che l’UMAO organizza da tre anni, pur con le difficoltà incontrate soprattutto a livello economico che non permettono una comunicazione capillare e corale, è particolarmente seguito dai soci dell’UMAO e dalla Giuria nazionale che, volontariamente, mette a disposizione il proprio tempo e la propria professionalità perché il Concorso vada a buon fin. Inoltre i produttori vedono in questa iniziativa la possibilità di crescita culturale e di promozione delle olive da tavola italiane, sia sul mercato nazionale che internazionale. Purtroppo una normativa confusa e molto ricca di regole poco chiare, non permette di avere dei prodotti sicuri sul mercato. Pertanto prima di indicare rimedi e suggerimenti per il consumo di olive da tavola provenienti o da impianti industriali e/o artigianali è necessario conoscere il prodotto: dai metodi di trasformazione alle caratteristiche sensoriali, alla normativa per non trovarsi spiazzati davanti a notizie allarmanti che spesso non sono tali.
D9: L’Italia è uno dei maggiori e migliori produttori di olive da tavola e nel nostro paese sono presenti eccellenze (Bella di Cerignola, Nocellara del Belice, Taggiasca, ecc.). In Italia però non vi è una grande conoscenza/cultura di queste eccellenze, eppure le olive da mensa sono molto utilizzate ed apprezzate in cucina. Secondo Lei come andrebbero valorizzati i piatti con l’uso delle olive nell’ambito di una ristorazione di qualità? (Ugo P.)
Ritorno al concetto di conoscenza del prodotto, solo così possiamo parlare di utilizzazione in cucina o diretta delle olive da mensa; sicuramente in tutti i Paesi produttori ci sono piatti della tradizione in cui le olive sono ingredienti fondamentali: insalata greca, coniglio alla ligure, spaghetti alla puttanesca, baccalà alla provenzale, ecc. la diversità di gusto delle olive trasformate con metodi diversi, permette l’utilizzazione in cucina in modo fantasioso e particolare. Infine credo nella creatività degli chef e che il loro interesse a solleticare il palato degli avventori e la loro capacità a creare nuove combinazioni siano di stimolo per aumentare la qualità e la quantità di utilizzazione in cucina.
D10: La a contraffazione dell’extravergine e l’importazione da paesi extra UUEE sono vere piaghe per le eccellenze oleiche italiane. Ultimamente è corsa la notizia di una sovra-esportazione di olio extravergine dalla Tunisia verso la UUEE, che era stata avvallata nel 2015 come supporto economico ad un paese in forte difficoltà, ma si è gridato allo scandalo essendo così penalizzati i produttori italiani. È pur vero che sono state scoperte più basi di contraffazione in Italia - alcune erano cooperative di produttori - dove l'olio veniva tagliato con prodotto di ignota provenienza per poi essere etichettato come italiano. Secondo Lei quali possono essere le strade da percorrere affinché i consumatori siano protetti dall’uso di prodotto scadente e ancor più sofisticato e pericoloso per la salute umana? (Ugo P.)
Premesso che non basta dire "prodotto italiano" per parlare di qualità,sicuramente il discorso è più complicato di quello che appare dai servizi e dalle notizie che i mass-media ci propongono. A mio avviso il problema dell’olivicoltura italiana, non è da ricercarsi solo per la concorrenza di oli a basso prezzo, ma anche alle difficoltà che i nostri produttori (in genere molto piccoli) incontrano nella produzione. L’olio vergine di oliva che da sempre è stato un prodotto di largo consumo (il consumo pro capite/anno in Italia è tra i più alti del mondo), è diventato un prodotto "pericoloso" soggetto a frodi come da sempre - già Apicio (25 a.C.-37 d.C.) dà una ricetta per "taroccare" l’olio iberico e trasformarlo con infusi di erbe e spezie ad olio della Liburnia – e quindi da tenere sotto rigido controllo.
Da qui la "bulimia dei controlli" non coordinati e spesso ripetitivi, che i produttori onesti vedono come una vessazione ed un blocco alla loro attività. Di contro non sono stati applicati mezzi efficaci per contrastare le frodi, e soprattutto, al di la di espressioni verbali, non sono stati dati mezzi per rilanciare l’olivicoltura (le tasse IMU o imposte similari sui mezzi di produzione, certamente non aiutano) ma solo regole che per altro cambiano continuamente, che i piccoli produttori non riescono a rispettare, per cui si assiste continuamente all’abbandono degli oliveti e della produzione di olio e derivati.
Pertanto se le cose non cambiano forse l’olio proveniente dalla Tunisia, o dalla Turchia o dalla Spagna, non sarà più un problema perchè di olio italiano ce ne sarà sempre meno e sarà destinato solo a pochi eletti.
Spazio Botanico – Largo Cristina di Svezia, Roma
“Una giornata alla scoperta dell’Olio Extravergine di qualità”
all’ Extravirgin Explosion si incontreranno produttori, esperti e appassionati di un elemento eccezionale...”
Produttori presenti
Azienda Agricola Veglio Piero (Piemonte), Frantoio Rossi (Toscana), Azienda Agricola Mazzola (Marche), Il Conventino di Monteciccardo (Marche), Antonelli San Marco (Umbria), Frantoio del Colle (Umbria), Frantoio Ranchino (Umbria), Antiche Terre Pacella (Lazio), Azienda Agricola Adolfo Prosseda (Lazio), Azienda Agricola Cappelli (Lazio), Azienda Agricola Cerrosughero (Lazio), Azienda Agricola Francesca Boni (Lazio), Azienda Agricola Gregorio De Gregoris (Lazio), Azienda Agricola Luca Di Piero (Lazio), Azienda Agricola Quattrociocchi (Lazio), Azienda Agricola Silvi Sabina Sapori (Lazio), Cantina Castello di Torre in Pietra (Lazio), Frantoio Narducci (Lazio), Frantoio Casale San Giorgio (Lazio), Gloria Sanna (Lazio), Tenuta Agricola Mistral e Metis (Lazio), Azienda Agricola Forcella (Abruzzo), Azienda Agricola Guardiani Farchione (Abruzzo), Oleificio Trespaldum (Molise), Ermmà – Azienda Agricola Sansone (Campania), Fattoria Ambrosio 1938 (Campania), Frantoio Torretta (Campania), Azienda Azienda Agricola Trevisi (Puglia), Frantoio Galantino (Puglia), Torre delle Monache (Puglia), Terre di Zaccanello (Sicilia), Accademia Olearia (Sardegna)
Ospiti con superbi abbinamenti all’extravergine
Giancarlo Casa patron de La Gatta Mangiona
Ugo Palopoli - assaggiatore di riso
Sandro Masci - Las Chefs Blancs
Antonella Giansanti - Laboratorio con i bambini e l’olio
Loriana Abbruzzetti Presidente Associazione Pandolea Laboratorio con i bambini
I Diti in Pasta
Palma Esposito – capo panel Università di Cassino – minicorsi di assaggio
AGRA Editrice
Nello splendido Salotto di Porto Fluviale, una esaltante degustazione di frutti di mare selezionati da Corrado Tenace, una espressione di gelato al filo d’olio, sorprendenti abbinamenti con gli olii dei produttori:
Convegno sull'olio e olivo di Venafro e sull'ambiente ovicolo
20 maggio 2017
Spazio Botanico – Largo Cristina di Svezia, Roma
L’Olio Extravergine di Oliva di Qualità in mostra a Roma
"Un’occasione UNICA, più di 30 Produttori di Olio Extravergine di Qualità, da tutte le Regioni d’Italia, nel cuore di Roma, Trastevere…"
Produttori intervenuti:
Frantoio Oleario Romano Alberto,
Az.Agricola Il Torraccio,
Frantoio Pistelli,
Azienda Agricola Persiani,
Fattoria Ambrosio 1938,
Azienda Agricola Guardiani Farchione,
Monte Schiavo – Tenute Pieralisi Società Agricola,
Azienda Agricola Barbàra,
Frantoio Torretta,
Azienda Agricolo Cassini Paolo,
Azienda Agricola Figini,
Frantoio Galantino,
Azienda Agricola Tortora,
Azienda TerraMajura di Paolo Lucci,
Colle Nobile – Azienda Agricola Giorgio Tonti,
Azienda Agricola Seminario Giuliana,
Azienda Agricola Adolfo Prosseda,
Azienda Agricola Massimiliano Gaiatto,
Frantoio del Colle,
Il Conventino di Monteciccardo,
Frantoio Narducci,
Azienda Agricola Massimo Mosconi,
Società Agricola Doria,
Frantoio Hermes di Claudio Di Mercurio,
Azienda Agricola l’Arco Antico,
Oleificio Vincenzo Romano,
Azienda Agricola Cosmo Di Russo,
Ermmà - Azienda Agricola Sansone,
Azienda Agricola Silvi Sabina Sapori,
Cooperativa Colonia Julia Venafrana,
Frantoio Casale San Giorgio,
Azienda Agraria I Tre Filari,
Frantoio Chiodi
Food:
Caseificio Porta Roma,
Antica Norcineria Morelli,
Il Forno delle Meraviglie,
Optymum - Selezionatori di Eccellenze Alimentari,
Misceliamo Coffee Emotion
Ospiti e relatori:
Dott.ssa Paola Fioravanti, Dott.ssa Loriana Abbruzzetti, Dott. Emilio Pesino,
Il Forno delle Meraviglie, Mauro Secondi – Pastificio,
AGRA Editrice
Splendida degustazione con il ricercato menu proposto in abbinamento agli oli presentati dai produttori:
Secondo Tradizione - pranzo con piatti classici di tradizione romana e nuovi piatti equilibrati e raffinati, abbinamenti con gli oli presentati dai produttori:
Soc. Agricola Il Conventino di Monteciccardo
La macelleria e gastronomia da sogno... a Roma. Abbinamenti unici con le prelibate carni della Bottega.
Nel pomeriggio degustazioni con i produttori al tavolo riservato nella manifestazione Sparkle Day:
Az.Agr. Le Pietraie di Dante Sambuchi
Az.Agr. L'Arco Antico
Az. Agr. Guardiani Farchione
Esplosione in Verde
Domus Magnanimi
Nella splendida cornice della Via Appia Antica, oggi, il pubblico dei consumatori ha potuto fare insoliti ed entusiasmanti incontri e interessanti degustazioni degli Oli dei numerosi produttori intervenuti all’Evento organizzato da Olives Road
I produttori di Olio Extravergine di Oliva partecipanti:
Az. Cosmo di Russo
Az. Agr. Barbàra
Az. Agr. Cassini di Paolo Cassini
Az. Agr. Colle Nobile
Az. Agr. Gramazio Raffaele
Az. Agr. Nicola Monterisi
Az. Agr. Pia Serrilli
Az. Agr. Puglia's
Az. Agr. Tortora Raffaele
Az. Agr. Vincenzo Romano
Az. Agr. Federica Cerrati Ferrari
Az. Agraria Bacci Noemio
Az.Agr. Francesca Genchi
Az.Agr. Guardiani Farchione
Az.Agr. Hirpus di Minieri Michele Arcangelo
Az.Agr. La Tenuta dei Ricordi
Az.Agr. Silvi Sabina Sapori
Ermmà Az.Agr. Sansone
Evolio Etrusco di Luigi Papa
Frantoio La Marina
Frantoio del Colle
Il Conventino di Monteciccardo
Olivicola degli Ernici
Società Agr. Doria srl
Stillo Az. Agr. Biologica
Tenuta Agricola Mistral e Metiz
Argali di Giovanni Bianchi
Olivo Sannita di Giovanna Mazza
Ditta Tamaro di Giorgio Tamaro
Az.Agr. Fabio Festorazzi
Ospiti : Chef Salvatore Tassa, dott.ssa Paola Fioravanti presidente della UMAO
A pochi chilometri dalla capitale, in periferia di Tivoli, sono in molti che la scelgono come meta ideale alla ricerca di quiete, tra gli oliveti secolari, dimenticando rumori e motori della vita frenetica della città.
Qui ci si possono concedere belle passeggiate a piedi, in bici e fare trekking lungo tutta la strada di Pomata che, pulita ed ordinata, si snoda tra gli olivi plurisecolari che sembra raccontino le storie che hanno vissuto nei secoli passati.
Si anima soprattutto all’inizio dell’estate, la stagione della fioritura dell'olivo, per la fresca brezza che vi si può godere e per raccogliere asparagi selvatici, erbe aromatiche e fiori di campo, che spuntano ai piedi degli alberi dell'olivo che si ergono maestosi.
Tra gli oliveti, si trova un giardino nascosto circondato da muri a secco dal quale la vista corre a perdita d’occhio sull'intera campagna romana e, nelle giornate limpide, sulle colline dei Monti Tiburtini, dandoci una sensazione di indescrivibile piacere nel ritrovare momenti di silenziosa intimità sotto le fronde degli olivi che continuano a custodire questa terra.
Furono i patrizi Romani, fin dal II secolo a.C., a costruire lungo il suo percorso numerose ville residenziali e di villeggiatura per il suo panorama incantevole e per la sua utilità strategica per l'approvvigionamento dell'acqua dai principali acquedotti dell'epoca: Anio Vetus (272.a.C.) Acqua Marcia (144a.C.) prima, e poi Acqua Claudia e Anio Novus(41-54 d.C.).
Se Bartolomeo Scappi, Costanzo Felice e Salvatore Massonio, studiosi tra la fine del XIV secolo e l’inizio del XV in campo medico, botanico, naturalistico e culinario, avessero avuto a disposizione gli oli extravergine d’oliva di pregio, dai gusti e sentori variegati, presenti oggi sugli scaffali dei negozi e delle olioteche, quanti suggerimenti ed accorgimenti ci avrebbero tramandato per condire sapientemente un piatto d’insalata?
E’ già da tempo conosciuta la differenza tra i vari oli extravergine d’oliva, che rispecchiano la loro inconfondibile tipicità nei riferimenti olfattivi e gustativi, che li rendono più o meno "abbinabili" alle diverse pietanze; ciò alla medesima stregua di quanto già più ben conosciuto in campo enologico. Tenendo presente che l'olio extravergine di oliva è considerato come un condimento o un ingrediente che conferisce i suoi molteplici pregi nutrizionali e sensoriali, ma nel sui ambito questi abbinamenti sembrano essere ancora ad appannaggio di alcuni esperti e professionisti dei settori agroalimentare, culinario e medico-farmaceutico-dietetico – in quest’ultimo si sono avuti contributi straordinari che hanno dimostrato i pregi salutistici-nutrizionali di questo prodotto che è uno dei pilastri della Dieta Mediterranea.
A prescindere dell’abbinabilità e della qualità - ancora oggi sono molto discussi questi concetti - di un olio extravergine d’oliva, nonostante il Made in Italy sia un "sigillo" di qualità riconosciuto in tutto il mondo – l’Italia è il terzo esportatore mondiale di olio extravergine d’oliva secondo i dati del Consiglio Oleico Internazionale (COI) – in Italia i consumatori privilegiano alla qualità del prodotto il suo prezzo. E’ sotto gli occhi di tutti l’aggressività utilizzata dalla Grande Distribuzione sul comparto olio extravergine d’oliva, prodotto che compare sempre nei volantini promozionali senza che in questi siano riportate quelle notizie basilari per una scelta consapevole e di territorio. L’olio extravergine d’oliva è di fatto il prodotto "civetta" per eccellenza, essendo alla base, insieme alla pasta, pomodori, ecc., della cucina Italiana, ma quasi sempre il prezzo "aggressivo" non si abbina con la migliore qualità e l’aderenza alle direttive nazionali e comunitarie.
Nella trattazione del capitolo "La formazione del gusto" de "La cucina italiana: Storia di una cultura"[1] viene indicato che: "il gusto è un prodotto della storia e si modifica nel tempo, così come è diverso nello spazio" ed il gusto viene distinto in quello inteso come "sapore", che un individuo percepisce sul palato, e quello come "sapere", cioè quello che viene dalla mente e che viene interpretata come "un’esperienza di cultura" frutto di tradizione ed estetica (la cucina come arte del mangiare). Infatti: "l’abbondanza e la fame difficilmente portano alle stesse scelte, e che se tutti hanno diritto a trasformare in piacere la necessità del sostentamento quotidiano, le modalità con cui ciò si verifica sono fra loro assai diverse."
Ma l’olio extravergine d’oliva è stato mai rappresentato, definendolo a tutti gli effetti, come una vera e propria categoria culinaria? Molti ristoratori e sommelier del vino ci indicano sovente: "La tipologia degli olii che pizzicano in gola non piacciono ai nostri clienti perché sono ACIDI", eppure l’acidità dell’olio non si percepisce al palato visto che gli acidi grassi liberi dell’olio sono inodori ed insapori!
Diversamente da altre materie prime, come particolari razze di carne, paste trafilate al bronzo in un pastificio artigianale, Parmigiano Reggiano stagionato 36 mesi, ecc., anche se aumentano i ristoratori sensibili agli accostamenti olio extravergine d’oliva/pietanze, nella maggior parte dei ristoranti viene utilizzato un olio extravergine d’oliva "anonimo" (e trovare un extravergine d’oliva è già un passo avanti) che viene dall’avventore utilizzato "meccanicamente" per condire la propria insalata. Ma se i ristoratori fossero i testimonial nel far scoprire il fascino dell’olio extravergine d’oliva, attraverso accostamenti con nuove combinazioni di sapori, probabilmente ci sarebbe una maggiore consapevolezza da parte degli avventori che porterebbero questa esperienza anche all’interno delle proprie case dove potrebbero "inventare" i propri migliori accostamenti.
Ma ritorniamo ai nostri amici del XV e XVI secolo e andiamo a leggere gli accorgimenti ed i consigli che fornivano nei ricettari dell’INSALATA:
Acetarium: Costanzo Felice (intorno al 1525-1585) riferisce nella sua lettera a Ulisse Aldrovandi "DEL'INSALATA E PIANTE CHE IN QUALUNQUE MODO VENGONO PER CIBO DELL'HOMO"[2]
"Gli Latini non tirano il suo nome dal sale ma dal'aceto como cosa più principale et in essa abondante...
L'insalata è nome de'Italiani solamente, havendo la denaminatione da una parte del suo condimento, cioè dal sale, perhò che si chiama così un'herba o più miste insieme a questo nostro proposito, o altra cosa, con condimento d'olio, sale et aceto genelarmente...Se gli aggionge poi l'olio perché si trovano molte asprezze nell'herbe che offrendo il gusto e palato: quello con la sua ontosità lenisce e rende quelle più grate alla deglutione et è per questo condimento generale...L'olio si puone al bene essere, con tutto che pare che proverbialmente si soglia dire "l'insalata ben salata, poco aceto e ben oliata": questo forsi dicono desiderando le fauce onte, e poi così ancora a molti più piace et ad altri puoi più al contrario, secondo la varietà de'gusti et appetiti..."
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